Notifiche
Cancella tutti

Blocco: solito bastone e carote (avvelenate)


cubainforma
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1957
Topic starter  

www.cubainformazione.it

Cuba-USA: si mantengono i bastoni e aumentano le carote (avvelenate)
 
Obama lo ha detto il 19 dicembre al commentare, in TV, la sua nuova politica: Ci dà l'opportunità di gestire il governo cubano con bastoni e carote. Con le nuove misure annunciate, questo 18 settembre, ancora una volta è tornata ad essere chiara l'intenzione del governo USA di approfittare delle circostanze per proseguire, da nuove strade, il suo vecchio obiettivo: far tornare Cuba al capitalismo dipendente. Condividiamo questa analisi di Sergio Alejandro Gomez sul quotidiano Granma.

Gli USA ampliano alcune modifiche al blocco, ma mantengono i principali ostacoli

I dipartimenti del Tesoro e Commercio USA hanno annunciato, venerdì scorso, una nuova serie di misure che modificano l'applicazione di alcuni aspetti del blocco contro Cuba, in particolare nei settori dei viaggi, rimesse, telecomunicazioni e commercio.

Le regolamentazioni entreranno in vigore il prossimo lunedì e completeranno il pacchetto annunciato lo scorso gennaio. Comprendo, praticamente, gli stessi campi e non aprono nuove aree di interscambio.

Rispetto ai viaggi, uno dei settori con il maggiore potenziale tra i due paesi dopo più di mezzo secolo di distanziamento, la novità di maggior rilievo è che sarà permesso visitare Cuba ai parenti stretti di coloro che siano stati autorizzati entro le 12 categorie ammesse.

Questo significa, ad esempio, che un cittadino USA che abbia ottenuto una licenza generale per partecipare ad un attività educativa (altre categorie valide sono viaggi familiari, attività religiose, culturali, progetti umanitari, interesse giornalistico, ecc), possono viaggiare accompagnati dalle loro moglie e figlio.

Si autorizza, altrettanto, il trasporto marittimo di passeggeri tra i due paesi, mediante licenza generale, ma senza fare sosta in un terzo paese. Diverse linee di crociera e trasporto merci, come la nordamericana Carnival e la spagnola Belearia, avevano già mostrato interesse ad occupare questo mercato.

Le misure non comprendono, tuttavia, l'autorizzazione di viaggi "popolo a popolo" in modo individuale. I media internazionali e gli analisti hanno gestito questa misura, che è nelle potestà esecutive del presidente Barack Obama, come una possibile alternativa per accelerare gli scambi tra i due paesi.

Quella categoria di viaggio è il più inclusiva delle 12 permesse, ma stabilisce che solo può essere utilizzata in visite in gruppo e guidate.

Nonostante le limitazioni, i viaggi degli statunitensi verso Cuba sono aumentati di circa il 50% rispetto all'anno precedente. Gli esperti suggeriscono che, togliendo il divieto di fare turismo, che è nelle mani del Congresso, diversi milioni di persone, ogni anno, potrebbero attraversare lo stretto di Florida per apprezzare la cultura e la bellezza naturale cubana.

Un altro cambio, annunciato ieri, è che i viaggiatori autorizzati potranno aprire conti bancari in Cuba per effettuare transazioni bancarie durante il loro soggiorno nel nostro paese.

Lo scorso gennaio c'erano stati dei progressi in questo settore con l'approvazione dell'utilizzo, a Cuba, delle carte di credito da parte degli statunitensi. Nonostante l'interesse mostrato dai leader del settore, come Mastercard, otto mesi dopo, ancora non si è potuto concretizzare questa possibilità per l'assenza di una banca disposta ad assumere transazioni bilaterali.

Sembra che l'ambiente derivante dalla politica del blocco non offre garanzie sufficienti alle istituzioni finanziarie USA per coinvolgersi in questo business. Pesano anche, in questo senso, le multe milionarie imposte a diverse banche internazionali e gli oneri burocratici che implica compiere con le normative USA nei confronti di Cuba.

Per quanto riguarda le rimesse, si amplia il cammino iniziato in gennaio ed ora si eliminano completamente i limiti sulle quantità di denaro che possono essere inviate. Si apre la possibilità d'inviare rimesse di Cuba verso gli USA e si autorizzano le transazioni e le rimesse associate alla distribuzione e consegna di eredità.

Neppure i conti aperti da parte di cittadini cubani con lo status di "non-immigrati" negli USA saranno bloccati una volta che la persona sia fuori dal territorio di tale paese.

Il settore delle telecomunicazioni e i servizi di Internet mantengono il loro status privilegiato nella strategia dell'attuale amministrazione.
Si permette, quindi, a persone soggette alla giurisdizione USA, stabilire imprese a Cuba, inclusi investimenti congiunti con entità cubane, così come l'importazione di applicazioni di telefonia mobile realizzate nell'isola e assumere cittadini cubani per svilupparle.

Nel campo delle transazioni finanziarie e commerciali, che è uno dei più colpiti dal programma del blocco, i cambiamenti sono stati minimi e rivolti specificamente alla vendita di beni e servizi ai cubani radicati nei paesi terzi. E 'compresa l'approvazione affinché essi questi possano aprire conti bancari nelle istituzioni USA e realizzino transazioni autorizzate attraverso piattaforme digitali su Internet.

Consente inoltre, per rafforzare l'approccio diplomatico, le transazioni tra Cuba e gli USA associate alle missioni diplomatiche in quel territorio.
Una nuova area ma d'attuazione poco chiara, a causa delle limitazioni del blocco e le caratteristiche della legge nazionale cubana, è la possibilità di aprire rappresentazioni fisiche delle istituzioni e delle imprese USA a Cuba.

Questa misura permette stabilire e mantenere una rappresentanza, un ufficio, punto di vendita o magazzino a uffici stampa; fornitori di prodotti autorizzati per l'esportazione o ri-esportazione (prodotti e materiali per la costruzione o la ristrutturazione di edifici di proprietà non statale e nel settore agricolo non statale); servizi di posta, pacchi e trasporto merci; servizi di telecomunicazioni ed Internet; istituzioni educative; organizzazioni religiose, agenzie di viaggio o tour operator. Questi soggetti potranno aprire e gestire conti bancari nel paese e assumere cittadini cubani e nordamericani.

Nella sezione sul commercio, rimangono praticamente gli stessi limiti delle misure di gennaio. I campi inclusi continuano ad essere i materiali da costruzione, attrezzature e strumenti per l'uso del settore non statale, attrezzature e strumenti per l'attività agricola anch'essa non statale.

Si approva, ora, la riesportazione da un paese terzo di articoli USA a Cuba per attività scientifiche, archeologiche, culturali, ambientali, educative, preservazione storica, sportiva, ricerche e incontri professionali.

In questo senso rimane ancora vigente il divieto di vendita alle controllate USA in paesi terzi, che è codificata nel diritto USA. Pertanto gli acquisti autorizzati dovrebbero essere fatti a società non USA in altre nazioni.

Altre misure riguardano l'autorizzazione di servizi legali, l'espansione degli scambi educativi tradizionali e attraverso Internet. Anche si alleggeriscono le limitazioni nei servizi medici di emergenza e ambulanze aeree tra i due paesi. Inoltre, le transazioni relative a progetti umanitari si ampliano in caso di catastrofi e preervazione storica.

I PRINCIPALI OSTACOLI RESTANO VIGENTI. MOLTO RESTA DA FARE

Le nuove misure dimostrano che il presidente Barack Obama conserva ampie potestà per continuare a modificare l'applicazione del blocco.

"Il presidente potrebbe e dovrebbe fare molto di più utilizzando la sua autorità esecutiva", ha detto a Granma l'accademico USA William Leogrande, autore del libro 'Canali segreti con Cuba. La storia occulta dei negoziati tra Washington e L'Avana.

"Dovrebbe consentire le licenze individuali per gli statunitensi nei programmi people-to-people, an
ziché richiedere che lo facciano in costosi pacchetti di gruppo. Potrebbe dare licenze a banche USA di elaborare le transazioni in dollari provenienti da Cuba, in modo che queste non temano di essere multate per fare affari con l'isola. Potrebbe permettere la vendita di attrezzature scientifiche e potrebbe permettere che atleti cubani firmino contratti professionali negli USA senza dover abbandonare, permanentemente, il proprio paese e rompere con le loro squadre locali", spiega LeoGrande.

"Questo è solo un esempio di ciò che il presidente può fare dato che il suo potere per rilasciare licenze in deroghe all'embargo (blocco) è molto ampio".

James Williams, presidente della coalizione bipartisan Cuba Engage, che sostiene la fine del blocco, coincide con quanto segnalato dall'accademico USA. Aggiunge, in un comunicato ufficiale, della sua istituzione che "il Congresso dovrebbe anche fare il suo lavoro e rispondere al crescente appello popolare, in tutto il paese, che esige la fine delle restrizioni ai viaggi e l'embargo (blocco) al commercio".

I principali analisti delle complesse relazioni tra i due paesi concordano che in quest'ultimo pacchetto di misure si mantengono limitazioni chiave.

Ad esempio, l'uso del dollaro nelle transazioni internazionali rimane bloccato per Cuba, anche se è inteso che sarà possibile utilizzarlo negli scambi bilaterali. In ogni caso, il nostro Paese continua ad essere sottomesso ad una misura discriminatoria per quanto riguarda la principale moneta internazionale ed è obbligato a spendere grosse somme in cambi di divisa per gli acquisti internazionali.

Inoltre, rimangono totalmente chiuse le possibilità d'accesso ai crediti privati per commerciare con gli USA, costringendo al pagamento anticipato e in contanti, condizioni che non hanno uguali nel mondo degli affari del XXI secolo.

Dopo aver terminato la I riunione della Commissione Bilaterale tenutasi a l'Avana la settimana scorsa, la direttrice generale per gli USA del MINREX, Josefina Vidal Ferreiro, ha spiegato che ci sono limitazioni che impediscono l'applicazione del regolamenti approvati da Washington.

Ha menzionato la mancata conoscenza della sua portata e contenuti su entrambi i lati, per cui si deve procedere, in un prossimo futuro, ad una riunione di esperti.

Inoltre, ha aggiunto, che queste regole hanno in loro le stesse limitazioni che impediscono la loro corretta e adeguata attuazione.

"A Cuba non le si consente l'uso del dollaro e ancora non c'è una regolamentazione che consenta l'accesso a crediti e il finanziamenti", ha poi detto di due aspetti che sono ancora oggi vigenti.

A questo proposito, la lettura dei regolamenti adottati finora dimostra che mancano di reciprocità. Si limitano quasi esclusivamente le esportazioni cubane negli USA e non si permette che gli enti e imprese cubane possano aprire conti in banche USA, o aprire uffici, come si è approvato nella direzione opposta.

Vi è anche una mancanza di riconoscimento dell'ordinamento interno del paese e non si aprono possibilità per le imprese di proprietà sociale a Cuba, che costituiscono la base dell'economia nazionale e in cui lavora la più alta percentuale di cittadini, partecipano agli spazi aperti nella nuova politica.

Le misure sono volte a settori specifici, e non a beneficio di tutta la società, con un chiaro obiettivo politico.

Questo fatto non lo nascondono i funzionari USA. La segretaria del Commercio, Penny Prizker, ha detto ieri che gli ultimi regolamenti erano disegnati "per sostenere l'emergente settore privato a Cuba e collocarci più vicino al raggiungimento degli obiettivi storici della politica del presidente Obama".

Il direttore del Centro per gli Studi Emisferici e degli USA dell'Università dell'Avana, Jorge Hernandez, ha detto a questo giornale che ancora una volta è apparsa chiara l'intenzione del governo USA di approfittare delle circostanze per proseguire, da nuove vie, il suo vecchio scopo.

"L'idea è promuovere così migliori spazi e con più rapidità per introdurre a Cuba la democrazia e la libertà, nella sua versione liberale e occidentale nordamericana, concepita come di valore e legittimità universale" aggiunge il professore cubano.

Anche se il presidente conserva facoltà, è una realtà che ha già fatto più di qualsiasi altra amministrazione per allineare la politica USA all'obiettivo di normalizzare le relazioni tra i due Paesi, afferma, per parte sua, in una conversazione con Granma Sarah Stephens, direttrice esecutiva del Centro per la Democrazia nelle Americhe, un gruppo che difende il riavvicinamento con Cuba ed il cambiamento di politica di Obama.

Il professore titolare presso la Facoltà di Diritto dell'Università dell'Avana e autore di diversi libri sul rapporto tra Cuba e USA, Rodolfo Davalos, coincide con Stephens nelle dichiarazioni a questo giornale: "E' molto, rispetto ai precedenti, ma ancora rimane da da smantellare l'impalcatura del blocco".


Citazione
Condividi: