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1981: il divorzio fra Tesoro e Banca d'Italia


Stodler
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1981: il divorzio fra Tesoro e Banca d'Italia: Come nacque la dittatura dei mercati finanziari

Daniele Della Bona (Autore), Antonio Maria Rinaldi (Prefazione)

Ecco com'è nata la dittatura dei mercati finanziari. Il progetto che sta portando alla distruzione dell’economia italiana, attraverso la depressione della domanda interna e il conseguente azzeramento dell’apparato industriale parte da molto lontano. Il primo passo per l’espropriazione della sovranità monetaria realizzatasi compiutamente con l’adozione dell’euro risale al 1981, quando l’allora ministro delle finanze Beniamino Andreatta ed il futuro Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, allora presidente di Bankitalia, operarono per sottrarre quest’ultima al controllo del Ministero del Tesoro.Questo controllo era indispensabile per garantire allo Stato italiano la possibilità di gestire una propria politica monetaria, e attraverso questa politica far fronte ai momenti di crisi, finanziare il deficit e quindi investire nel buon funzionamento dell’economia reale.In questo libro sono descritti i retroscena, sono indicati gli attori, è portata alla luce la trama di una storia i cui risultati drammatici (per il popolo italiano, non certo per chi l’ha ideata) sono sotto gli occhi di tutti.

http://www.amazon.it/1981-divorzio-dItalia-dittatura-finanziari-ebook/dp/B00KX8Q2Y2/ref=zg_bs_508787031_73


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Affus
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 Scritto da Piero Valerio
In questi giorni di attesa spasmodica e di paura per il futuro della nazione, molti osservatori cercano di capire come mai l'Italia, che un tempo era fra le 5 nazioni più potenti e ricche del mondo, abbia potuto scendere così in basso fino ad arrivare ai limiti del default e del fallimento finanziario.

Molti analisti concordano col dire che uno dei momenti cruciali per capire la storia recente dell'Italia sia stato quando la Banca d'Italia, che allora era ancora la banca nazionale di emissione della moneta sovrana lira, smise di fare la banca centrale e lasciò lo stato nelle mani delle banche private, iniziando il periodo noto come divorzio fra la Banca d'Italia e lo Stato italiano.
Era il luglio del 1981, quando su proposta di legge del ministro del Tesoro Beniamino Andreatta, Banca d'Italia non entrò più nelle aste primarie di collocamento dei titoli di stato come prestatore di ultima di istanza (per comprare i titoli di stato invenduti o calmierare le aste nel caso in cui le offerte degli investitori privati fossero state troppo basse) lasciando campo libero alle banche private, agli operatori e agli speculatori finanziari che come ampiamente prevedibile cominciarono a scannarsi alla ricerca del maggiore rendimento (che raggiunse in quegli anni livelli assurdi superiori al 12%, mentre oggi l'Italia rischia il default con un misero 7%).

Il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta giustificò questa sua bravata del divorzio di Banca d'Italia dicendo che voleva interrompere la politica dei soldi facili per abbassare il debito pubblico, ridurre l'inflazione e consentire all'Italia di entrare nei rigidi parametri dello SME (Sistema Monetario Europeo, ovvero l'anticamera dell'Unione Europea), ma l'effetto che provocò fu esattamente il contrario perchè poco dopo il divorzio fra Banca d'Italia e lo Stato il debito pubblico cominciò a crescere in modo galoppante, diventando in sostanza quell'enorme massa di debito che ci portiamo avanti fino ad oggi.

Infatti è utile ricordare che nel 1981 quando il ministro Andreatta sancì il divorzio fra Banca d'Italia e lo Stato, nessuno poteva immaginare che la Banca d'Italia nazionale fosse già da tempo passata in mano privata (il capitale della Banca d'Italia è partecipato tutt'oggi dalle principali banche private come Unicredit, Banca Intesa e Banca Montepaschi di Siena, mentre solo il 5% della proprietà appartiene ad enti pubblici), perchè l'inchiesta che svelò la lista degli anonimi azionisti privati di Banca d'Italia, che ingenuamente molti ritenevano un'istituzione pubblica, è solo del 2005.

Quindi il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e l'allora governatore di Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi (presidente emerito della repubblica, ma emerito per cosa? Per aver contribuito allo sfascio della democrazia italiana? Mistero) erano parecchio in mala fede quando decretarono di comune accordo quel divorzio perchè sapevano che impedendo a Banca d'Italia di intervenire nelle aste primarie di collocamento dei titoli di stato avrebbero messo lo Stato italiano nelle mani di voraci banche private come Unicredit, Banca Intesa, Montepaschi, Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, gli hedge funds, gli speculatori finanziari, che infatti in quel periodo indirizzarono le aste al rialzo, gettandosi a capofitto nella grande abbuffata di titoli di stato ad alto rendimento e facendo lievitare in modo inimmaginabile il debito pubblico.

Ad onor del vero anche parecchi cittadini privati italiani si arricchirono con i titoli di stato, tuttavia quello era un periodo in cui lo Stato italiano cominciava a perdere pezzi della sua struttura democratica ma era ancora uno stato sovrano, con la sua banca centrale e la sua moneta sovrana la lira, quindi il rischio di fallimento non era nemmeno lontanamente contemplato (al massimo si svalutava la lira rispetto alle altre monete estere, l'inflazione schizzava alle stelle e si cominciava daccapo con la speculazione).

Oggi quel processo iniziato tanti anni fa, proprio con il divorzio fra Banca d'Italia e lo stato italiano, è arrivato al suo finale compimento, perchè non solo la banca centrale Bankitalia S.p.A. è stata privatizzata ma anche l'intero Stato Italiano e la sua effimera democrazia sono stati trasformati in una gigantesca società per azioni, avendo di fatto lo stato ceduto la sua sovranità politica ad una pletora di tecnocrati europei per quanto riguarda l'aspetto legislativo ed esecutivo, e agli avvoltoi della finanza per quel che rimaneva dell'antica sovranità economica e monetaria.

Written by Piero Valerio


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Non come proposta di legge, ma comunicazione privata tra Andreatta e Ciampi.
Naturalmente Parlamento e capo del governo non ebbero nulla a che ridire, in quanto complici dell'operazione.


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Franz-CVM
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Nel libro Massoni, la vicenda è ricondotta al fatto che Andreatta e Ciampi erano i referenti per l'Italia del progetto conservatore della Ur-loggia Three Eyes che nel marzo 1981 scarica la P2 come suo braccio operativo in Italia. Il loro "test d'ingresso" fu, in un certo d senso, questo atto che Andreatta stesso (che bruci all'inferno) descrive come autocratico e unilaterale, da non condividere col parlamento né col governo di allora, che dovevano trovarsi col fatto compiuto.


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oriundo2006
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Pero’, ad onor del vero, è bene ricordare gli abusi che la classe politica democristiana di allora fece del ‘pronta cassa’: a partire dall’uso clientelare nel Mezzogiorno senza risolverne alcuno dei ‘problemi’ ( sulla sola definizione dei quali ci sarebbe da scrivere un trattato ), lo spreco generalizzato nelle cd. ‘cattedrali nel deserto’ un po’ ovunque, la faciloneria e l’imbroglio elevati a regola di governo, e perchè no, il fiume di danaro che andava alle aziende del Nord come prestiti senza obbligo di restituzione, specie alla Fiat. Questi pero’ continuarono felicemente anche dopo, come anche abusi e malversazioni: non erano nel computo massonico del dare e dell’avere, evidentemente... Spiaceva solo a chi aveva imposto il ‘divorzio’ il potere eccessivo che aveva nelle masse il ‘modello’ sociale democristiano, fondato sull’idea che i soldi ci fossero e fossero a disposizione del ‘popolo’ ( attraverso la DC ma un po’ per tutti: insomma, che l’Italia fosse una comunità e non una galera di individui colpevolizzati ). Meglio far credere che si vivesse nella ‘crisi’ perpetua, nell’astinenza obbligatoria e nella mortificazione necessaria della ‘carne’ a scopo satisfattorio delle esigenze del capitale e che chi si ribellasse infrangesse le divine catene che erano poste ai desideri sfrenati del popolazzo infame ( ricordate che abbiamo avuto la Tv a colori solo dopo che il vecchio La Malfa finalmente cesso’ di ritenerlo un lusso tale che 'non potevamo di certo permettercelo'…).
P.S.: se non sbaglio il nostro barbuto Mordechai aveva individuato in questo bipolarismo 'rinuncia/spreco' una delle chiavi sociali e sopratutto caratteriali dell’umanità al tempo del ‘capitale’…andro’ a cercare il riferimento preciso se avro’ tempo…
Saluti


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Franz-CVM
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Parole sante. Del resto è proprio di Andreatta (che bruci all'inferno) la frase "è ora di smetterla con questi operai che vanno al cinema il sabato sera". Quello era uno che si diceva cristiano.


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