Condivido volentieri con il forum questo articolo, con cui non sono d'accordo in diverse parti ma che dà conto della situazione assai complessa che caratterizza i rapporti tra i Paesi del cosiddetto fronte atlantista impegnato nello scontro militare in Ucraina, principalmente come fornitore di armi.
Trovo interessante l'intervista rilasciata da Macron al ritorno dal viaggio in Cina: i toni ossequiosi nei confronti del presidente Xi sembrano andare oltre l'opportunità e la cortesia diplomatica denunciando una serie di difficoltà nel processo decisionale della Francia. Macron afferma di auspicare un "decoupling" ( economico e politico ) del suo Paese - e di riflesso dell'Unione Europea - dagli USA. Altri leader europei sembrano non smentire direttamente. L'insofferenza verso le politiche americane non si limita al fronte ucraino ma sembra riflettersi direttamente sulle prospettive di escalation delle relazioni Cina - Taiwan e sul rischio di scontro militare, una questione da cui l'Europa vorrebbe evidentemente chiamarsi fuori.
Questione di opportunità politica, senza dubbio, che però rivela un notevole grado di imbarazzo dei leader europei che forse non possono più nascondere le proprie difficoltà oggettive. L'unità di intenti degli "atlantisti" filo-Biden probabilmente scricchiola di fronte alla realtà e potrebbe addirittura far saltare qualche punto in agenda o provocare defezioni eccellenti.
Io condivido l'articolo perché illustra il tipo di politica che la Francia persegue praticamente da sempre, cioè gli interessi francesi prima di tutto, con un solo gigantesco problema : non ha i mezzi per imporli sulla scena geopolitica mondiale. Anche la politica europea della Francia è sempre stata fatta come se Bruxelles fosse una dépendance del governo francese con un solo scopo principale limitare e se possibile diminuire la potenza economica (in mancanza di quella militare) tedesca. Anche i tentativi di avvicinamento alla Russia con la velleitaria speranza di avere un ruolo di mediatore nella guerra russo-ucraina, sono in funzione di una éntente antitedesca, il problema per Macron è che Putin sa benissimo che lui conta come il 2 di briscola e che l'interlocutore della Russia possono solo essere gli USA. Dove però ha ragione è nel fatto che la politica di scontro militare anticinese degli americani non è negli interessi di nessun Paese europeo. Detto questo, il tentativo di Macron di presentarsi come interlocutore europeo privilegiato nei confronti della Cina soffre della sindrome di Babbo Natale. La Cina ha una politica predatoria di conquista dei mercati e delle tecnologie occidentali, non fa regali a nessuno, prima lo si comprende e meglio è.
Pietro, meglio è...o meglio era ? Macron non è credibile perchè dimentica che l'assist sulla Cina, l' ostilità contro la Russia, il legame atlantico coercitivo sono dovute proprio ai suoi amici, segnatamente al suo méntore Attalì e la massoneria del Grande Oriente al gran completo, senza dimenticare il CRIF, massimo organo ( censorio ) che rappresenta gli ebrei in Francia, cosa che Macron dovrebbe ben sapere. Tutti costoro hanno spinto la situazione al momento attuale: ne sono stati gli ideatori, gli autori, i massimi zeloti. Che faccia finalmente piazza pulita di loro a Parigi.
Infatti, secondo me gli sponsor di Macron stanno puntando sul dopo Putin in Russia. Evidentemente gli è rimasto il gola il tentativo di Khodorkovsky, prestanome dei Rothschild e espropriato da Putin, di mettere le mani sul petrolio russo. Chissà, forse sperano (speranza vana) nella crisi della FR con conseguente indipendenza dei vari territori ricchissimi di materie prime e energia. Da un eventuale smembramento della FR profitterà, secondo me, solo la Cina. Che non sia tutto rose e fiori nella Federazione multinazionale russa lo si deduce dalle proteste contro la costruzione di una ulteriore moschea a Mosca con le accuse di xenofobia da parte dei musulmani. Dal sito : https://meduza.io/en/feature/2023/04/08/only-compatriots-in-war
Solo 'compatrioti' in guerra Come i progetti per una nuova moschea a Mosca hanno messo in luce i limiti del pluralismo religioso della Russia
All'inizio di febbraio, i residenti del distretto Kosino-Ukhtomsky di Mosca hanno iniziato a protestare contro la presunta costruzione di una nuova moschea nella loro zona. Nelle settimane che seguirono, le manifestazioni si trasformarono in uno spettacolo bizzarro e brutto su cui tutti, dai combattenti di MMA al governatore della Cecenia Ramzan Kadyrov al capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, si sentirono in dovere di intervenire. Il 5 aprile, il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin ha annunciato che il i manifestanti avrebbero esaudito il loro desiderio e che era stato scelto un nuovo sito per la moschea. La soluzione è stata venduta come vantaggiosa per tutti, ma personaggi pubblici del Daghestan e della Cecenia affermano che l'incidente ha innescato la xenofobia che a lungo andare farà peggiorare la situazione dei musulmani russi......“Questo è ciò che fa arrabbiare [molti di noi]: quando partecipiamo all'operazione militare speciale, quando subiamo le perdite più pesanti, allora siamo concittadini. Ma quando viene costruita una moschea a Mosca, allora siamo 'estranei', 'migranti', e le nostre moschee stanno profanando la sacra terra ortodossa”, ha detto Magomedov. “La carenza di moschee, specialmente durante le grandi festività, come Kurban Bayram, Uraza Bayram, o periodi come il Ramadan, è qualcosa che sentiamo profondamente”.