La nuova versione “politicamente corretta” di Cleopatra
I puristi del cinema faranno un salto sulla poltrona quando andranno a vedere la nuova Cleopatra in preparazione dalla Netflix interpretata da una tale Adele James.
Dimenticatevi il fascino della Elisabeth Taylor quando seduceva il coriaceo guerriero romano Antonio interpretato dal maschio Richard Burton!
Dimenticatevi queste “scorie” del passato! La nuova Cleopatra sará una attrice “di colore” e non possiamo escludere che il nuovo Antonio sará un bel “guerriero” rigorosamente effeminato e tendenzialmente omosex o transex!
L'avvocato egiziano Mahmoud al-Semary ha intentato una causa contro la Netflix per aver ritratto nella serie La regina Cleopatra l'antica regina d'Egitto come una donna di colore, interpretata dall'attrice Adele James.
L'avvocato ha sostenuto nella denuncia presentata al procuratore egiziano che la serie avrebbe distorto la storia e l'identità del Paese. Nella causa Mahmoud ha chiesto un'indagine e persino la sospensione di Netflix nel Paese.
"La maggior parte di ciò che la piattaforma Netflix mostra non è conforme alla storia dell´antico Egittoi", ha dichiarato l'avvocato nella denuncia.
Mahmoud ha aggiunto che il trailer della serie, che ha attirato milioni di spettatori in tutto il mondo, contraddice la storia egiziana. Secondo l'avvocato, la serie mira a distorcere e cancellare l'identità egiziana.
Anche l'ex ministro delle Antichità egiziano, Zahi Hawass, ha criticato la serie; ha descritto la rappresentazione della regina Cleopatra come una donna di colore come una "falsificazione dei fatti", aggiungendo che "questo è completamente falso". "Cleopatra aveva ascendenza macedone, figlia di Tolomeo Teo Filopàtore Filadelfo Neo Diòniso, il che significa che era bianca e non di colore".
La produzione, la cui uscita è prevista per il 10 maggio, riguarda una serie di documentari che "esplora le vite di regine africane iconiche e di spicco".
Su Twitter, la protagonista della serie ha condiviso alcune delle offese ricevute dagli internauti e ha scritto: "Per vostra informazione, questo tipo di comportamento non sarà tollerato sul mio account. Sarete bloccati senza esitazione. Se non vi piace il cast, non guardate la serie".
La regina Cleopatra, ultima sovrana della dinastia tolemaica, nacque nel 69 a.C. e morì nel 30 a.C. ad Alessandria.
Prodotta e narrata da Jada Pinkett Smith, la serie su Cleopatra mostrerà la donna più famosa, potente e incompresa del mondo, una regina audace la cui bellezza e le cui storie d'amore hanno messo spesso in ombra la sua vera risorsa: l'intelletto e la sensibilitá politica di cui Cleopatra era dotata..
Fonte: egypt Independent.com
Questo genere di pastrocchi, che forse servono ad attrarre un'attenzione che altrimenti non ci sarebbe, vanno a detrimento di tutti, però sono utili in quanto permettono di assegnare al mondo dello spettacolo la credibilità che si merita.
Ennesima mistificazione, anche se in passato se ne operavano di diverso tipo, adeguate ai tempi. Se prendiamo la figura di Cesare (che in "Cleopatra" è interpretato da un grande Rex Harrison) è nota agli storici la sua passione in egual misura per donne e giovanotti, ma quest'ultimo aspetto non è mai stato trattato nei vari kolossal o film TV a lui dedicati (sinceramente non ricordo quello con James Mason e Brando, uscito negli anni 50). Detto questo, credo che il film con Burton e Liz Taylor, uno dei più spettacolari film storici mai usciti, rimarrà imprescindibile punto di riferimento cinematografico e continuerà a oscurare qualsiasi tentativo di remake di marca "Netflix" e affini, roba fondamentalmente usa e getta come vari rifacimenti visti negli ultimi decenni. Per superare l'impatto di una pellicola come quella di Mankiewicz, interpretata da una delle coppie più celebri della storia del cinema (nonché attori di enorme spessore, vedi la versione per il grande schermo dell'opera di Albee, "Chi ha paura di Virginia Woolf") e girata con immenso dispendio di risorse, occorrerà altro che un'opera volutamente polcor, non in grado di affascinare il pubblico né di fissarsi nel cosiddetto immaginario collettivo. In soldoni solita operazione da "mondo nuovo" che singolarmente non lascerà traccia, il problema è che questi tentativi di riscrittura della storia, sommandosi, possono produrre danni non indifferenti.