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E adesso gli speculatori contro la sterlina


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Ad Atene Papandreou annuncia "misure straordinarie" Il capo economista di Citigroup lancia l´allarme "Sui conti pubblici la situazione inglese è come quella greca"

La sterlina è sotto pressione: dopo Atene, la speculazione sembra interessarsi a Londra. E così, per il secondo giorno consecutivo, il cambio della moneta inglese col dollaro scivola a quota 1,4927 dopo essere sceso al minimo da dieci mesi; quello con l´euro si attesta a 0,9085. Sul suo andamento pesano soprattutto le incertezze politiche, il timore che dalle imminenti elezioni esca un Parlamento ingessato, senza una maggioranza assoluta capace di prendere le misure che servono per risanare il bilancio pubblico. Sullo sfondo, ad innervosire gli operatori, resta il caso Grecia: parlando in Parlamento, il premier George Papandreou evoca il rischio che il suo paese possa finire «in bancarotta» senza un´azione radicale. Contro l´austerity del governo, reclamata a gran voce anche dalla Ue, è però in arrivo una nuova ondata di scioperi.

Londra come Atene, allora? «Per quanto riguarda deficit e debito la situazione inglese è cattiva quanto quella della Grecia», afferma Willem Buiter, capo economista di Citigroup interrogato dal Financial Times. Ma al dunque la questione è politica. Secondo un sondaggio, se gli inglesi votassero oggi il 35% darebbe il proprio consenso a Gordon Brown e il 37% ai conservatori di David Cameron. Per effetto del maggioritario, i laburisti vincerebbero in termini di seggi. Ma uno scarto così contenuto non consente di prevedere una vittoria chiara. Altri sondaggi prevedono un´avanzata dei conservatori, ma sempre di misura. Il rischio è che il Parlamento resti "appeso" (hung), con un´aula dove nessuno avrà una maggioranza tale da riuscire a varare i provvedimenti per contrastare la crisi e i suoi effetti sul bilancio pubblico. All´incertezza politica si aggiunge quella sulle decisioni della Banca d´Inghilterra, che potrebbe far ripartire il cosiddetto "quantitative easing", ovvero l´acquisto da parte dello stato di titoli per iniettare fondi nell´economia in difficoltà.

Di qui, gli scivoloni della sterlina in un contesto di grande agitazione dei mercati per via della situazione greca ma anche della crisi della Spagna, che ora ha un nuovo record di disoccupati: 4,13 milioni, con un tasso di senza-lavoro che a febbraio è a quota 18,8%. Entrambe i governi devono annunciare nelle prossime ore i loro programmi anti-recessione.
Papandreou in particolare dichiara che «il paese è in guerra» contro una crisi senza precedenti, e l´esecutivo è pronto a tutto, a cominciare dal varo di «misure aggiuntive» per evitare il crac. I provvedimenti saranno resi pubblici oggi: si parla di tagli al deficit fino a 4,8 miliardi, di aumenti dell´Iva, di più tasse su tabacco e alcol ma anche di una riduzione delle indennità per il pubblico impiego. Proprio gli statali si preparano a incrociare le braccia il 16 marzo. Altri scioperi, dopo quello generale di qualche giorno fa, sono in calendario: ieri è toccato ai taxi, poi sarà la volta di pensionati e doganieri. Papandreou è atteso nel fine settimana in Germania da Angela Merkel. Subito dopo, il 9, andrà a Washington da Obama. Un dato allarmante: secondo un rapporto di Transparency International, le famiglie greche hanno pagato nel 2009 oltre 780 milioni di euro in bustarelle per accelerare servizi come la richiesta della patente o l´apertura di un conto in banca. In media, sono 1.355 euro a testa per agevolare le pratiche nel settore pubblico e 1.671 per quelle del settore privato.

In Spagna, il premier Zapatero sta negoziando con l´opposizione un Patto anticrisi. Il governo propone un piano per rilanciare l´edilizia che, nelle intenzioni, dovrebbe creare 250 mila nuovi posti di lavoro.

Elena Polidori
Fonte: www.repubblica.it
3.03.2010


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mazzi
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 455
 

Ma non e' necessariamente colpa degli speculatori se l'economia di una nazione va a donne perdute - come ormai si vorrebbe sempre far credere, chissa' perche'...

Ci sono anche decisioni politiche sbagliate e economisti cretini.


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