Rita di Leo: "Il ritorno delle elites" - Manifestolibri
C'è tutta una letteratura che descrive e analizza il potere delle elites sovranazionali che dominano il mondo. Ma poche sono le indagini serie, scientifiche, che oltre a denunciare la presenza fisica e metafisica delle elites, ne spieghino le origini e le motivazioni storico-sociali. Rita di Leo questo lo fa, rimettendo a fuoco i motivi che hanno permesso "il ritorno delle elites" al comando del mondo; e, naturalmente, lei si riferisce soprattutto alle elites economiche . La sua analisi, pur essendo appassionante, non pecca della fantasiosa bizzarria che caratterizza certe ricerche cospirazionistiche, ma mantiente i piedi ben piantati nella ricognizione delle cause storiche che hanno determinato il predominio delle elites. L'elemento centrale del suo ragionamento è la rovinosa decadenza della "politica come progetto" che aveva dominato il XX° secolo, anche grazie alla presenza dell'alternativa sovietica. Fa risalire, infatti, al 1989 la vittoria decisiva delle elites sul resto del mondo (e non a caso, aggiungo io, fu in conseguenza di tale vittoria che lo storico Fukuyama, sicuro di sé, decretò la fine della storia). Fino al 1989 il capitalistismo era in concorrenza con l'Urss che, nel bene e nel male, rappresentava la concretizzazione di una possibilità storica. Fu per competere con l'Urss che le classi dominanti occidentali aderirono alle "politiche di progetto" delegando il potere politico ai politici di professione e ai partiti. Dopo il 1989, il capitalismo non ha avuto più bisogno della politica per difendere e imporre i suoi interessi, ma lo ha cominciato a fare immettendo direttamente, attraverso lo sfruttamento della democrazia e del sistema maggioritario, i suoi uomini nei posti dell'amministrazione politica; rovesciando, così, sui luoghi della politica gli interessi, le culture e le ideologie dell'economia capitalistica. Per questi motivi, lo stato in quanto tale, e in particolar modo lo stato sociale, è in via di estinzione, mantenendosi in vita solo per un'amministrazione corrente (polizia, esercito, fisco, e quel che rimane delle infrastrutture), perché l'ideologia economica delle elites è concentrata esclusivamente sugli interessi della finanza e sulla pretesa autoregolamentazione del mercato.
E' un libro importante, perché se non si capisce quello che racconta, veramente si finisce col credere che le elites siano alieni cattivi venuti da un altro mondo...
«rimettendo a fuoco i motivi che hanno permesso "il ritorno delle elites" al comando del mondo;»
di grazia...quando avevano perso il controllo del comando del mondo?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????...
«rimettendo a fuoco i motivi che hanno permesso "il ritorno delle elites" al comando del mondo;»
di grazia...quando avevano perso il controllo del comando del mondo?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????...
Già, ottima domanda...concordo...
Sarebbe un'ottima domanda se nel commento al libro non avessi specificato che l'autrice si riferisce alle elites economiche e finanziarie, e se non avessi distinto, nel ragionamento rassuntivo del testo, tra economia e politica (che, è ovvio, quasi sempre sono complementari e interagenti, ma una cosa sono i re e l'aristocrazia, che per lungo tempo ancora detennero il potere politico, un'altra la borghesia che assunse il potere economico, altre ancora furono le elites politiche e quelle economiche del '900). Il ragionamento della di Leo verte sul fatto (e io non posso non essere d'accordo) che per almeno tre quarti di secolo, nel novecento, le elites economiche si erano tenute (tatticamente e opportunisticamente, si intende) lontane dall'azione politica, delegando quest'ultima alle elites politiche professionali e ai partiti. In Italia, a esempio, imprenditori di grido come Agnelli, pur avendo un grande potere di decisione, non si erano mai messi attivamente e in prima persona in politica, pur conservando una grande influenza dietro le quinte. Insomma, le elites economiche, almeno in Europa, non confondevano il potere politico con quello economico. Questo accadde all'indomani della caduta del Muro di Berlino, con l'ingresso al governo del miliardario Berlusconi, cosa che prima sarebbe stata impensabile. Oggi, infatti, senza l'esistenza di competitori del capitalismo, l'economia ha preso il posto della politica e lo stato e la società vengono informati dei canoni dell'economia.
Per ulteriori approfondimenti, suggerisco vivamente la lettura del libro della di Leo.