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Sul pensiero unico o mainstream

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Sul pensiero unico o mainstream

Fonte: https://www.stralci.eu/wp/%e2%97%8b-pensiero-unico/

Sito: √ Stralci: così è (se vi pare) ○ Resistenza al pensiero prevalente ○

Autore: Giovanni Corsi

Articolo: Sul pensiero unico o mainstream

Abstract: La riflessione descrive la società odierna, vittima del “pensiero unico”, che si sta lentamente allontanando dai principi democratici fondativi che l’hanno resa giusta e opulenta.

E’ una tendenza prodotta dai mass media che influenza la società odierna indirizzandola verso comportamenti uniformati e di utilità per chi la propone.

Il consenso viene acquisito con manipolazioni subdole, in parvenza democratiche, che in assenza di obblighi o coercizione, è accettata ed a nostra insaputa la società diviene totalizzante in antitesi col concetto di democrazia.
Prevale soprattutto fra gli analfabeti funzionali, in cui è ridotta la capacità critica, la coscienza civile, l’agire razionale … con l’affermazione di una società omologata, conformista e consumista, predisposta ad assorbire qualsiasi cosa gli viene propinata.

Nella società dominata dal pensiero unico gli stili di vita sono determinati dalle “tendenze”, dai comportamenti delle persone di successo … e ne sono influenzate anche le famiglie a basso reddito indotte alla soddisfazione di bisogni non primari.
Per raggiungere lo scopo la comunicazione preconfezionata deve essere rassicurante, ripetitiva, capillare, quasi ossessiva ed essere diffusa da più fonti omogenee in modo da ingannare anche le persone più attente.
Per silenziare i non allineati ed eliminarli dalla competizione sociale vanno diffuse notizie false, precostituite anche con connotazione negativa ad es. ridicolizzando, distorcendo, delegittimando in modo da creare consenso nell’opinione pubblica.

Anche i partiti politici usano il pensiero unico per raggiungere i propri scopi per es. millantando un seguito popolare che in realtà non hanno in ciò affiancati dalla amica stampa che diffonde notizie di comodo e falsi sondaggi.

Negli infiniti dibattiti televisivi, sui giornali, sui social …   sulla crisi Ucraina la maggioranza delle persone omologate segue il pensiero unico che, su questa questione, ha deciso che i Russi sono i “lupi” carnefici e gli USA e loro alleati gli “agnelli”, senza risalire alle cause oggettive che hanno provocato la tragedia, con ciò pensando che la guerra va sempre evitata e condannata.

Ed a questo proposito da qualche giorno la TV di Stato ha smesso di parlare 24 ore su 24 della pandemia tanto che la giornalista Monica Maggioni, Presidente del gruppo italiano della Trilaterale e direttrice del TG1, con smanie di protagonismo ci imbonisce di notizie a senso unico ed a tempo indeterminato in modo che gli ascoltatori siano indotti a ritenere che la verità sta nel suo verbo diffuso nell’etere. L’obiettivo viene facilmente raggiunto perché la maggioranza degli ascoltatori, privi di capacità critica, non hanno sufficienti “conoscenze” di base, soprattutto storiche-geografiche, per comprendere razionalmente il messaggio diffuso e farsi un’autonoma convinzione sulla questione.

Fake news – Letteralmente “notizie false” o bufale designano una informazione non veritiera che viene diffusa intenzionalmente in campo mediatico, in particolare il Web, per acquisire consenso e contrastare gli avversari per il mantenimento e lo sviluppo del sistema di potere economico-politico.
La disinformazione così provocata, in assenza di verifica delle fonti, non viene contestata dalle masse perché in linea con le aspettative dell’opinione pubblica che le accetta in modo inconsapevole favorendo il pensiero dominante.

Politically correct (Politicamente corretto) – Orientamento ideologico e culturale che prevede l’eguaglianza totale fra i suoi membri con identici diritti e doveri ed eliminazione dei pregiudizi di genere, razziali, religiosi, etnici, di età, di orientamento sessuale …  L’obiettivo è la necessità di evitare un linguaggio in grado di offendere qualcuno, anche senza volerlo.

Questa tendenza presuppone l’esistenza di una società liberale in cui tutto è permesso e in vari modi sanziona i trasgressori. Anche gli stereotipi non vanno utilizzati: zingaro, gay, ebreo, negro, novax … e all’occorrenza stigmatizzare i non allineati.
Nelle nostre città si vedono ragazze ma anche signore sino all’età della menopausa (politically (s)correct?), tutte abbigliate e acconciate secondo il canone estetico dominante ma anche maschietti fotocopie dall’aspetto esteriore omologato.
Insomma una lotta tra i “buoni” contro i “cattivi, un “nemico unico” che, però genera il “pensiero unico”.
Tra l’altro il Politically correct è una ideologia inclusiva e prevede lo sviluppo del fenomeno delle migrazioni di massa incontrollate con relativa accoglienza e progressiva eliminazione dei confini nazionali in ciò favorito anche dal filantropismo cristiano.

Liberismo – E’ un sistema economico che prevede la assoluta libertà economica in cui lo Stato non deve intervenire per regolamentarlo, ma si deve occupare solo dei servizi pubblici per soddisfare i bisogni della popolazione che l’iniziativa privata non è in grado di fornire. Il termine si contrappone a statalismo.

La società dei consumi – Importata dagli USA negli anni cinquanta del secolo scorso, prevede l’acquisto sfrenato di beni non primari o di status.
Questo processo è stato determinato dal miglioramento delle condizioni lavorative e di guadagno che hanno dato la possibilità alle masse di fare acquisti per soddisfare bisogni non necessari, superflui, ad imitazione dei ceti più benestanti.
Questo comportamento determina l’illusione dell’eguaglianza sociale in cui i più deboli, acquisendo beni di status, credono di potersi comparare con i ceti più abbienti, favorendo il consumismo. Il ceto medio sin qui ha goduto dei benefici di questo modello economico, ma è entrato recentemente in crisi.  

Neolingua – E’ una modalità di espressione universale globalista in cui il lessico conosciuto è ridotto all’essenziale. Si sta diffondendo soprattutto fra i giovani e sta inquinando e progressivamente sostituendo le lingue nazionali, con riduzione della capacità di espressione. Predispone al pensiero unico e prevede l’uso di termini assunti dai paesi dominanti, in particolare USA.
I neologismi sono centinaia e si diffondono velocemente mentre andrebbero utilizzati solo quando non esiste un corrispondente in lingua italiana, per es. marketing, smog … o in settori dell’ambito tecnologico come l’informatica che si è sviluppata negli USA: internet, browser, download, mail, backup, byte, bug, cookie …

Altri anglicismi come workshop (seminario), abstract (riassunto), fashion (moda), cash (contanti), food (cibo), gossip (pettegolezzo), look (aspetto), make up (trucco), brand (marchio), cash (contante), cover (copertina), fashion (moda), location (posto/luogo), meeting (riunione/assemblea), staff (personale), store (negozio), ticket (biglietto) … non andrebbero utilizzati.

Si sfocia nel ridicolo quando gli anglicismi vengono comunemente usati dalle Istituzioni come jobs act (legge sul lavoro), spending review (taglio della spesa pubblica), Whistleblower (allertatore civico), lockdown (confinamento), hot spot (centro di identificazione)

In Francia e Spagna la pensano diversamente. Al posto di Whistleblower sono utilizzati i termini corrispondenti delle lingue nazionali: in francese “lanceur d’alerte” e in spagnolo “alertador”. Lo stesso avviene col termine lockdown (confinamento) che in francese viene tradotto “confinement” e in spagnoloconfinamiento”. A pensar male sembra che l’inglese possa far passare provvedimenti legislativi senza suscitare troppo scalpore.

Se a ciò aggiungiamo la simbologia diffusa dai Social media: faccine, acronimi, sigle … la capacità di espressione e di comunicazione viene limitata enormemente ed è sempre meno efficace.

Omologazione – I mass media concentrati in poche mani, sponsorizzati da gruppi di potere e da politici compiacenti che ne ottengono vantaggi, hanno creato un sistema di comportamenti omologati.
Anche i gruppi di opposizione al sistema, spesso di facciata, e abilmente contrastati, hanno una influenza ridottissima sull’opinione pubblica.

Messaggi simbolici (pubblicità, spettacoli televisivi, radio, televisione, smartphone, computer modelli vip…), presenti ovunque, contribuiscono a diffondere la tendenza globalista anche nei territori più remoti che così si adeguano alle mode.
Questo modello comportamentale influenza le masse destabilizzando le democrazie occidentali.
Anche le scienze cognitive forniscono linfa e dottrina alla propaganda “mainstream” indirizzando le masse verso la soddisfazione di bisogni superflui spesso inducendoli ad acquistare beni di tendenza che non migliorano la qualità della vita ma rappresentano uno status symbol modellizzato.

Conclusioni – La riflessione descrive la società odierna, vittima del “pensiero unico”, che si sta lentamente allontanando dai principi democratici fondativi che l’hanno resa giusta e opulenta. I principi della nostra Costituzione sono diventati cosa astratta ed il potere politico non la rispetta quasi più. Stiamo scivolando verso la “dittatura” economica del globalismo imperante dove i popoli non contano più niente. Il profitto è sovrano; i ricchi sono sempre più ricchi; i più poveri sempre più poveri; la classe media che garantiva un buon livello di vita sta degradando; i servizi che lo Stato fornisce e che dovrebbero garantire un minimo di qualità della vita a tutti sono sempre meno efficaci e definanziati …

Mala tempora currunt.

 Riferimenti: Noam Chomsky, Theodor Adorno, Herbert Marcuse, George Orwell, Émile Durkheim, Max Weber, Zygmunt Bauman, Antonio Gramsci.

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