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Colpo di Stato in Turchia

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Anche adesso a me sembra tutta una messa in scena. Le notizie poi sono a dir poco confuse e contraddittorie.


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helios
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Anche adesso a me sembra tutta una messa in scena. Le notizie poi sono a dir poco confuse e contraddittorie.

la regia quando ci sono notizie confuse e contradditorie ha solo un firma,forse due, ma tanto fa sempre capo a quella.


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Turchia, fallito golpe. Oltre 200 morti. Tensione con Usa, "chi ospita Gulen è nostro nemico"

Presidente e premier preparano giro di vite: destituite decine di alti vertici militari, sollevati dall'incarico 2.745 giudici. Il 'sultano': "Potrebbero riprovarci". Segretario Stato americano invita Ankara a mostrare, se esistono, indizi in grado di attribuire all'imam la responsabilità dell'iniziativa sovversiva

ANKARA - Il governo turco, sventato il colpo di Stato guidato da un gruppo di colonnelli dell'esercito, si prepara ora a un duro giro di vite contro i golpisti e chi li ha sostenuti. Un fallimento che rafforza la posizione del 'Sultano' Recep Tayyip Erdogan, che è tornato da trionfatore a Istanbul dopo l'appello alla resistenza. E ha invitato la popolazione a rimanere in piazza: "Dobbiamo continuare a mantenere il controllo delle strade anche stasera, non importa a quale costo, perché un tentativo di riacutizzazione potrebbe accadere in qualsiasi momento".

Il massimo organismo turco di controllo dei magistrati e procuratori ha sollevato dall'incarico 2.745 giudici in tutto il Paese. Secondo quanto scrive l'agenzia Anadolu, la decisione è stata presa in una riunione di emergenza dell'Alto consiglio di giudici e procuratori, questa mattina. La riunione aveva lo scopo di adottare misure disciplinari contro i giudici sospettati di avere collegamenti col religioso musulmano Gulen che vive in Usa ed è stato accusato di aver ispirato il fallito golpe.

"La situazione è sotto controllo", ha detto il premier Binali Yildirim ma la tensione con gli Usa ora è alta. "Non riesco a immaginare un Paese che possa sostenere quest'uomo", Fethullah Gulen, "questo leader di un'organizzazione terroristica, soprattutto dopo la scorsa notte. Un Paese che lo sostenga non è amico della Turchia. Sarebbe persino un atto ostile nei nostri confronti", ha detto Yildirim. Ankara accusa Gulen di aver organizzato il fallito tentativo di golpe, lui vive in auto-esilio dal 1999. Yildirim ha ricordato che la Turchia ha già inviato una richiesta di estradizione.

Gli Stati Uniti hanno replicato di essere pronti ad aiutare la Turchia nelle indagini sul tentato golpe. Lo ha detto il Segretario di Stato americano, John Kerry, che ha invitato Ankara e mostrare, se esistono, indizi in grado di attribuire a Gulen la responsabilità dell'iniziativa sovversiva. Kerry ha anche detto di non aver ricevuto alcuna richiesta per estradare il religioso.

"Struttura parallela" è l'espressione con cui le autorità di Ankara sono solite indicare il religioso Gulen e i suoi seguaci. I membri, ha continuato il premier, della "struttura parallela sono ora nelle mani della giustizia" e subiranno "la punizione che meritano". Yildirim, pur senza esplicitare, ha fatto riferimento a un "terrorismo profondo" che ha tentato di minare lo stato turco, in un'allusione ai militanti curdi del Pkk e soprattutto ai fedeli dell'imam Gulen, promettendo che i responsabili saranno puniti "come meritano".

Già ieri sera, prima di salire a bordo dell'aereo con cui è rimasto in volo durante il golpe, il presidente Erdogan aveva puntato il dito contro di lui. Accuse respinte al mittente dallo stesso Gulen (che ha fermamente condannato l'attacco) e dal suo gruppo Alleanza per i valori condivisi, che ha definito "irresponsabili" le accuse del presidente.

Trasporti bloccati e golpisti in fuga. Reparti golpisti hanno bloccato nella notte gli scali principali del Paese e il governo ha chiuso vaste zone dello spazio aereo. Le autorità turche hanno diffuso un allarme ai valichi di frontiera e agli aeroporti, dopo essere stati informati che noti esponenti legati al movimento Gulen, tra cui giornalisti, potrebbero fuggire dal Paese. Un elicottero Blackhawck questa mattina è atterrato in Grecia con a bordo 7 ufficiali dell'esercito turco e un civile, che hanno chiesto asilo poltico alle autorità di Atene. I fuggitivi sono stati arrestati. Immediatamente dopo, da Ankara il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ha fatto domanda di estradizione alla Grecia, accusando gli otto di essere golpisti.

Si è combattuto fino all'alba, ore dopo che il tentato putsch era già dato per concluso. Erdogan era tornato nella notte a Istanbul, la comunità internazionale si era schierata con il governo legittimo (seppur con qualche ritardo), i golpisti si stavano arrendendo ovunque. Il bilancio è drammatico: quasi 200 morti, tra cui 104 golpisti uccisi, oltre 100 poliziotti e soldati fedeli al governo, e almeno 47 civili.

http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/16/news/turchia_dopo_golpe_fallito_erdogan-144228227/

Ma Erdogan è ancora ad Istanbul? come mai non è rientrato nella capitale Ankara?
Le notizie mi paiono ancora confuse.


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1Al
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Anche adesso a me sembra tutta una messa in scena. Le notizie poi sono a dir poco confuse e contraddittorie.

la regia quando ci sono notizie confuse e contradditorie ha solo un firma,forse due, ma tanto fa sempre capo a quella.

Esatto. Ormai hanno il controllo totale su tutto.


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Erdogan e il mistero del volo ignorato dai golpisti

Il presidente, subito dopo la notizia del tentato golpe, s'è imbarcato sul Gulfstream governativo e per ore ha volato nel nord della Turchia prima di tornare a Istanbul. Trasponder acceso, individuabilissimo, ma i caccia degli insorti l'hanno ignorato

di CLAUDIO GERINO

Altro che fuga verso la Germania, Londra, Teheran o il Qatar. L'aereo presidenziale con a bordo Erdogan, decollato da Bodrum all'1.43, dopo la notizia del tentativo di golpe, ha volato per ore sui cieli a nord ovest della Turchia con tanto di trasponder acceso e identificativo internazionale. A lungo ha girato in tondo sopra Gonen e Biga prima di dirigersi, poco prima delle 3.30, verso Istanbul. E dall'aereo presidenziale Erdogan ha potuto lanciare l'appello via smartphone e FaceTime ai cittadini turchi affinché scendessero in piazza contro i golpisti, dall'aereo presidenziale ha diretto e governato la controffensiva delle forze speciali a lui fedeli. Il tutto con tanto di Gps acceso, confermando appunto che si trovava proprio a bordo del suo Gulfstream 4 (numero volo TK8456, sigla di registrazione TC-ATA, mode s-code 4B8681), identificato come velivolo appartenente al governo turco e notoriamente utilizzato da Erdogan.

Certo, non è escluso che durante quelle ore Erdogan abbia tentato di mettersi in contatto con le autorità tedesche o con quelle britanniche per garantirsi comunque un possibile esilio all'estero, ma il dato di fatto è che - contrariamente alle voci diffusesi nella notte - l'aereo presidenziale non ha mai abbandonato i cieli turchi. Ed è stato sempre ben visibile ai radar militari e civili.

Eppure, i caccia F-16 turchi in mano ai golpisti e tutta l'aviazione militare di Ankara hanno praticamente "ignorato" il volo, nonostante fossero stati spediti elicotteri e aerei a bombardare la residenza presidenziale a Bodrum, pochi minuti dopo la fuga di Erdogan.

Questi particolari, emersi dalle analisi dei tracciati di volo diffusi sul sito "Flightradar 24" - che contemporaneamente confermava la sostanziale chiusura dello spazio aereo turco e la presenza di numerosi velivoli militari in azione sui cieli di Ankara - portano a possibili ipotesi.

La prima è che Erdogan, nonostante il golpe in atto, aveva una certa sicurezza di non essere direttamente nel mirino immediato dei militari che hanno organizzato il colpo di stato. La seconda è che - pur essendo l'aviazione militare turca in parte coinvolta nel putsch - non ci sia stata la volontà di colpire direttamente il presidente o quantomeno quella di voler attendere gli sviluppi, forse sperando in una fuga all'estero del leader o in una sua resa.

Altro elemento che emerge da questo volo ormai non più misterioso sui cieli turchi è che Erdogan è potuto rientrare a Istanbul in piena sicurezza. Istanbul e non Ankara dove ancora elicotteri e jet militari dei golpisti stavano sparando sulla popolazione scesa in piazza o bombardando il palazzo presidenziale. Dai tracciati radar non emerge se l'aereo presidenziale, ad un certo punto, sia stato scortato da velivoli militari rimasti fedeli a Erdogan (i caccia turchi che operavano nei cieli in quelle ore avevano tutti i trasponder spenti), né che altri aerei di scorta, forse di altre nazionalità, abbiano protetto il presidente in quelle ore trascorse prima di poter affermare che il golpe era fallito.

Un dato di fatto è che, dopo quei lunghi cerchi sopra i cieli del nord ovest turco, il Gulfstream 4 ha preso direttamente la rotta verso Istanbul, senza manovre diversive o seguendo corridoi aerei non "segnati" dai radar. C'è stato solo un momento, durante la lenta discesa verso Istanbul, in cui è sembrato che l'aereo presidenziale potesse cambiare rotta, ma non per fuggire all'estero, ma per dirigersi verso Ankara. Poi, mentre seguiva una rotta parallela all'aeroporto di Istanbul sul Mar di Marmora, il velivolo ha effettuato una virata di 90 gradi a sinistra e si è diretto senza esitazioni verso lo scalo della città turca da dove poi Erdogan ha di nuovo parlato, in conferenza stampa, alla popolazione.

Sarebbe interessante sapere se in quelle ore sui cieli turchi erano presenti altri aerei militari di nazionalità diverse, anche se gli americani hanno sempre precisato che la base aerea messa a disposizione da Erdogan per i velivoli Usa impegnati nelle operazioni in Siria è rimasta in "stand by" e in "piena sicurezza". Ma probabilmente non si saprà mai se Erdogan sia stato protetto in qualche modo da altri paesi della Nato o dagli Stati Uniti, prima di poter affermare con sicurezza che i golpisti erano stati sconfitti.

http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/16/news/erdogan_e_quel_volo_misterioso_ma_non_troppo_sui_cieli_turchi-144242296/


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