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Alberto Negri - Il nuovo disordine mondiale di Usa, Russia e Cina


Arcadia
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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G7 in declino. Al tavolo che conta gli europei sono i camerieri. Intanto l’economia-mondo, quella che fa veramente paura a Washington, si riunisce nella città costiera cinese di Qingdao,
Il mondo si divide in due, magari pure in tre o quattro parti in competizione tra loro e la remota provincia italica, ambita solo da rifugiati e migranti, litiga per capire dove sta, spaventata di diventare la nuova Cuba del Mediterraneo. Ci manca solo la battuta di Tony Montana-Al Pacino in Scarface «Io un comunista lo ammazzo anche gratis» e poi le abbiamo sentite tutte in questi giorni di G-7 su Putin, la Nato e l’Italia.Sembrava, a leggere i nostri giornali dove milita una bella fetta di tremebondi ex comunisti, che fossimo in procinto di abbandonare l’Alleanza, chiudere la basi e sequestrare 120 testate nucleari agli americani: all’armi, il fantasma di Ghino di Tacco è tornato a Sigonella.

E invece a Trump il premier Conte, un devoto di padre Pio, piace così tanto da invitarlo subito alla Casa bianca: il nostro debuttante è stato l’unico ad abboccare al tweet di The Donald per far rientrare la Russia nel summit, espulsa dopo l’annessione della Crimea nel 2014. Invito che ha irritato gli altri partner europei ed è stato respinto al mittente da Mosca: «Siamo interessati ad altri formati».
Cina e Russia hanno tenuto un altro vertice, là dove si muove l’economia-mondo, quella che fa veramente paura a Washington. A Qingdao, città costiera cinese, si è riunito l’anti G-7, l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), con Cina e Russia come Paesi capofila. In un vertice di due giorni i capi degli Stati membri dell’orbita russo-cinese hanno proposto progetti di crescente integrazione per la nuova Via della Seta (One Belt One Road) mentre il G7 è alle prese con tensioni e divisioni. E tanto per gradire la Banca di sviluppo cinese fornirà una linea di credito da 65 miliardi di yuan, 10 miliardi di dollari, alla Veb Bank russa. All’incontro era presente il presidente iraniano Hassan Rohani che non fidandosi del fronte europeo anti-sanzioni guarda decisamente a Oriente.

The Donald in Canada ha invece gettato le sue esche per dividere quanto è possibile il campo europeo: vuole riscuotere i dazi come fossero u pizzu sul surplus commerciale dei tedeschi (un posto di lavoro su due in Germania dipende dall’export) e i pesciolini dell’Unione, in fibrillazione, si sono raggrumati come un branco d’acciughe. Si tratta di rapporti di forza e in Canada, nella finzione di Chalevoix, si scherza ma fino a un certo punto.
Cosa ci possiamo aspettare dal G-7 in Canada lo esemplifica molto bene l’ultima copertina dell’Economist. Donald Trump è raffigurato a cavalcioni di una palla per la demolizione degli edifici: l’obiettivo è frantumare le istituzioni internazionali, il multilateralismo e le vecchie regole per costruire al loro posto una nuova geopolitica dove l’America rimane vincitrice. L’idea del presidente americano è quella di trascinare i suoi partner in negoziati bilaterali sempre più vantaggiosi per gli Stati Uniti.

Una strategia che nei suoi intenti potrebbe dividere ancora di più l’Unione europea, da anni sempre meno incline a obbedire ai diktat americani. Agli Usa piacciono i Baltici e i Paesi dell’Est, che nella loro deriva proto-fascista sono la nuova frontiera anti-Putin. A questo serviva la rivolta dell’Ucraina e adesso, ancora di più, è utile l’Est europeo: la Russia è in Siria, manovra con l’Iran e la Turchia, membro storico della Nato sempre più riottoso, e l’America vuole far pagare a Mosca la sua intrusione infilandosi nel cortile di casa dei russi. Per questo gli strateghi della Casa Bianca trovano così irritanti gli europei dell’Ovest che vanno da Putin a San Pietroburgo come Macron e firmano con la Merkel il raddoppio del gasdotto Nordstream.
Come farglielo capire che devono stare al loro posto?
Il disordine pilotato è una teoria che gli Stati uniti – dopo averla applicata malamente con altre amministrazioni repubblicane, in particolare in Medio Oriente – sperano adesso di utilizzare per ricavare un nuovo posizionamento globale.

Non è necessariamente una dimostrazione di forza imperiale da parte della superpotenza americana come dimostra la sprezzante risposta russa alla proposta di Trump di tornare al tavolo del G-8. Tentare di abbattere le strutture multilaterali create dopo la Seconda guerra mondiale – inclusa l’Unione europea – è di fatto l’ammissione che non le governano più come vorrebbero.
Ma forse, dopo i successi iniziali, questa strategia di The Donald si potrebbe risolvere in una pericolosa illusione: alleati e avversari, nel medio e lungo termine, saranno sempre meno inclini a riconoscere la leadership Usa e la sfideranno economicamente e militarmente dove sarà loro possibile.
Si prepara il nuovo disordine mondiale, che la Russia e la Cina hanno ben compreso.
È l’ultima fase dell’età della destabilizzazione che dovranno affrontare in futuro l’Europa e l’Italia: questo è il messaggio che proviene del G-7 in Canada. Forse il prossimo sarà un G-4: Usa, Russia, Cina e Ue, posto che ci sia ancora un’Unione europea da rappresentare.

https://ilmanifesto.it/il-nuovo-disordine-mondiale-di-usa-russia-e-cina/
10.06.2018


Citazione
Tibidabo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1331
 

Ma come “frantumare il multilateralismo”...è il contrario, Trump sta “fondando” il nuovo e vero multilateralismo...
Trump non vuole che gli altri paesi riconoscano la leadership americana e ha capito che il ruolo di egemone unico sulla scena mondiale non solo non è sostenibile ma sta portando gli US a perdere il controllo di una situazione di conflitto permanente che per essere gestita deve continuamente autoalimentarsi.
Vuole “condividere” la leadership con le grandi potenze emergenti riservandosi, come è ovvio, una posizione privilegiata.
Solo che lo fa cancellando l'ordine di Yalta - in cui due paeselli come UK e Francia pretendono di dettare legge alla pari di colossi come Cina, Russia e in futuro India e Brasile - ossia mettendo in discussione l'idea stessa di “Occidente”.

Qui l'Italia ha a disposizione una carta straordinaria, quella a lei particolarmente congeniale del mediatore, per di più godendo da sempre di un rapporto privilegiato col mondo arabo.

Al contrario di quello che scrive Alberto Negri non è Trump a generare il rischio di disordine globale ma saranno i suoi nemici interni in US, l'élite cosmopolita che si avvale del deep state per contrastarlo, che rendendosi conto di essere sul punto di perdere definitivamente l'egemonia tenteranno la strada del caos, esattamente come hanno cercato di fare in medio oriente quando, avendo compreso che l'Islam non era contenibile né controllabile, hanno scatenato delle guerre per procura nel tentativo di mettere uno contro l'altro tutti i diversi gruppi religiosi dell'area....ma poi sono arrivati i russi...

Hanno già perso e lo sanno ma l'ultimo colpo di coda potrebbe essere molto violento.


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MarioG
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3055
 

Piu'che altro e' l'Islam shita che non e' per loro controllabile, a partire dal '79.
Anche i regimi arabi per lo piu' laici e alcuni socialisteggianti come Egitto, Libia, Siria, Iraq erano poco controllabili.
L'Islam sunnita wahabita dei super amici e amici-di-cognati sauditi e' invece per loro massimamente controllabile, (vedi creazione di al-Qaida in Afganistan negli anni '80, con tutti gli usi fatti in seguito...).
Infatti le cosiddette rivoluzioni colorate in particolare Siria, Egitto, Libia, hanno usato l'Islam sunnita. Non si puo' dire che siano andate benissimo, ma se non altro hanno seminato un bel po' di caos e rallentato lo sviluppo di acluni di essi per decenni. In Iraq hanno avuto lo spiacevole effetto di rafforzare l'islam shita e probabilmente anche in Siria. Non era quello che volevano, ma si sa che nella strategia americana in medio-oriente predominano le ossessioni dello staterello unica-democrazia-di-laggiu': In Siria e Iraq hanno prevalso gli obiettivi israeliani del piano Kivunim.


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