Chiudere carcere e base!

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Chiusura di Guantanamo ... o restituzione a Cuba?

Nel tratto finale del suo mandato, Barack Obama, ha presentato, pochi giorni fa, un piano per chiudere il carcere che gli USA mantengono nella Base Navale di Guantánamo a Cuba.

Da lì sono passati -ricordiamo- 779 detenuti, la maggior parte sottoposti ad isolamento, tortura e senza difesa legale.

Gli argomenti di Obama per recuperare, ora, una delle sue prime promesse elettorali sono ben poco "umaniste". Guantanamo deve essere chiuso -ci dice- perché non è efficace giacché serve come motore alla propaganda "terrorista". E anche perché è molto costoso: ogni detenuto costa 4,4 milioni di dollari ogni anno.

L'annuncio della Casa Bianca è arrivato -dato curiosissimo- lo stesso giorno che, 113 anni fa -il 23 febbraio 1903- il primo Presidente della Repubblica di Cuba formalmente indipendente, firmasse il cosiddetto "Trattato cubano-statunitense".

Ciò obbligava Cuba a cedere, sotto locazione, parti del suo territorio, per l'installazione di basi navali USA. In cambio, gli USA avrebbero ritirato le sue truppe dall'isola, occupata dal 1898.

Per anni, e sotto il silenzio mediatico, il Governo cubano ha denunciato entrambe le ingiustizie, entrambe le aberrazioni. Da un lato, la violazione dei diritti umani nel carcere della Base. Inoltre, l'esistenza della stessa base navale, che occupa gli USA contro la volontà del popolo e del governo dell'isola, sulla base di un accordo firmato, con la forza, più di un secolo fa.

Tuttavia, la grande stampa internazionale a mala pena presta attenzione alla seconda denuncia, uno dei punti chiave dell'attuale dialogo bilaterale Cuba-USA.

Una ulteriore dimostrazione che i grandi media sono anche seduti -e prendono parte- in detto tavolo di negoziazione.