Seconda Nakba: l’inizio della monumentale distruzione del Medio Oriente?
Fonte: Global Research
Martedì 17 ottobre 2023
https://www.globalresearch.ca/second-israel-nakba-start-monumental-destruction-middle-east/5836627
Il 7 ottobre, poco dopo l'attacco di Hamas contro Israele, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito l'attacco come l’11 settembre di Israele. Ha ragione in più di un modo. L’11 settembre degli Stati Uniti è stato un orrendo e mortale false flag, così come lo è quello israeliano, o la cosiddetta Operazione Al-Aqsa Flood, l’assalto di Hamas.
Entrambi gli attentati dell'11 settembre hanno lo scopo di “giustificare” ritorsioni infinite e schiaccianti. Negli Stati Uniti, una guerra infinita e mondiale al “terrorismo”, che vuol dire al mondo intero, e nel modo che Washington ritiene opportuno, secondo il suo “ordine basato sulle regole”. Le nazioni che si comportano male vengono semplicemente sanzionate e schiacciate, costrette a inginocchiarsi.
L’intelligence israeliana, così come quella di Egitto, Regno Unito, Stati Uniti, Bruxelles – UE – sapeva dell’attacco imminente, pianificato da Israele in coordinamento con Hamas. Un leader di un'organizzazione benefica ebrea afferma che Netanyahu ha ordinato all'esercito israeliano di restare inattivo per 7 ore durante l'invasione di Hamas.
Video: https://twitter.com/i/status/1713344613409313003
Per Israele, ciò giustifica una intensificazione della guerra contro la Palestina, la morte di Gaza, che alla fine costringerà 2,3 milioni di abitanti della striscia a fuggire attraverso Rafah nella penisola del Sinai, nel nord-est dell’Egitto.
Nonostante il rifiuto ufficiale di Israele di creare un corridoio per i rifugiati di Gaza – un accordo con Israele e Washington per far morire di fame il maggior numero possibile di palestinesi – l’Egitto alla fine potrebbe consentire l’apertura del confine di Rafah per “motivi umanitari”. Fa tutto parte dell'accordo. Guarda il video qui appresso.
Video: https://youtu.be/_ciJFiHa198
Tutto questo era pianificato da anni.
Hamas è stato creato e finanziato da Israele e dai servizi segreti statunitensi e britannici.
Hamas deve eseguire gli ordini dei suoi padroni, ovvero rispondere periodicamente agli aggressivi attacchi israeliani contro gli insediamenti palestinesi, soprattutto nella Striscia di Gaza, e infine lanciare un massiccio attacco contro Israele (il 7 ottobre), provocando così una ritorsione ancora maggiore e mortale – un atto che potrebbe non terminare fin quando la Palestina non sarà stata cancellata dalle mappe. E poi ancora oltre – per la creazione del Grande Israele, che assorbirà da un terzo alla metà dell’attuale Medio Oriente.
Per una comprensione più ampia della guerra israelo-palestinese, si veda anche qui [1].
Quando Gaza sarà cancellata dalle mappe
Una volta che Gaza sarà cancellata, la prossima sarà la fine dell’intera Cisgiordania. In realtà, la guerra contro gli insediamenti palestinesi in Cisgiordania è già iniziata.
Mentre tutta l’attenzione è rivolta a Gaza che viene saccheggiata, rasa al suolo e “svuotata” dalla macchina omicida israeliana, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) stanno già demolendo i villaggi in Cisgiordania e uccidendo i palestinesi che oppongono resistenza.
Oggi, rapporti dal nord di Israele, al confine col Libano, accusano Hezbollah di aver lanciato razzi contro Israele, dopo aver ucciso almeno un israeliano. Bisogna comprendere che anche Hezbollah è una creazione di Israele, del Mossad e dei servizi segreti occidentali alleati, con scopi simili a quelli di Hamas.
Potrebbe diventare una guerra senza fine per la conquista del Medio Oriente, per il Grande Israele, una casa più grande per il popolo eletto. Fin quando l’Israele sionista – a differenza dei normali ebrei israeliani – otterrà il pieno sostegno dell’Occidente in termini di armi, denaro e applausi per le sue atrocità – Israele si sentirà libera di diventare, a pieno titolo, prima il partner criminale dell’egemone, finendo poi per sopraffare anche quel potere e governare sul mondo. Questa è “l'ambizione del popolo eletto”.
E chissà se questo genocidio kazaro-sionista sulla Palestina si ripeterà in Occidente con la stessa facilità con cui è avvenuto il Covid. In questo caso, gli si potrebbe ritorcere contro. Ci sono massicce proteste filo-palestinesi a Londra, Parigi, Berlino e in molte altre città europee, nonostante la minaccia del francese Macron e del tedesco Scholz di vietare tutte le manifestazioni filo-palestinesi e di arrestare e punire tutti i responsabili.
Altri membri dell’UE stanno seguendo lo stesso dettato.
Finora non stanno ascoltando gli aspiranti “nuovi regnanti” di Francia e Germania. Ieri sera a Parigi e in altre città della Francia si sono svolte immense manifestazioni filo-palestinesi, allo stesso modo in Germania.
La repressione delle manifestazioni può essere possibile per poche centinaia di persone, ma non per decine e centinaia di migliaia – su milioni.
Nel suo articolo esplosivo e informativo, “La Nakba iniziata da Israele gli si ritorcerà contro”, David Hearst descrive la possibile portata della distruzione – come una catastrofe monumentale, o “Nakba”, che Netanyahu potrebbe aver appena iniziato. Vedi qui [2].
La prima “Nakba” si riferisce al violento sfollamento di massa e alla espropriazioni dei palestinesi durante la guerra arabo-israeliana del 1948.
Prima dell’instaurazione forzata di Israele in mezzo alla Palestina, sponsorizzata dal Regno Unito e decisa dalle Nazioni Unite – senza consultazione, senza negoziati – la Palestina era una società multietnica e multiculturale, che viveva in armonia, anche con i coloni ebrei.
Le cose sono cambiate all'estremo. Qualche giorno fa il membro della Knesset Revital Gotliv ha invitato Israele a prendere in considerazione l’uso di una bomba nucleare su Gaza, postando sui social media:
“Solo un'esplosione che scuoterà il Medio Oriente ripristinerà la dignità, la forza e la sicurezza di questo Paese! È tempo di baciare il giorno del giudizio” (David Hearst).
Una ventina di fa, un guru indù che, agendo da medium per un discepolo, affermava di essere in grado di leggere nel futuro attraverso le menti di veri credenti, guardando diverse centinaia di anni nel futuro, disse in uno stato di trance al suo devoto che vedeva il mondo come un paradiso armonioso, pulito e poco popolato. C’era solamente una regione recintata e isolata dal resto del mondo a causa dei pericoli derivanti dalla distruzione e dalla tossicità dovute a una guerra: il Medio Oriente.
Non ci sono prove per questa storia. E anche se le previsioni fossero allora vere, ciò non vuol dire che ciò accadrà, poiché gli esseri umani sono esseri dinamici con la capacità di cambiare direzione.
Non ci sono prove nemmeno che certe previsioni si siano verificate. Tutti i collegamenti o i riferimenti sono scomparsi da Internet. Ma date le minacce di Netanyahu già nel primo giorno della controffensiva dell'IDF, “Questo è solo l'inizio” e “Questa sarà una lunga guerra”, potrebbero indicare che quella previsione indù per il futuro non sia lontana dall’avverarsi.
Non importa quale previsione verrà fatta in un dato momento, e potrebbe anche essere vera in quel certo momento, gli uomini possono plasmare il proprio futuro. È una questione di forza di volontà collettiva dell'umanità. Se un numero sufficiente di persone crede e lavora per la PACE, per un futuro armonioso e per la convivenza tra diverse fazioni di popolazioni, tutto ciò è possibile.
Perché questo messaggio è importante anche se non dimostrato?
Perché dimostra a quale livello di annientamento totale è giunta l'umanità. Guerre ovunque, con uccisioni casuali e per ottenere maggiore potere, con armi del complesso industriale militare (MIC), armi biologiche, armi ad energia diretta (DEW), nonché armi mirate alla modificazione meteorologica e climatica (HAARP – Programma di ricerca aurorale attiva ad alta frequenza), mediante la geoingegneria della ionosfera.
Questi sviluppi di armi moderne dovrebbero stimolare la riflessione su come uscire dalla Matrix, sempre più violenta e distruttiva. Più velocemente e più persone escono dalla Matrix, maggiori saranno le possibilità dell'umanità di salvare la nostra civiltà, non modificandola, ma riavviandola daccapo – al di fuori di qualsiasi struttura o Matrix.
Accordi di Oslo I e II
Ritorno a Israele-Palestina – Negli anni ’90 ci furono gli accordi di Oslo I e II. Costituivano una speranza storica per una pace permanente e per la convivenza di Israele e Palestina in una soluzione a due Stati.
Oslo I – Nel gennaio 1993 a Oslo, in Norvegia, sponsorizzato dal Ministro della Difesa norvegese (poi degli Affari Esteri), Jorgen Holst e da sua moglie Marianne Heiberg, i cosiddetti Accordi di Oslo I furono firmati dal Primo Ministro israeliano Yitzhak Rabin e dalla Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Il negoziatore dell'Organizzazione (OLP) Mahmoud Abbas, in rappresentanza di Yasser Arafat, allora presidente dell'OLP.
Nel settembre del 1993, il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton ospitò una cerimonia formale e celebre per la firma a Washington DC. Gli accordi di Oslo furono una pietra miliare nelle relazioni israelo-palestinesi, mirata a far avanzare il processo di pace e a garantire l’espansione dell’autogoverno palestinese in gran parte della Cisgiordania.
Come primo e immediato passo, Israele e l'OLP concordarono il ritiro dell'occupazione israeliana dalla Striscia di Gaza e da Gerico. Questo era il primo passo verso la soluzione a due Stati prevista da Oslo, che sarebbe stata negoziata entro i successivi cinque anni. Due nazioni sovrane con gli stessi diritti di vivere pacificamente come vicini, fianco a fianco.
L'Oslo II fu firmato a Taba, in Egitto, nel 1995. L'accordo prevedeva che territori specifici della Cisgiordania diventassero parte della Palestina. Gli accordi fallirono perché non furono onorati da Israele, che, fin dall’inizio, non aveva alcun interesse in una soluzione a due Stati.
Inoltre, perché l’autogoverno della Palestina implicava la gestione delle proprie risorse idriche, dell’acqua sia sopra che sotto i territori palestinesi. Circa l’80% di tutte le risorse idriche del territorio israelo-palestinese appartengono alla Palestina. Poiché l’acqua è di estrema importanza in questa parte del mondo arida e desertica, questo era inaccettabile per Israele.
Allo stato attuale, Israele si appropria delle risorse idriche per il proprio uso – e ne lascia alcune alla Palestina nel modo che ritiene più opportuno.
Gli accordi di Oslo non hanno creato uno stato palestinese definito. Il filosofo palestinese-americano Edward Said li descrisse come una “Versailles palestinese”. “[Il Trattato di Versailles fu l’accordo di pace dopo la prima guerra mondiale. Il trattato assegnava alcuni territori tedeschi ai paesi vicini e poneva altri territori tedeschi sotto la supervisione internazionale]
Escalation ad altissima velocità. Genocidio
Oggi la guerra si sta intensificando a grande velocità. L’offensiva israeliana a Gaza ha causato centinaia se non migliaia di morti e ha costretto già quasi un milione di persone a lasciare le proprie case nel nord di Gaza, fuggendo verso il sud di Gaza, dove molti di loro si stanno ammassando al confine di Rafah con l’Egitto, nella speranza di riuscire infine a fuggire nel territorio egiziano del Sinai.
Nel frattempo, la giornalista Maha Hussaini, descrive la situazione a Gaza sul suo cellulare con la batteria scarica [3]. Vedi sotto.
«Israele ha tagliato tutta l’elettricità, il carburante, le consegne di cibo, la connessione internet e la fornitura d’acqua vitale.
Israele ha anche attuato un totale blackout delle notizie da Gaza. Sotto la “pressione umanitaria” dell’Occidente, Israele ha detto oggi che ripristinerà la fornitura d’acqua a Gaza.
I giornalisti si nascondono, ma riferiscono al mondo esterno con l'energia residua dei loro cellulari. Poi ci sarà il silenzio.
Almeno nove giornalisti, che erano stati sorpresi dall'offensiva israeliana a Gaza mentre erano in patria o mentre si recavano nel sud di Gaza, sono stati uccisi, come descritto da Maha Hussaini. Ma lei dice che rimarremo fermi e riferiremo quando e come potremo.
C'è speranza, sempre speranza, finché il sole splende sulla Madre Terra. Ma l’umanità deve cambiare radicalmente. È una questione di risveglio cosciente. O dalle élite, che fingono di governare il pianeta, o dagli stessi militari che combattono tra loro – in Israele, Palestina, Ucraina, Russia e in qualsiasi parte del mondo.
Se diventano consapevoli di ciò che stanno facendo, impegnandosi in guerre, non solo mettendo a rischio la propria vita per gli interessi di una piccola élite e uccidendo i loro fratelli dall’altra parte del fronte; se si svegliano, smettono di sparare, bombardare e odiare, e invece tornano a casa dalle loro famiglie, iniziano ad amare la propria vita e la vita dei loro nemici sconosciuti, tutte le guerre e le uccisioni finiranno»
Peter Koenig è un analista geopolitico ed ex economista senior presso la Banca Mondiale e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dove ha lavorato per oltre 30 anni in tutto il mondo. Tiene conferenze in università negli Stati Uniti, in Europa e in Sud America. Scrive regolarmente per riviste online ed è autore di Implosion – An Economic Thriller about War, Environmental Destruction and Corporate Greed; e coautore del libro di Cynthia McKinney “Quando la Cina starnutisce: dal blocco del coronavirus alla crisi politico-economica globale” ( Clarity Press – 1 novembre 2020). Peter è un ricercatore associato del Centro per la ricerca sulla globalizzazione (CRG). È anche Senior Fellow non residente dell'Istituto Chongyang dell'Università Renmin di Pechino.
- https://www.globalresearch.ca/israel-palestine-conflict-connecting-dots-more/5835802
- https://www.globalresearch.ca/nakba-israel-started-backfire/5836279
- https://www.middleeasteye.net/news/israel-palestine-war-middle-east-eye-contact-journalists-gaza