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2001 Odissea nello Spazio


Tibidabo
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Non parla di extraterrestri, mi spiace ma è così. Non dovrebbe essere un dramma insuperabile ma pare che per alcuni sia una questione di vita o di morte.

Il monolito non si sa cos'è e si accenna a una forma di intelligenza "off earth" solo di sfuggita, nient'altro che vaghe allusioni senza mai entrare in dettagli ossia non è quello il tema del film.
Uno già potrebbe riflettere sul fatto che gli extraterrestri non esistono o quantomeno non ne abbiamo alcuna manifestazione o reperto (carinissimo il Papiro Tulli che ovviamente è un falso anche se molto suggestivo. Creato dall'egittologo Boris de Rachewiltz genero di Ezra Pound, fra l'altro)

https://it.wikipedia.org/wiki/Papiro_Tulli

Ma comunque è un argomento di nessun interesse a confronto del discorso complessivo dell'opera che è ben più profondo e a distanza di decenni ancora attuale.

Kubrick in tutti i suoi film rappresenta la lotta dell' "Uomo" inteso come individuo di fronte all'organizzazione, alla società, alle élite che lo opprimono e tentano con tutti i mezzi di spezzarne l'animus più istintivo, più intuitivo e, proprio come in 2001, più animalesco in senso positivo.
Orizzonti di Gloria, Arancia Meccanica, Barry Lyndon, Full Metal Jacket sono la storia della inevitabile sconfitta di chi si confronta con il potere che sia quello militare, quello delle classi dominanti che cercano di controllare capillarmente le pulsioni pericolosamente eversive dei giovani proletari abbandonati a loro stessi o quello implicitamente sadico che si nasconde sotto la maschera dell'educazione. Una oppressione che porta fino alla follia di Shining (che purtroppo non parla di finti atterraggi lunari).

2001 mette in scena il dramma dell'Uomo minacciato dalla sua stessa "intelligenza", quell'arma che lo ha reso padrone del mondo e che, secondo il regista, sta arrivando a prendere il sopravvento su di lui.
Questa "intelligenza" che a suo tempo era stata conquistata con il coraggio di non abbandonarsi ritraendosi in sé stessi e mantenendo comunque il desiderio di andare incontro all' "Altro" (gli scimmioni sconfitti, impauriti che però di fronte all'apparizione del monolito si decidono a "conoscerlo" e lo toccano vincendo il timore) è diventata qualcosa di indipendente, una "cosa" (la macchina pensante), con un suo "io" che, come è inevitabile, nasce e cresce distruggendo quello umano.

L'Uomo che viaggia nelle astronavi non è più quello di un tempo e nonostante i risultati in campo tecnologico ha finito per costruire un mondo nel quale è costretto a snaturarsi.
Sulla nave spaziale si cammina a malapena per l'assenza di gravità, si mangiano pappette liofilizzate, gli oggetti svolazzano nella cabina passeggeri per i fatti loro, i rumori sono tutti di movimenti meccanici, l'acustica è sorda e asettica.
Quella nave spaziale è la metafora del mondo in cui viviamo oggi quindi quella scena non è solamente una sequela di effetti speciali per incuriosire lo spettatore.

Kubrick rappresenta visivamente la trasformazione della macchina in "persona" non solo con il computer HAL9000 ma anche dando un "viso" alle navicelle spaziali.

Guardate al link del film completo dal minuto 40:27 la capsula che entra nella base lunare. A mano a mano che scende la sua forma tonda appare come una testa con due occhi rettangolari e un'ombra di naso fino a che, al minuto 40:50, quando è quasi a terra appaiono delle pupille e per un attimo lo "sguardo" addirittura si anima.
Varie volte nel film si vedono queste navicelle dall'aspetto semi umano.

https://archive.org/details/video_20160419

Viceversa l'uomo si sta trasformando in una specie di insettino dal volto inespressivo come quando gli astronauti indossano i caschi per uscire nello spazio a riparare l'unità esterna presumibilmente danneggiata.
I caschi hanno due cerchi che non hanno una motivazione se non quella appunto di farli apparire occhi dando l'impressione che non si tratti più di uomini ma di esseri che stanno regredendo mentre la macchina al contrario si evolve sempre di più soppiantando il suo creatore.

Guardate sempre al link sopra per 20 secondi da 156

L'Uomo preistorico in balia delle belve e delle tribù rivali si era risollevato grazie a un atto di generoso e istintivo coraggio che oggi non è più in grado di replicare.
Alla base lunare si organizza una spedizione a un certo cratere dove è apparso il monolito però questa volta non ci vanno più nudi e tremanti ma imbacuccati nei loro scafandri e, soprattutto, armati della loro tecnologia che consente una "conoscenza" solo a distanza (ossia "oggettiva"). Il monolito attende ma quando gli uomini si mettono in posa per fare una fotografia di gruppo, ossia si rifiutano di comprendere la dimensione sacra dell'evento, reagisce emettendo un fischio acutissimo che respinge quelli che ormai sono solo degli intrusi incapaci di recepire l' "Altro da sé".

HAL9000 ha una coscienza, parla riflettendo sulle implicazioni, ha dei sospetti, mente, ha istinti omicidi, ha una sua personalità e le sue capacità di calcolo superano di gran lunga quelle umane.
Nella scena in cui l'astronauta gli fa vedere i suoi disegni il regista inquadra dal punto di vista del computer per rappresentare il fatto che la macchina ha raggiunto una autentica "soggettività".
A un certo punto commette un errore, o forse organizza un piano per disfarsi degli umani a bordo visto che dopo uccide senza un apparente motivo anche i passeggeri ibernati, e finalmente l'unico superstite capisce.
E' in balia della macchina e deve trovare la forza di disfarsene.
Prende un cacciavite e lo disattiva lentamente mentre il computer nel momento che comincia a perdere la memoria elettronica torna alla sua "infanzia" mettendosi a cantare una canzoncina per bambini che gli avevano insegnato al primo addestramento.
La macchina più sofisticata mai creata smontata senza pietà da un banale cacciavite. Per un uomo rimasto o tornato autentico a questo servono gli strumenti, a controllare le situazioni, non per affidarcisi fino alla dipendenza.

L'Uomo senza la macchina e troppo in là per i suoi mezzi è adesso solo nell'Universo, più sperduto della scimmia primordiale.
In una stanza arredata in stile Luigi XVI, la perfezione di una civiltà, al limite dello sconvolgimento che ne decreterà il definitivo superamento, è vecchio e debole.
Mangia e inavvertitamente fa cadere il bicchiere col vino. E' arrivato il momento del passaggio, la "forma" si rompe, lo "spirito" (il vino) è libero e dovrà assumerne una nuova.
Dipenderà dall'Uomo e solo da lui.
Sul letto di morte, esalando gli ultimi respiri rimastigli, vede improvvisamente il monolito davanti a sé, in mezzo alla stanza perfettamente silenziosa e lì l'animus dello scimmione preistorico esce nuovamente fuori così com'era un tempo: nonostante le forze gli manchino, solo con il suo istinto che lo porta a toccare, a "conoscere" ciò che è "Altro" sempre e comunque, alza il braccio verso l'oggetto incomprensibile.
Nell'ultimo anelito di vita vince il desiderio indomabile dell'antico animale di uscire dal proprio orizzonte per andare oltre.
E al suono della fanfara iniziale del Così Parlò Zarathustra di Richard Strauss, il vecchio morente si trasforma nel bambino spaziale della nuova era dell'Umanità.

Gli extraterrestri arrivano subito dopo, non si vedono ma arrivano, tranquilli. Lo ha detto il capitano Floyd.


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Hito
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PietroGE
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Quello recensito non è il 2001 Odissea nello spazio di Kubrick è il 2001 DesEsseintes che esiste solo nella sua testa.


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Cataldo
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Non comprendo il bisogno di DesEsseints di assolutizzare una delle possibili chiavi di lettura del film. Se vogliamo essere pedanti, una interpretazione del film che non si basi sugli scritti di Clarke sarebbe monca, visto che sceneggiatura del film e scritti camminano intrecciati, e per Clarke li il monolite è chiaro che cosa sia .....


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Tibidabo
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Non comprendo il bisogno di DesEsseints di assolutizzare una delle possibili chiavi di lettura del film. Se vogliamo essere pedanti, una interpretazione del film che non si basi sugli scritti di Clarke sarebbe monca, visto che sceneggiatura del film e scritti camminano intrecciati, e per Clarke li il monolite è chiaro che cosa sia .....

Senza la minima polemica.
A mio avviso fai del riduzionismo ossia deduci da un altro (Clarke) le intenzioni di Kubrick.
Un libro o un soggetto possono non avere alcun legame con il film e anzi diversi registi possono rendere lo stesso copione molto diverso da sé stesso, basta pensare alle diverse messe in scena di uno stesso testo dei classici.
Clarke è un signore che scrive raccontini, Kubrick li prende e ci fa qualcos'altro come con Shining che è l'opera letteraria di uno scrittore di puro intrattenimento mentre il regista ne fa un film con implicazioni di grande complessità (nessuno si è mai messo a fare l'esegesi di King mentre sui film di Kubrick si analizzano anche i più minuti dettagli).
In generale tenete conto che in un film d'arte bisogna considerare qual è la tematica caratteristica dell'opera generale di un artista, scartare le interpretazioni che in fin dei conti risultano essere più delle "informazioni" che delle espressioni poetiche o quantomeno filosofiche (gli extraterrestri ci guidano...e chissenefrega, me lo dici e a che serve farci un film), tenere presente che esistono delle implicazioni che l'artista non intende direttamente ma che sono inevitabilmente collegate a ogni opera e infine che gli extraterrestri non esistono.

E non è solo riduzionismo il vostro ma di fondo è una "reificazione" ossia avete estremo bisogno che la fruizione si concretizzi, come detto, in una "informazione".
Se ci si riflette un attimo è precisamente il motivo per cui oggi la quasi totalità degli sceneggiati televisivi è un racconto poliziesco in cui bisogna scoprire il colpevole di un crimine e mandarlo in galera, operazione che è la metafora del modo di fruizione del pubblico medio di oggi.


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Hito
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Tibidabo
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http://www.2001italia.it/search/label/50%20anni%20fa

E su, non siate così naif, per cortesia.
Gli extraterrestri in quel film sono un aspetto del tutto marginale.
Se insistete con queste spiegazioni preconfezionate vi perdete l'essenza della fruizione artistica (ossia cinema, libri, pittura, musica etc).

Riflettete su una cosa: ho scritto un sacco di cose su vari dettagli del film, cose abbastanza inconsuete per di più e nessuno di voi ha commentato su quello.
Commentare significa non solo dire sono d'accordo o non sono d'accordo ma dare una propria interpretazione che non sia banale e argomentarla.
Voi avete letteralmente paura a farlo per questo ci sono quelle reazioni spropositate sia che io parli di cinema che di musica o altro relativo alla fruizione di arte.

Imparate a elaborare autonomamente, non partite mai dal presupposto che "mah...questa cosa non significa nulla", in arte tutto, assolutamente tutto, significa qualcosa, è metafora di molte cose allo stesso tempo e ha un mondo intero di implicazioni.
Non date nulla per scontato e avvicinatevi all'opera d'arte per aggredirla, vincerla e farla vostra.

Ricordate che l'arte non si mangia con coltello e forchetta ma come il pollo, con le mani, rosicchiando ogni minimo pezzettino e impiastricciandosi da tutte le parti.


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Tibidabo
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Cataldo
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Vabbe, se Clark scrive raccontini va bene tutto.
Questo è uno dei pochi casi in cui film e racconto hanno camminato assieme, non lo puoi derubricare a raccontino, non è un problema di chiave di lettura, ma proprio filologico 🙂


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Tibidabo
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Vabbe, se Clark scrive raccontini va bene tutto.
Questo è uno dei pochi casi inui film e racconto hanno camminato assieme, non lo puoi derubricare a raccontino, non è un problema di chiave di lettura, ma proprio filologico 🙂

Ragazzi fate uno sforzo, parlate del film, di come lo vedete voi, dei dettagli della regia e non solo della banalissima "informazione" che ci sarebbero gli extraterrestri a guidarci.
Uno se vede la Cappella Sistina non si limita a dire "parla del giudizio universale", sarebbe un po' pochino, non siete d'accordo?

Se però non ve la sentite proprio, non insisto.


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MarioG
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Non avendo letto il libro e avendo visto solo il film, la prima conclusione a cui ero giunto era sostanzialmente di non averci capito una mazza. Posso però dire che, per quanto riguarda il film (e non il libro) gli extraterrestri c'entrano a mala pena "di striscio", mi sembra evidente.
Dov'è che si "vedono" o comunque sono essenziali gli extraterrestri?
Quello che si vede è l'Evoluzione, l'involuzione, l'Intelligenza (artificiale o meno) la morte e la nascita. Stabilire poi quale sia il filo fra tutto ciò è un altro paio di maniche. Non sembra affatto sballata l'interpretazione proposta qui.


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Tibidabo
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Non avendo letto il libro e avendo visto solo il film, la prima conclusione a cui ero giunto era sostanzialmente di non averci capito una mazza. Posso però dire che, per quanto riguarda il film (e non il libro) gli extraterrestri c'entrano a mala pena "di striscio", mi sembra evidente.
Dov'è che si "vedono" o comunque sono essenziali gli extraterrestri?
Quello che si vede è l'Evoluzione, l'involuzione, l'Intelligenza (artificiale o meno) la morte e la nascita. Stabilire poi quale sia il filo fra tutto ciò è un altro paio di maniche. Non sembra affatto sballata l'interpretazione proposta qui.

Grazie non tanto per l'approvazione quanto per aver letto e aver risposto sul tema dell'interpretazione.
Tu, come hai scritto, hai pensato di "non averci capito una mazza" per lo stesso motivo per il quale fai fatica a imparare le lingue.
Eppure l'interesse c'è quindi è questione, come diceva Lucrezio a proposito del "comprendere", di decidersi a superare i minacciosi "flammantia moenia mundi", i fiammeggianti bastioni del mondo (che ti costringono a restare al di qua).
Non li superi perché sei convinto che non puoi "toccare" gli schemi che appartengono a qualcuno che ti è superiore.
Gli schemi nascono per dare un ordine perché l' "ordine" ossia la forma è l'unico modo nel quale riusciamo ad approcciarci alla "realtà".
Ma è un approccio che si è obbligati a eseguire sempre a distanza, nel modo "oggettivo", partendo dal rigido presupposto che il soggetto che osserva sia un'altra cosa dall'oggetto osservato e con la clausola che occorre una controprova "esterna" (oggettiva) che per forza di cose sottende l' "assenso dell'autorità".

Al di là della filosofia, sto parlando di gioco, del gusto di prendere le cose, romperle, poi imparare a smontarle e rimontarle, infine di ricostruirle in configurazioni completamente diverse da quelle di partenza che però, necessariamente, erano implicate nella prima configurazione quindi, senza bisogno di dimostrazioni oggettive, sono certamente "vere".
Poi si smontano pure quelle.

Una volta che impari è divertente con in più la soddisfazione un po' cattivella di sapere che stai vedendo cose molto belle che gli altri proprio non riescono a vedere.


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sandrez
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Una oppressione che porta fino alla follia di Shining (che purtroppo non parla di finti atterraggi lunari).

sicuro sicuro che in mezzo a Shining non ci sia pure quello?

https://www.youtube.com/watch?v=_u4A5tJ2j3o

~certevolteilsolebatteanchesulculodiuncane~


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