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La città verrà distrutta all'alba


Zret
 Zret
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"La città verrà distrutta all'alba (titolo originale The crazies) rappresentò , nel 1973, il ritorno di George A. Romero ad un cinema dinamico ed apocalittico, dopo il fondamentale La notte dei morti viventi. Agli zombies si sostituivano persone normali rese pazze da un virus colpevolmente propalato da istituzioni governative [...]

Il rifacimento omonimo, per la regia del californiano Breick Esner, è ambientato nella tranquilla cittadina di Ogden Marsh, dove la gente comincia a comportarsi in modo strano. Un tizio, armato di fucile, irrompe nel campo di baseball dove si sta giocando una partita. Lo sceriffo, David Dutten, lo conosce, come conosce tutti in città: pensa che sia semplicemente ubriaco e cerca di convincerlo ad abbassare il fucile, ma, quando il'uomo gli punta contro il fucile, è costretto a ucciderlo. La dottoressa Judy Dutten, moglie dello sceriffo, cerca di alleviare il senso di colpa del marito per un omicidio così incongruo, ma le cose sono destinate a peggiorare. Di fronte ad una situazione totalmente inaspettata per un tutore dell'ordine di provincia, David non si perde comunque d'animo ed indaga assieme al suo aiutante, Russell. I due trovano un aereo precipitato nella palude vicina all'abitato. Il micidiale carico dell'aereo ha contaminato l'acqua di Ogden Marsh, liberando un virus che causa la follia. Inimicandosi le autorità cittadine che temono per i raccolti, David ordina la chiusura dell'erogazione idrica, ma è troppo tardi. I militari circondano l'area per evitare che il virus si diffonda ed il caos domina sovrano.

I segni dei comportamenti instabili che screziano la perfetta armonia della tipica cittadina di provincia statunitense sono introdotti con gradualità e sapienza, attraverso un meccanismo narrativo fluido ed oliato. La suspense è creata con cura ed abilità, partendo dal rovesciamento inspiegabile della normalità per conflagrare nell'ossessivo scatenamento di una violenza sempre più selvaggia. La disumanità dell'intervento militare aggiunge ulteriori cupi dettagli ad un quadro senza speranza, nel quale le persone perdono ogni connotazione umana o se la vedono negare da quelli che dovrebbero portare loro salvezza". [...] (Rudy Salvagnini)

E' questo l'intreccio di una pellicola in cui si può senza dubbio enucleare un avvertimento circa l'operazione "chemtrails": non ci riferiamo "soltanto" alla sinistra circostanza del velivolo schiantatosi nell'acquitrino, aereo con un carico di morte, ma alla decisione del regista di montare, nella parte iniziale del
lungometraggio, una sequenza che mostra degli inconfondibili aerei chimici. E' un'immagine, incastrata quasi a forza, che salda la finzione cinematografica alla realtà più cruda con l'eloquente invito a considerare gli apparecchi che incrociano nei cieli di quasi tutto il mondo, come la causa delle contaminazioni.

Sia nella produzione originale sia nella rivisitazione, le calamità che si abbattono sulla cittadina, sono presentate come la conseguenza di un incidente, poiché il patogeno, destinato alla guerra batteriologica, si diffonde in modo fortuito. Tuttavia, all'interno del remake, la sottolineatura iconica dei velivoli nella sequenza sopra citata, è una denuncia inequivocabile, per quanto fugace di un programma condotto in modo deliberato. I virus, infatti, sono scientemente sparsi nella biosfera: non occorre alcun disastro aereo per diffondere veleni ed agenti infettivi. I militari nel film sono dipinti come individui cinici e spregiudicati, ma è un errore considerarli solo maldestri ed imprudenti: essi sanno chi, dove, come e quando colpire. La guerra biologica non è combattuta contro un nemico esterno, ma contro la popolazione mondiale. Infine nulla o quasi avviene per caso.

www.tankerenemy.com


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esca
 esca
Noble Member
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Incidenti casuali.
Un aereo carico di virus letali che cade in un corso d'acqua per l'irrigazione.
Per la recente falsa pandemia quale fu una delle scuse inventate? Già...la provetta di virus accidentalmente rotta su un treno...

(Le scie sullo sfondo, con gli aerei ben inquadrati, avrebbero duvuto metterle durante i notiziari quando parlavano di diffusione di "influenza suina" invece che camuffarle nelle sigle e nelle pubblicità per drogare ripetutamente le coscienze).

Intanto vigliaccamente qualcuno continua a parlare di global warming e CO2. Ma che gli venisse...!!!


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Zret
 Zret
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Esca, hai perfettamente inquadrato il problema e che problema!!!

Ciao


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