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Iniziano le richieste di risarcimento per "danno da vaccino", far riconoscere i danni dalla giustizia non sarà cosi semplice!

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Articolo del giornale scritto con i piedi, ma rende l'idea del fenomeno alquanto prevedibile (e ancora trascurabile, ma per poco, credo)

Vaccino e risarcimenti: cosa sapere

La Regione Lombardia ha scritto al ministero della Salute, parlando di richieste d'indennizzo arrivate con "intensità crescente". Al momento, però, non è previsto alcun risarcimento

Reazioni avverse dopo aver ricevuto il siero anti-Covid? Ottenere un risarcimento potrebbe non essere così semplice, dato che, al monento, il vaccino caldamente raccomandato dal governo non si trova inserito tra i trattamenti per i quali è prevista una tutela in caso di danni da somministrazione. Come spiegato dal quotidiano Domani, in questi giorni si sta ragionando sulla questione, dato che sono in aumento le richieste di indennizzo da parte di chi ha riportato dei danni in seguito all'inoculazione di uno dei sieri a disposizione.

La nota della Regione Lombardia

A sottoporre il problema al ministero della Salute tramite comunicato ufficiale è stata la Regione Lombardia, che ha parlato di "richieste per indennizzo/risarcimento a seguito di somministrazione di vaccino" inoltrate a numerose aziende sanitarie lombrarde (e non solo) "con intensità crescente". Un problema non da poco per lo Stato, dato che nel suo ultimo rapporto, quello del 09 luglio 2021, Aifa ha riferito di 76.206 segnalazioni su un totale di 49.512.799 dosi somministrate in tutta Italia, con l’11,9% del totale registrate come gravi.

La questione indennizzo dei danni permanenti da vaccino, tuttavia, potrebbe non essere così semplice da risolvere.

 

 

La normativa

In caso di eventi avversi conseguenti all'esecuzione di vaccinazioni obbligatorie, lo Stato italiano ha un fondo a disposizione per poter garantire dei risarcimenti. Per il 2021, ad esempio, la cifra ammonta a circa 50 milioni. In problema, tuttavia, sta proprio nell'obbligatorietà del trattamento, che non sussiste quando si parla di vaccino anti-Covid. Il siero, malgrado in green pass in arrivo, non è ancora obbligatorio, fatta accezione "per le categorie degli esercenti le professioni sanitarie e degli operatori di interesse sanitario", che sono tenute a vaccinarsi dal 1° aprile 2021.

La legge, insomma, prevede un riconoscimento economico a favore di tutti coloro che abbiano riportato "lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica" in seguito a vaccino, ma questo deve essere obbligatorio "per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria". Un risarcimento, ricorda Regione Lombardia, è inoltre previsto anche per quelle vaccinazioni non obbligatorie ma ritenute necessarie, come nel caso di un viaggio all'estero o per motivi di lavoro. Tali vaccinazioni devono tuttavia essere riconosciute come indennizzabili dalla Corte costituzionale.

Il siero anti-Covid, ad oggi, è fortemente raccomandato, ma non rientra nelle situazioni in cui è previsto un risarcimento. "Poiché la giurisprudenza ha progressivamente ampliato il novero delle vaccinazioni non obbligatorie ammesse alla tutela indennitaria, sulla base dei principi di solidarietà sociale, di tutela della salute, anche collettiva, e di ragionevolezza", spiega Regione Lombardia, "pare opportuno procedere a istruire comunque le pratiche relative a tali istanze".

In questi anni la Corte si è più volte pronunciata per estendere l'indennizzabilità a delle specifiche vaccinazioni raccomandate, poiché, come ricordato da Domani, "non vi è differenza qualitativa tra obbligo e raccomandazione: l'obbligatorietà del trattamento vaccinale è semplicemente uno degli strumenti a disposizione delle autorità sanitarie pubbliche per il perseguimento della tutela della salute collettiva, al pari della raccomandazione".

Il siero anti-Covid

Al momento il siero in questione non è obbligatorio e non rientra fra le vaccinazioni già soggette a pronuncia costituzionale, di conseguenza non è prevista alcuna tutela in caso di danni. I cittadini sono addirittura tenuti a firmare un consenso informato prima dell'inoculazione del farmaco. Malgrado vi siano molte sentenze a favore, non è detto che saranno previsti degli indennizzi anche in questo caso. Giudice di merito e Corte costituzionale dovranno pronunciarsi, se chiamati ad esprimersi: l'iter giudiziario, in ogni caso, non sarà breve.

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