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A Varsavia in scena il summit dei leader dimezzati


Eshin
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A Varsavia in scena il summit dei leader dimezzati

I big hanno tutti problemi in patria, il più forte è l’assente Kaczynski

MARCO ZATTERIN
Al vertice della Nato, a parlare di Difesa, Mediterraneo, vicino Oriente e Russia, leader destinati a un futuro nel migliore dei casi incerto. Sono deboli, se non dimezzati, ai minimi storici nella classifica del consenso, senza governo, a fine mandato o dimissionari. Quasi «The Rotters’ Club», ci scherzerebbe su lo scrittore britannico Jonathan Coe. Quasi una «banda dei brocchi», per tenere fede alla versione italiana del romanzo, che orchestra un summit atlantico del quale non si ricorda una versione più «soft power». Capi di Stato e di governo fiaccati da un decennio di crisi globali e pure vittime di un bizzarro destino che ieri sera li ha riuniti nel Palac Koniecpolskich, oggi sede presidenziale polacca, nel 1955 il luogo dove si firmò il Patto di Varsavia, l’alleanza fra i Paesi del blocco sovietico che ufficializzò la più fredda delle guerre.

Fra gli intonaci e gli stucchi di ispirazione neoclassica, i ventinove soci del Patto hanno discusso al massimo livello le strategie per un guerra che vorrebbero evitare praticando la deterrenza, arma (per ora) finale con cui l’Alleanza cercare di tenere a bada soprattutto il Cremlino, con risultati solo parzialmente soddisfacenti, visto che la Crimea è perduta e l’Ucraina è scossa dalla guerra civile. La carta pescata dai signori della Nato per il Risiko del XXI secolo chiede di blindare la frontiera orientale, stabilizzando Siria e Libia, arginando i flussi migratori, tenere a bada il «nemico» Putin, con cui parte del club di Evere vorrebbe avere relazioni più normali.

La leadership forte che occorre per vincere la partita e salvare il pianeta dei conflitti, ieri sera non era tuttavia seduta alla mensa imbandita del Koniecpolskich. Il presidente Obama, sulla carta l’uomo più potente del mondo, sta per lasciare la Casa Bianca ed è giunto a Varsavia destabilizzato dai fatti di Dallas. La cancelliera Merkel non è quella che è stata, fra un anno si vota in Germania e lei non sa se correre e con quali chance. La partita dei rifugiati l’ha fiaccata, l’euroscetticismo e gli ambigui rapporti con Erdogan non hanno aiutato.
Tutti guardano a Matteo Renzi come al partner che in autunno rischia grosso col referendum costituzionale e al capofila di quelli che spingono per ripristinare - nel rispetto degli accordi per la garanzia del diritto internazionale - le relazioni con Mosca, il che non piace a molti. Quanto a François Hollande, ha già un piede fuori dall’Eliseo, mentre a David Cameron, il britannico che ha voluto e perso il referendum sulla Brexit, restano un paio di mesi da passare a Downing Street. Il suo omologo spagnolo Mariano Rajoy durerà, pare, ma un governo non ce l’ha ancora. Al loro fianco sono il presidente dell’Ue e quello della Commissione, Tusk e Juncker, entrambi oggetto di critiche e di voci su un possibile addio, per non parlare dell’Europa spezzata dalla Brexit che rappresentano.

Chi vede la debolezza dell’Occidente provocata dalla carenza di leadership trova nel summit Nato ragioni di evidente conforto. La politica tradizionale perde colpi, gli uomini che contano non sono fisicamente al summit Nato. Uno è Jaroslaw Kaczynski, un condottiero senza incarichi pubblici che governa la Polonia coi conservatori di «Diritto e Giustizia». L’altro è Vladimir Putin, il russo che più trae vantaggio dalla debolezza dell’Alleanza e dell’Europa, solido perché le regole, e il loro rispetto, gli interessano quando lo ritiene lui. Al suo cospetto, il club dei leader dal futuro che insegue soluzioni compatibili col diritto è un gigante che non riesce a mordere. Potrebbe rifarsi attrezzando ricette solide e condivise per molteplici crisi, dalla sicurezza all’Economia. Non succede. E così, sinché possibile, continua a erodere inesorabilmente il suo già troppo morbido potere.

http://www.lastampa.it/2016/07/09/esteri/a-varsavia-in-scena-il-summit-dei-leader-dimezzati-gNRNTZpDSfYj1XemC8yl2J/pagina.html


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Nieuport
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Registrato: 2 anni fa
Post: 307
 

Ma come si fa a postare schifezze simili? Le strategie per una guerra che vorrebbero evitare...” Quale guerra? Chi è che minaccia guerra? È la Russia che ammassa truppe ai confini dell’America o l’America che ammassa truppe ai confini con la Russia? “la Crimea è perduta...” Perduta da chi? Era forse nella NATO? Una regione che ha fatto un referendum ed è tornata al paese del quale aveva fatto parte per secoli. “L’Ucraina è scossa dalla guerra civile...” ma per fortuna in Estonia hanno rimosso il monumento al soldato russo e messo il monumento alle SS. Se questo vomito appare su La Stampa, stiamo freschi.


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Eshin
Famed Member
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" Se questo vomito appare su La Stampa, stiamo freschi."

Sì.


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