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I K, il "capitalismo buono" e noi


cubainforma
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Carlitos

In un recente lavoro per Rebellion ( http://www.rebelion.org/noticia.php?id=215190), il noto intellettuale argentino Claudio Katz ci rivela la deludente storia di corruzione dei Kirchner. In un ampio materiale, Katz afferma che, anche se le attuali denunce sono uno stratagemma per nascondere la corruzione del Macri e la sua cricca, l'onesto è ammettere che i governi K rubarono e alla grande.
Katz documenta: "La cosa più problematica è l'arricchimento della stessa famiglia Kirchner. (...) Si stima che ,dopo 12 anni, il patrimonio del gruppo è aumentato dell'800%, con molte proprietà acquisite a prezzi molto sospetti."
E conclude: "Nessuna azione contro la corruzione può sollevarsi senza denunciare i vari modelli di frode prevalenti nel paese. (..) Non ci sono forme tollerabili di corruzione del progressismo contrapposte alle censurabili modalità dell'establishment. È così dannoso giustificare Cristina, come demonizzarla per offuscare Mauricio".
Un amico con cui ho condiviso il materiale commenta: il triste della notizia è il marciume del sistema, la corruzione sembrerebbe toccare tutti. Se ciò accade in un paese come l'Argentina, grande e con risorse, membro del G20, geograficamente distante dagli USA, a noi ci toccherebbe il più marcio dei capitalismi.
Le storie di come la corruzione sia parte della normalità sono migliaia. Sembrerebbe che nella politica latino-americana, poco si fa senza una tangente o una grossa commissione per la tasca della burocrazia. In Brasile, oltre la metà del parlamento ha accuse di corruzione. In Messico raccontano che un politico si presentò alle elezioni promettendo di "non rubare tanto".
Le assurdità non si limitano al mondo in via di sviluppo; in Spagna ha vinto le elezioni e sembra che dirigerà il governo un partito con con centinaia di denunce di corruzione. Se tutto questo non bastasse, la nostra storia pre rivoluzionaria parla da sé.
Anche se non mancano gli illusi, penso che molti a Cuba conoscono il pericolo di una restaurazione capitalista. Non avremo accesso a un "capitalismo buono". La società del benessere è un prodotto "scaduto" del periodo della Guerra Fredda. Ciò che resta di lei, nel mondo sviluppato, si smonta giorno per giorno e non è per noi. Non è fatalismo geografico, è la distribuzione del mondo che hanno stabilito i poteri reali, contro i quali non possiamo andare anche se volessimo.
L'alternativa per noi, come diceva Rosa Luxemburg, è Socialismo o barbarie.
Per questo è molto preoccupante la divisione tra coloro che non vogliono la restaurazione del capitalismo a Cuba. Sembrerebbe che per un gruppo di funzionari e altri di troll è diventato di moda attaccare coloro che perseguono i loro stessi obiettivi, solo perché sollevano idee e metodi diversi. Combattono, ma non con le idee, ma con sospetti. Confondono il nemico e gli fanno il miglior regalo.
Il dogma, il settarismo e la chiusura ideologica diminuiscono l'unità e la capacità di mobilitazione delle forze di sinistra, generano impotenza e stanchezza nella militanza, producono inutile usura. Lontani dall'allontanare avvicinano (e a passo raddoppiato) il ritorno del capitalismo.
Credo nel socialismo e la continuità del progetto rivoluzionario. Ma non lo meritiamo se quando dobbiamo unire e creare, valorizzare l'intelligenza collettiva ed i simboli che abbiamo forgiato, chiudiamo, ci isoliamo e neghiamo il vero carattere del rivoluzionario.


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