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55 anni ... e sono troppi


cubainforma
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55 anni di genocidio contro Cuba

Elier Ramirez Cañedo cubainformazione.it

Il 3 febbraio 1962, il presidente USA, John.F.Kennedy, firmò l'Ordine Esecutivo Presidenziale n°3447, attraverso il quale si ufficializzò il blocco totale del commercio con Cuba. I pretesti utilizzati nel documento e che formarono parte, per anni, del discorso dell'elite al potere negli USA, integravano la grande cospirazione dove era imprescindibile presentare l'isola aggredita come l'aggressore. Il suo grande peccato, aver fatto una vera Rivoluzione nell'emisfero occidentale, rompendo con i requisiti minimi "di sicurezza" istituiti dalla nazione del nord per l'America Latina ed i Caraibi, dopo la seconda guerra mondiale.

L'Ordine Esecutivo cercava legittimare la criminale decisione sotto il manto dell'Ottava Riunione di Consultazione dei Ministri degli Esteri dell'OSA, tenutasi in Uruguay; dove sotto la pressione di Washington, si era raggiunta una Dichiarazione Finale in cui si segnalava che, i legami del Governo di Cuba con l'offensiva sovversiva del comunismo sino-sovietico erano incompatibili con i principi e gli obiettivi del Sistema Inter-americano.

Il documento, inoltre, giustificava l'azione con un argomento ancora più risibile che Cuba rappresentava una minaccia alla sicurezza nazionale degli USA e a tutto l'emisfero, e che era responsabilità degli USA vigilare su tale sicurezza.

Dopo aver presentato le false argomentazioni, l'ordine esecutivo proclamava l' "embargo" sul commercio tra USA e Cuba, che doveva essere reso effettivo alle 12:01 am del 7 febbraio 1962. Da quell'ora, era proibita l'importazione, negli USA, di tutti i prodotti di origine cubana, e tutti i prodotti importati da o attraverso Cuba. Il Segretario al Tesoro sarebbe stato incaricato di eseguire l'ordine.

Il fatto che il blocco si sia ufficializzato nel febbraio 1962 ha portato a letture errate ed a non pochi travisamenti della verità storica, interpretando il fatto come punto di partenza della guerra economica contro Cuba e una risposta alle più strette relazioni dell'Isola con Mosca, alle nazionalizzazioni del 1960 ed alla direzione socialista della Rivoluzione.

La verità è che l'Ordine Esecutivo fu il momento di maturazione di un intero sistema di guerra economica che gli USA stavano sviluppando contro la Rivoluzione cubana e le cui prime azioni erano cominciate dallo stesso gennaio 1959, quando furono ricevuti negli USA, insieme ai criminali e torturatori, i colpevoli del saccheggio del tesoro nazionale. Non un solo centesimo fu restituito a Cuba. In quel momento, non erano ancora state stabilite più strette relazioni con l'URSS, che si rafforzarono durante la visita di Mikoyan nell'isola, nel febbraio 1960; non si era iniziato il più ampio processo di nazionalizzazioni delle proprietà USA, che iniziava il 6 agosto 1960; né si era dichiarato il carattere socialista della Rivoluzione, ciò che avvenne il 16 aprile 1961.

L'essenza del conflitto non era altra che l'egemonia contro la sovranità. Essenza che, in precedenza, aveva anche portato Washington ad intervenire in Bolivia (1952) e Guatemala (1954). Le Rivoluzioni erano semplicemente proibite in America Latina e nei Caraibi.

Ma fu dopo la firma della Legge di Riforma Agraria che la guerra economica USA contro la Maggiore delle Antille divenne più virulenta, includendo bombardamenti, atti terroristici e sabotaggi di industrie e campi di canna. Tuttavia, il presidente USA, Eisenhower, appariva insoddisfatto ed impaziente per i risultati. Nel gennaio 1960, in una riunione in cui la CIA presentò un piano di sabotaggi a zuccherifici cubani, Eisenhower chiese al direttore dell'agenzia, Allen Dulles, che tornasse con un più ampio programma di aggressione economica. Giorni dopo avrebbe espresso -con totale trasparenza- la logica di questa guerra economica ed il suo obiettivo fondamentale, dimostrando la sua natura genocida: "Se loro -il popolo cubano- sentono fame, faranno cadere Castro". [I] Approccio che, il 6 aprile 1960, avrebbe ratificato l'assistente segretario di stato, Lester D. Mallory: "La maggior parte dei cubani sostengono Castro (...) non vi è un'effettiva opposizione politica (...) l'unico mezzo prevedibile per alienare l'appoggio interno è attraverso il malcontento e lo scoraggiamento basati sull'insoddisfazione e le difficoltà economiche (...) Deve utilizzarsi, tempestivamente, qualsiasi mezzo per indebolire la vita economica di Cuba (...) negando a Cuba denaro e forniture al fine di ridurre i salari nominali e reali, con lo scopo di provocare fame, disperazione ed il rovesciamento del governo". [ii]

Nel marzo dello stesso anno, insieme al Programma di Azioni Segrete contro il regime di Castro, il presidente USA aveva approvato un Programma di Pressioni Economiche contro Castro. Sembra, secondo quanto suggeriscono i documenti declassificati negli USA, che, a partire da tale data, si creò un gruppo super-segreto presieduto dal Segretario al Tesoro, Robert Anderson -una delle figure che mostrò più ostilità verso la Rivoluzione cubana all'interno dell'amministrazione Eisenhower- incaricata di studiare e mettere in pratica le misure di aggressione economica contro l'isola.

Nei suoi ultimi sei mesi di mandato, Eisenhower, s'incaricò, inoltre, di spingere e cercare la rottura delle relazioni diplomatiche con Cuba, di adottare misure fondamentali verso lo stabilimento di un totale blocco economico contro Cuba: il golpe petrolifero -quando si ridusse le forniture di petrolio all'isola e poi le società statunitensi Esso e Texaco, e la British Shell, istigate dal governo USA si fiutarono di raffinare il petrolio proveniente dall'Unione Sovietica-; la riduzione e poi l'eliminazione della quota di zucchero cubana e il divieto di esportare a Cuba furono misure che seguirono, una dopo l'altra, nella seconda metà del 1960. Solo l'ultima delle misure avvenne, il 19 ottobre, dopo l'inizio del processo di nazionalizzazione della proprietà USA, nel 1960.

Pertanto le nazionalizzazioni -necessarie e del tutto legali secondo il diritto internazionale- anche se erano comprese all'interno del processo rivoluzionario furono accelerate in risposta alle misure di guerra economica intraprese dal governo USA contro Cuba. Tuttavia, Cuba, ancora una volta, mostrò la sua volontà di risarcire le persone colpite, ma il governo USA rifiutò di negoziare la questione. Il progetto d'invasione di Cuba -che avvenne mesi più tardi- era in fase avanzata, per cui credettero non fosse necessario stabilire negoziazioni con un governo che, presumibilmente a breve, sarebbe stato rovesciato.

Kennedy avrebbe continuato aggiungendo anelli alla guerra economica contro Cuba e avrebbe portato l'escalation del conflitto alla massima espressione. Infatti, al momento in cui firma l'Ordine Esecutivo, era in atto l'Operazione Mangusta, il più grande piano della guerra segreta che gli USA hanno portato avanti contro un qualche paese. Di 32 compiti della guerra segreta, 13 erano diretti all'area economica. In quel periodo -novembre 1961 a ottobre 1962- si registrarono 716 azioni di sabotaggio economico contro Cuba.

Pierre Salinger, che fu addetto stampa di Kennedy, avrebbe riferito, anni dopo nelle sue memorie, che il presidente lo chiamò una notte, all'inizio del 1962, e gli ordinò di ottenere molti sigari Avana. Quanti?, chiese Salinger. "Circa un migliaio", rispose Kennedy. Il giorno successivo il presidente lo chiamò nel suo ufficio per verificare se avesse ottenuto i sigari e Salinger gli rispose che ne aveva comprato un migliaio. "Bravo", esclamò il presidente, "ora dispongo di una sufficiente riserva di sigari e posso firmare il proclama vietando, negli USA, i prodotti di Cuba". [III]

L'aneddoto, benché rifletta il buon gusto di Kennedy per i sigari cubani, è machiavellico, in quanto riflette come, un presidente USA, con una semplice firma e persino con un sorriso sulle labbra, possa privare milioni di statunitensi di privilegi che conserva solo per lui. Tale firma anche significò il coinvolgimento di milioni di cubani che hanno sofferto gli effetti del blocco per decenni.

Nel 1963 fu istituita la struttura di base del blocco contro Cuba, con aggiunti risvolti perversi come: terrorismo, sabotaggio, spionaggio e aggressione biologica.

La Legge Torricelli (1992) e la Legge Helms Burton (1996) sarebbero diventati gli anelli più importanti che sarebbero stati aggiunti e che, ancora oggi, dan vita a questo quadro di leggi e divieti con cui ebbe a lottare il presidente Barack Obama, dopo gli annunci del 17 dicembre 2014; anche se, in realtà, in termini pratici si discostò abbastanza dal suo discorso, prendendo in considerazione cosa avrebbe potuto fare, secondo le sue prerogative presidenziali.

Ciò che risulta inaudito è che ancora tal blocco esista nel XXI secolo, come un pugnale conficcato nella gola dei cubani. Articoli della Convenzione dei diritti economici, sociali e culturali, così come della Convenzione sui diritti civili e politici, sono molto espliciti in che uno dei diritti umani fondamentali è il diritto alla vita di un popolo, e quindi mentre esista questo criminale blocco, fino all'ultimo minuto continuerà ad essere la più grande e flagrante violazione dei diritti umani che è stata praticata contro il popolo cubano per 55 anni.

Ora, bene, risulta pertinente porsi la seguente domanda, il giorno in cui tale blocco sia completamente sollevato -poiché siamo consapevoli che più presto che tardi succederà-, sarà finita la guerra economica contro Cuba o questa apparirà sotto altra modalità in cui gli strumenti economici verranno utilizzati per rafforzare la battaglia ideologica e culturale tra il capitalismo ed il socialismo, in cui già ci troviamo immersi? Credo che abbiamo visto un importante passo avanti, in tale futuro, durante l'amministrazione Obama, scenario davanti a cui dobbiamo anche essere preparati, anche se siamo coscienti che la battaglia più imperiosa, di oggi, è ottenere la definitiva morte del blocco.

Nonostante molte delle idee e concezioni che l'amministrazione Obama maneggiò nel suo "nuovo approccio" politico nei confronti di Cuba, hanno una lunga storia in certi circoli di potere USA, è ora più visibile che mai la contraddizione che esiste tra coloro che credono che il blocco sia funzionale alla sovversione, e coloro che considerano costituisca un ostacolo per convertire gli elementi del cosiddetto Binario II della Legge Toricelli in una superstrada di influenze.

Termino con due citazioni, pronunciate in due momenti diversi, da due figure importanti della classe politica di Washington, che parlano da sé.

All'inizio del 1999, l'allora Segretaria di Stato USA durante l'amministrazione di W.Clinton, Madeleine Albright, espresse "stiamo usando armi intelligenti puntate verso l'obiettivo che vogliamo. Desideriamo aiutare a creare un'economia di mercato indipendente e cercare che continui ad espandersi e si giunga a separarsi completamente dallo Stato". [IV]

16 anni dopo, Antony Blinken, vice segretario di Stato USA, nel corso di una visita in Spagna, nel luglio 2015, segnalò: "L'embargo aveva buone intenzioni. Rifletteva il fatto che il Governo cubano, all'epoca, negava diritti fondamentali ai suoi cittadini e rappresentava una minaccia alla sicurezza per la sua alleanza con l'URSS. Ma non è stato efficace nel raggiungere i suoi obiettivi. E' logico provare qualcosa di diverso. Crediamo che aprire relazioni è il modo migliore per raggiungere gli obiettivi che avevano coloro che sostenevano l'embargo. Questo permetterà al popolo cubano, alla classe media, aver più contatto con il mondo e con gli USA. Questo ci permetterà estendere i nostri contatti nella società cubana. Le misure che stiamo prendendo rafforzeranno la classe media di Cuba. Questo è il miglior strumento per ottenere quello che tutti vogliamo: una Cuba libera, prospera e democratica". [v]


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