Non solo World Economic Forum a Davos
Dal 2018 è stata aperta a Davos l'Ukraine House Davos... scopriamo di cosa si tratta
Rossella Fidanza
In questi giorni a Davos si sta tenendo, non senza polemiche, l’incontro annuale del World Economic Forum (WEF) di Klaus Schwab.
Oltre 50 capi di Stato e di governo, 19 governatori di banche centrali, 30 ministri del Commercio e 35 ministri degli Esteri, nonché i vertici delle Nazioni Unite, del Fondo Monetario Internazionale e dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, tutti in un unico luogo. Quest'anno inoltre si è registrata la più alta partecipazione di imprese a Davos, con oltre 1.500 leader provenienti da 700 organizzazioni.
In realtà, stanno facendo più rumore le assenze pesanti rispetto alle presenze: George Soros, su tutti, ha comunicato il 10 di gennaio tramite il suo account ufficiale Twitter di non essere presente a Davos a causa di impegni assunti in un evento correlato all'apertura del Munich Security Conference (MSC), il principale forum di discussione sulla sicurezza internazionale del mondo, che però si terrà tra il 16 ed il 19 febbraio prossimi. In molti hanno fatto poi notare come Bill Gates, grande supporter del WEF, non fosse presente a Davos, lasciando intendere una sua revoca all’ultimo momento che sarebbe segno di fine dell’influenza del forum. Da un semplice controllo, però, Gates non è mai stato annoverato tra gli ospiti e gli speaker fin dalla comunicazione ufficiale del programma di Davos 2023 di settimane fa. Pertanto, possiamo escludere un suo forfait improvviso dovuto a chissà quale motivo (e le speculazioni si sono rincorse a decine negli ultimi giorni), non si può però evitare di sottolineare come la sua mancata partecipazione desta curiosità, non fosse altro che è stato protagonista costante di Davos dell’ultimo decennio e oltre.
"È dove i miliardari dicono ai milionari cosa prova la classe media". E aggiungo, è dove si cerca di azzoppare la famigerata classe media, rea di non essere particolarmente propensa ad inchinarsi all’imperante globalismo. Sappiamo tutti cosa sia il World Economic Forum, l’ipocrisia della sua propaganda trova certamente il massimo splendore proprio nei giorni di Davos, dove sfilano elite che planano con jet superinquinanti mentre dispensano paternali sul cambio climatico e sulla necessità di perseguire le “zero net emissions”.
Il raduno di quest’anno ha un sapore particolare: da una parte segna il rientro alla normalità pre covid19 - o quanto meno l’inscenato tentativo di convincerne il mondo - sempre con un occhio ben fissato sulla cooperazione globale necessaria, a loro dire, per superare i momenti terribili della pandemia. Dall’altra, ça va sans dire, l’impatto della guerra in Ucraina sul sistema globalista.
Dopo aver guardato i primi due giorni di interventi, direi che la kermesse si può così sintetizzare: una passerella di personaggi in cerca d’autore telecomandati che, tra un richiamo all’emergenza climatica ed al metaverso, applaudono il palcoscenico di coloro che vaneggiano contro la Russia e mettono tappeti rossi a Zelensky e consorte che battono cassa, fingendosi numi tutelari della pace mondiale che contribuiscono con le loro azioni a mettere seriamente in discussione.
In quest’ottica, assume ancora più rilevanza l’esistenza di un evento a latere del WEF, nato cinque anni fa, e che da sempre gode della stessa cassa di risonanza e del supporto totale di Schwab.
Nella piccola cittadina svizzera è stata aperta l’Ukraine House Davos, con l’obiettivo di diffondere il verbo secondo cui, si legge nel sito ufficiale, “la leadership ucraina e gli ucraini comuni hanno ispirato il mondo con eccezionali atti di coraggio - dal campo di battaglia al volontariato, dalla diplomazia all'economia”.
L’Ukraine House Davos viene inaugurata nel 2018, e da allora è sempre stata aperta esclusivamente durante i giorni nei quali si svolge il meeting annuale del WEF a Davos.
Nel 2018 il tema dell’evento è stato: "Ucraina: Creatività, innovazione, opportunità. Si tratta di un centro vibrante, che presenterà l'Ucraina ai leader mondiali del mondo degli affari, della politica e della società civile e presenterà le opportunità commerciali e di investimento dell'Ucraina”. Immancabile la presenza di Klaus Schwab come supporter dell’evento.
Durante quell’edizione, l’Ukraine House Davos ha ospitato gruppi di discussione sulle nuove energie e sull'agrotecnica, seguiti dall'ora internazionale del potere femminile, condotta dal vice primo ministro ucraino per l'integrazione europea ed euro-atlantica Ivanna Klympush-Tsintsadze.
Powering Economies of the Future, il panel di apertura di Ukraine House si è concentrato sulle soluzioni per garantire la transizione energetica verso un'economia più verde sia nel contesto globale che in quello ucraino. Boris Balan, vicepresidente per l'Europa di Northland Power, Carlos Pascual, vicepresidente senior di IHS Global e Olga Bielkova, deputato dell'Ucraina, hanno partecipato alla tavola rotonda in qualità di relatori.
Commentando il ruolo crescente delle energie rinnovabili, Boris Balan ha dichiarato: "La tendenza delle rinnovabili è indiscutibile: il carbone e tutte le fonti energetiche tradizionali basate sul carbonio stanno diminuendo, le rinnovabili stanno aumentando".
In piena conformità con la questione del cambiamento climatico che era stata al centro del forum WEF del 2018.
Sottolineando il potenziale di innovazione dell'Ucraina nel settore agritech, Yulia Poroshenko ha dichiarato: "Se siete investitori, pensate alle startup agricole ucraine. Agrohub analizza le startup agricole, trova le soluzioni migliori e le rafforza con la conoscenza e il networking. I nostri partner del settore agricolo danno loro l'opportunità di testare i loro prototipi in fattorie e campi reali".
Ukraine House Davos, si legge sempre sul sito presentando l’evento del 2018, “è un evento multiforme organizzato dall'Ukrainian Venture Capital and Private Equity Association (UVCA) in collaborazione con il Western NIS Enterprise Fund (WNISEF) e la Victor Pinchuk Foundation. Ukraine House si svolgerà dal 22 al 26 gennaio 2018 con il tema Ucraina: Creatività, Innovazione, Opportunità a Davos, Svizzera”
“Questo è un momento storico per l'Ucraina. Per la prima volta nei 47 anni di storia del WEF, l'Ucraina è rappresentata a Davos nel formato di una sede della durata di una settimana”, ha affermato Alexa Chopivsky, direttore esecutivo di Ukraine House Davos, alla cerimonia di apertura. "L'Ucraina ha enormi capacità nei settori della tecnologia e dell'innovazione e siamo entusiasti di mostrare questo talento al pubblico globale del WEF".
L’edizione del 2019, sempre seguendo il calendario WEF, ha visto, tra l’altro, il presidente Petro Poroshenko assistere alla firma di due accordi del valore di 370 milioni di dollari di investimenti per l'Ucraina, mentre nel 2020 l’evento ha ospitato un panel per mostrare le storie di successo della prossima generazione di leader e imprenditori ucraini, nonchè la visita del presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskyy che ha ringraziato il Comitato organizzatore per i loro sforzi nella promozione dell'Ucraina.
L’edizione del 2022, saltando il 2021 causa pandemia, è stata completamente dedicata al conflitto scoppiato con la Russia:
Il mondo ha assistito con orrore all'invasione dell'Ucraina da parte dei soldati russi, al bombardamento delle sue città e alle atrocità commesse contro il suo popolo. I governi occidentali e le persone amanti della libertà di tutto il mondo si sono uniti in una dimostrazione di sostegno senza precedenti per l'Ucraina.
Ukraine House Davos torna a Davos grazie alla generosità della comunità di Davos, che ha gentilmente messo a disposizione una sede e servizi a titolo gratuito. L'obiettivo è quello di unificare e informare la risposta della comunità globale alla guerra della Russia contro l'Ucraina. Ukraine House Davos ospiterà dialoghi sulla sicurezza, le sanzioni, gli aiuti umanitari, la ricostruzione e il rilancio dell'Ucraina e altro ancora.
All’apertura dell’evento, l'uomo d'affari e filantropo Victor Pinchuk ha dichiarato: "Quest'anno è un incontro annuale ucraino del World Economic Forum perché il mondo ammira il coraggio con cui gli ucraini combattono per difendere la libertà. Ho un sogno: che tra qualche anno, come quest'anno, il World Economic Forum di Davos sia di nuovo ucraino. In quel momento, dopo la nostra vittoria, gli ucraini avranno costruito una nuova Ucraina. Non "ricostruiremo", ma costruiremo l'Ucraina 2.0 e 3.0. Costruiremo una nuova economia, un nuovo futuro, un nuovo modello di Paese europeo moderno, e per questo motivo l'incontro annuale del World Economic Forum a Davos sarà di nuovo ucraino, perché la gente ammirerà ciò che gli ucraini stanno costruendo".
Interessante sfumatura, gli oligarchi ucraini vengono definiti “filantropi” e si tace sulle indagini per corruzione che magicamente sono state insabbiate nell’era Biden: Pinchuk da solo è stato accusato di aver incamerato in tre anni tangenti per 110 milioni di dollari.
Come si può immaginare, l’edizione di quest’anno è incentrata non solo sul conflitto con la Russia, ma sull’esaltazione di Zelensky (si è vista una sessione con la presenza della moglie che ha festeggiato la sua nomina come uomo dell’anno), sulla raccolta fondi e la spinta agli armamenti, e su azioni speculative indirizzate alla ricostruzione dell’Ucraina (a questo link l’elenco dei relatori):
"Alla Casa ucraina di Davos quest'anno, ci baseremo sull'ondata globale di sostegno all'Ucraina che ha unito il mondo democratico nell'ultimo anno", ha affermato Ulyana Khromyak, direttore esecutivo della Casa ucraina di Davos. "Quest'anno è stato immensamente impegnativo per gli ucraini, con le difficoltà, il dolore e la sofferenza che continuano ogni singolo giorno. Sapendo che Davos e la più ampia comunità internazionale stanno dalla parte dell'Ucrainaè stata una grande fonte di forza per la nostra nazione. Dobbiamo difendere la nostra sovranità, continuare a lottare per la nostra libertà e il futuro europeo e guardare avanti per ricostruire e rivitalizzare il nostro grande paese. Siamo onorati di ospitare relatori internazionali di fama mondiale, moderatori di prima classe e, soprattutto, ucraini stimolanti che stanno difendendo la loro nazione in prima linea, oltre a sostenere la resilienza e la resistenza in corso del paese con ogni mezzo possibile. Non vediamo l'ora di darvi il benvenuto all'Ucraina House Davos".
Preciso.
Non è una novità che a Davos ci siano delle “house” che alcuni stati hanno deciso di aprire per cercare investitori e promuovere il proprio paese. Ad esempio esiste una house greca, una polacca, ne esisteva anche una russa che però è stata forzatamente chiusa per volere del World Economic Forum, che ha dato incarico ai rappresentanti dell’Ucraina di trasformarla in un mausoleo che dovrebbe ricordare i crimini di guerra perpetrati dalla Russia.
E’ stata così allestita una mostra d'arte incentrata sui crimini di guerra commessi dalle forze armate russe, utilizzando i dati delle forze dell'ordine ucraine e del gruppo per i diritti umani Amnesty International.
"Per anni la Russia è venuta qui a Davos per presentarsi nel modo in cui credeva di doversi mostrare al mondo... ma rappresentare la Russia nel modo in cui è realmente, credo sia molto importante. È quello che stiamo facendo qui", ha dichiarato alla CNBC Bjorn Geldhof, direttore artistico del PinchukArtCentre di Kiev e curatore della mostra.
"Stiamo rappresentando i crimini di guerra che la Russia sta commettendo in Ucraina, ma anche i crimini di guerra che sono stati commessi in Cecenia e in Siria, quindi stiamo mostrando la realtà della Russia di cui la maggior parte delle persone non parla".
Ribattezzata "Russia War Crimes House", la residenza russa nella città alpina svizzera da qualche tempo viene utilizzata da un ente di beneficenza ucraino per denunciare i crimini di guerra della Russia in Ucraina.
Verrebbe da chiedersi, ammesso e non concesso che la Russia abbia commesso crimini di guerra che ad oggi non sono stati nè dimostrati nè oggetto di qualsivoglia istruttoria internazionale, perchè lo stesso trattamento non sia stato riservato anche all’Ucraina per gli atti criminali compiuti da anni in Donbass. Al contrario, infatti, fin dalla vigilia della “roccambolesca” e programmata salita al potere di Zelensky non solo è stata inaugurato il sito, ma lo stesso ha constantemente potuto fruire dell’appoggio incondizionato del World Economic Forum e della partecipazione di moltissimi politici influenti e personalità di spicco del mondo economico che mai si sono visti nella Russia House.
E verrebbe ancora da chiedersi perchè potenti fondazioni e fondi di investimento abbiano supportato e sponsorizzato fin dalla nascita l’Ukraine House Davos, vi abbiano fatto confluire centinaia di milioni di dollari, e ora spingano per offrire la possibilità a speculatori di partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina una volta che la guerra sarà terminata.
(galleria completa sulla pagina ufficiale Facebook)
Alla fine, queste restano solo domande retoriche delle quali i più avveduti presumono le risposte. “La storia dimostra che tutte le dittature, tutte le forme autoritarie di governo sono transitorie. Soltanto i sistemi democratici non sono transitori”, diceva Vladimir Putin. Resta solo da intendere quali siano le dittature che si travestono da sistemi democratici, ed auspicare la loro fine il prima possibile.
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