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Libri-"La forza della nonviolenza, un vincolo etico-politico- di Judith Butler- Lezioni erudite utili anche all' attivista sociale


marcopa
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8264
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 Il libro è composto da varie lezioni tenute da Judith Butler in alcune università, da saggi già pubblicati e da nuove aggiunte in cui si parla del movimento antirazzista in USA e del movimento femminista internazionale Non una di meno.

Non è di facile lettura, almeno per la mia ignoranza, ma molti spunti sono interessanti e alcuni temi cruciali come "il pregiudizio della sinistra per la nonviolenza" e "la criminalizzazione del dissenso". 

Approfondire questi temi ultimi è utile anche per l' attivista sociale in movimenti di tipo diverso, ambientale, pacifista, femminista, antirazzista.

Scriverò qualcosa anch' io su questo lavoro, ma mi piacerebbe soprattutto che ri-nascesse un dibattito  sulla nonviolenza. Cercando notizie sui motori di ricerca ho scoperto anche che aveva lo stesso titolo un volume curato nel 2004 da Imma Barbarossa che riportava il dibattito in un campeggio delle donne del Prc. In quel periodo la nonviolenza era di moda, poi il governo Prodi è riuscito ad avviare la completa scomparsa di pacifisti ed affini. 

Marcopa

 
Dal sito della casa editrice Nottetempo:
 
https://www.edizioninottetempo.it/it/autori/autore/i/judith_butler&source=gmail&ust=1601898503576000&usg=AFQjCNG5NIMc0Bc-yDEqoENjjjnk3OCmS A">Judith Butler

La forza della nonviolenza

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brossura
     
e-book
 
19,00 € IVA inclusa 
https://www.edizioninottetempo.it/media/products/images/7/large/la-forza-della-nonviolenza-d620.jp g" alt="La forza della nonviolenza" />
questo libro è disponibile in ebook, formato epub

Descrizione

Judith Butler definisce le dinamiche psicosociali che determinano il campo di forza della violenza mettendo in luce la mistificazione linguistica e la strumentalizzazione operate dal potere nei suoi confronti. Nel far questo, smonta le posizioni che ammettono, in alcuni casi e con determinate finalità, la violenza come strumento per combattere la violenza stessa e, allo stesso tempo, la concezione per cui la nonviolenza sarebbe una scelta morale individuale caratterizzata dalla passività. Centrale, in quest’analisi, è l’idea che esista una radicata distinzione biopolitica tra vite degne di lutto − dunque meritevoli di essere preservate e difese − e vite dispensabili – per questioni razziali, identitarie, collegate al gender o di altro tipo: in questo senso, la violenza è connessa all’esperienza della disuguaglianza e la nonviolenza non può che essere una pratica collettiva di contestazione delle disuguaglianze, del tutto sganciata da un approccio individualista. Recuperando − analiticamente e criticamente − Foucault, Fanon, Gandhi, Benjamin e, tra gli altri, soprattutto Freud e Klein, Butler delinea cosí un’idea di nonviolenza che, prendendo coscienza e sovvertendo attivamente le forme di aggressività che caratterizzano il sé e i suoi legami sociali, costituisca una tattica politica tutt’altro che passiva, una forza in grado di contrastare la violenza che pervade la società contemporanea senza riprodurne la distruttività, un vincolo etico e politico che sia tutt’uno con le lotte condotte dai movimenti che ogni giorno si battono per l’interdipendenza, l’uguaglianza e la giustizia sociale.

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