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F-35: nuova puntata


zeppelin
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F-35, l’America si prepara ad affrontare nuovi ritardi del programma

Rinvio al 2018 per la versione C. E la Boeing prova a rendere stealth il Super Hornet, uno dei jet che il nuovo caccia dovrebbe sostituire L’ammiraglio Covella (responsabile italiano del progetto): «Comunque
il Lightning è senza confronto». Ma l’Us Air Force modifica l’F-22 Raptor per farlo cooperare coi vecchi cacciabombardieri predecessori dell’F-35

Dall’America arrivano nuovi dubbi sull’F-35 «Lightning», il cacciabombardiere frutto di una grande cooperazione internazionale in cui è coinvolta anche l’Italia: la Boeing ha avviato un programma per rendere parzialmente «stealth», cioè invisibile ai radar o quantomeno furtivo (secondo la traduzione letterale) il suo vecchio Super Hornet F/A-18, cioè il cacciabombardiere (ottimo, ma concepito negli Anni 70) che arma oggi le portaerei americane e che secondo i programmi fatti fin qui dovrebbe essere sostituito proprio da una versione navale dell’F-35, cioè l’F-35C. Invece nel nuovo scenario il rapporto fra i due aerei, il vecchio e il nuovo, potrebbe non essere più di sostituzione ma di affiancamento. Se addirittura non si preparano soluzioni più drastiche (comunque ufficialmente smentite).

La vicenda ha un risvolto paradossale. Se la nuova versione del Super Hornet verrà davvero realizzata dalla Boeing, e se la Us Navy deciderà di acquistarne degli esemplari, questi voleranno almeno fino al 2040, e l’F/A-18 e la sua versione da guerra elettronica EA-18 cumuleranno settant’anni di vita operativa (sia pure con versioni via via rinnovate). Nota bene: il programma di potenziamento dell’F/A-18 è della Boeing e non ancora della Marina americana, tuttavia la società che produce il Super Hornet non si sarebbe mossa (l’aggiornamento del vecchio aereo è molto costoso) se non avesse riscontrato un interesse per lo meno eventuale da parte del possibile futuro acquirente.

Perché in America si sta considerando questa ipotesi? Perché di recente il responsabile delle Operazioni navali, ammiraglio Jonathan Greenert, ha detto al Congresso di Washington che l’F-35C capace di atterrare e decollare dalle portaerei è in ritardo di sviluppo: Greenert non ha specificato di quanto, ma secondo la rivista di settore Aviaton Week & Space Technology l’F-35C non sarà pronto per l’uso operativo prima del 2018, e anche i cinque anni che mancano da qui ad allora potrebbero non bastare.

E’ importante specificare due cose. 1) I Marines americani hanno confermato che i primi F-35 a loro destinati, nella versione F-35B a decollo verticale, saranno operativi nel 2015, e questa è la versione che la Marina italiana intende usare per le sue portaerei; 2) l’Air Force dice che nel 2016 schiererà i primi F-35A, cioè la versione che interessa all’Aviazione militare italiana. Perciò da queste notizie non si evince un collasso del programma F-35 e l’Italia non è direttamente coinvolta nella faccenda dell’F-35C. «La versione C non ci tocca proprio, noi non c’entriamo per niente» commenta al telefono con La Stampa una fonte di Alenia Aermacchi, partner italiano del programma F-35.

Tuttavia nelle notizie dall’America c’è qualcosa che non torna. L’ammiraglio Greenert ha detto al Congresso di pretendere dall’F-35C una serie di prestazioni «equivalenti a quelle del Super Hornet», che invece, a suo giudizio, per adesso non si vedono. E questo è grave, da parte del presunto aereo successore, che dovrebbe essere migliore. Inoltre, Mike Gibbons, vicepresidente della Boeing responsabile per l’F/A-18, ha detto a Aviation Week che pur non essendo la nuova versione del Super Hornet specificamente designata a sostituire l’F-35C in caso di fallimento del progetto, il suo obiettivo è «fornire opzioni sostenibili» quale che sia il mix futuro dei caccia. E questo ha l’aria di un paracadute pronto per qualunque evenienza.

C’è anche un seconda notizia problematica. I sistemi di comunicazione dei due caccia americani più evoluti, l’F-22 «Raptor» e l’F-35, erano stati concepiti come chiusi, cioè capaci di far dialogare soltanto questi aerei di «quinta generazione»; questo era parte della natura stealth dei due caccia. Ma ora l’Us Air Force annuncia che entro quest’anno comincerà a sperimentare un nuovo software per rendere questi sistemi di comunicazione aperti, in modo che in futuro l’F-22 possa cooperare in combattimento anche con caccia americani di concezione più vecchia. Questi aerei sono l’F-15 e l’F-16 e addirittura l’A-10, la cannoniera volante che combattè nell’ultimissima fase della guerra del Vietnam. Sono tutti aerei che l’F-35 dovrebbe sostituire.

Se l’F-22 si prepara a operare in futuro con questi aerei più vecchi significa che le forze armate americane si stanno attrezzando all’eventualità che l’F-35 sia prodotto con ulteriori ritardi, anche a prescindere da quello già certo della versione navale C. Ripetiamo: non è una cosa già scritta ma le forze armate americane si preparano. Just in case.

C’è un risvolto storico da considerare. Si sente dire: «Figuriamoci se gli americani sbagliano con l’F-35. Impossibile». Invece l’eventualità è improbabile ma non impossibile. Storie così sono già capitate. Negli Anni 60 il caccia F-111 era stato concepito come il fulcro di tutte le forze aeree americane ma invece fu una parziale delusione e l’Us Navy lo sostituì rapidamente con un aereo più vecchio, il Phantom, che poi è stato adottato anche dall’Air Force. Noi italiani non siamo stati coinvolti in quella disavventura ma abbiamo passato i nostri guai con l’F-104 prodotto dagli americani ma di cui loro si sono pentiti quasi subito. Gli Stati Uniti lo hanno sostituito con altri aerei perché avevano i soldi per farlo, noi invece dopo aver comprato gli F-104 ce li siamo dovuti tenere per 40 anni. Nella sua lunga vita l’F-104 migliorò le sue prestazioni ma all’inizio subì tanti incidenti che in Italia fu ribattezzato «bara volante» e a livello internazionale «widowmaker» (fabbrica-vedove).

Lasciando la storia e tornando all’attualità può essere interessante raccontare in breve quali siano le iniziative allo studio sull’F/A-18 e sull’F-22 da un punto di vista tecnico. Le modifiche al Super Hornet che dovrebbero renderlo un po’ più «stealth» riguardano i missili e i serbatoi esterni del carburante (normalmente attaccati alle ali): le armi verranno ospitate in un vano nella carlinga e i serbatoi saranno ridisegnati in modo da ridurre la traccia radar. Più complicata la faccenda con l’F-22. Per farlo dialogare con i caccia della generazione precedente, in alternativa all’F-35, bisognerà mandargli dietro un Uav (aereo senza pilota) che faccia da traduttore simultaneo fra i due diversi e incompatibili sistemi di comunicazione delle due squadriglie, quella degli aerei nuovi e quella degli aerei vecchi. La procedura è molto complicata, barocca; non era questo che si prefigurava nel progettare i super-caccia di «quinta generazione».

Come commenta la Difesa italiana queste novità? Riguardo al rinvio al 2018 della versione F-35C destinata alla Marina americana e alle modifiche al Super Hornet, una fonte della Difesa valuta che non si tratti di un vero e proprio rinvio ma di una rimodulazione del programma, nel cui ambito l’Us Navy potrebbbe aggiornare soltanto alcuni degli esemplari più recenti di F/A-18 e EA-18; comunque, secondo la stessa fonte con questa procedura non si potrà sostituire in toto l’F-35, perché un aereo per essere «invisibile» al radar deve essere così progettato fin dall’inizio, non ritoccato a posteriori.La Difesa italiana nega anche che rendere aperte le comunicazioni dell’F-22 e dell’F-35 rappresenti una sconfessione o un tradimento della filosofia di base del progetto: la fonte contattata dalla Stampa depotenzia la novità a evoluzione dello spettro utile dell
e operazioni.

Quanto invece al programma italiano per gli F-35, ne difende la validità l’ammiraglio Francesco Covella, che è responsabile del progetto F-35 in Italia e pilota di Harrier (cioè dell’aereo che verrà sostituito dall’F-35B a decollo verticale sulle portaerei italiane). Dice Covella che nel passaggio dal caccia Harrier all’F-35 «ci sarà un salto di qualità da tre punti di vista. Primo, la bassa osservabilità. Secondo, la capacità di fusione delle informazioni da terra, da satellite eccetera che vengono presentate al pilota con una precisione finora impensabile. Terzo, la capacità di auto-diagnosi dell’aereo che migliora la sicurezza e la gestione del sistema logistico». Ma anche l’ammiraglio Covella piloterà gli F-35B? «No, per ragioni di anagrafe purtroppo no».

Per chiudere con una nota di colore: nel film «L’uomo d’acciaio» (cioè il Superman appena uscito nei cinema italiani) si vedono alcuni F-35 che attaccano gli invasori extraterrestri. Ma in questi combattimenti vengono utilizzate in maggior numero le vecchie cannoniere volanti A-10.

Luigi Grassia

http://www.lastampa.it/2013/06/23/esteri/f-l-america-si-prepara-ad-affrontare-nuovi-ritardi-del-programma-ohEdJWUdPQMHnRIGgbxFsK/pagina.html


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ficodebahia
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Registrato: 3 anni fa
Post: 214
 

Questi aeerei sono fatti per distruggere la tecnologia nucleare degli altri paesi che non sono gli USA, la Francia e Israele....
Dovremmo rifiutarci di acquistarli e fare dimostrazioni in piazza...
Perchè se verrano acquistati, verranno anche usati .
Renderanno il pianeta insicuro, perchè una tecnologia così devastante è sicura solo se la possiedono in molti.
Al contrario se è esclusiva di pochi....
Mi viene in mente la sparizione di Ettore Majorana....e altri scienziati che erano determinanti nel non fare cadere questa tecnologia nelle mani di pochi.
Noi siamo sempre gli schiavi di qualcuno...e non possiamo fare a meno di farci comandare, all'acquisto di questa merda.
Majorana non si fidava dei governi, e conosceva l'elite che governa le nazioni......ma tutto potrebbe essere stato ideato da Fermi stesso, che non voleva fare l'ostaggio dei militari e l'ago della bilancia .


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Anonymous
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Registrato: 3 anni fa
Post: 30947
 

Ho letto inoltre che il software di questi F35 è in qualche modo sempre sotto controllo USA, nel senso che per qualsiasi motivo loro volessero impedirti di usarli lo possono sempre fare quando vogliono. Per questo la Turchia alla fine NON li ha comprati, chiaramente i loro caccia se li vogliono gestire loro al 100%. Noi invece, anche se dovremmo poter acquistare la merce diciamo così da chi riteniamo più opportuno, esempio dai russi che hanno il Sukhoi 35S (il miglior caccia del mondo) o il nuovo PAK-FA stealth, e costano la metà degli F35, invece no, siamo obbligati a ingrassare le aziende americane, per prodotti ipercostosi e malfunzionanti. Sarebbe ora di uscire dalle logiche degli armistizi della II Guerra Mondiale, sono passati 70 anni, quanto ancora dobbiamo aspettare??? 😯


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affossala
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Post: 219
 

rinunciando a un solo F35 , potremmo comprare 50 mezzi aerei antincendio per i vigili del fuoco di nuova generazione , prodotti in italia, mezzi idonei anche per agricoltura .


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