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horror dei nostri tempi: 3 pellicole a cpnfronto


GioCo
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1) Inglese: Penny Dreadful, serie TV, prima stagione, 8 puntate
trailer: QUI
2) Russo: VIY, film, ditribuito da Universal
trailer: QUI
3) Italiano: Il racconto dei Raccconti, film
trailer: QUI

Perché ho scelto queste tre pellicole? Per vari motivi, di cui il successo relativo è sicuramente uno di questi. La prima realizzazione è certamente segnata da una migliore risposta di pubblico rispetto le altre due, nonostante sia la più criticabile.
Si può scartare subito l'idea che la realizzazione per la TV rappresenti una perdita qualitativa, dato che questa fatica di John Logan (autore e sceneggiatore) non può dirsi seconda a nessuna opera cinematografica, perchè è il frutto di uno che ha fatto gavetta con pellicole come "L'ultimo Samurai" e "Star Trek: la nemesi".

Il secondo motivo è che tutti e tre trattano il tema della morte, della mostruosità e dell'erotismo, anche se con enfasi molto differenti, sfruttanto a fondo il racconto (favola fantastica) d'autore, anche se certamente con uno stile segnato profondamente dalla rispettiva radice culturale.
Penny Dreadful prende le mosse da "La Lega degli Straordinari Gentlemen", un fumetto di Alan Moore, il famoso esoterista Americano che passa il tempo a realizzare splendide opere dai gusti estremamente discutibili in vignetta, destinati ad adolescenti, che basa l'idea sul tentativo di intrecciare vita e gesta di personaggi famosi presi della letteratura horror classica anglofona, per altro con talmente poco in comune che viene da chiedersi come possa riuscire senza far su un pastrocchio.
A mio parare personalissimo, infatti non ci riesce, ma su questo sono certo che molti potrebbero non essere d'accordo.
La serie TV, è bene dirlo, ha una realizzazione scenografica davvero impeccabile. La storia è abbastanza scorrevole ma gli scivoloni di certe battute si può essere buoni solo a giudicarle inascoltabili. Per esempio nella sesta puntata dopo il minuto 19, un fin troppo sbarbato dott. Frankenstein, che pur essendo svizzero e tedesco (magari il cognome suggerisce, neh?) parla un inglese da madrelingua e pare capace di sfornare mostri immortali in serie, dice "sono perseguitato da una frase della Shelley". Perseguitato da che?! Si, avete letto bene, da una frase che avrebbe scritto l'autrice che ha inventato il personaggio. Se qualcuno pensa di venire in soccorso di Logan, tipo "è una licenza poetica", sappia che l'intera opera trasuda di "perle" simili, quindi, no, sono volute e forse pure ritenute "geniali".
Un altro aspetto riguarda l'ostentazione costante dell'atto sessuale. Intendiamoci, non è un porno, ma pur non scoprendo parti intime, a parte qualche deretano maschile, le immagini di sesso saranno martellanti, tanto che ci si chiede a un certo punto se oltre a squartare, mangiare e scopare, e dire vaccate ogni tanto gli venisse pure in mente ai personaggi di fare qualche pausa in mezzo, chessò solo a dormire. Perchè si, qui pure nel sonno troveremo l'atto sessuale con gli esseri del sovrannaturale.
Anche l'umano qui è esibito quasi unicamente come orrido, tanto che l'orrido pare persino pietoso. La protagonista che da il titolo alla serie è poi ciò che più lascia perplessi, dato che non pare riuscire mai a decidersi che diamine di ruolo debba interpretare e riesce assurdamente a recitare in modo impeccabile partiture totalmente prive di senso, compresa la sua "genesi", che dovrebbe votarla al male percheee ... ha visto sua madre fare sesso con un altro e gli è piaciuto. Per questo finirà al manicomio per maniacalità sessuale e verrà "trattata" col waterboarding (?!?) e lobotomia, ripigliandosi più rapidamente che Deadpool. Tocco finale dell'ultima puntata tutto da digerire, il prete cattolico, unico a riuscire finalmente dopo otto puntate a dire qualcosa che ci pare "nuovo". Anche questo è voluto? Boh, magari scopriremo che è stato finanziato da lobbisti cristiani.
Il giudizio finale è discreto, ottima la costruzione generale nonostante i ritmi non frenetici e la sceneggiatura scandalosa, ottime le scelte dei costumi e le ricostruzioni dei luoghi anche se qualche battuta di satira per alleggerire il sovraccarico inutile di tristezza generale magari ci avrebbe risparmiato svariate tonnellate di noia da "déjà-vu".

Del secondo prodotto, dovete davvero perdonarmi se continuo a lodare le pellicole fantastiche russe, ma non riesco a non scoprirle con sopresa crescente ogni volta semplicemente immense. In pochi minuti, veniamo catapultati in un mondo che non è solo di fiaba, ma ci pare già intriso di tradizione e significati, oltre che di scene dalla sensualità sconvolgente, nonostante non ci sia un solo atto sessuale esplicito. Le scenografie e le sceneggiature, nonostante una recità a tratti inguenua e non sempre all'altenzza, sono semplicemente perfette. Le dimensioni mostruose, riescono ad essere destabilizzanti nonostante rimangano inquadrate di schiena (mi sto riferendo sempre ai primi 8 minuti). I sottotili in italiano si reperiscono facilmente, segno che la distrubuzione (Universal) ha colto nel segno quando ha creduto nella bontà del prodotto che ha davvero tutti i numeri per diventare un cult. La tensione palpabile, che con pochi colpi di scena (come la nebbia che "cammina" sul pavimento) ci sprofonda di colpo nell'imedesimazione di un giovane prete inesperto che "obtorto collo" deve cimetarsi "solo" e rinchiuso, nell'esorcismo di un antica divinità diabolica preteso dalla stessa posseduta e imposto con la forza dal padre. Nonostante lo stile rappresentativo molto più "favoleggiante" rispetto Penny Dreadful, a partire dalle locazioni più simili a un diorami che a un luoghi storicamente credibili, la teatralità emerge con forza e le riprese girano attorno agli attori senza mai farci perdere di vista i luoghi, in passaggi sfumati e veloci allo stesso tempo. Mentre la pellicola di Logan ci pare procedere un po' al "passo del pinguino", quella di Oleg Stepčenko ci pare la danza classica di uno spettro, fluida, leggera ammaliante e che non vuole rinunciare al ridicolo e alla satira più grezza, usata per troncare le scene di paura. Mentre Logan vuole spaventarci, Stepčenko vuole costruire il significato della paura e lo fa con la teatralità. Mentre per Logan l'arte è una mostra di mostri e storie note, per Stepčenko è rappresentare un idea anche vecchia, ma sperimentando il mezzo nuovo (la cinematografia moderna) e le sue potenzialità creative.

In ultimo la pellicola Italiana che rimane la mia preferita. Lucida e terribile, riesce a rappresentare l'orrore come fosse normale, riesce a intrecciare il serio con il ridicolo senza cadere nel cinico o nel banale. Riesce a rappresentare il mostruoso senza deformare i comportamenti umani o a umanizzare per forza la mostruosità. Riesce infine a fare qualcosa di unico e davvero straordinario, cioé farci vedere la favola come fosse un pezzo di storia vera, riesce a farci credere all'assurdo e al paradosso, nonostante questi tempi ricchi di sollecitazioni viruali, ci ha costruito l'abitudine al fantastico e che il titolo ci inviti a sapere che è solo una favola. Riesce a metterci il dubbio che non ci ha mostrato solo debravazione e morte o prevaricazione di forze soprannaturali, ma ciò che sta fra le pieghe del nostro banale quotidiano, ciò che ci aspetta dietro i veli delle apparenze di ogni tempo, seppure con aspetto sempre differente: "Lo cunto de li cunti" era in origine solo pensato come un passatempo per nobili, un modo per prendere in giro la vita agiata dei tempi a cui si offriva. Questo film l'ha elevato a quinta colonna del realismo, pur senza mai uscire dai binari della f
avola. Ci ha fatto vedere l'Uomo, dietro le sue infinite maschere.


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No_Fear87
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Penny Dreadful prende le mosse da "La Lega degli Straordinari Gentlemen", un fumetto di Alan Moore, il famoso esoterista Americano che passa il tempo a realizzare splendide opere dai gusti estremamente discutibili in vignetta, destinati ad adolescenti, che basa l'idea sul tentativo di intrecciare vita e gesta di personaggi famosi presi della letteratura horror classica anglofona, per altro con talmente poco in comune che viene da chiedersi come possa riuscire senza far su un pastrocchio.
A mio parare personalissimo, infatti non ci riesce, ma su questo sono certo che molti potrebbero non essere d'accordo.

Giuro, penso sia la prima volta che rimango completamente interdetto da una blasfemìa che non sia di natura "trollesca". Ma io credo più alla natura trollesca, dal momento che mi sbagli pure (volutamente?) la nazionalità del più grande fumettista vivente (o forse preferisci i manga ai comics?)

Mioddio, e poi quà ci si lamenta che è pieno di troll che fanno cadere nel degrado discussioni interessanti.

Eri pure partito bene, VIY mi ha intrigato, lo cunto de li cunti non l'ho mai visto sotto un'ottica puramente horror. Ma ora che ci penso, il bel film di Garrone, così come il racconto di Basile (su cui si poggia tutta la favolistica storica fino ai giorni nostri) è permeato da questo "fattore horror" che poi è una costante di tutte le favole moderne e contemporanee.

Ma Alan Moore...Ti prego, dimmi che stai trollando.


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makkia
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Ma io credo più alla natura trollesca, dal momento che mi sbagli pure (volutamente?) la nazionalità del più grande fumettista vivente (o forse preferisci i manga ai comics?)

Magari anche Neil Gaiman meriterebbe un posticino nella corsa al "più grande"? 😉
In secondo luogo, l'errore di nazionalità di GioCo è del tutto scusabile in un non-aficionado del fumetto: Moore è così profondamente influente nel fumetto USA che uno può anche misconoscere in perfetta buona fede che sia britannico.

Ma anche il tuo chiamarlo "fumettista" è un po' confusionario (anche se di base hai perfettamente ragione).
Per tradizione e abitudine gli autori delle storie si chiamano appunto "Autori", perché sono a tutti gli effetti dei narratori, degli scrittori, al pari di chi crea letteratura.
Fumettari par excellence sono i disegnatori. Fra l'altro, proprio Moore e Gaiman sono abbastanza "strani" su chi gli disegna le storie, convinti come sono che la storia trionfi sulla qualità grafica. Quello che conta è la resa puntuale dell'ambiente, dell'atmosfera.

Ma Alan Moore...Ti prego, dimmi che stai trollando.

Ma no!
Secondo me GioCo ha solo incontrato "tangenzialmente" l'estetica di Moore. Come dico sopra, la resa grafica non è sempre proporzionata alla qualità narrativa. Per chi segue Moore questo non è assolutamente un problema.
Ma per chi lo incontra casualmente e di passaggio, questo può respingerti. Capita anche ad appassionati di fumetti, figuriamoci a passanti occasionali.

Qui poi, parliamo di un'opera terza che al massimo si può chiamare "ispirata a". Moore non ha partecipato in nessun modo alle realizzazione di Penny Dreadful. Il collegamento alla Lega dei Gentlemen è puramente per vicinanza di genere (Gothic horror? Dark Fantasy?) e di strattagemma narrativo.

Le critiche che GioCo fa sono rivolte al serial, di Moore parla bene: "slpendide opere dai gusti molto discutibili" mi sembra azzeccata e lusinghiera come definizione data da un profano. Un po' superficiale quando butta lì "destinati ad adolescenti", ma è purtroppo normale quando si pensa che tutto il fantasy è considerato adolescenziale da chi pratica le "letture serie".


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No_Fear87
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ma è purtroppo normale quando si pensa che tutto il fantasy è considerato adolescenziale da chi pratica le "letture serie".

per me "Watchmen" è una lettura "seria", così come "Un disturbo del linguaggio" e vogliamo parlare di "From Hell"?

Un'opera colossale.
E' da ingenui con fette di salame sugli occhi definirla "lettura per adolescenti" dal momento che sia per Moore che per il suo fido "scudiero" Campbell ritennero che ambientare la storia riportandola sotto forma di fumetto sia stata una scelta creativa doverosa oltre che necessaria, se fosse stata solamente scritta e non disegnata, non avrebbe reso in molte delle parti dei 10 capitoli che la compongono, soprattutto nel capitolo 5.

Forse se fosse stato tutto scritto, e il volume completo avesse raggiunto o addirittura superato il peso de "il Capitale" di Marx qualche "ingenuo" l'avrebbe preso in maniera più seria? E' questo che vuoi dirmi makkia?

Bada bene che io stò parlando di "ingenuità" non di "ignoranza" che è qualcosa di ben peggiore. All'ignoranza si può rimediare, all'ingenuità....mh mh.

Per me, il "fantasy" è solamente Tolkien o Martin.
Quà parliamo di opere che vanno ben al di là del mero "fantasy".
Oppure cercare di inquadrare le opere di Moore nei generi canonici, è impossibile, perchè egli con le sue storie dà una un'impronta nella realtà, e nelle nostre coscienze, ben più profonde delle "nozze rosse" o dell'assedio di Minas Tirith.


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GioCo
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Penny Dreadful prende le mosse da "La Lega degli Straordinari Gentlemen", un fumetto di Alan Moore, il famoso esoterista Americano che passa il tempo a realizzare splendide opere dai gusti estremamente discutibili in vignetta, destinati ad adolescenti, che basa l'idea sul tentativo di intrecciare vita e gesta di personaggi famosi presi della letteratura horror classica anglofona, per altro con talmente poco in comune che viene da chiedersi come possa riuscire senza far su un pastrocchio.
A mio parare personalissimo, infatti non ci riesce, ma su questo sono certo che molti potrebbero non essere d'accordo.

Giuro, penso sia la prima volta che rimango completamente interdetto da una blasfemìa che non sia di natura "trollesca". Ma io credo più alla natura trollesca, dal momento che mi sbagli pure (volutamente?) la nazionalità del più grande fumettista vivente (o forse preferisci i manga ai comics?)

Mioddio, e poi quà ci si lamenta che è pieno di troll che fanno cadere nel degrado discussioni interessanti.

Eri pure partito bene, VIY mi ha intrigato, lo cunto de li cunti non l'ho mai visto sotto un'ottica puramente horror. Ma ora che ci penso, il bel film di Garrone, così come il racconto di Basile (su cui si poggia tutta la favolistica storica fino ai giorni nostri) è permeato da questo "fattore horror" che poi è una costante di tutte le favole moderne e contemporanee.

Ma Alan Moore...Ti prego, dimmi che stai trollando.

In effetti ho sbagliato proprio nazionalità, ma è un errore che in verità è dovuto a una dimenticanza per stress: avrei dovuto scrivere che gli editori sono americani e l'autore è inglese, nel senso che la radice culturale è certamente inglese (cosa che poi ho detto ma in modo ambiguo) ma va a traino americano. Potrei condividere l'opinione del "più grande", in senso di tirature e risposta di pubblico, ma anche Walt Disney è stato in questo senso "grande" e non ha il mio favore pur riconoscendogli tutti i suoi meriti: tendo per abitudine a distinguere i qualia dalla qualità dei contenuti. Anche i contenuti dei comizi nazisti (che non cito a caso) erano qualitativamente impeccabili, ma noi non li critichiamo per questo, no?
Saremmo imperdonabilmente sciocchi (ciechi e sordi) se lo facessimo. Se poi ti riferisci al fatto che dico che è un esoterista e seguace di pratiche magiche nere dai gusti discutibili, lo dice Moore di se stesso e con orgoglio tra l'altro.
Per il resto calmati. Non ti ho tirato giù il tuo mito dal trono. Anche se vorrei che le persone nel giudicarlo, non guardassero solo le sue opere, ma gli accostassero altre di uguali fattura, ma più edificanti. Come cerco di fare, pur con tutti i miei limiti esponendomi a critiche superficiali che servono solo a rendere la tenebra un mito perseguibile.
Se questo avviene, non è certo colpa di Moore, ma solo di chi lo osanna unilateralmente e senza pensarci su troppo.

Se ti prendessi ad esempio la briga di vedere Viy, ti accorgeresti di una stranezza a cui non siamo abituati. A parte la semantica che mescola reale e irreale, giocando con l'intreccio in modo tutto sommato poco innovativo, il mostro che crea mostri in questa storia, agisce in modo perfettamente bilanciato e coerente per ciò diventa imprevedibile. Quando invece il mostro è coerente con le attese dello spettatore (e per ciò riduce al minimo l'arco delle sue potenzialità comportamentali) smette di essere un mito e diventa un sortilegio (in psicologia lo chiameresti un "doppio legame"). Riflettici.


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No_Fear87
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Penny Dreadful prende le mosse da "La Lega degli Straordinari Gentlemen", un fumetto di Alan Moore, il famoso esoterista Americano che passa il tempo a realizzare splendide opere dai gusti estremamente discutibili in vignetta, destinati ad adolescenti, che basa l'idea sul tentativo di intrecciare vita e gesta di personaggi famosi presi della letteratura horror classica anglofona, per altro con talmente poco in comune che viene da chiedersi come possa riuscire senza far su un pastrocchio.
A mio parare personalissimo, infatti non ci riesce, ma su questo sono certo che molti potrebbero non essere d'accordo.

Giuro, penso sia la prima volta che rimango completamente interdetto da una blasfemìa che non sia di natura "trollesca". Ma io credo più alla natura trollesca, dal momento che mi sbagli pure (volutamente?) la nazionalità del più grande fumettista vivente (o forse preferisci i manga ai comics?)

Mioddio, e poi quà ci si lamenta che è pieno di troll che fanno cadere nel degrado discussioni interessanti.

Eri pure partito bene, VIY mi ha intrigato, lo cunto de li cunti non l'ho mai visto sotto un'ottica puramente horror. Ma ora che ci penso, il bel film di Garrone, così come il racconto di Basile (su cui si poggia tutta la favolistica storica fino ai giorni nostri) è permeato da questo "fattore horror" che poi è una costante di tutte le favole moderne e contemporanee.

Ma Alan Moore...Ti prego, dimmi che stai trollando.

In effetti ho sbagliato proprio nazionalità, ma è un errore che in verità è dovuto a una dimenticanza per stress: avrei dovuto scrivere che gli editori sono americani e l'autore è inglese, nel senso che la radice culturale è certamente inglese (cosa che poi ho detto ma in modo ambiguo) ma va a traino americano. Potrei condividere l'opinione del "più grande", in senso di tirature e risposta di pubblico, ma anche Walt Disney è stato in questo senso "grande" e non ha il mio favore pur riconoscendogli tutti i suoi meriti: tendo per abitudine a distinguere i qualia dalla qualità dei contenuti. Anche i contenuti dei comizi nazisti (che non cito a caso) erano qualitativamente impeccabili, ma noi non li critichiamo per questo, no?
Saremmo imperdonabilmente sciocchi (ciechi e sordi) se lo facessimo. Se poi ti riferisci al fatto che dico che è un esoterista e seguace di pratiche magiche nere dai gusti discutibili, lo dice Moore di se stesso e con orgoglio tra l'altro.
Per il resto calmati. Non ti ho tirato giù il tuo mito dal trono. Anche se vorrei che le persone nel giudicarlo, non guardassero solo le sue opere, ma gli accostassero altre di uguali fattura, ma più edificanti. Come cerco di fare, pur con tutti i miei limiti esponendomi a critiche superficiali che servono solo a rendere la tenebra un mito perseguibile.
Se questo avviene, non è certo colpa di Moore, ma solo di chi lo osanna unilateralmente e senza pensarci su troppo.

Se ti prendessi ad esempio la briga di vedere Viy, ti accorgeresti di una stranezza a cui non siamo abituati. A parte la semantica che mescola reale e irreale, giocando con l'intreccio in modo tutto sommato poco innovativo, il mostro che crea mostri in questa storia, agisce in modo perfettamente bilanciato e coerente per ciò diventa imprevedibile. Quando invece il mostro è coerente con le attese dello spettatore (e per ciò riduce al minimo l'arco delle sue potenzialità comportamentali) smette di essere un mito e diventa un sortilegio (in psicologia lo chiameresti un "doppio legame"). Riflettici.

hai mancato clamorosamente il bersaglio della mia disamina: non ti critico per il fatto che Moore è un'esoterista, anzi, quella è l'unica cosa che condivido, più precisamente lui si definisce "mago".

Ma quando hai detto che sono "letture per adolescenti", e su questo punto ho già risposto a makkia.

Ti ringrazio per i consigli. Viy me lo vedrò se c'è da qualche parte subbato.


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makkia
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ma è purtroppo normale quando si pensa che tutto il fantasy è considerato adolescenziale da chi pratica le "letture serie".

Forse se fosse stato tutto scritto, e il volume completo avesse raggiunto o addirittura superato il peso de "il Capitale" di Marx qualche "ingenuo" l'avrebbe preso in maniera più seria? E' questo che vuoi dirmi makkia?

No.
Né la sintassi del mio scritto lascerebbe pensare che io mi collochi fra coloro che la pensano in quel modo: nota il "purtroppo", ad es. Ma anche il resto, che non hai quotato.
You're barking at the wrong tree.

Per me, il "fantasy" è solamente Tolkien o Martin.
Quà parliamo di opere che vanno ben al di là del mero "fantasy".

Io non so cos'è il "mero" fantasy. C'è un fantasy "non mero"? E come si chiama, 'sto "non mero" fantasy?

C'è una letteratura fantastica, ti piaccia o no, che esplora territori dove non devi (non puoi) tenere i piedi ben piantati a terra, se vuoi leggerla.
Questa branca ha i suoi Omero, i suoi London e le sue Liala.

Chiamala come ti pare, per me si chiama fantasy (coi suoi sotto-generi, interessanti solo per gli aficionados). E ha dei lettori che sono pronti a seguire Moore (e Gaiman) nei loro sognanti o deliranti percorsi. Quei lettori tenderanno probabilmente a leggere anche Tolkien e purtroppo pure Licia Troisi (non si può escludere, anche se mi piacerebbe).

E qui leggiti ciò che ha detto GioCo sul mitologizzare: la tua affermazione che "Moore non si può inquadrare nei generi" è molto da fanboy, mi spiace dirtelo.
Io non vedo nessun "sacrilegio" nell'inquadrare Moore in un genere (peraltro di illustre ascendenza: sturm-und-drang, gotico, favolistica, epica...).

Così come non ho visto sacrilegio nel fatto che GioCo abbia definito adolescenziale il target di Moore. Un peccato veniale, al massimo.


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GioCo
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"adolecente" definisco ciò che attira la mente più fragile. E' evidente che i fumetti non hanno età, il boom durante la seconda guerra era tra le file degli alleati al fronte, direi più che adulti dato che passavano il tempo a massacrare nemici, mentre i bambini leggevano fiabe in cantina o sotto le bombe, perchè i fumetti erano per loro un lusso, destinato a pochi privilegiati (nelle aree di guerra). Allepoca erano più o meno sostituivi delle nostre attuali riviste e/o settimanali (così detti contenitori per "rotocalchi d'opinione"), anche se facevano una "informazione di propaganda non esplicita", a leggerli adesso viene da ridere a non saperla pura propaganda.
Ma era anche giusto così, da ogni lato del fronte ogni mezzo lecito e illecito serviva a toccare le corde del sentimento della carne da cannone. Sennò di certo non c'era motivo per moliti di andare a farsi ammazzare.

Detto questo, è anche evidente a chi vuole vedere che Moore (nello specifico) non intende minimamente influenzare l'adulto, con sue opinioni formate, circa il mondo e le cose come funzionano. L'adulto può leggere e trovare divertenti e condivisibili le sue storie. Ma anche distinguere la morale accettabile da quella inaccettabile. Facciamo un esempio sciocco. in "Batman: The Killing Joke", e il confronto tra il riccastro cavaliere salvatore dell'umanità in tutina da pipistrello e la tesi sulle giornate storte del Jocker. Ovviamente i contorti tentativi del Joker falliranno come da copione, perchè il fumetto deve fare emergere la superiorità dell'eroe che non è il Joker. Tuttavia il "cattivo" ci conquista è simpatico e in fondo non vogliamo che si redima e lui infatti non si redime quando gli viene data l'occasione.
Allora dobbiamo essere abbastanza accorti a distinguere i registri comunicativi, a sapere che se per noi il Joker diventa una specie di macchietta, una figura buona a esorcizzare magari certe nostre illusioni sulla vita e farcene una ragione, perchè lui non ha ragione, per un giovane attratto più dall'incoscienza che dalla ragionevolezza, può diventare un icona. Non tanto per giustificare atti criminali, non occorre che arrivi a tanto. Ma per sapere assurdamente costosi e al contempo troppo fragili i legami affettivi seri e per ciò "rinunciare" all'aiuto che rappresenta la speranza e la possibilità di ricominciare una vita affettiva ricca e soddisfacente.

Moore non toglie la speranza, toglie il significato che spinge a cercarla, ma solo per chi non l'ha ancora trovato.


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No_Fear87
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Moore non toglie la speranza, toglie il significato che spinge a cercarla, ma solo per chi non l'ha ancora trovato.

E tu l'hai trovato?


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ohmygod
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ombra fa luce -:- chi di metaforica colpisce di metaforica perisce? -:-
:- oppure chi capisce cosa quale qualcosa capirà?

parete est completa, l'ultimo arrivò: ! - lo conoscono tutti !
Buongiorno Maggio,


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GioCo
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Moore non toglie la speranza, toglie il significato che spinge a cercarla, ma solo per chi non l'ha ancora trovato.

E tu l'hai trovato?

Come puoi trovare ciò che non hai più speranza di cercare?
Ciò che tu chiedi ha un valore esperienziale non verbale. Non è qualcosa che si "dice" ma ciò si "vive", ma per viverlo è necessario essere "attenti", cioè predisposti nella coscienza a cogliere i significati corretti.
Ma chi può "predisporre"? Moore? Buona fortuna ... accettare il suo "codice" mitico è come diventare un mulo e poi voler cantare, cioè è un impresa che diventa disperata (nella migliore delle ipotesi) controproducente nella peggiore.
La tua è una domanda a doppio legame tipica, voglio credere che sia fatta senza malizia, voglio sfruttarla per farti vedere come funziona un educazione "magica" alla Moore. Se rispondessi "si" alla tua domanda, passerei per un vanaglorioso (nella migliore delle ipotesi), se ti rispondessi "no" passerei per uno che racconta balle.
La tua domanda ti mette la testa dentro un sacco e ti fa dire che il mondo è quello che vedi.

Il significato, @No_Fear87, puoi coglierlo dal mito. Ma il mito non contiene un solo significato universale, è un codice di programmazione che ci invita a cogliere alcuni significati (che poi diventano vissuto emotivo) e ci scoraggia a trovarne altri. Per farti un esempio, al tempo dei greci le carneficine erano un segno di eroicità e grandezza umana, la diplomazia un segno di debolezza. Troia non fu teatro di un incontro tra uomini civili per discutere in un "agorà" del bene e del male, ma un pogrom ai danni di un popolo per colpa di un re che si è ciulato la donna di un altro.
Non credo che oggi avremmo la stessa valutazione di "granezza" se ci macchiassimo per lo stesso delitto di un massacro in versione "pulizia etnica" del tutto gratuito, no? Noi viviamo sotto il tetto di differenti mitologie e quindi differenti processi valutativi, di derivazione più che altro cristiana. Non sono per forza "migliori", ma indubbiamente certi orrori ci permette di lasciarli affossati nelle nebbie di un passato decisamente più brutale, un passato dove sarebbe bene che rimessero, se non fosse che c'è sempre qualcuno che (con il sacco in testa) desidera ardentemente riesumarle.
Dai un occhio alle molte testimonianze documentali del "battaglione" azov uncraino, tanto per tirarne fuori uno recente, e chiediti a quali miti si ispirano. Non è che ci vuole un genio a capire che non sono per "l'amore e la compassione", no?


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ohmygod
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GioCo:
Moore non toglie la speranza, toglie il significato che spinge a cercarla, ma solo per chi non l'ha ancora trovato.

GioCo:
Come puoi trovare ciò che non hai più speranza di cercare?

Gioco:
Ciò che tu chiedi ha un valore esperienziale non verbale. Non è qualcosa che si "dice" ma ciò si "vive", ma per viverlo è necessario essere "attenti", cioè predisposti nella coscienza a cogliere i significati corretti.

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tranne essere se stessi non resta altro da cercare: si è se stessi non resta altro da trovare.
ognuno conosce se stesso per quello che è o per quello che vorrebbe essere.

passaggi: e il re dei gom e il re dei io e il re dei pagliacci e il re dei panama papers. quale regno si accollò il sacrificio di "MBOPPARE" la stanza Giano.

assaggi: inscenare padre padrone mettere in scena leader maximo : insomma cose così : metaforiche metafisiche coagulanti.

Oggetto: GioCo: horror dei nostri tempi: 3 pellicole a "cpnfronto" ?!

LOLSTRA:- CPNFRONTO

FOOLOL: 3 "Ombelichi" a confronto


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