Nucleare: il Giappone ha più riserve “militari” di plutonio di Russia e Usa
Dopo la svolta militarista di Tokyo, Cina, Russia e Corea del sud sono preoccupate
[8 ottobre 2015]
giappone proteste
Il governo Giapponese, reduce dallo scontro parlamentare e nel Paese con il quale i governo liberaldemocratico e dei buddisti del Komeito ha cambiato a la Costituzione pacifista, si appresta ad aprire un impianto di trattamento di combustibile nucleare esausto in grado di produrre plutonio per fabbricare fino a mille bombe atomiche all’anno. Ma perché il Giappone (ex) pacifista, che ha subito gli unici due attacchi nucleari della storia, firmatario del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) ha bisogno di queste enormi riserve di plutonio? Riferendosi probabilmente alla Cina, sempre più irritata per la svolta militarista del Giappone, oggi l’agenzia russa Ria Novosti sottolinea che «Queste eccedenze di materiali fissili rafforzano la tensione nella regione e incitano la Turchia e l’Egitto ad esigere ugualmente il diritto di produrre del combustibile per i loro reattori».
Secondo James Acton della Carnegie Endowment for International Peace, «Il Giappone è un Paese rispettabile dal punto di vista del rispetto del TNP. Ma dà il cattivo esempio. Alla fine, se un altro Paese commerciasse ed accumulasse del plutonio o dell’uranio arricchito, potrebbe rifarsi al precedente giapponese».
Russia e Cina . che di bombe nucleari ne hanno parecchie – sono preoccupate perché nel nord-est asiatico le riserve di plutonio “militare”, con l’apertura dell’impianto giapponese previsto per la primavera del 2016, potrebbero aumentare rapidamente. Ria Novosti sottolinea che «Questo plutonio doveva servire alla produzione di elettricità ma, dopo l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima nel 2011, tutti i reattori del Paese sono stati fermati, salvo uno» e il Japan Times. Scrive che «Il Giappone possiede dunque diverse tonnellate di materiale radioattivo non sfruttato».
Infatti, in Giappone attualmente sono stoccate 11 tonnellate di plutonio, mentre altre 36 tonnellate vengono trattate in Gran Bretagna e Francia per poi essere rinviate in Giappone. Ma per farne cosa?, si chiedono anche gli ambientalisti e i movimenti anti-nucleari giapponesi che sottolineano la pericolosità ambientale del combustibile nucleare MOX.
Il programma nucleare pacifico del Giappone – quello che ha prodotto la tragedia di Fukushima Daiichi . si basava sul fatto che si procedesse al ritrattamento solo per soddisfare i bisogni di cmbustibile nucleare delle centrali nucleari del Paese, ma lungo questa strada il governo e la lobby nucleare giapponese hanno trovato diverse difficoltà. Inoltre, con il calo del costo dell’uranio sui mercati internazionali, il riprocessamento del plutonio è diventato troppo costoso.
Cina e Corea del sud, che ricordano ancora sulla loro pelle l’invasione giapponese terminata 70 anni fa, si chiedono per quale ragione il Giappone abbia bisogno di così tanto plutonio e il ministro degli esteri cinese ha chiesto a Tokyo di intraprendere msure concrete per «ridurre la produzione dei materiali nucleari sensibili».
http://www.greenreport.it/news/energia/nucleare-il-giappone-ha-piu-riserve-militari-di-plutonio-di-russia-e-usa/
Girava la voce
Fukushima laboratorio militare? Il sospetto atomico naviga in Rete
di Roberto Vacca Scrittore E Divulgatore Scientifico
«Il Presidente Goto ha detto in tv che il Giappone ha prodotto dieci missili nucleari. Minacciava di usarli contro gli Stati Uniti, se non avessimo ceduto a certe loro assurde richieste. Non cedemmo e la Us Navy ha distrutto quei missili», disse il Presidente Durling. Questa situazione drammatica è raccontata in uno dei capitoli finali del romanzo di Tom Clancy Debito di Onore (1994). Secondo alcuni, però, la realtà supera la finzione: l'unità N°4 di Fukushima non avrebbe prodotto energia, ma sarebbe stata utilizzata per arricchire plutonio da usare in testate atomiche. Yoichi Shimatsu, giornalista giapponese trasferito a Hong Kong, sostiene che i ritardi degli interventi di emergenza e l'estrema reticenza puntavano a coprire esperimenti e attività mirate alla produzione di bombe atomiche. Il progetto sarebbe promosso da una congiura fra Tepco, General Electric, Partito Liberal Democratico giapponese, Meti (Ministero di Economia, Commercio e Industria) e la stessa Casa Bianca. Altre fonti, molte su Web, informano che a Fukushima ci sono 11.000 tonnellate di scorie nucleari non riprocessate (contravvenendo ai regolamenti internazionali). Da questo materiale, in effetti, sarebbe possibile produrre 1000 testate nucleari, secondo il Congressional Research Service Usa. Sono state già diffuse smentite ufficiali. Su questo terreno critico non c'è da sperare in prove sicure di fatti e intenti. Ecco però alcuni elementi che potrebbero confermare le intenzioni giapponesi di dotarsi di armi nucleari. Già durante la seconda guerra mondiale fisici giapponesi iniziarono ricerche e progetti per realizzare la fissione nucleare, fra cui impianti per produrre acqua pesante in Corea del Nord poi presi dai russi. Quattro primi ministri dichiararono pubblicamente che l'Articolo 9 della loro Costituzione non nega il diritto del Giappone a dotarsi di armi atomiche: Nobusuke Kishi nel 1957, Tsutomu Hata nel 1996, Yasuo Fukuda nel 2002 e Shinzo Abe nel 2006. Aggiunsero che il Giappone era in grado di produrre bombe atomiche, ma che non lo aveva ancora fatto. (Kishi fu Ministro del Commercio e dell'Industria del Manchukuo prima e durante la guerra e fu anche il vice del Generale Tojo, impiccato per crimini di guerra nel 1948. Era considerato uno dei 25 criminali di guerra colpevoli di peggiori misfatti. Fu in carcere dal 1945 al 1948 - poi fu primo ministro dal 1957 al 1960). Nel 1970 e nel 95 il governo giapponese commissionò ad esperti un'analisi costi-benefici dell'eventuale sviluppo indipendente di armi atomiche. In ambo i casi si concluse che era meglio continuare ad affidare la sicurezza internazionale alla protezione Usa. L'opzione dell'arma atomica, però, continua a essere considerata. Il Giappone è l'unico paese non dotato di armi nucleari ad avere un impianto per riprocessare le scorie: Rokkasho-mura, ove sono in funzione centrifughe avanzate per l'arricchimento dell'uranio. L'opzione armi nucleari è stata sostenuta e discussa pubblicamente senza destare scandalo. Però altre circostanze indicano che sono infondati i timori di congiura e di imminente trasgressione del Patto di Non Proliferazione (ratificato nel 1976), evento che avrebbe ripercussioni sgradite anche a Tokyo. Anzitutto i giapponesi non dispongono di missili intercontinentali, né di siti usabili per un primo test. Inoltre il Giappone ha sviluppato con gli Usa un piano comune di difesa missilistica. La dottrina dei tre «no» nucleari (non possesso, non produzione, divieto di introduzione nel territorio) è stata riaffermata ripetutamente da statisti e politologi. Il Giappone ha cooperato fin dagli inizi con la Iaea (International Atomic Energy Agency) di Vienna e tutte le sue attività nel settore sono soggette alle salvaguardie e al monitoraggio dell'Agenzia. Alcuni strati dell'opinione pubblica avversano la ricerca sulle armi nucleare ricordando le stragi di Hiroshima e Nagasaki. Attualmente, poi, dopo il disastro di Fukushima, il Giappone è impegnato nella ricostruzione industriale e del sistema energia. La generazione di elettricità fino all'inizio del 2011 era assicurata dal nucleare per il 35% - ora molto ridotta dopo Fukushima. I piani giapponesi a lungo termine prevedevano entro il 2050 un ricorso quasi esclusivo ai reattori veloci autofertilizzanti. Questi sono molto attraenti per gli alti rendimenti in materiale fissile. Due prototipi (Monju e Joyo) hanno subìto incidenti e incontrato difficoltà tecniche, come era già accaduto al reattore francese Superphenix disattivato nel 1998. I giapponesi devono affrontare
già molti problemi (fra cui l'unificazione della frequenza dell'intera rete). Sembra improbabile che decidano di aggravarli avventurandosi nel settore militare.
1 June 2011
pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 40) nella sezione "Culture
Io avevo già avuto il sospetto che il Giappone stesse costruendo armi nucleari quando c'è stata qualche diatriba sulla consegna del combustibile nucleare agli USA, cosa alla quale la Cina ha dedicato molta attenzione.
D'altra parte, la Cina che si sta comportando in modo molto aggressivo sulle rivendicazioni territoriali, non può certo protestare.
Simili comportamenti provocano ovviamente la spinta al riarmo dei vicini.
Io avevo già avuto il sospetto che il Giappone stesse costruendo armi nucleari quando c'è stata qualche diatriba sulla consegna del combustibile nucleare agli USA, cosa alla quale la Cina ha dedicato molta attenzione.
D'altra parte, la Cina che si sta comportando in modo molto aggressivo sulle rivendicazioni territoriali, non può certo protestare.
Simili comportamenti provocano ovviamente la spinta al riarmo dei vicini.
Aggressivo? La Cina? Sta rivendicando ciò che è sempre stato suo nulla di più, il problema è che gli altri non lo vogliono mollare e allora tutti a dire che cattiva la Cina! Anzi direi di più, ma perché non gli facciamo un bel po' di sanzioni visto che ci siamo?
Io avevo già avuto il sospetto che il Giappone stesse costruendo armi nucleari quando c'è stata qualche diatriba sulla consegna del combustibile nucleare agli USA, cosa alla quale la Cina ha dedicato molta attenzione.
D'altra parte, la Cina che si sta comportando in modo molto aggressivo sulle rivendicazioni territoriali, non può certo protestare.
Simili comportamenti provocano ovviamente la spinta al riarmo dei vicini.Aggressivo? La Cina? Sta rivendicando ciò che è sempre stato suo nulla di più, il problema è che gli altri non lo vogliono mollare e allora tutti a dire che cattiva la Cina! Anzi direi di più, ma perché non gli facciamo un bel po' di sanzioni visto che ci siamo?
Temu, quando la sovranità su isole o isolotti, con possibili giacimenti di idrocarburi nelle vicinanze, è contestata, ci si mette intorno a un tavolo e si raggiunge un accordo, non si manda l'esercito ad occupare militarmente la zona. E non sono solo le isole contese con il Giappone. Se invece si vuol fare del bullismo in politica estera poi non ci si deve lamentare se gli altri si armano di conseguenza.
Se la Cina contesta la supremazia americana in Asia e in altre parti del mondo deve anche accettare che altri Paesi contestino la supremazia cinese in Asia.
Io avevo già avuto il sospetto che il Giappone stesse costruendo armi nucleari quando c'è stata qualche diatriba sulla consegna del combustibile nucleare agli USA, cosa alla quale la Cina ha dedicato molta attenzione.
D'altra parte, la Cina che si sta comportando in modo molto aggressivo sulle rivendicazioni territoriali, non può certo protestare.
Simili comportamenti provocano ovviamente la spinta al riarmo dei vicini.Aggressivo? La Cina? Sta rivendicando ciò che è sempre stato suo nulla di più, il problema è che gli altri non lo vogliono mollare e allora tutti a dire che cattiva la Cina! Anzi direi di più, ma perché non gli facciamo un bel po' di sanzioni visto che ci siamo?
Temu, quando la sovranità su isole o isolotti, con possibili giacimenti di idrocarburi nelle vicinanze, è contestata, ci si mette intorno a un tavolo e si raggiunge un accordo, non si manda l'esercito ad occupare militarmente la zona. E non sono solo le isole contese con il Giappone. Se invece si vuol fare del bullismo in politica estera poi non ci si deve lamentare se gli altri si armano di conseguenza.
Se la Cina contesta la supremazia americana in Asia e in altre parti del mondo deve anche accettare che altri Paesi contestino la supremazia cinese in Asia.
Il tuo ragionamento non è sbagliato, ma storicamente le Diaoyu sono cinesi/taiwanesi. Che poi, qualche furbacchione, scoprì sotto il suo dominio (USA) dei giacimenti importanti, non ha fatto altro che accampare pretese. Tutti buoni a fare i finocchi con il culo degli altri. Riguardo ad altre isole, anche quelle storicamente cinesi, è evidente che gli americani, insieme ai loro piagnucolosi alleati, pretendono di dettare legge a casa degli altri. Solo perché uno rivendica cose sue, diventa improvvisamente un aggressore, strana sta cosa, quando lo fanno gli altri sono liberatori e ne hanno tutti i diritti, ma per quelli che non sono a stelle e strisce tutto cambia, mi dispiace Pietro ma questo è il mio pensiero.
Io avevo già avuto il sospetto che il Giappone stesse costruendo armi nucleari quando c'è stata qualche diatriba sulla consegna del combustibile nucleare agli USA, cosa alla quale la Cina ha dedicato molta attenzione.
D'altra parte, la Cina che si sta comportando in modo molto aggressivo sulle rivendicazioni territoriali, non può certo protestare.
Simili comportamenti provocano ovviamente la spinta al riarmo dei vicini.
Teniamo presente che la Corea del Nord sviluppa il nuclerare che aveva cominciato il Giappone!
Gli impianti sono quelli e i giapponesi erano arrivati a buon punto con l'atomica tanto che in molti sostengono che le due atomiche sul Giappone siano state il segnale da parte USA che supremazia atomica era loro.
Il Giappone che ha lasciato gli impianti nuclerari nel nord Corea, mai smantellati, li potrebbero rivendicare o invece 'possono usufruire ancora anche loro....'
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