La fine del sesso
 
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La fine del sesso


Maia
 Maia
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
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Nel prossimo futuro il sesso sarà obsoleto. Non ci accoppieremo più per riprodurci, ma solo per piacere o magari altro, che comunque non avrà alcun legame con la generazione di prole. Gli eredi, almeno chi li vorrà, saranno concepiti dall’inizio fin quasi alla fine al di fuori del corpo umano, e sarà possibile selezionarli su misura, con un semplice sequenziamento dei genomi degli embrioni candidati all’impianto in utero.

Potrebbe sembrare uno scenario da fantascienza, magari distopico per qualcuno, e invece è una prospettiva realistica, come spiega Henry Greely in La fine del sesso, libro allegato a richiesta con «Le Scienze» di luglio e in vendita nelle librerie per Codice Edizioni.
Già ora grazie alle tecniche di fecondazione in vitro è possibile aggirare il sesso procreativo, e grazie alla diagnosi genetica preimpianto è possibile cercare nel genoma di cellule di embrioni tratti genetici che indicano un rischio o una certezza per alcune condizioni. Ma tutto questo non è nulla a confronto del futuro tratteggiato dalle ricerche attuali in biologia dello sviluppo, genetica e medicina.
Docente di legge e genetica alla Stanford University, dove dirige il Center for Law and the Biosciences, Greely ritiene che probabilmente nell’arco di venti o quarant’anni la riproduzione umana sperimenterà una rivoluzione con profondi risvolti etici, sociali e antropologici, ma del tutto legale. Potrebbe essere possibile per esempio ottenere spermatozoi e ovuli da cellule adulte degli individui. Basterà riprogrammare queste cellule con un apposito cocktail di proteine per riportarle allo stato di cellule staminali pluripotenti indotte, in grado di differenziarsi in qualunque tipo cellulare che compone un organismo umano, e poi indurre quelle staminali a differenziarsi in gameti, maschili o femminili a scelta. E magari ottenere gameti
maschili da donne e femminili da uomini. In alcuni casi è già possibile arrivare a questi risultati, sebbene in modo non efficiente, ed è potenzialmente possibile in altri, grazie a ricerche pionieristiche dello scienziato giapponese Shinya Yamanaka, premio Nobel per la medicina nel 2012 proprio per la scoperta della staminali pluripotenti indotte.

O, ancora, sarà possibile clonare esseri umani a scopo terapeutico, in parallelo con gli esperimenti che hanno portato alla clonazione della pecora Dolly alla fine degli anni novanta, trasferendo il DNA del nucleo di una cellula adulta nel nucleo di una cellula uovo in precedenza svuotato del proprio DNA. E coinvolgere in tutto questo le staminali prelevate da embrioni umani.

Anche selezionare il corredo genetico del nascituro potrebbe essere addirittura più facile. Una decina di anni fa, ricorda l’autore, il sequenziamento di un intero genoma umano costava 500 milioni di dollari. Tre anni fa solo 1500 dollari. Nei prossimi venti o quarant’anni, potrebbe essere possibile sequenziare l’intero genoma di una singola cellula embrionale in modo accurato per una decina di dollari. appena. Questo, tuttavia, non implica di per sé una scelta deliberata delle caratteristiche del nascituro, soprattutto perché la correlazione tra geni e tratti non è sempre nota, e in alcuni casi è assai complessa, tanto da rendere assai difficile o di fatto impossibile una selezione. Almeno per ora.

Nel frattempo, Greely si porta avanti e nel libro esamina anche le implicazioni su sicurezza, rapporti famigliari, equità, giustizia e uguaglianza che potrebbero derivare da uno scenario del genere, e quale ruolo potrebbero o dovrebbero avere i decisori politici. Tenendo bene in mente però una delle principali lezioni della scienza: quello che è scientificamente possibile non sempre avviene come ce lo aspettiamo, dunque è bene non farsi trovare impreparati almeno dagli eventi che possiamo vedere all’orizzonte.

http://www.lescienze.it/edicola/2017/07/03/news/la_fine_del_sesso-3578798/


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GioCo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2203
 

Come sempre la dimensione cognitiva umana tende ad essere selettiva e estrema nelle sue proiezioni di fantasia futuristiche. Vale per la vita quotidiana ma anche per il futuro vicino, come per le proiezioni tecnofreniche.

Varrebbe la pena ricordare al professore che il futuro non è una montagna da scalare dalla parete di lunghezza infinita: una frana e la parete scoscesa che stiamo affrontando con chiodi e picconi potrebbe improvvisamente diventare un "infinito" precipitare nel vuoto, con tutto il cordame di sicurezza al seguito. Che poi significa ritorno alle origini dell'era antropoide e tanta sofferenza.

Ma anche ammettendo che tutto vada come previsto dal "progetto" di ricerca genetico umano, la questione più banale da risolvere dovrebbe essere "perché dovremmo sfornare bambini in fabbrica?"
Voglio dire, qual'è il motivo per cui dovremmo rinunciare a fare bambini nel vecchio modo? Un motivo che spinge in questa direzione è il controllo delle nascite. Nel senso che se produci qualcosa in serie, quantità e qualità sono sotto controllo ... apparente. Nel senso che manca la domandina magica, che è "per quali interessi?"

A me non interessa tanto il progresso di questa ingegneria della vita del parco giochi degli orrori scientifici; intuisco che chi manipola queste realtà lo fa per nascondere nel profondo inconfessabile del suo animo, l'intento dell'alchimista pazzo che sogna draghi e grifoni ed eroi leggendari e li vuole vivi nel suo mondo incantato. Sogna cioè un governo della vita nelle identiche prospettive di un creatore divino. Ma i giocattoli non funzionano solo con la tecnica, ci vogliono pure le pile. Se queste non si trovano nel mondo materiale e in più, se la natura dell'energia influisce profondamente sull'azione che produrrà il giocattolo, potremmo infine anche chiederci se la vita non sia in sé un intelligenza e non stia governando il destino umano. In questo caso, chi è saggio continuerà ad avere fede nel vecchio modo di procreare e ne accetterà le conseguenze.

Ovviamente nella follia ci sarà da mettere in conto (questo il libro scometto che lo omette) che l'umanità avrà da affrontare l'infertilità. Cioè la chiusura dei rubinetti della disponibilità di vita, oggi abbondante come l'acqua, l'aria e la terra, anche se inquinata come queste ultime. Dopo, non soltanto ci sarà da affrontare il problema dell'incertezza del generare vita mediamente sana e accettabile, ma pure la possibilità concreta che mettere al mondo figli non sarà proprio possibile senza l'intervento pesante della alchimia degli orrori. Il tutto si può inscrivere nella breve equazione della spirale: + scienza + orrore + inquinamento = + sterilità, fratto (inversamente proporzionale) + anarchia. Che si traduce in: tutti tendono alla dolce anarchia nella fantasia, ma la maggioranza assoluta in crescita costante non farà che dipendere sempre di più dalla tecnofrenia.


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Cataldo
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 269
 

La parte introduttiva è molto ben fatta, vediamo come prosegue ..


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Skaramakay
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Registrato: 2 anni fa
Post: 18
 

Ah, il Mondo nuovo .....


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Servus
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 875
 

Ben detto, ti approvo in toto GioCo. Mi piace anche l'equazione finale.


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fastidioso
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 117
 

lo stranamore della riproduzione ?


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