Brexit, il referendum non basta: "Così aggireranno il voto popolare"
Secondo Simon Tilford il Parlamento britannico è contrario all'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Il referendum sul Brexit può essere agirato
Claudio Cartaldo - Ven, 24/06/2016 - 14:45
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Simon Tilford, vicedirettore del think-tank Centro per le riforme europee, è certo di quello che dice: "Cosa succederà al Paese dopo il Brexit - ha affermato oggi - dipenderà dalla tipologia di accordo che la Gran Bretagna riuscirà a fare con l'Unione europea, sempre che uscirà davvero".
Il referendum sul Brexit può essere aggirato
"Sempre che uscirà davvero", dice. Ecco. I favorevoli alla Brexit non hanno nemmeno finito di festeggiare che già devono fare i conti con la realtà della burocrazia politica. Esiste infatti un cavillo che può ribaltare del tutto il risultato referendario. Il motivo? Quello successo ieri è solo una consulazione "consultiva", quindi poi deve essere il Parlamento a far muovere la macchina per far si che l'uscita dall'Ue diventi realtà. In pratica, il governo britannico deve chiedere ufficialmente di uscire, come previsto dai trattati dell'Ue. "Ma non è ancora detto che succeda - spiega Tilford, riportato da Libero -. Oltre il 70% del parlamento britannico è contrario ad un'uscita dall'Unione europea ed è proprio il parlamento che deve ratificare l'uscita. Esiste la concreta possibilità che non voti a favore dell'uscita e che possa essere convocato un referendum". Insomma, parliamo di "concreta possibilità" che tutto sia stato uno scherzo. E non è poco.
Cos'è il Centro per le Riforme Europee
Il Centro per le riforme europee (CER) è un think-tank londinese, che si occupa di rendere migliori le istituzioni europee. Simon Tilford, quindi, non parla a caso quando si riferisce ai prossimi passaggi che dovranno affrontare i sostenitori del Brexit. "Noi consideriamo l'integrazione europea come in gran parte benefico, ma riconosciamo che per molti aspetti l'Unione non funziona bene", si legge nella "biografia" del CER. Il tink tank organizza incontri, eventi, seminari e conferenze. Poi pubblica le sue ricerche, che sono spesso ascoltate da vicino da chi lavora a stretto contatto con l'Ue. "Non siamo affiliati con i governi, partiti politici o con l'istituzione europea - si legge ancora - e el 2014, il direttore del CER, Charles Grant, è stato nominato uno delle 50 persone più influenti della lista di Bloomberg News"
http://www.ilgiornale.it/news/brexit-tink-tank-inglese-cos-aggireranno-referendum-1275703.html
ecco, adesso finiti i festeggiamenti si torna con i piedi per terra...
😕 😕 😕
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😕 😕 😕
ci sono due anni davanti come minimo, e dieci come massimo che la GB esca dalla UE.
Brexit: cosa succede, calvario di almeno 2 anni per divorzio Ue
Si apre adesso un lungo processo che può durare dai 2 ai 10 anni
Brexit © AP
Brexit © ANSA/AP
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Redazione ANSA
24 giugno 201613:14
Terra incognita. E' quella che si apre dopo il voto in Gran Bretagna con la vittoria del 'Leave'. Prima del Trattato di Lisbona, non era nemmeno prevista la possibilità di uscita dall'Ue. Ora è contemplata dall'articolo 50, finora mai utilizzato.
La sola certezza è che sarà un processo lungo e complesso, di almeno due anni dal momento in cui verrà fatto scattare l'articolo di 'addio'. Ma potrebbe durare fino a una decina se si considerano anche i rapporti post-Brexit da rinegoziare tra Gb e Ue: il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, nei giorni precedenti al referendum ha parlato di "7 anni almeno", il governo britannico di "un decennio o più".
RISULTATO DEL VOTO. Il referendum sulla Brexit non è legalmente vincolante, ma il premier David Cameron ha già annunciato che il negoziato di uscita sarà guidato da un nuovo leader.
VERTICE UE E ATTIVAZIONE ART.50. La riunione del vertice Ue di martedì e mercoledì prossimi potrebbe essere la prima occasione per Cameron di attivare l'articolo 50. Prima di quel vertice a 28 ci sarà una "riunione informale a 27" per "una riflessione", ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Una volta pigiato il 'bottone rosso', scatta immediatamente il conto alla rovescia dei due anni massimi previsti per negoziare l'uscita, quindi la richiesta formale all'Ue potrebbe avvenire successivamente, anche dopo l'estate.
FINO A USCITA FORMALE LEGISLAZIONE UE RESTA IN VIGORE. "Non ci sarà vuoto legale" ha assicurato Tusk, precisando che "fino all'uscita formale della Gran Bretagna la legge Ue resta valida nel Regno Unito, ciò significa diritti e doveri".
ALMENO DUE ANNI PER L'EXIT. Con l'articolo 50 attivato, comincia il negoziato, verosimilmente gestito dalla Commissione Ue su mandato del Consiglio, per l'uscita della Gran Bretagna da quasi 45 anni di legislazione europea, dall'energia al mercato interno ai servizi finanziari. Nel frattempo, Londra continuerà a essere membro a tutti gli effetti dell'Ue, quindi a votare e prendere decisioni ma sarà esclusa da quelle sulla 'Brexit'. I parlamentari britannici diventeranno di fatto 'osservatori'.
Spetterà poi a Consiglio e Parlamento Ue dare o meno l'ok all'accordo per l'exit. Se al termine dei due anni questo non fosse stato raggiunto, o la Gran Bretagna cessa di colpo di essere membro oppure - ma solo su decisione unanime dei 27 - potrà esserle concesso più tempo per chiudere l'intesa.
ALTRI 5-8 ANNI PER NUOVI RAPPORTI E CHIUSURA VECCHI. Tutto dovrà essere rinegoziato per i nuovi rapporti, che potrebbero essere improntati a quelli dei Paesi Efta come Norvegia e Islanda: dagli accordi commerciali ai programmi di ricerca e per le pmi, dall'Erasmus alle norme di conformità dei prodotti. Le discussioni potrebbero andare in parallelo a quelle per l'exit, ma difficilmente si potrebbero chiudere in due anni. Senza contare il 'phasing out' dei programmi Ue in corso, e l'annosa questione dei funzionari e dei traduttori britannici Ue.
ma che palle sto erasmus...
che studino a casa loro
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ecco, adesso finiti i festeggiamenti si torna con i piedi per terra...
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Infatti. Su 650 membri del Parlamento inglese, 489 (la larga maggioranza) sono favorevoli alla permanenza nell'UE. Lo stesso attuale governo, ammesso che voglia rispettare la volontà degli elettori, può contare su una maggioranza di appena 16 voti. Il che significa che, affinché il Brexit possa trasformarsi da pio desiderio referendario in realtà, occorre un nuovo parlamento. Tutto dipende da quanta effettiva volontà e forza i gruppi dirigenti inglesi che stanno dietro al Brexit (sempre ammesso che esistano) saranno disposti a mettere in campo per perseguire il loro obiettivo. Le immediate dimissioni di Cameron (peraltro politicamente non necessarie) lasciano ben sperare circa la determinazione di chi ha architettato questo piano. Io però, almeno per un paio di settimane, mi rifiuterò di nutrire speranze e di fare scommesse.
(GF)
@TR/GF
personalmente gioisco perché il dogma dell'irreversibilità è stato intaccato...
questa uscita, per quanto ipotetica sia, deve tradursi nella fine dell'euro e nel ritorno alle Sovranità Nazionali
solo allora stapperò una bottiglia di spumante
chi ha architettato questo piano. Io però, almeno per un paio di settimane, mi rifiuterò di nutrire speranze e di fare scommesse.
(GF)
Ed io sono d'accordo con lei, Freda. 😉
Non sarà facile per i traditori europoidi britannici ribaltare la volontà del popolo.
Non stanno mica in Italia!
Non sarà facile per i traditori europoidi britannici ribaltare la volontà del popolo.
Non stanno mica in Italia!
oggi ho fatto uno strappo alla regola e mi son guardato il tg1...
profezie nefaste a parte, penso che vogliano rivoltare la frittata, hanno fatto un'intervista ad un certo sasson (qualificatosi come storico e politologo) che a parte le solite cose raccontava che questo referendum costringe anche gli scozzesi a stare fuori dall'eu e quindi non va bene...
poi le solite manfrine degli stranieri che dovranno andar via...
😆 😆 😆