Carri armati turchi entrano in Siria: operazione militare all’alba contro Daesh
Ankara ha lanciato una grande operazione per liberare la città siriana di Jarablus al confine con la Turchia. L’offensiva nel giorno della visita del vicepresidente Usa Joe Biden
Forze di terra turche, soprattutto carri armati, sono entrati in territorio siriano. Lo rendono noto i media turchi citando fonti militari.
All’alba Ankara ha lanciato una grande operazione per liberare la città siriana di Jarablus, al confine con la Turchia, dallo Stato islamico. Si tratta di un intervento contro i jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is o Daesh), nel nord della Siria, lungo il confine con la Turchia. I jet turchi hanno effettuato raid aerei, riferiscono i media ufficiali turchi affermando che le azioni militari rientrano in un’operazione congiunta con la coalizione anti-Is a guida Usa.
L’offensiva proprio nel giorno dell’arrivo del vicepresidente Usa Joe Biden, giunto ad Ankara questa mattina per la sua prima visita in Turchia dopo il fallito golpe del 15 luglio scorso. Nel corso della visita è atteso anche un confronto sulla richiesta di estradizione di Fethullah Gulen, che Ankara accusa del tentato colpo di stato.
L’obiettivo dell’operazione messa in moto all’alba di oggi «è ripulire il distretto di Jarabulus, nella provincia di Aleppo, dalla presenza di elementi dell’organizzazione terroristica Daesh». Secondo l’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu, le operazioni sono iniziate alle 4 ora locale. Il governo turco intende così «rafforzare la sicurezza al confine e difendere l’integrità territoriale della Siria». L’intervento, aggiunge la Anadolu, è scattato «in risposta agli attacchi terroristici in territorio turco» e dopo che colpi di mortaio lanciati dal territorio siriano hanno raggiunto località turche al confine.
La Bbc riferisce di pesanti bombardamenti contro obiettivi dell’Is e di spostamenti di carri armati lungo la frontiera turco-siriana con tank che hanno aperto il fuoco oltreconfine. Secondo la stessa emittente, unità delle forze speciali turche sono già in territorio siriano nell’ambito dell’operazione contro l’Is a Jarabulus.
I militari turchi hanno fatto sapere che l’artiglieria ha colpito 63 obiettivi in circa due ore e che poi sono stati effettuati raid aerei. Fonti militari citate dal sito web del giornale turco Hurriyet riferiscono di almeno 12 obiettivi distrutti nei raid e di altri 70 distrutti dall’artiglieria. Secondo la Bbc ci sarebbero 1.500 ribelli siriani sostenuti dalla Turchia pronti a partecipare alle operazioni sul campo a Jarabulus.
Ieri le autorità turche hanno invitato gli abitanti della città frontaliera di Karkamis a lasciare la città per motivi di sicurezza. E il capo della diplomazia di Ankara, Mevlut Cavusoglu, ha affermato che la Turchia assicurerà «ogni sorta» di supporto a un’operazione nell’area di Jarabulus. Ankara, che negli ultimi giorni ha bombardato anche postazioni delle milizie curde Ypg (sostenute dagli Usa in funzione anti-Is), vuole impedire che le forze curde conquistino questa città.
Questa guerra farebbe basire anche Talleyrand.
Gli USA, in concerto con Russia (!), Iran (!) e Assad (!), danno il beneplacito a un azione che sotto la copertura della minaccia dell'ISIS danneggia direttamente i curdi loro alleati.
E nel frattempo qualche chilometro più in là ad Hasakah appoggia i curdi contro Assad, che comunque si rivela essere non più così tanto una nemesi come pochi mesi prima.