*La prima [investigazione su fili che cadono dal cielo è stata condotta a Firenze negli anni ’50.]( https://www.crprato.it/sito/index.php?option=com_content&view=article&id=838&Itemid=221) Lì, strane macchine volanti (UFO) hanno seminato fili bianchi sopra lo stadio della città.Un’altra indagine ha avuto luogo circa otto anni fa in Francia.Nel frattempo, i fili volanti sono stati osservati ovunque.Ora, a distanza di anni, una recentissima indagine condotta in Svizzera ha voluto far luce su questo mistero.*
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**Grazie ai “fili di ragno” verso la città dei 15 minuti?**
I risultati delle analisi di laboratorio commissionate dall’associazione WIR lasciano intravedere molte spiegazioni possibili
I misteriosi fili, scoperti nei prati come ragnatele, sono un fenomeno che negli ultimi anni è stato ripetutamente segnalato in Svizzera e nei Paesi vicini. Nel 2022, in particolare, alcuni giornali e forum hanno parlato di questi fili insoliti, alcuni dei quali sono stati collegati a presunte teorie cospirative, ma anche a spiegazioni scientifiche. Alcuni sospettavano che si trattasse di “scie chimiche”, mentre altri indicavano fenomeni naturali, come i ragni che producono questi fili in grandi quantità per spostarsi.
Due anni dopo, WIR ha la risposta: i fili in questione sono stati analizzati a fondo per conto dell’associazione WIR e i risultati sono piuttosto elettrizzanti. In primo luogo, è stato confermato che non si tratta di materiali sintetici come il nylon o altre materie plastiche. Si tratta invece di poliammidi naturali, cioè di aminoacidi. In altre parole, “roba” biologica che si comporta in modo molto diverso dai soliti materiali sintetici. Ma aspettate, non è tutto!Le fibre sono cave all’interno e hanno uno spessore di circa 4-6 micrometri, un valore davvero minuscolo. Contengono una miscela di oltre 30 composti chimici diversi, tra cui HC (idrocarburi), derivati del benzene, epossidi e persino derivati dell’istamina. Alcuni di questi composti sono pericolosi, altamente infiammabili e tossici! Quindi non si scherza: si tratta di sostanze serie che sono state esaminate in laboratorio.Sono state rilevate anche indicazioni di un aumento dei livelli di alluminio, spesso citato nell’ambito delle teorie sulle scie chimiche. È interessante notare che non tutte le sostanze trovate sono note o classificate a livello commerciale. Alcune potrebbero addirittura essere prodotti nuovi e non testati.In breve, questi filamenti sono tutt’altro che naturali. Hanno una composizione chimica complessa che suggerisce fortemente che si tratta di qualcosa di artificiale o sperimentale.
**Non sono fibre industriali**
Diamo un’occhiata più da vicino al risultato: Le fibre sono state raccolte in varie località della Svizzera e analizzate con tecniche avanzate come la spettroscopia a infrarossi (FTIR) e la gas-cromatografia pirolitica con spettrometria di massa (Py-GCMS). È emerso che la loro struttura è molto diversa da quella di fibre sintetiche come la PA6 o la PA66 (note come nylon). In altre parole, non sono fibre industriali, ma piuttosto un fenomeno naturale o almeno biochimico.
**Un altro dettaglio sorprendente: le fibre sono cave all’interno!**
Hanno un diametro esterno di circa 4-6 micrometri e un diametro interno di 2-3 micrometri. Ciò significa che non si tratta di filamenti qualsiasi, ma di strutture altamente tecnologiche che possono trasportare o contenere sostanze. Alcuni dei campioni esaminati al microscopio ottico hanno mostrato che queste fibre sono addirittura piene di sostanze. Cosa ci sia esattamente all’interno di queste cavità non è ancora chiaro, ma le ipotesi vanno da sostanze chimiche a composti biologici.
**Altamente infiammabili, corrosivi, tossici, pericolosi per la salute**
Poi arriviamo ai composti chimici: È qui che le cose si fanno davvero bizzarre. L’analisi delle fibre ha rivelato più di 30 sostanze diverse, tra cui idrocarburi saturi e insaturi, derivati del benzene, epossidi, chetoni e persino derivati dell’istamina. Molte di queste sostanze sono estremamente pericolose. Le schede di sicurezza associate classificano alcune delle sostanze trovate come “altamente infiammabili”, “corrosive”, “tossiche” e “pericolose per la salute”. Non è certo quello che ci si aspetta da innocue ragnatele. È più simile a ciò che si trova in un laboratorio di chimica o in un esperimento ad alta tecnologia.
**Analisi elementare**
Le analisi elementari hanno dato risultati interessanti. Oltre ai componenti organici, sono stati rilevati anche alluminio e tracce di altri metalli come ferro, rame e cromo. L’alluminio appare in quantità leggermente superiori, il che forse attiva le antenne di coloro che credono alle influenze artificiali, come le cosiddette “scie chimiche”. Il fatto che siano state trovate solo piccole quantità di altri metalli indica che le fibre non sono di origine puramente industriale, ma forse sono il risultato di un qualche processo biochimico.
Una delle caratteristiche più sorprendenti di queste fibre è la loro complessità chimica. Ci sono sostanze che non hanno un’etichettatura di pericolo nota, il che significa che sono nuove o poco studiate. Ciò solleva a sua volta la questione: Da dove provengono queste sostanze e perché si trovano in questi fili misteriosi?
Un altro punto è l’uso della ionizzazione a impatto elettronico (EI) nella spettrometria di massa, che è stata utilizzata per identificare la struttura chimica. Ciò ha permesso di analizzare con precisione i dettagli molecolari delle fibre.
Poi si è passati agli spettri FTIR, che hanno rivelato che le poliammidi trovate non erano prodotti commerciali. L’analisi ha rivelato una corrispondenza con una struttura proteica naturale che potrebbe addirittura indicare la seta di ragno. Tuttavia, non si tratta di ragnatele convenzionali, ma di qualcosa di molto più complesso. Le fibre contengono bande di esteri e acidi che non sono tipiche dei materiali naturali, il che indica ancora una volta un tipo di manipolazione sintetica o una miscela di processi naturali e artificiali.
**Riassumendo: I fili trovati nei prati non sono un caso o qualcosa da scartare a priori. Non sono né puramente naturali né completamente artificiali, ma una miscela di entrambi. Contengono sostanze chimiche pericolose e sono strutturalmente talmente complessi da non rientrare nella categoria dei fenomeni naturali ordinari.**
Sembra che sia in corso un esperimento su larga scala o che stiamo assistendo agli effetti di un nuovo tipo di inquinamento o di manipolazione. Qualunque cosa sia, non è certo qualcosa da ignorare. Misterioso e molto interessante,
**Più di un fenomeno naturale?**
Ovviamente si tratta di qualcosa di molto più che di fili misteriosi che potrebbero indicare un fenomeno naturale. Possiamo quindi fare delle ipotesi:**1. Test o esperimenti segreti:** è possibile che sia in corso un esperimento su larga scala, con scopi militari o scientifici. Il fatto che i fili siano cavi e trasportino sostanze chimiche suggerisce che potrebbero essere utilizzati per rilasciare determinate sostanze nell’ambiente. Si pensi agli esperimenti per manipolare il clima o per diffondere sostanze chimiche o biologiche. Questa potrebbe essere una spiegazione per la complessa composizione chimica dei fili.
**2.Geoingegneria:** un altro scenario potrebbe essere quello di un esempio di geoingegneria. Si tratta di introdurre deliberatamente sostanze nell’atmosfera per influenzare il tempo o creare altri effetti climatici. L’aumento dei livelli di alluminio riscontrati rientra in questo quadro, poiché l’alluminio svolge un ruolo nelle teorie sulla geoingegneria, in quanto potrebbe aumentare la riflessione della luce solare. Questo potrebbe essere parte di un programma segreto su larga scala.**3. Nuova forma di inquinamento:** un’altra possibilità è che si tratti di una nuova forma di inquinamento. Questi fili potrebbero provenire da una fonte industriale, forse una fabbrica o un laboratorio che sperimenta sostanze biologiche o chimiche. Poiché alcuni dei composti trovati non sono ancora classificati, potrebbero essere nuovi prodotti o processi non ancora noti al pubblico.**4.Sistemi biologici artificiali:** ora la questione si fa davvero pazzesca: e se questi fili facessero parte di un sistema biologico artificiale? In altre parole, una sorta di sistema “vivente” creato dall’uomo o dalle macchine per svolgere una funzione specifica nell’ambiente. Forse si tratta di una sorta di fibra autoreplicante che è stata sviluppata per trasportare determinate sostanze o combattere elementi dannosi per l’ambiente.**5. Effetto non voluto di un altro esperimento:** a volte accadono cose che non sono previste. Queste fibre potrebbero anche essere l’effetto collaterale di un esperimento completamente diverso. Forse i ricercatori stanno testando un nuovo tipo di materiale o di nanotecnologia e questi filamenti sono semplicemente un “prodotto di scarto” che in qualche modo è finito nell’ambiente.
**Ipotesi con gli aerei**
L’idea che i filamenti possano provenire dagli aerei – come abrasione di parti di aerei o dalla combustione di cherosene – è un’ipotesi altrettanto interessante. Alcune teorie suggeriscono che le particelle provenienti dalla combustione di cherosene o dall’abrasione degli aerei, in particolare le parti in alluminio, potrebbero entrare nell’atmosfera e successivamente depositarsi sulla Terra sotto forma di residui o filamenti.
**Abrasione da parte degli aerei:** i materiali utilizzati nell’aviazione sono spesso leghe ad alta resistenza contenenti alluminio e altri metalli. Quando gli aerei volano ad alta quota e devono sopportare carichi elevati dovuti a variazioni di temperatura e influenze meccaniche, in teoria l’abrasione o l’usura dei materiali potrebbe essere minima. Questo potrebbe spiegare perché l’alluminio è stato rilevato nelle filettature. Tuttavia, il meccanismo con cui tali particelle si formano in fili visibili è meno chiaro. La sola abrasione porterebbe piuttosto a particelle fini che non si formarebbero facilmente in fibre.
**Combustione di cherosone:** quando la cherosene viene bruciata nelle turbine degli aerei, viene rilasciata una serie di emissioni, tra cui idrocarburi incombusti e particelle. Queste potrebbero teoricamente reagire nell’atmosfera e assumere varie forme, tra cui strutture filamentose. Ma anche in questo caso è discutibile che questi prodotti di combustione siano in grado di svilupparsi nei filamenti cavi osservati con strutture chimicamente complesse. Le sostanze trovate, come i derivati dell’istamina e gli epossidi, non sono tipiche dei semplici prodotti di combustione di cherosene.
Osservando le analisi dei filamenti, è più probabile che siano stati creati da processi deliberati – come abbiamo già detto, forse da test o sostanze chimiche create artificialmente e deliberatamente disperse. Ma l’ipotesi dell’aereo non può essere completamente esclusa, soprattutto se si considera che gli aerei ad alta quota rilasciano una varietà di particelle che potrebbero potenzialmente subire complesse reazioni chimiche prima di raggiungere la superficie terrestre.In definitiva, resta da capire quanto sia probabile che tali filamenti possano essere creati da questi meccanismi. Attualmente, l’ipotesi di un test o di un esperimento mirato sembra più conclusiva, soprattutto a causa della complessità chimica riscontrata. Tuttavia, una combinazione di emissioni degli aerei e processi atmosferici potrebbe svolgere un ruolo.
**C’è un altro argomento contro l’ipotesi dell’aereo:**
Se questi filamenti fossero effettivamente causati dall’abrasione degli aerei o dalla combustione di cherosene, allora dovremmo vederli molto più frequentemente, anzi quasi ogni giorno. Questo perché gli aerei volano continuamente e la cherosene viene bruciata ogni giorno. Il fatto che i filamenti appaiano solo sporadicamente e in determinate aree tende a negare che siano causati esclusivamente dal normale funzionamento degli aerei.
Se si trattasse di un evento quotidiano associato all’aviazione, ci si aspetterebbe che questi filamenti siano molto più diffusi e più regolarmente visibili. La rarità della loro presenza, unita alla complessa composizione chimica, suggerisce che si tratta di qualcosa di intenzionale.
Che si tratti di esperimenti che avvengono solo in determinati momenti o di un’azione mirata di rilascio di sostanze, resta una speculazione, ma l’aspetto irregolare è una forte indicazione che non si tratta di un fenomeno quotidiano come le emissioni degli aerei.
Naturalmente, potrebbe anche essere che in determinate condizioni atmosferiche le particelle provenienti dall’aviazione formino strutture insolite, ma si tratterebbe di un caso eccezionale e non della norma. A questo proposito, l’ipotesi che si tratti di test o esperimenti mirati sembra avere più consistenza.
**Test mirati o esperimenti?**
Quindi andiamo oltre: potrebbe trattarsi di test per spargere sostanze tossiche con una precisione di un metro, ad esempio per distruggere le colture? Se si considerano i composti chimici altamente precisi trovati nei fili e il fatto che alcune di queste sostanze sono altamente tossiche e difficili da classificare, ciò suggerisce fortemente che si trattava di qualcosa di molto specifico.
Ad esempio, potrebbe trattarsi di un test per diffondere determinate sostanze tossiche in un ambiente controllato. Le fibre cave potrebbero servire come vettore per collocare con precisione queste sostanze, forse anche in quantità molto piccole ma efficaci.
Questo spiegherebbe perché nei fili ci sono così tante sostanze chimiche diverse e talvolta pericolose che non si trovano da nessun’altra parte.
È molto probabile che questo tipo di “test” sia legato a programmi di controllo ambientale o umano. L’idea che le sostanze possano essere indirizzate a determinate aree in questo modo potrebbe far parte di un progetto militare o industriale – che sia per la “lotta ai parassiti”, per controllare la crescita delle piante o per qualcosa di ancora più clandestino.
**Guerra bioeconomica?**
Potrebbe forse trattarsi di distruggere sistematicamente i raccolti, per motivi economici per causare carenze alimentari, o anche come forma di guerra bioeconomica? Se si potessero distribuire fili contenenti sostanze tossiche proprio nelle aree in cui crescono i prodotti agricoli, si potrebbero contaminare grandi quantità di cibo senza accorgersene. Queste sostanze potrebbero accumularsi nelle piante e, se il raccolto venisse messo in circolazione, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, sia per il consumo umano che per gli animali.
Il fatto che questi fili siano cavi e apparentemente in grado di trasportare sostanze chimiche potrebbe significare che vengono deliberatamente sparsi nei campi proprio per ottenere questo effetto. Se si tratti di un atto di sabotaggio economico o di un test per applicazioni più ampie e globali resta ovviamente una speculazione. Ma l’idea che le colture possano essere avvelenate rientra sicuramente nel campo delle possibilità e spiegherebbe il motivo per cui vengono utilizzate strutture così precise e chimicamente complesse.
**Città SMART – Città da 15 minuti**
Chiunque abbia familiarità con l’Agenda 2030 e con il piano di rinchiudere le persone nelle cosiddette città da 15 minuti (note anche come SMART Cities o C40 Cities, come si propone di diventare anche Zurigo) per poterle controllare meglio, potrebbe avanzare un’altra ipotesi: Quella secondo cui l’avvelenamento mirato delle colture potrebbe essere collegato ai piani per l’introduzione di città da 15 minuti. Questo ha una certa logica se si pensa ai possibili meccanismi di controllo e ridistribuzione. L’idea è che in un mondo in cui le aree urbane sono sempre più centralizzate e controllate, l’indebolimento o la distruzione sistematica delle aree rurali e agricole costringa le persone a trasferirsi nelle zone urbane. Questi centri urbani, altamente monitorati e organizzati, potrebbero servire come strumento di controllo delle forniture alimentari in un simile scenario.
L’idea della città dei 15 minuti – dove tutto ciò che serve nella vita quotidiana si trova nel raggio di 15 minuti – viene spesso presentata nel contesto della sostenibilità e degli obiettivi ecologici. Tuttavia, ci sono anche voci critiche che vedono questa visione come un piano per una maggiore sorveglianza e controllo della popolazione. In questo scenario, le città intelligenti potrebbero regolare più rigidamente i movimenti della popolazione e l’accesso a risorse come il cibo o l’energia.
Un attacco mirato all’agricoltura potrebbe aumentare la necessità di migrare verso questi ambienti urbani, dove la produzione alimentare sarebbe centralizzata e controllata. Si tratterebbe di un passo verso un futuro in cui il controllo sulla produzione e sulla distribuzione del cibo è fortemente limitato e diretto da attori statali o privati. L’avvelenamento delle colture come azione mirata potrebbe quindi essere una sorta di fattore di “spinta” per aumentare questa dipendenza dalle strutture di approvvigionamento urbano.
**Nel contesto di un piano più ampio**
In breve, questo tipo di test potrebbe rientrare nel contesto di un piano più ampio che mira, in ultima analisi, a concentrare le popolazioni nelle smart city e a indebolire la produzione rurale indipendente. L’idea che tali azioni siano progettate per ottenere il controllo su risorse essenziali è sicuramente preoccupante, ma non del tutto implausibile se si considerano le possibili macchinazioni che stanno dietro a cambiamenti di tale portata.
L’Agenda 2030 può sembrare a prima vista un’iniziativa che promuove la sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico, ma dietro le quinte le cose sembrano molto più sinistre.
Piuttosto, il piano potrebbe essere finalizzato a distruggere l’agricoltura, soprattutto le piccole aziende agricole indipendenti. Perché? Per renderci dipendenti dal controllo centralizzato.
Se si distrugge l’agricoltura, soprattutto con mezzi occulti come l’avvelenamento deliberato delle colture o l’introduzione di sostanze tossiche attraverso fili misteriosi, come abbiamo visto nelle analisi precedenti, si ha improvvisamente il controllo della catena alimentare. Ciò significa che le persone non possono più procurarsi il cibo da sole. Deve affidarsi a enormi corporazioni agricole o a sistemi controllati dallo Stato – ed è qui che inizia la dipendenza.
**Il pretesto della “sostenibilità” e dell’“agricoltura biologica”.**
L’Agenda 2030 potrebbe essere il pretesto perfetto per creare proprio questa struttura. Con il pretesto della “sostenibilità” e dell’“agricoltura ecologica”, vengono introdotte tecnologie e controlli centralizzati che eliminano i piccoli produttori. Città intelligenti, città in 15 minuti, C40: tutti questi concetti equivalgono ad affollare le persone in zone urbane dove la loro produzione alimentare è completamente monitorata e regolamentata. In campagna? I raccolti potrebbero essere deliberatamente distrutti da questi fili e nessuno se ne accorgerebbe. Le persone sono costrette a trasferirsi nelle città, dove non dipendono solo dal governo, ma anche dalle risorse che vengono loro assegnate.
In questo futuro, non c’è più autosufficienza. Tutto sarà controllato e le persone dovranno fare affidamento su questi sistemi centralizzati, che si tratti di cibo, energia o altre risorse vitali. Se si guarda dietro la facciata ufficiale, ciò si adatta perfettamente alla visione dell’Agenda 2030. Potrebbe essere un piano a lungo termine per sopprimere l’autosufficienza e raggiungere il controllo totale.
**Quando i ricercatori sono coinvolti gratuitamente**
In conclusione, spetta a ciascun lettore trarre le proprie conclusioni dalle analisi di laboratorio. Tuttavia, il fatto che ricercatori privati abbiano svolto tali analisi a titolo gratuito dimostra quanto ci sia di sbagliato in questo caso.
Le agenzie governative e i nostri rappresentanti eletti dovrebbero essere i primi a occuparsi di questi fenomeni, soprattutto quando si tratta di sostanze potenzialmente pericolose che possono influire sull’ambiente, sull’agricoltura e quindi sulla salute.
Dov’è l’interesse delle autorità competenti? O questo fenomeno viene deliberatamente ignorato perché scomodo o perché non si vuole che riceva troppa attenzione – dopo tutto, ciò solleverebbe questioni che potrebbero essere spiacevoli per alcuni gruppi di interesse. Se questi fili fossero indagati seriamente, potrebbero portare a scoperte che porterebbero alla luce molte cose che non dovrebbero essere discusse pubblicamente. Forse la mancanza di reazioni pubbliche non è una coincidenza, ma una strategia deliberata per tenere queste cose “sotto il radar”.
I nostri rappresentanti eletti dovrebbero fondamentalmente proteggerci da questi potenziali pericoli e garantire che tali analisi vengano effettuate per portare alla luce la verità.
Ma se non c’è interesse ufficiale, anche se ricercatori privati hanno già presentato risultati allarmanti, bisogna chiedersi: è perché le conseguenze sarebbero troppo gravi? Potrebbe essere che un’indagine intensiva a livello statale metterebbe a rischio grossi sistemi o progetti troppo importanti per certi poteri.
In ogni caso, è un segnale allarmante che le autorità pubbliche non prestino la massima attenzione. Ma è qui che entra in gioco la pressione di persone come noi: se un numero sufficiente di persone pone queste domande e fa pressione, non può essere ignorato
TRADUZIONE A CURA DI NOGEOINGEGNERIA
FONTE https://www.vereinwir.ch/dank-spinnenfaeden-in-die-15-minuten-stadt/
**ANNOTAZIONI-SUPPLEMENTI**
[***Alla recente conferenza a Siena ,**]( https://www.nogeoingegneria.com/news/geoingegneria-e-alterazione-del-clima-fake-o-realta/) sia la **Dott.ssa Antonietta Gatti** che io abbiamo affrontato questo problema. All’inizio della mia presentazione faccio riferimento alle dichiarazioni della Dott.ssa Gatti.Ho osservato le fibre per molti anni e devo dire che sono diventate molto sottili. Ho pubblicato questo argomento sul sito web. Tutto sommato, è rimasta una questione aperta.Le mie osservazioni hanno portato a constatare che i filamenti cadono durante i passaggi di aerei, ma senza che si verifichino scie persistenti. Anzi. In queste ipotesi ne manca una che personalmente considero molto importante. Dal 1992 è stato indicato che il pianeta sarà inseminato da sensori. **[VEDI QUI]( https://www.nogeoingegneria.com/timeline/progetti/lultima-intervista-di-assange-nel-2018-la-polvere-intelligente-del-male-e-ovunque-e-in-ogni-cosa/)
Intervento di Maria Heibel ( parla anche dei filamenti) https://www.youtube.com/watch?v=pFeutnh5O-M***
*“Presto condiremo (we will salt) gli oceani, la terra e il cielo con un numero incalcolabile di sensori invisibili agli occhi, ma visibili l’uno all’altro e ad una varietà di dispositivi di raccolta dati. I vasti flussi di dati sempre più accurati si combinano e interagiscono per produrre cache sempre più significativi di conoscenza”*
*Esther Dyson … [VEDI QUI]( https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sistemi-radar/smart-dust-in-arrivo-i-sensori-che-tracciano-tutto-ovunque/)*
Se volete essere aggiornati sulle ultime novità, iscrivetevi al CANALE TELEGRAM https://t.me/NogeoingegneriaNews [.]( https://t.me/NogeoingegneriaNews.)
https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/grazie-ai-fili-di-ragno-verso-la-citta-dei-15-minuti/
https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/grazie-ai-fili-di-ragno-verso-la-citta-dei-15-minuti/