Embrioni disseccati...
 
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Embrioni disseccati - Satie e il populismo


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Satie visse circondato di amici, stimato dai suoi più celebri colleghi come Debussy e ricercato da raffinatissimi critici come Jean Cocteau che immaginava sviluppi di più complesso e definito respiro per la sua opera.
Satie lo riteneva un preoccupante mezzo matto esaltato e il rapporto fra i due non fu mai facilissimo.
Era un eccentrico di genio, estremamente gentile di animo, andava vestito di velluto a colori improbabili con abiti che si faceva replicare in gran numero tali e quali.
Non sapeva gestire il denaro, non sapeva nulla di politica, di religione e in realtà nemmeno di musica.
È difficile trovare le parole per definirlo eppure ho perfettamente in mente il tipo, il suo modo di muoversi, di parlare, di sorridere.
Immagino fosse un po' rigido nelle movenze, apparentemente impacciato ma certamente con una capacità di intuito psicologico di quelle che ti prendono in contropiede.
Nessuno si era accorto che viveva in miseria avendo dilapidato una piccola somma di cui era erede.
Parlava della sua povertà, che chiamava "la bambina con i grandi occhi verdi" (basta questo per capire il suo mondo interiore), ma nessuno dei suoi molti amici si rese davvero conto finché dopo la sua morte andarono a inventariare i suoi oggetti e le sue partiture nella casa dove abitava.
Insieme a Debussy fece parte di un certo ordine di Rosa Croce fondato da Joséphin Peladan.
Creò la sua propria Chiesa "Metropolitana di arte di Gesù conduttore" che contò fra le sue fila un solo fedele, lui.
Aderì alla terza internazionale socialista, divenne comunista senza avere la più pallida idea di cosa dicesse Marx.

Nel 2016 la municipalità di Arcueil, dove Erik visse e dove fu seppellito, si trovò a discutere del budget per la sua commemorazione.
Il deputato di opposizione del Front National Denis Truffaut si oppose recisamente a spendere un solo euro per un alcolizzato comunista; ricordò che Satie era stato respinto al conservatorio e che aveva composto musica assurda (alcune cose in effetti lo sono...).

Io sostengo il populismo, per carità, ma ho tanta paura...sono talmente imbecilli...come fai a sperare che dei trogloditi squinternati come quelli riescano a far fronte alla élite più colta, raffinata e spietata della storia?
Li invitano a cena a casa loro una volta sola e quelli si sbracano in adorazione dopo un minuto e mezzo...

Vabbe', lasciamo perdere.

Linko un classico Satie-Dada.
Bisogna ingrandire lo schermo e guardare la partitura perché mette delle didascalie carinissime.
In un brano musicale si trova scritto ad esempio "affettuoso", "appassionato", "espressivo", "misterioso".
Lui scrive invece "Come un usignolo col mal di denti" o "Fate quello che potete", in altre allude a modi fare e di essere dei caratteri tipici della società parigina del suo tempo, come l'omino che lavora in ufficio nella "Sonatine bureaucratique" o anche in questi "Embryons Desséchés", che non si sa bene cosa rappresentino.
Ma non c'è alcun intento didascalicamente allegorico, Satie non è un moralista, è un po' un Bartleby lo Scrivano che però non si è lasciato travolgere dalla malinconia e che nonostante tutto ha la "forza-non forza" di opporre alla crudele mancanza di senso della vita i suoi di "nonsense", pieni di grazia, di dolcezza, di umanità, che sottintendono una sottile - ironica ma non sarcastica - conoscenza ed esperienza del mondo.

Embryons Desséchés (durata: 6' 40") - 1913

https://www.youtube.com/watch?v=8LEjRrdkbEE


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Primadellesabbie
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Ho letto questo tuo su Satie e, ricordando che faceva parte del gruppo di surrealisti ho cercato 'Satie surrealism', una voce rimanda ad un'opera su Satie di Gioacchino Lanza Tomasi. Questo mi ha incuriosito perché ho avuto (ho) un debole per la storia del gruppo di giovani che si era formato attorno alla personalità di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

É fuori tema, ma guarda cosa ho anche trovato:
http://alainelkanninterviews.com/lanza-tomasi/


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Hai conosciuto Giuseppe o Gioacchino?


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Primadellesabbie
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No, ho letto le opere sulla letteratura inglese e francese nate dagli appunti che Giuseppe preparava per il gruppetto di giovani che aveva radunato attorno a sé. Oltre ad essere di grande interesse e rivelare una disinvoltura che dà la misura della cultura del principe e mostra, in qualche modo, il tipo di rapporto che aveva instaurato con questi giovani, che interrompevano la sua solitudine.

É questo il modo in cui, a mio modo di vedere, dovrebbe potersi trasmettere la cultura, da giovane ho sperimentato qualcosa di simile, in sedicesimo.

É da notare la decisione di adottare Gioacchino, anziché Orlando come avrebbe voluto e che Tomasi stimava ed apprezzava, e per il quale organizzò la sua 'scuola', é una storia a sé, conseguenza del clima di quegli anni.

Se hai pazienza e non conosci la storia, qui c'é qualcosa:
http://www.neoborbonici.it/portal/index.php?option=com_content&task=view&id=1702&Itemid=69


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