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I Russi si preparano ad intervenire in Libia


SeveroMagiusto
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Vladimir Putin ha evidentemente deciso di rispondere colpo su colpo all’offensiva globale di NATO and friends e anzi di recuperare posizioni, in particolare nell’area del Mediterraneo. Dopo l’intervento in Siria a difesa dell’alleato e dei propri interessi, i Russi potrebbero aver deciso di raddoppiare, aggiudicandosi dopo quella storica di Tartus in Siria, anche una seconda base navale, questa volta in nord-Africa.
Al momento non è chiaro se l’arrivo di forze speciali russe in quel di Sidi Barrani, in Egitto, sia prodromica ad una più duratura presenza in quel luogo, o se l’obbiettivo sia quello di riuscire ad accaparrarsi le banchine ben più attrezzate del porto di Tobruch, in Libia. Quel che è certo è che sono stati notati i primi movimenti di militari russi nella cittadina egiziana, che si trova al confine con la Libia, e che si sta apprestando una collaborazione sempre più stretta fra Russia, l’ormai recuperato alleato egiziano (grande mossa uncle Sam!) e gli iperattivi Qatarioti, tesa a dar man forte alla fazione libica guidata dal Generale Haftar.
Sullo sfondo ovviamente la lotta per i giacimenti petroliferi e di gas libici e per gli assetti geostrategici nel Mediterraneo. Come contorno ci mettiamo anche l’Italia, che non potendo agire in difformità dalle decisioni prese “altrove” (non mi viene neanche più da dire “a Washington o a Londra o a Tel Aviv o a chissàdove”: tanto ormai chiunque può metterci i piedi in testa), nella questione libica ha “deciso” di appoggiare al-Sarraj, cioè l’avversario di Haftar. E’ possibile che per questo saremo costretti “a fare ciao-ciao con la manina” ai nostri interessi nazionali, sempre che l’Eni, che evidentemente ha una politica estera indipendente dalla NATO e dal Governo Italiano, non sappia ancora una volta ungere le ruote giuste.
http://formiche.net/2017/03/15/libia-russia-haftar-egitto/
http://www.debka.com/article/25963/Russian-elite-units-land-on-Egypt-Libya-border


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cedric
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.... sempre che l’Eni, che evidentemente ha una politica estera indipendente dalla NATO e dal Governo Italiano, non sappia ancora una volta ungere le ruote giuste.

Giusto per la cronaca: la politica estera dell'ENI é controllata (di diritto e di fatto) dal governo italianoche ne possiede il 30.1%
Ministero dell’Economia e delle Finanze 4,34%
CDP S.p.A. 25,76%

Il restante 70% è distribuito fra investitori istituzionali italiani ed esteri (fondi, banche, assicurazioni) col 56% e pensionati e casalinghe col 13%

Circa il 47% delle azioni sono detenute da azionisti italiani (governo compreso) ed il restante 53% da azionisti esteri: potrebbero rompere le scatole solo gli azionisti inglesi con l'8% e gli americani con il 15% su indicazione dei rispettivi governi (cosa che fanno regolarmente).
https://www.eni.com/it_IT/azienda/governance/azionisti.page#

Quindi chi decide la politica estera dell'ENI è il governo italiano (almeno finchè non si vende la Cassa Depositi e Prestiti), che come ai tempi dei democristiani tiene giustamente il piede in due (e forse tre) staffe: con il petrolio per assicurare il bidè caldo agli italiani non si scherza e quindi ognun per se e gli dei per tutti, anche a costo di mandare i carabinieri contro americani ed inglesi per occupare Tobruk assieme ai russi


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SeveroMagiusto
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Grazie per la precisazione.
Peraltro nel fare la divisione dei pani e dei pesci, bisogna anche andare a vedere che non ci siano pani a foggia di pesce, o pesci…che sanno di pane! Nel senso che un conto è ciò che appare, e un conto è la sostanza. Ti risulta che il nostro Governo faccia gli interessi dell’Italia? Se così fosse, nel caso della Libia, avremmo dovuto opporci al suo macello e smembramento, dato che noi eravamo il suo partner commerciale d’eccellenza, e invece abbiamo dovuto parteciparvi, dandoci così la zappa sui piedi.
Ma evidentemente all’Eni ci sono dei bravi “diplomatici” visto che Francesi (con la Total in primis), Inglesi ed Americani comunque non sono riusciti a scalzare più di tanto la nostra compagnia dalle sue posizioni privilegiate, indipendentemente da chi controlli le zone ove ci sono i giacimenti.
Gli Americani in questo senso sono dei geni. Hanno occupato per anni l’Iraq, e qual è la compagnia che fa più affari con gli Iracheni? Una delle sette sorelle? Neanche per sogno: è la cinese Sinopec.
Per continuare con l’Eni, il caso Regeni è sintomatico: costruito ad arte per sabotare gli affari dell’Eni in Egitto, ha dimostrato una volta di più che gli aspetti economici prevalgono rispetto a quelli politici. Se il Governo avesse avuto a cuore gli interessi del Paese, una campagna mediatica e diplomatica anti-egiziana come quella che c’è stata, non si sarebbe mai vista. Purtroppo il nostro Paese è uno Stato vassallo e deve obbedire alle pressioni di chi comanda, anche se si tratta di mettere il bastone fra le ruote della bicicletta sulla quale si è seduti. Evidentemente però anche in Egitto hanno preferito badare al sodo.
In India invece le cose non sono andate così bene. Il caso dei nostri marò è costato dei bei soldini a Finmeccanica ( http://www.iltempo.it/politica/2016/05/31/gallery/tangenti-in-finmeccanica-vendetta-indiana-sui-maro-1011526/).
In sostanza, quando ci sono di mezzo i quattrini, ognuno cerca di tirare l’acqua al suo mulino e di mettere in azione i suoi “agganci”. Succede sempre, in ogni gara, per ogni commessa, quando le cifre sono importanti. C’è sempre chi cerca di influenzare qualche “decisore” verso la propria parte. Quando poi parliamo di contratti miliardari, sicuramente girano “incentivi” importanti ed entrano in gioco politici di alto livello. Quindi magari potranno esserci Ministri o persino Governi che ufficialmente prendono una posizione, e dall’altra, sottobanco, si impegnano in direzione opposta perché ognuno vuole la sua fettina di torta.
Perciò, la compagine azionaria dell’Eni è un conto; a quali potentati poi gli azionisti rispondano, è un altro paio di maniche.


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cedric
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Aggiornamento fresco fresco sulla politica estera dell'ENI, alias Cassa Depositi e Prestiti, alias governo italiano.

Eni: firmato accordo con Sonatrach su forniture gas
Il gigante energetico russo Gazprom ha siglato un protocollo d'intesa con l'ENI per lo sviluppo delle forniture di gas all'Europa nell'ambito dello sviluppo del corridoio sud e per aggiornare gli accordi relativi alle forniture di gas dalla Russia all'Italia.
Gazprom ha definito i prezzi del gas per l'Unione Europea nel 2017.

"Il documento rivela l'interesse delle parti all'analisi delle prospettive della cooperazione nell'ambito dello sviluppo del corridoio sud delle forniture del gas dalla Russia ai paesi europei, in particolare, all'Italia, nonché l'aggiornamento degli accordi circa la fornitura del gas dalla Russia all'Italia", si legge nel comunicato stampa di Gazprom. Gazprom Export ha precisato all'agenzia Sputnik che l'aggiornamento degli accordi riguarderà "solo le modifiche nei punti relativi alla consegna nel contesto del corridoio sud delle forniture".

Il memorandum è stato siglato dal presidente del consiglio di amministrazione di Gazprom, Alexei Miller, e dall'amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi.

https://it.sputniknews.com/economia/201703214231046-gas-memorandum-gazprom-eni/

Prima di tutto ci si assicura che gli italiani abbiano sempre abbastanza gas e petrolio per farsi il bidè caldo, poi si può anche pensare alle cazzate che ci chiede di fare la NATO....


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SeveroMagiusto
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Grazie Cedric, interessante.
E conferma che l’Eni ha una politica a sé. O che il nostro Governo dice una cosa e ne fa un’altra. Il che non dovrebbe sorprenderci. La sorpresa sta nel fatto che si faccia i furbi con i nostri padroni. Da una parte si partecipa al boicottaggio della Russia, e dall’altra , dopo aver sbattuto la porta…si rientra dalla finestra. Se ricordi, poco dopo i fatti di Piazza Maidan e l’istituzione delle sanzioni alla Russia, l’Eni fu costretta a rinunciare alla propria partecipazione al progetto South Stream ( http://www.corriere.it/economia/14_dicembre_29/eni-cede-gazprom-quota-gasdotto-south-stream-c4e8efba-8f9b-11e4-b2e8-757fd60bcfb4.shtml). Sono passati poco più di due anni e mentre se come “libero” cittadino voglio spedire un pacchetto in Russia posso avere le mie belle difficoltà (vedi le ultime due voci di questo modulo https://www.poste.it/DLE-dichiarazione-libera-esportazione.pdf), il mio Governo, che ha aderito alle sanzioni e mi obbliga alle stesse, sottoscrive contratti miliardari con lo stesso Paese boicottato. Misteri.
Comunque sono sicuro che a parte il fatto di permettere agli Italiani di farsi il bidè caldo, in realtà – come dicevo – questo accordo non è stato fatto per amor di patria, ma perché qualcuno si metterà dei bei soldini in tasca.


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la russia vuole intervenire il libia? Lo faccia pure e se trasforma la libia in un parcheggio la cosa mi è completamente indifferente


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