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Grecia, scatta il piano «lacrime e sangue»


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Tagli ai salari, più tasse: così il governo cerca di evitare il default
Riduzione degli stipendi, aumento dell'Iva e delle tasse su alcol e sigarette, innalzamento dell'età pensionabile. Papandreou vara il suo programma di risanamento. Con la speranza che l'Europa assista la Grecia e acquisisca i bond necessari per evitarle il tracollo. Il 16 marzo nuovo sciopero generale

Nuovi tagli e nuove tasse in Grecia. Il piano di risanamento dei socialisti che prevedeva il congelamento generale dei salari, tagli delle indennità del 10%, la riforma del sistema fiscale, misure severissime contro gli evasori, tasse su sigarette, alcool e benzina, aumento dell'età pensionabile, non ha dato i frutti attesi. L'Unione europea ha quindi mandato un messaggio chiaro. «Bisogna applicare nuove misure draconiane se volete che il deficit diminuisca di 4% quest'anno» ha detto il commissario per gli affari economici Olli Rehn durante il suo incontro lunedì scorso con il premier Jorgos Papandreou.

Nuove misure, quindi, annunciate ieri da Papandreou in toni drammatici, perché «ogni cittadino greco si dovrà assumere le proprie responsabilità». Misure che prevedono oltre il congelamento dei salari, anche delle pensioni almeno per i tre prossimi anni, un ulteriore taglio ai dipendenti pubblici pari a un mese di salario (30% della tredicesima, della quattordicesima e del sussidio di ferie), un aumento dell'Iva di due punti percentuali rispetto all'attuale 19%, nuove tasse su benzina, tabacco e alcol. Una stangata durissima per mettere assieme i 4,8 miliardi di euro richiesti da Bruxelles. «Per salvare il paese dal default, per riacquistare la credibilità ed avere l'appoggio dell'Ue» ha detto il premier ellenico.

E tutto ciò con la speranza che Bruxelles e Berlino diano un più concreto appoggio politico, visto che per il momento rimane aperta la questione dell'aiuto finanziario, dell'acquisto da parte di banche tedesche soprattutto, di bond greci per coprire il fabbisogno ellenico di 20 miliardi di euro a metà anno. L'eurodeputato socialista Stavros Lamprinidis nota che «a causa della mancanza di apparati europei per far fronte alla crisi, ciascun funzionario a Bruxelles esprime il proprio parere, colpendo non soltanto la Grecia, ma anche l'euro».

Ad Atene, a sentire la gente, il paese starebbe voltando pagina. Secondo un'inchiesta dell'università economica della capitale la maggioranza considera l'evasione fiscale un atto simile al furto (77%) e alla corruzione (66%). I greci, inoltre, hanno smesso di cercare i colpevoli. Ambedue i partiti che si sono alternati al potere, Nea Dimokratia e Pasok, sono responsabili della crisi attuale che non è soltanto finanziaria, ma anche politica e morale. Hanno le proprie responsabilità i conservatori, perché hanno portato il deficit al 12,7% in tre anni a causa di una politica economica sfrenata, piena di scandali, di corruzione e di clientelismo. Da notare che l' ex premier Kostas Caramanlis ha «regalato» 9 miliardi di euro a 50.000 imprese accusate di evasione fiscale. Ma d'altro canto, i socialisti sono stati i primi a introdurre la contabilità creativa (la falsificazione cioè dei dati presentati all' eurostat), perché hanno «istruito» la gente ad evadere, a concludere ogni operazione con lo stato con una bustarella, a fare profitti grazie al lavoro nero dei migranti e - per i privilegiati aderenti al partito - a usare gli stanziamenti dell'Ue per jeeps, ville e panfili. Ambedue i partiti sono responsabili perché grazie alla legge sull'immunità dei parlamentari, non hanno mai incriminato o giudicato un ministro corrotto per ciò che ha fatto.

Le classi più deboli sono per lo più preoccupate per la propria sopravvivenza. Perché è vero che saranno loro a pagare il conto, la generazione dei 700 euro, i precari (ossia il 25% dei lavoratori) i dipendenti con 1200 euro al mese, pieni di debiti alle banche, i pensionati da 500-600 euro, i disoccupati. «I greci sono pronti a pagare» ha sostenuto Papandreou durante la riunione del gruppo parlamentare socialista. Ma la sinistra accusa già il governo di non aver predisposto un programma di equa distribuzione degli oneri in modo che lavoratori e pensionati non paghino il prezzo per una crisi che non hanno creato loro.
Le banche infatti non si toccano. I datori di lavoro con la scusa della crisi licenziano, senza rispettare nemmeno le leggi sulla flessibilità del lavoro, le 10.000 agenzie off-shore all'estero, appartenenti a vari evasori greci, continuano a funzionare. Nessuno degli evasori è stato finora incriminato e nonostante le misure severe preannunciate, nemmeno un euro dai 40 miliardi fuggiti all'estero negli ultimi mesi, soprattutto in conti bancari svizzeri, è rientrato. Basta fare un giro a due passi dal parlamento, alla piazza Kolonakiou, per capire che la crisi non tocca affatto i soliti frequentatori delle cafetterie di lusso.
Stesse accuse contro i socialisti anche da parte dei sindacati. Mentre sono in corso mobilitazioni di sindacati di categoria, l'Adedy, il sindacato dei dipendenti pubblici, ha proclamato un nuovo sciopero generale per il 16 marzo e un altro entro la fine del mese. «Le reazioni saranno molto violente, perché le misure sono durissime» ha detto Fotis Kouvelis, capogruppo parlamentare della sinistra radicale Syriza, aggiungendo che «Atene deve richiedere l'allentamento del trattato di stabilità».
Per il momento, nonostante questi scioperi, Papandreou raccoglie il consenso generale. Ma se tra qualche mese le speranze per una rapida uscita dalla crisi cominceranno a svanire, la crisi politica e sociale sarà inevitabile. «Anche se queste misure sarebbero sufficienti per far diminuire il deficit, i nostri problemi non saranno risolti» ha ammesso ieri il premier greco, riferendosi alla corruzione e all'evasione fiscale.

Di fatto è da verificare se l'uscita dalla crisi finanziaria in Grecia puó ottenersi sulle rovine del sistema pensionistico, sull'aumento della disoccupazione e la riduzione drastica degli stipendi, già tra i più bassi nell'Ue. 4,8 MILIARDI di euro. Questa la cifra che Atene deve mettere insieme con questo piano di austerità per riacquisire la fiducia di Bruxelles ed evitare la bancarotta.

Pavlos Nerantzis
Fonte: www.ilmanifesto.it
4.03.2010


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mazzi
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E come sperano di mandare avanti un'economia riducendo le masse alla fame?
Ma sono impazziti o cosa?


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mazzi
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probabilmente si, stanno facendo della Grecia un laboratorio per esperimenti.

Se funziona, se riescono a mantenere il controllo delle masse, lo patentano e ce lo rifilano pari pari.


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Zret
 Zret
Famed Member
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Era stato previsto, quando molti schernivano gli economisti seri.


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