Il cinema moderno continua nella sua funzione di braccio armato della sovversione. Una delle più recenti dimostrazioni di quest’oltraggio della storia, la vediamo nel film "La sciamana", di cui esiste anche una versione visibile via streaming,
Logicamente nulla in comune con quel fenomeno "religioso siberiano e centro-asiatico". Attraverso il russo, il termine deriva dalla parola tungusa shaman" descritto da Mircea Eliade nel libro "Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi".
Lo sciamanismo corrisponde ad una "specialità" magica particolare: implica il "dominio del fuoco", il volo magico e così via. Così, benché lo sciamano sia, fra l'altro, un mago, non ogni mago può essere qualificato come sciamano. La stessa precisazione si impone nel riguardo delle guarigioni sciamaniche: lo sciamano utilizza una tecnica propria solo a lui. Quanto alle tecniche sciamaniche dell'estasi, esse non esauriscono tutte le varietà dell'esperienza estatica attestate dalla storia delle religioni e dall'etnologia religiosa: non si può dunque considerare un qualsiasi estatico come uno sciamano; questi è lo specialista di una trance durante la quale si ritiene che la sua anima possa lasciare il corpo per intraprendere ascensioni celesti o discese infernali.
Queste precisazioni preliminari, per succinte che siano, indicano già il cammino che ci proponiamo di seguire per giungere alla giusta comprensione dello sciamanismo. Dato che questo fenomeno magico-religioso si è manifestato nella sua forma più completa nell'Asia centrale e settentrionale, si prenderà come esemplare tipico lo sciamano di tali religioni. Non ignoriamo, e anzi cercheremo di mostrare che, almeno nel suo stato attuale, lo sciamanismo centro-asiatico e nord-asiatico non è un fenomeno originario, esente da ogni influenza esterna: al contrario, è un fenomeno che ha una lunga "storia". Ma questo sciamanismo centro-asiatico e siberiano ha il merito di presentarsi come una struttura nella quale vari elementi che esistono diffusi nel resto del mondo - e cioè: rapporti speciali con gli "spiriti", capacità estatiche permettenti il volo magico, l'ascensione al Cielo, la discesa agli Inferi, il dominio sul fuoco e così via - si rivelano già, nella zona in questione, integrati in una particolare ideologia e convalidati da tecniche specifiche.
…i popoli che si dichiarano "sciamanici" danno un'importanza considerevole alle esperienze estatiche dei loro sciamani; queste esperienze li riguardano personalmente e direttamente, perché sono gli sciamani che, per mezzo della loro trance, li guariscono, accompagnano i loro morti nel "regno delle ombre" e fanno da mediatori tra loro e i loro déi, celesti o infernali, grandi o piccoli. Questa ristretta élite mistica non solo dirige la vita religiosa della comunità, ma in un certo modo veglia sulla sua "anima". Lo sciamano è il grande specialista dell'anima umana: lui solo la "vede", perché ne conosce la "forma" e il destino.
Ove non si tratti della sorte immediata dell'anima, ove non si abbia a che fare con la malattia (= perdita dell'anima) o con la morte, o con una sventura, o con un importante sacrificio che implica una certa esperienza estatica (viaggio mistico nel cielo o negli inferi), lo sciamano non è indispensabile. Una gran parte della vita religiosa si svolge senza di lui.
Come è noto, i popoli artici, siberiani e centro-asiatici sono composti nella grande maggioranza da cacciatori-pescatori e da pastori-allevatori. Un certo nomadismo li caratterizza tutti. E, nelle grandi linee, le loro religioni coincidono, nonostante le differenze etniche e linguistiche. ….. venerano un Gran dio celeste, già creatore e onnipotente, ma in via di divenire un deus otiosus. Talvolta il nome stesso del gran dio vuol dire "Cielo"; tale è, ad esempio, il Num dei Samoiedi, il Buga dei Tungusi o il Tengri dei Mongoli. Perfino quando il nome concreto di "cielo" manca, si ritrova uno dei suoi attributi più specifici, come "alto", "elevato", "luminoso" ecc."
Fonte: Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche delle estasi, Edizioni Mediterranee, 1974.
Il cinema moderno continua nella sua funzione di braccio armato della sovversione.
Il ché è del tutto normale, considerando chi l'ha creato e chi lo controlla.
Si tratta invero di un'arma terribile, devastante, che opera direttamente a livello del subcosciente ("l'astrale") delle sue vittime, sia a livello individuale che di inconscio collettivo. I danni che ne derivano sono incalcolabili.
Salve Bruno, il cinema con le sue rappresentazioni, non solo si sostituisce alle rappresentazioni dell' 'anima' individuale ( ma non semplicemente 'individua' ) nelle sue visioni fantastiche, proiettive interiormente, come indicato nel saggio di Eliade: agisce sul nesso tra quella singola e quella generale.
Si sostituisce alla proiezione individuale verso quella sociale, propria al 'discorso' 'naturale', inserendosi come 'medio' fra l' una e l'altra in modo che il discorso da individuale a sociale ne viene condizionato potentemente.
Non si possono più 'dire' certe cose mentre viceversa altre sono 'da dire', 'dicibili' in quanto rappresentazioni 'veridiche' ( ma false ) di un mondo immaginario, reso reale dalle 'macchine del desiderio' indotte nel subconscio ( americanizzato ad arte ).
Questo meccanismo è oltre il reale, che a questo punto non interessa proprio più: anzi la sostituzione viene resa 'necessaria', nel senso che in società, con gli altri, è giocoforza 'sapere' di certi film, di certi attori, di certe fantasie che divengono l' unico modo per esercitare la socialità, per 'stare al mondo'. Se non sai di certe cose, di certi film, di certi attori, sei fuori: meno di niente. Le femmine sono maestre nell' includere e nell'escludere a partire da queste rappresentazioni: è loro il 'nesso sociale' perchè riproduttrici della vita.
Nella 'Caverna' forse qualche speranze vi era: la differenziazione non vi agiva anche se in fondo la Caverna altri non è che l'antro di Circe...specula del nostro viaggio iniziatico.