Notifiche
Cancella tutti

Draghi inonda il mercato di liquidità ma solo sulla c


dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14340
Topic starter  

Draghi inonda il mercato di liquidità ma solo sulla carta
Scritto il 20 giugno 2014 alle 09:30 da Danilo DT
Il Meeting BCE di inizio giugno è stato battezzato dai media come il “turning point” dove Draghi cambia strategia e decide di intraprendere strade nuove, non proprio quantitative easing ma poco ci manca. Ed ecco che sui giornali quindi esce fuori il fatidico titolo: Draghi inonda di liquidità l’Eurozona. A questo punto uno si aspetta di vedere gli indici più tradizionali che si muovono la rialzo. Ed invece ecco il risultato oggi, 15 giorno dopo la cura Draghi? Che sia ancora presto per poter godere dei benefici effetti di Mario lo sappiamo bene, peccato eprò lche le cose stanno peggiorando e non di poco. Infatti, guardate qui. M1, M2, M3, liquidità in ececsso al sistema e velocità di circolazione della moneta.
GRAFICO AL LINK IN FONDO
Alla faccia di un mercato inondato. Qui di liquidità che circola non ce n’è nemmeno l’ombra. E con queste condizioni monetarie scordiamoci qualsiasi possibile ripresa.
Roma, 19 giu. (TMNews) – La Bce ha già adottato “misure rilevanti” per riportare l’inflazione a livelli di sicurezza, ma nel caso in cui si rivelasse necessario dispone comunque di “altre munizioni” per rendere la sua linea di politica monetaria ancora più morbida. Lo ha affermato il vicepresidente Victor Constancio, intervenendo ad un simposio a Atene. “Oggi la sfida principale nell’area euro è evitare i rischi connessi ad un periodo eccessivamente lungo di bassa inflazione”, ha avvertito.
Al momento non sembra che la cura stia dando effetti. Certo, è presto ma di solito il mercato “si adegua”. Significa che ci si aspetta di più? Il FMI invita ad essere più aggressivi, ma è la strada giusta?
Il Fondo monetario internazionale esorta la Banca centrale europea a «prendere in considerazione un vasto piano di acquisti di titoli», innanzitutto bond pubblicidell’area euro, nell’ipotesi in cui l’inflazione dovesse restare «ostinatamente bassa a lungo». Secondo l’istituzione di Washington, un intervento di questo tipo aiuterebbe il clima di fiducia, rafforzerebbe i bilanci di famiglie e società, e stimolerebbe l’erogazione di credito. (IG)
Beh, se comprare a manetta bund e OAT sia la soluzione giusta lo escludo, se non per ingrassare ulteriormente le banche e gonfiare la bolla. Intanto noi iniziamo a fare la nostra parte…
Anche per Bankitalia le decisioni della Bce dell’inizio di giugno per favorire il flusso di credito all’economia reale possono stimolare la crescita «cumulativamente» di mezzo punto percentuale nel triennio 2014-16. Ma «per una crescita stabile e sostenuta» servono «riforme struttuali», che sono «responsabilità dei governi», sottolinea il governatore Ignazio Visco. E l’Ocse lancia l’allarme Italia: gli italiani più ricchi guadagnano dieci volte quelli più poveri, e il divario è cresciuto negli anni della crisi, a scapito soprattutto dei giovani.
A parte le diseguaglianze, quello che occorre sottolineare è che la politica monetaria aiuta e deve aiutare ma non dobbiamo fare la fine di altre economie che sono diventate “SCHIAVE” della banca centrale. Innanzitutto riforme e ristrutturazione, condizioni che permettono al motore di ripartire REALMENTE, ricreando quindi quelle condizioni di crescita che permettono alla moneta di circolare e all’economia di crescere.
L’Eurozona credo abbia ampio spazio in merito. Ma occorre una volontà comune. E qui le cose si complicano, ma è una necessità che ormai è imprescindibile. Intanto però la liquidità NON circola e questo è il primo campanello d’allarme.
http://intermarketandmore.finanza.com/draghi-inonda-il-mercato-di-liquidita-ma-solo-sulla-carta-63576.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews


Citazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

I benefici di questi afflussi, per ora, solo in minima parte interessano gli investimenti produttivi e l' esercito dei disoccupati, mentre rischiano di oscurare il problema incombente dello stock del debito.
L' interrogativo è se la " cultura della stabilità" resisterà al declino dei rischi più acuti o ne sarà neutralizzata.
Il "fiscal Monitor" del FMI avverte che uno dei maggiori rischi delle economie avanzate sta nella combinazione di grandi debiti pubblici e di assenza di piani di aggiustamento di medio termine.
Gran parte dei discorsi e comunicati delle organizzazioni mondiali è l' elevato consenso attorno alla linea delle "riforme strutturali".
Che si manifesta sempre più come il baricentro della politica economica del cartello imperialistico.
L' obbiettivo è il superamento duraturo della crisi attraverso l' aumento della produttività della forza-lavoro, l' ulteriore liberalizzazione nei mercati dei beni e servizi, la purga controllata dei sistemi finanziari, l' efficenza degli Stati, della spesa pubblica e dei sistemi fiscali.
Programma vastissimo e colmo di incognite, che esprime il tentativo di ritornare ai ritmi di crescita precedenta alla crisi.
L' imperialismo cerca il suo Gerovital, la panacea struttural-riformista sarà messa alla prova.
Nessun rattoppo può evitare nuove crisi catastrofiche.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

I benefici di questi afflussi, per ora, solo in minima parte interessano gli investimenti produttivi e l' esercito dei disoccupati, mentre rischiano di oscurare il problema incombente dello stock del debito.
L' interrogativo è se la " cultura della stabilità" resisterà al declino dei rischi più acuti o ne sarà neutralizzata.
Il "fiscal Monitor" del FMI avverte che uno dei maggiori rischi delle economie avanzate sta nella combinazione di grandi debiti pubblici e di assenza di piani di aggiustamento di medio termine.
Gran parte dei discorsi e comunicati delle organizzazioni mondiali è l' elevato consenso attorno alla linea delle "riforme strutturali".
Che si manifesta sempre più come il baricentro della politica economica del cartello imperialistico.
L' obbiettivo è il superamento duraturo della crisi attraverso l' aumento della produttività della forza-lavoro, l' ulteriore liberalizzazione nei mercati dei beni e servizi, la purga controllata dei sistemi finanziari, l' efficenza degli Stati, della spesa pubblica e dei sistemi fiscali.
Programma vastissimo e colmo di incognite, che esprime il tentativo di ritornare ai ritmi di crescita precedenta alla crisi.
L' imperialismo cerca il suo Gerovital, la panacea struttural-riformista sarà messa alla prova.
Nessun rattoppo può evitare nuove crisi catastrofiche.

Liberalizzazioni, privatizzazioni, efficenza etc che nel migliore dei casi ci metteranno al riparo dal rischio depressione/recessione garantendoci una perdurante quanto logorante stagnazione.
Per uscire dalla crisi serve la volontà politica di tornare ad investire (anzichè tagliare come oggi avviene) in sanità, istruzione, infrastrutture etc.
Il problema che si pone è quello rappresentato dai governi ostaggi delle lobby finanziarie e multinazionali.
Affrancandosi da questo ruolo di servi delle dette elites, i governi farebbero ripartire economia ed occupazione.


RispondiCitazione
Condividi: