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Brasile


pietroancona
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Il Brasile

In molti sostengono anche a sinistra che la "rivoluzione" brasiliana contro il governo di Dilma Roussef sia stata vera e non colorata come io ho sostenuto fin dalle sue prime battute. Il loro argomento è che le condizioni di vita della popolazione brasiliana,sono abbastanza difficili e gravi e che la politica delle privatizzazioni dei servizi ha reso quasi insopportabili le condizioni dei lavoratori specialmente pendolari. Il costo dei trasporti - ho letto_ arriva ad erodere il venticinque per cento del salario.
Non c'è dubbio che ci sia molto malessere nelle condizioni delle masse popolari non solo del Brasile ma di tutto il mondo. Oggi la gente sta peggio di come stava ieri per via della percentuali maggiore di ricchezza inghiottita dai miliardari. Il liberismo selvaggio, privo delle correzioni keinesiane della socialdemocrazia e del centro sinistra, accentua il divario enorme tra la ricchezza di pochi ed il malessere e la malavita dei tanti.
Il governo di Lula ed ora il Governo di Dilma hanno fatto molto per migliorare le condizioni delle masse popolari brasiliane. Ma il sistema che non intendono toccare basato sul Mercato e sul libero scambio non consente di attuare le misure che potrebbero davvero migliorare lo stato della popolazione. La soluzione radicale e vera per le masse popolari di tutto il mondo è certamente il comunismo. Solo una economia comunista può consentire il recupero delle risorse necessarie per migliorare la qualità della vita dei popoli. Ma oggim
come avviene quando la condizione di uno Stato migliora e si sviluppa si creano profonde e gravi contraddizioni e si avverte di più il peso delle povertà.
Non c'è quindi dubbio che c'è stata nei movimento contro Dilma una sincera componente rivoluzionaria tendente ad ottenere migliori condizioni di vita.
Ma non c'è neppure dubbio - almeno per me- che la regia di quanto è accaduto è stata nelle mani di ONG finanziate dagli USA, ONG che agiscono per destabilizzare uno dei punti più importanti del Brics ed un riferimento nell'America Latina che tende a liberarsi comunque della dominazione dei banchieri americani e del dollaro.
Lo stesso ragionamento possiamo fare per la Turchia. Anche in Turchia il movimento non è stato del tutto trasparente e le difficoltà create ad Erdogan sono state create allo scopo di condizionarne più pesantemente la politica. Fargli capire che se non fila dritto sarà cacciato via.


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