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Economia cubana ed i cambi di D. Trump


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L'economia cubana è meno vulnerabile ad un cambio nell'approccio USA di quello che molti credono.

Emily Morris cubainformazione.it

Anche se Cuba si è beneficiata economicamente grazie alle migliori relazioni con gli USA, è lontana dal dipendere dalla loro continuazione. Se l'amministrazione Trump adotta una linea dura, pregiudicherà gli imprenditori emergenti più che lo stato, mentre si rafforzerà gli sforzi di Cuba per trovare nuovi partner altrove, scrive Emily Morris.

Il nuovo governo Trump sta minacciando di invertire il riavvicinamento tra USA e Cuba, iniziato sotto Obama, ma quanto danno, realmente, causerebbe all'economia cubana?

L'annuncio, nel dicembre 2014, che le relazioni diplomatiche sarebbero state ristabilite senza dubbio segnò un punto di svolta per Cuba. Durante il secondo mandato del presidente Obama, una serie di azioni esecutive e accordi bilaterali alleviarono alcune sanzioni e rafforzarono la cooperazione in settori quali la protezione ambientale e la sicurezza. Dal momento che queste misure hanno beneficiato economicamente Cuba, la loro revoca dovrebbe essere dannosa. Ma il reale panorama è un po' più complesso.

L'effetto più importante delll'avvicinamento fu un notevole afflusso di visitatori internazionali. Anche se le sanzioni USA continuano a vietare il turismo statunitense, il numero di visitatori USA è cresciuto. I viaggi permangono ristretti a viaggio autorizzati 'con uno scopo', ma l'arduo processo di concessione di licenze ora solo implica una semplice dichiarazione ed il ripristino di voli diretti ha aiutato a soddisfare questa nuova domanda. Tra il 2014 ed il 2016 il numero di visitatori USA, secondo informazioni, si è triplicato sino a giungere ai 285000. Anche se i visitatori USA sono solo un decimo dei visitatori totali, il cambiamento nella politica USA ha portato anche ad un inatteso aumento di arrivi da altri paesi. Questi turisti provenienti da Europa, Canada sembra si affrettino ad arrivare a Cuba, prima che sia sopraffatta da una totale apertura ai turisti USA e alle loro attività.

Come si osserva nella figura 1 (sopra), Cuba ha goduto di un boom turistico dal 2014, con un incremento del 16% nel 2015 e del 13% nel 2016. Utilizzando i dati ufficiali delle entrate dal turismo nel 2015 e supponendo che questi flussi aumentarono in linea con gli arrivi, questo avrebbe elevato il totale delle entrate a circa 3,4 miliardi di dollari nel 2016. Le spese aggiuntive fornirono uno stimolo, particolarmente forte, all'emergente settore privato - affittuari privati ​​(case private), ristoranti (paladares) e taxi, in particolare a L'Avana, dove molti prezzi sono più che raddoppiati e gli innovatori sono stati ricompensati. I fornitori privati ​​(formali ed informali) di servizi di costruzione e meccanici ne hanno beneficiato allo stesso modo.

L'aumento del numero dei visitatori ha anche significato un aumento delle rimesse, giacché i legami familiari stabiliti e le nuove relazioni di amicizia hanno portato regali ed hanno incoraggiato l'impresa privata, tra cui la ristrutturazione di alloggi da locazione. I flussi di rimesse sono difficili da misurare - la maggior parte, tuttavia, vengono ricevuti in contanti, che li rende indistinguibili dagli introiti del turismo informale che non sono dichiarati a fini fiscali - ma le stime indicano che possono essere cresciuti in linea con il numero di visitatori USA. Ciò suggerisce che equivalgono, approssimativamente, alla stessa somma che la cifra ufficiale di introiti turistici.

Sebbene le entrate fiscali del governo hanno ricevuto un impulso dalle aziende private registrate che pagano imposte, l'evidenza aneddotica conferma che gran parte dell'attività economica aggiuntiva non è stata ufficialmente registrata. Pertanto, è probabile che i principali perdenti, di qualsiasi cambio di politica di Trump, siano i nuovi imprenditori privati ​​e non lo Stato cubano.

Questo è uno dei motivi per cui il PIL cubano si è contratto nel 2016 (vedasi figura 2, sotto) nonostante le misure USA e il conseguente aumento dei visitatori e le rimesse. Il turismo e le rimesse, anche se importanti, non dominano l'economia cubana. I ricavi del turismo rappresentano solo il 15% dei proventi delle esportazioni ed i flussi delle rimesse un importo analogo. L'andamento complessivo dell'economia cubana, dal 2014, è stato determinato da altri settori, che hanno avuto un cattivo rendimento per tre motivi: le sanzioni USA, la maggior parte delle quali restano in vigore; una riduzione del sostegno venezuelano; e gli sforzi di Cuba al fine di migliorare la sua solvibilità.

Nonostante i cambi avvenuti dal 2014, le esportazioni di beni da Cuba e la capacità di attrarre investimenti esteri sono ancora asfissiati dalle sanzioni USA, la maggior parte dei quali rimangono bloccate nella legge USA. Il margine per ammorbidire le restrizioni attraverso un'ordine esecutivo era limitato, con solo piccole eccezioni (come ad esempio le esportazioni agricole USA). Le proposte per la completa abrogazione non hanno potuto ottenere il sostegno della maggioranza al Congresso. Oltre a bloccare i rapporti economici USA-Cuba, questo agisce come un importante fattore deterrente per il commercio e gli investimenti tra Cuba e altri soci.

Le difficoltà economiche del Venezuela, da parte loro, hanno gravemente colpito l'economia cubana negli ultimi due anni. Nel 2014 circa la metà dei proventi delle esportazioni da Cuba si produsse attraverso lo scambio di servizi professionali (soprattutto medici) con petrolio venezuelano, ma tale offerta è diminuita come il turismo è aumentato. Anche se Cuba ha cominciato ad importare petrolio da altri fornitori, il calo degli ingressi e le perturbazioni economiche causate da consegne ridotte non si compensano con le entrate in valuta estera e i benefici fiscali del boom turistico.

La terza causa di debole crescita è la determinazione del governo di ristabilire l'accesso alla finanza internazionale risolvendo controversie di lunga data con i creditori. La positiva conclusione di un accordo con il Club di Parigi dei creditori ufficiali, a fine 2015, ha portato ad accordi bilaterali con i suoi membri, nel 2016. Poiché le leggi USA impongono che i dati economici cubani devono essere utilizzati per indirizzare, al meglio, le sanzioni, Cuba considera ancora tali informazioni come sensibili per la sicurezza, per cui i dati sulle transazioni in conto capitale sono estremamente scarsi. Ma le dichiarazioni ufficiali suggeriscono che il ripristino di credibilità con i creditori ha avuto un costo significativo.

Pertanto, se l'amministrazione Trump ristabilisse le restrizioni ai visitatori USA e riattivasse le vecchie ostilità, l'economia cubana senza dubbio soffrirebbe, ma gli effetti macroeconomici non sarebbero catastrofici. Il ristabilimento delle restrizioni sui viaggi degli statunitensi colpirebbe, più acutamente, quelli che hanno goduto del maggior beneficio -i ristoratori privati, i proprietari di pensioni e conducenti di taxi privati dell'Avana- al posto dello stato cubano.

Inoltre, l'entusiasmo dei visitatori USA per i viaggi a Cuba, una volta 'galvanizzato' sarà difficile da invertire. E' improbabile che qualsiasi decreto presidenziale interrompa completamente le nuove reti di amicizia e cooperazione in molti campi, dai legami culturali ed accademici sino a nuove relazioni commerciali e di investimento che coinvolgono i residenti USA nelle piccole imprese emergenti a Cuba. Inoltre, l'impatto negativo del calo dei profitti del Venezuela è già stato in gran parte assorbito e ha ottenuto una risoluzione dei debiti del Club di Parigi, rendendo l'economia un pò meno vulnerabile ad un'inversione dell'avvicinamento USA di quello che sarebbe stato un anno fa.

Tuttavia, nel governo cubano e tra gli imprenditori dell'Avana, c'è una palpabile preoccupazione per i rischi che pone la nuova amministrazione USA, soprattutto se si considera la posizione pro-sanzioni di alcune alte cariche designate. Il governo cubano ha ribadito la sua volontà di proseguire le discussioni sulla base del 'rispetto reciproco', ma le prime indicazioni della Casa Bianca suggeriscono che i colloqui, probabilmente, ristagneranno.

Per proteggersi contro i negativi effetti economici, il Ministero degli Affari Esteri di Cuba intensificherà i suoi sforzi, già attivi, per stabilire legami con altri partner. Oltre a completare gli accordi del Club di Parigi, Cuba ha recentemente siglato un accordo di cooperazione con l'Unione Europea ed ha fatto progressi verso l'adesione alla Corporazione Andina di Sviluppo (Banca per lo sviluppo dell'America Latina), così come continuare a rafforzare i legami con Russia, Cina e altri partner in tutti i continenti. Sul fronte interno, le riforme economiche di Cuba hanno lo scopo di aumentare l'apertura al commercio internazionale e gli investimenti, e ogni tentativo, da parte USA, di 'isolare' Cuba è probabile che causi una maggiore integrazione internazionale.

Paradossalmente i costi, a breve termine, che tali sforzi potrebbero imporre all'economia cubana potrebbero essere più che compensati dai benefici, a lungo termine, di un impulso più ampio verso nuove connessioni globali.


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