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Serie TV "La Spada della Verità"


GioCo
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"Prima Regola del Mago: la gente è stupida.
Date loro una motivazione appropriata
e quasi tutti crederanno a quasi tutto ciò
che voi direte loro"

Per una volta non segnalo nessuna produzione russa, e per dirla tutta la presente vuole essere anche la prima recensione di una serie di produzioni non russe, sempre di genere fantasy, poco note ma "pensate", cioè dove la qualità prima che nella resa tecnica, sia nel tentativo di veicolare certe semantiche di pregevole spessore o comunque interessanti da leggere in trasparenza per la nostra epoca di tirannide socio-economica.

Iniziamo con questa serie TV non conclusa (avviso che ho un debole per i serial tv "interrotti") data in mano a Sam Raimi, quello mitico de "L'armata delle tenebre" e "Spider Man" del 2002, forse (quest'ultima) l'unica conversione dai fumetti Marvel in pellicola veramente convincente.
Il fatto che non si tratti di una produzione russa però, non significa che da qualche parte non spunti lo "zampino dell'orso". Vediamo perché.
Questa serie TV arrivata nel 2011 con la seconda stagione è una conversione da cartaceo "tecnicamente" comprendente il primo, secondo e terzo libro di un ciclo omonimo scritto da Terry Goodking, di cui ho appunto ho letto "solo" i primi tre libri pubblicati in Italia rispettivamente nel '94, '95 e '96 (quando uscirono non avevo idea che il primo ciclo della saga avrebbe contato 11 libri di cui l'ultimo è stato pubblicato negli USA nel 2008).
Quindi per "culo" la saga televisiva si conclude con l'ultimo libro da me letto. Tuttavia, pur essendo nominalmente il target della distribuzione un pubblico d'età adolescente per via del genere, lo stesso Goodking ha affermato che i temi trattati non dovrebbero essere affatto considerati accessibili a un pubblico adolescente. La crudezza di certi passaggi è infatti tale da far impallidire un telegiornale dedicato alle prodezze dell'ISIS, pur non sconfinando mai nell'horror, nello splatter o nel triller, cioè rimanendo entro i canoni del genere "epico eroico fantastico". Vi è nel libro una oggettivazione delle realtà narrate "cruda" che non fa sconti, tanto che la fede è integralmente rimessa nella pratica rituale (sia in negativo che in positivo) in un mondo dove la magia è assolutamente oggettiva e scientifica anche se "neutra", tanto quanto per noi gli elettrodomestici, le auto e il computer.

Goodking si rifà infatti alla madre dell'oggettivismo, la già citata (in altri siti "complottisti") Any Rand, filosofa e scrittrice russa emigrata negli stati uniti e granitica sostenitrice dell'idea liberista di "capitalismo puro". L'oggettivismo non è il materialismo anche se parte dalle premesse comuni e aristoteliche che l'unica realtà di cui possiamo occuparci è quella individuale esperita per tramite dei sensi, afferma che la stessa realtà è indipendente dalla conoscienza (metafisica). Quindi la realtà per la Rand non è oggettiva ma "oggettivizzata" da una tendenza umana che è quella della ricerca della felicità per tramite di un "egoismo razionale", etico dal momento che non vuole danneggiare gli altri. La Rand quindi combatte strenuamente il "capitalismo selvaggio", quello brutale e violento che antepone la forza alla bellezza (intesa come "estetica dell'arte"). Ma con la stessa veemenza combatte tutti i totalitarismi, sia religiosi che politici.

Quale migliore fondamento ideologico per un esercizio di filosofia (pratica) come uno libro epico fatanstico? E' evidente che Goodking ci propone una versione creativa di mito, concretizzando in una buona opera le idee della Rand, senza aggiungere una "fede" precisa oltre l'esperienza, ma mettendo al centro l'Uomo (in questo caso la conoscenza e i maghi) e gli artefatti umani (la spada che non a caso è "della verità", cioè della razionalità che guida l'atto del giudizio) come suggerisce Nietzsche a cui la filosofa russa si ispira oltre ogni evidenza evidente nonostante a parole abbia preso le distanze.

E' quindi evidente che la trasposizione in pellicola era un altro esercizio filosofico di non minore portata significativa. Non deve aver soddisfatto troppo, dato che è stato interrotta la produzione per non meglio noti motivi (oppure i soliti per i conformisti "non c'era una edeguata risposta di critica e pubblico") anche se a ben vedere è un ottimo lavoro, all'altezza del regista. Per avere un idea di quanto sto dicendo, si provi a guardare la puntata 8 della prima stagione con titolo "Denna" (il link è in lingua italiana). Di evidente ispirazione sadomasochista, dove con questi termini mi riferisco esclusivamente alle opere narrative di De Sade e von Sacher-Masoch, la "Mord-Sith" protagonista che da il titolo all'episodio è forse l'icona di dolore portata all'attenzione del lettore da Goodking più felice e intuitivamente funzionante della sua intera opera. E' infatti impossibile non odiarla e allo stesso tempo non provare per lei compassione struggente, oppure rimanere scevri dal suo fascino "ambiguo". Denna come tutte Mord-Sith è stata educata fin dalla tenera età a resistere al dolore più atroce e usa un potentissimo artefatto magico, l'Agiel, dalla forma di un manganello di polizia o se preferite un pene da pornodivo, che provoca un dolore intenso non facilmente sperimentabile da una persona, solo toccando il corpo. Tale strumento viene usato dalle Mord-Sith per spezzare la volontà di chiunque, donna o uomo, in quanto il dolore che provocano è pari al dolore subito. Possono anche provocare la morte (fermando il cuore per qualche istante) e poi restituire la vita tramite il loro alito affinché le torture possano continuare indefinitamente. Denna si scontrerà infine con Kahlan una depositaria, cioè un altra specie di sacerdotessa come lei senza religione dichiarata che può spezzare la volontà toccando.

I riferimenti simbolici e mitici sono incredibilmente potenti e in qualche caso (come quello dell'alito) espliciti (Dio e l'antico testamento nella genesi). Ma in questa conversione putroppo Raimi non è sempre preciso. Dico "putroppo" perché certi particolari sono importanti in quanto costituiscono i nodi dell'intreccio che forniscono significato nella trama e non sono semplici eventi da tagliare o inserire. Tuttavia ogni "nodo" costituisce una sfida per un regista che deve rendere chiaro allo spettatore il senso di quell'evento, senza poterlo descrivere. Per ciò ci troviamo in questa ottava puntata con un elemento chiave per l'intera narrazione gestito non al meglio(*): la spada della verità si rivela capace di uccidere oltre che per tramite di una "giusta rabbia" (già trattata da Aristotele nella etica nicomachea) rivolta contro l'ingiustizia, anche per amore (in questo caso risplende di una intensa luce bianca che provoca dolore al portatore, ma non è la spada in sé quanto l'atto a "vibrare di dolore") rendendo di fatto inutile la più potente magia di Denna, quella di rivolgere "la magia della spada della verità" contro il suo portatore (finchè non ne sopporta il dolore). Tuttavia non è facile spiegare come si arriva a uccidere per amore il dolore ed è la figura della Mord-Sith che ce lo spiega, secondo ovviamente la visione di Goodking: per spezzare l'esercizio del dominio assoluto "mentale" e affermare la ragione della verità (cioè liberare la volontà dalla schiavitù servile) non basta la rabbia è necessario amare il soggetto-oggetto da distruggere, per "ciò che fa" e non per ciò che "è" o in altre parole per "amore della verità" e non della persona; ma questo come ci ricorda l'eroe della saga,
si fa solo imparando a "sopportare il dolore in silenzio". Tutta la puntata riverbera di "amore-schivitù" soggettiva contro "amore-verità" oggettiva. Non credo troveremo facilmente in altre pagine di "romanzetti per adolescenti" un insegnamento più potente di questo.

No?

Detto questo nonostante un serial TV fornisca più ampio spazio alla regia di aderire fedelmente al testo scritto e nonostante Raimi ci abbia dimostrato di saper fare ottime conversioni dai fumetti, le trasposizizioni dai libri di Goodking divergono forse troppo anche solo per un elenco grossolano delle differenze e non tutte sono giustificate. Personalmente non avendo ancora visto tutta la prima stagione e andando a memoria per libri letti vent'anni fa, riesco ugualmente ad accorgermi delle grosse differenze. Apprezzo lo sforzo di mettere su pellicola quest'opera ma avrebbe fatto bene la produzione ad essere un pochino onesta, usare un altro titolo e scrivere "ispirato ai libri ...". Questo non significa che i singoli argomenti trattati non siano centrati o ben diretti. Prendendo ad esempio la trama della puntata presente, manca il viaggio che Denna fa fare a Richard (il cercatore) portandolo al palazzo di Darken Rahl dove termina il suo addestramento. La sua cattura non ricordo minimamente sia legata a un litigio con Kahlan, tanto meno per le ragioni dettate nel serial TV, anche perché quando viene catturato dalle Mord-Sith, Richard e Kahlan si sono già dichiarati e chiariti da un pezzo e hanno deciso ugualmente di stare assieme ma di non avere rapporti sessuali. Inoltre non si fa cenno in questa vicenda dell'importante artefatto chiamato "la scatola dell'Orden" che diverrà centrale per la sconfitta di Darken Rahl, ne della regina Milena che tenta di uccidere Richard durante l'addestramento e per ciò viene uccisa da Denna, il tutto per colpa dalla figlia della regina, la principessa Violet desiderosa di condividere con Denna l'addestramento di Richard, il quale per tutta risposta le mozzerà la lingua. Altra questione, non ricordo che Denna venga resuscitata dal soffio vitale, anche perché Richard non le ha semplicemente fermato il cuore, glielo ha proprio spaccato in due fisicamente e le Mord-Sith (sempre se non ricordo male) non sanno curare ferite mortali, sono addestrate apposta per non procurarle. Non si fa cenno al modo con cui Richard resiste all'addestramento in quanto scopre di riuscire a relegare e conservare in un angolo nascosto parte della sua originale natura ribelle, al fine di chiamarla in un secondo momento e proprio quando ne avrà bisogno per aggredire Denna. Infine non si fa cenno all'oggetto magico più odioso che Denna impone a Richard, che non è l'Agiel ma il collare. Più avanti sarà spiegato che Richard è un (rarissimo) mago guerriero oltre che "il cercatore" e che lui è tale in quanto discendente della famiglia Rahl (tutti maghi): tutto questo renderà possibile per la coppia avere rapporti, senza il pericolo che il potere di Kahlan annulli la volontà di Richard. Infine non vediamo il Con Dar, una magia che la depositaria può scatenare in condizioni particolari talmente potente da annullare qualunque protezione magica, persino quelle di Darken Rahl.

MIE RIFLESSIONI PERSONALI (richieste da conoscienti) NEL MERITO
Nonostante non posso negare che abbia apprezzato gli scritti di Goodking sotto ogni profilo, compresa la dura filosofia di Ayn, oggi non condivido molto di questo orientamento "oggettivo", anche se non ignoro ne rigetto il portato storico e culturale. Non si può infatti banalizzare la "sindrome individualista" (è un neologismo dei "cultural studies") della Rand dicendo che nasce dal rifiuto di quella collettivista russa o che rigetta le dittature semplicemente perché ripudia la politica della madre patria prima zarista e poi comunista, ma nemmeno dire che abbracci il capitalismo in quanto certamente ne trae gran beneficio personale. Basta sapere che la filosofa vive in pieno la crisi del '29 in America insieme al passaggio all'era Stalinista, quest'ultima da lontano. Certamente quindi la tirannia econocentrica occupa nella mente della filosofa uno spazio più pregnante che il rifiuto del comunismo, semplicemente perché ha visto e vissuto le sue storture. Per ciò la mia distanza non parte dal pensiero della filosofa ma proprio dalla conseguenza oggettiva che cerca di scansare senza riuscirci. Goodking fa di tutto per evitare di darne dimostrazione involontaria evidente, ma a questo per fortuna ci pensa Raimi, togliendomi un sassolino dalla scarpa. Nella seconda stagione appare Cara una Mord-Sith molto importante nella saga e subisce un processo che nei libri non esiste. Si scopre così che Cara è diventata una spietata guerriera solo per l'addestramento e peché ritiene che il padre l'abbia venduta per farla diventare Mord-Sith. Più avanti si scopre che è tutto falso, che le Mord-Sith hanno torturato inutilmente il padre di Cara senza riuscire ad ottenere da lui che dichiarasse davanti alla bambina di averla venduta. Quindi lo rendono muto e dicono a Cara una falsità a cui lei crede perché troppo giovane per rendersi conto dell'inganno e fanno in modo che Cara uccida il padre per vendetta consacrandola all'ordine delle Mord-Sith. Questo brutto pasticcio (che Goodking si guarda bene di evidenziare nei romanzi) ci pone davanti al dilemma del doppio cieco: come fai a trovare la verità se tutto ciò che non sai è per definizione "vero"? La verità è sempre parziale, soggettiva, multiforme, molteplice, poliedrica, versatile, paradossale, stratificata. La verità unica si esprime solo come una semplificazione generica astratta, oggettivamente inapplicabile in modo unico e certo (tipo la misura) per ciò l'unica verità unica è "sapere di non sapere". Senza tale assunto manca l'umiltà di sapersi "ignoranti permanenti" e quindi comunque si è succubi della falsità che si cumula nell'esperienza e nella conoscienza e in tale veste l'unica possibile successiva conseguenza è di setirsi obbligati a imporre al prossimo la prorpia parziale "giustizia" basata sulla "verità parziale" conquistata a prescindere dalla verità complessa che a questo punto diventa essa stessa "mistica", cioè religione. La ricerca ossessiva per la verità è quindi la radice stessa del fanatismo di qualunque forma e colore, quel fanatismo che Ayn Rand aborriva ma di cui era (senza molto dubbio) essa stessa vittima. Ciò non significa che è bene rinunicare alla ricerca per la verità, ma che ogni atto di giustizia che emerga da un conflitto esprime esclusivamente falsità ed è destinata alla disgrazia, senza scampo per nessuno. Per ciò evolvere significa portare la coscienza a un livello che permetta all'Uomo di riconoscere l'impotenza intrinseca della giustizia. In questo senso l'unica epica che rimane è la coscienza di aver bisogno di evolvere la coscienza.
(aggiungo rispondendo alla domanda: quindi per te si dovrebbe subire senza reagire o peggio fare come le bestie, reagire senza giustizia?)
La mente corre al dilemma del reagire, della paura dell'aggressione. Pensa che sia necessario difendersi, ma la difesa è la necessità che arriva con la giustizia e la giustizia nasce dal dare alle cose significato (positivo-negativo). In un luogo e in un tempo mangiare certi neonati nati prematuri potrebbe servire a salvarli spiritualmente, qui e adesso è un crimine efferato. Quindi non esiste un giudizio solo, c'è solo il valore costruito dalla società. Ogni società ha la sua morale e pensa che sia unica e superiore per definizione, perchè così funziona il nostro cervello, nasce per credere e uniformarsi alla fede che trova nel luogo in cui nasce. Una volta accettato questo fatto, il problema si sposta da una questione di sicurezza e difesa a una di coscienza: capire la situazione significa dissolvere la conflittualità emergente, renderla inerte, privarla del significato alla sua radice che l'alime
nta.

Note:
(*) mi riferisco in particolare al'evidente moto di "rabbia" recitato con cui il cercatore conclude l'attacco a Denna, sopportando il dolore della spada nella scena finale e con una frase di sfida "mi hai insegnato a sopportare". In verità avrebbe funzionato meglio un espressione di accettazione e compassione, magari se proprio proprio si voleva sottolineare la forza della magia della Mord-Sith, si poteva aggiungere una smorfia di dolore sul volto del cercatore e una frase del tipo "io ti amo come tu mi hai amato". Ma ciò che contava era l'atto di non fermarsi, assieme all'evidenza emotiva (espressa dal volto e dal corpo) che non c'era alcun rancore o rabbia. Questo aspetto chiave non è gestito bene da Raimi.


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