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fasal75
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Dietro la maschera: il razzismo da Israele fino alla Convenzione Nazionale Repubblicana

Articolo originale italiano: http://znetitaly.altervista.org/art/7488

Di Rebecca Gordon

2 settembre 2012

Xenofobia a Israele e un quasi linciaggio a Gerusalemme

Nel maggio 2012, circa 3.000 profughi riconosciuto del Sudan meridionale vivevano a Israele; questo quando il membro della Knesset Miri Regev del partito di destra al governo, il Likud, ha detto a una dimostrazione contro la presenza africana a Israele, che i profughi sono “un cancro nel nostro organismo”. La folla si è incattivita e i dimostranti hanno attaccato gli Africani che erano lì intorno, urlando slogan, del tipo: “infiltrati andatevene dalle nostre case!” Tre mesi dopo, la maggior parte dei 3.000 hanno lasciato “volontariamente” Israele, in risposta a un insieme di incentivi economici e detenzione di minacce di detenzione prolungata.

Una politica più dura che comprende detenzione fino a tre anni e la costruzione di un nuova barriera lunga circa 241 km. al confine con l’Egitto, ha rallentato l’afflusso degli Africano che cercano asilo, lavoro o entrambi, in Israele. Si prevede che circa 60.000 Africani che non sono riconosciuti come profughi restino nei quartieri urbani degradati di Israele. Il Likud e i suoi sostenitori vorrebbero che questi migranti venissero imprigionati o deportati. E secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano Haaretz, quasi il 60% degli Ebrei di Israele che hanno finito le scuole superiori sono d’accordo.

Coloro che si oppongono alla presenza africana sostengono che il loro numero minaccia la natura ebraica dello stato. Questa ansia demografica sulla diluizione di una maggioranza ebraica rivela la vera faccia dietro la maschera della democrazia israeliana. Una contraddizione inevitabile è alla base di Israele: una democrazia non può coesistere con la purezza etnica.

Se la destra in Israele è preoccupata per la sfida demografica di un numero relativamente piccolo di Africani, appaiono terrorizzati del numero maggiore di Arabi che vivono in mezzo a loro. Il mese di agosto ha visto il quasi linciaggio del diciassettenne Jamal Julani, di Gerusalemme est. In base alla descrizione dell’evento fatta da Haaretz, un gruppo di circa 30 adolescenti, incitarti da compagni che urlavano “imprecazioni razziste” del tipo: “gli Ebrei sono persone, gli Arabi sono figli di puttana,” hanno scelto Julam , perchè era un arabo che passava per strada per caso a Gerusalemme ovest. Lo hanno picchiato fino quasi a farlo morire. Otto persone sono state incriminate, compresi sette minori.

Pochi giorni dopo, tre ragazzi di tredici anni, figli di coloni israeliani, sono stati arrestati per aver lanciato una bomba incendiaria contro un taxi palestinese in Cisgiordania, ferendo gravemente sei persone.

Nei prossimi anni, i previsti cambiamenti demografici serviranno soltanto a intensificare la contraddizione che è alla base di Israele. L’Ufficio centrale di statistica del governo prevede che nle 2017 oltre metà degli scolari del paese saranno o Arabi o ebrei ultra-ortodossi. Per quanto tempo Israele potrà sopravvivere come uno stato come uno stato con la segregazione razziale?

Razzismo dilagante a Tampa e oltre

Nel frattempo i più grossi promotori della destra di Israele si stanno divertendo in Florida.

I pianificatori della Convention Nazionale repubblicana, però, non sono potuti essere del tutto contenti quando slogan scanditi di “Stati Uniti d’America! Stati Uniti d”America!” sono esplosi alla convention martedì proprio quando la donna portoricana che presiede l’Organizzazione Permanente del Comitato si è avvicinata al podio. Zoraida Fonalledas stava per salire sul podio per annunciare la nomina del presidente della camera dei rappresentanti della Camera John Boehner a presidente permanente della convention. Quando ha iniziato a parlare con quello che l’opinionista di Harper’s chiama il suo “inglese con forte accento straniero”, i delegati hanno agitato i pugni e altri si sono uniti al coro di slogan. La signora Fonalledas, sconcertata, ha tentato di aggiungere il suo “Stati Uniti d’America!” al subbuglio creatosi, poi si è rivolta al presidente facente funzione della convention Reince Priebus per farsi aiutare. Nel video C-Span dell’avvenimento è difficile dire se la condiscendenza di Priebus è stata maggiore verso i delegati di Ron Paul che aveva appena deposto, o verso la Fonalledas.

I Repubblicani e la stessa Fonalledas hanno subito detto alla Fox News Latino che aver scandito gli slogan non aveva niente a che fare con le sue origini portoricane. Quelli che urlavano hanno sostenuto che stavano ancora continuando una precedente battaglia sulle manovre procedurali che avevano scalzato i delegati di Ron Paul del Maine. Tuttavia questa clip di C-Span sembra mostrare che mentre i delegati di Paul stavano già urlano “No” “riammetteteli,” gli urli “USA” non sono cominciati fino a quando Priebus ha presentato la Fonalledas che ha iniziato ad avviarsi verso il podio.

Già lo stesso giorno, due partecipanti erano stati cacciati fuori dalla convention perché avevano buttato delle noccioline addosso a una operatrice televisiva di colore gridando: “Ecco come diamo da mangiare agli animali!”

Quello che c’è sotto la maschera del conservatorismo “ragionevole” è molto più brutto delle poche centinaia di zotici sostenitori degli interessi degli abitanti originari (e contrari agli immigrati) , che si sono comportati male a Tampa. E’ un gruppo la cui piattaforma vorrebbe rendere illegale qualsiasi tipo di aborto, limitare l’accesso al controllo delle nascita, e mandare di nuovo in cucina le donne a piedi nudi e incinte (a meno che, naturalmente, i loro figli ricevano Aiuti Temporanei per le famigli bisognose, nel qual caso vuol dire andare a lavorare e poi in cucina). Il gruppo ha dovuto sconfessare Todd Akin, quando ha messo da parte la maschera e ha espresso la sua opinione su come i corpi delle donne evitano la gravidanza in casi di “legittimo” stupro. Ma la sua posizione – opposizione all’aborto anche in caso di stupro o di incesto – è riuscita a entrare nella piattaforma della Convention nazionale repubblicana.

Gli osservatori che si sono blandamente divertiti che la natura abbia mandato la tempesta tropicale Isaac a Tampa, saranno sorpresi di apprendere che per una volta Dio aveva diretto la sua ira sul Partito repubblicano. il presidente delle operazioni di soccorso Troy Newman, spiega: “Il cielo ha mandato l’uragano per ritardare l’incoronazione del governatore Romney, così oggi esortiamo i delegati del a favore della vita di astenersi da qualsiasi votazione sulla nomina di Romney fino a quando tutto il sostegno finanziario che il GOP (Great Old Party), il Vecchio Grande Partito, cioè il Partito repubblicano ha fornito a Todd Akin, sia ripristinato…”

Se i Repubblicani hanno profonda antipatia e sfiducia nei confronti delle donne, essi odiano e temono la gente di colore.

Hanno passato gli scorsi 4 anni a lavorare sodo per eliminare il diritto di voto per i le persone di colore e i Latino-Americani, specialmente negli stati che probabilmente sono incerti. I metodi variano a seconda dello stato. La Carolina del nord, per esempio, ha approvato una legge che richiede che i votanti presentino una carta di identità con la foto. George Zornick di The Nation, riferisce che la governatrice Nikki Haley:

“ha avuto uno dei più calorosi applausi della convention finora, quando si è vantata dei suoi successi per la soppressione del voto. Ha detto: ‘Abbiamo detto che ne
lla Carolina del Sud che se si deve presentare un carta di identità con la foto per comprare il Sudafed (una medicina, n.d.t,) e dovete mostrarla per mettere piede su un aereo, allora dovreste mostrarla per proteggere uno dei più preziosi, più importanti, più sacri diritti in America – il diritto di voto.”

Nel frattempo nella corte federale, il Rappresentante dello stato della Carolina del sud, Alan Clemmons, autore della legge, è stato costretto ad ammettere che lo stato non aveva mai visto un solo esempio di frode elettorale con sostituzione di persona. E la motivazione razzista delle leggi è stata esposta quando gli avvocati che contestavano la legge hanno presentato questa delizioso scambio di mail tra Clemmons e un suo sostenitore non identificato di nome “Ed” . Ed si opponeva all’idea di offrire incentivi per incoraggiare le persone a registrarsi per votare:

Sostenitore: Sarebbe come uno sciame di api che assale un’anguria.

Clemmons: Amen, Ed, grazie per il tuo appoggio.

Chi difende il diritto di voto, sta lottando anche contro la soppressione degli sforzi in Ohio, Pensylvania e Florida. In caso ci fosse qualche dubbio sul proposito della mossa dell’Ohio per terminare le votazioni di persona fatte nelle prime ore e nel fine settimana, il repubblicano Doug Preisse membro della commissione elettorale dell’Ohio ha chiarito le cose dicendo per e-mail al Columbus Dispatch :” Suppongo di pensare davvero che non dovremmo stravolgere il processo di voto per sistemare la macchina cittadina -leggi afro-americana – dell’affluenza dei votanti .”

In Florida, i sostenitori del diritto di voto hanno ottenuto una vittoria quando un giudice federale ha annunciato che avrebbe eliminato le restrizioni legal che impediscono alle organizzazioni comunitarie di registrare i votanti.

Come la loro controparte della destra israeliana, i Repubblicani degli Stati Uniti stanno giocando con la profonda ansia razziale di una vasta maggioranza bianca che si sta restringendo.

L’opinionista conservatore Andrew Sullivan diche che “Romney ha afferrato con decisione l’arma della razza,” coi i suoi slogan che indicano che i cambiamenti fatti da Obama per Medicare ruberanno denaro ai bianchi anziani per fornire assistenza medica ai “poveri che tendo a essere ancora meno dei ricchi.” Però anche alcuni sostenitori dei Repubblicani si preoccupano di quali risultati questo avrà alla lunga – non per ragioni di moralità o di giustizia, ma soltanto considerando la sua efficacia. Il senatore della Carolina del sud Lindsey Graham ieri ha reso nota sia l’attuale strategia repubblicana che i trabocchetti che offre:

“Stiamo perdendo malamente la corsa della demografia. Non produciamo bianchi sufficientemente arrabbiati che restino in attività a lungo termine.”

L’Iran nel mirino

Lo farà o non lo farà? Ci sono state molte voci per tutto il mese che il Primo ministro israeliano Benjamin Netahyahu è deciso a bombardare le installazioni nucleari iraniane prima delle elezioni negli Stati Uniti. La teoria è che in piena campagna elettorale, il Presidente Obama non avrebbe altra scelta se non quella di approvare un fatto compiuto israeliano. Ma, come riferisce il quotidiano del Regno Unito, The Indipendent, l’opposizione interna di Israele a un attacco non autorizzato dagli Stati Uniti comprende il presidente Shimon Peres e “i capi del passato immediato del Mossad (i servizi segreti di Israele, n.d.t.) e il servizio di sicurezza interno Shin Bet”, insieme alla maggior parte dell’establisment della sicurezza in carica, tranne il ministro della difesa Ehud Barak.”

Può darsi quindi che Netanyahu stia soltanto bluffando, per ottenere che gli Stati Uniti inaspriscano le loro sanzioni sull’Iran. Oppure può darsi che queste manovre – compreso il fatto di rendere disponibili le maschere antigas a Tel Aviv – siano rivolte all’elettorato americano.

Alla fine di Agosto l’Iran ha assunto la presidenza del Movimento dei non Allineati quando i rappresentanti del movimento di 120 nazioni sono arrivati a Therean. Era presente, malgrado le obiezioni da parte del Segretario Generale Ban Ki-Moon, che, insieme al presidente egiziano Mohamed Morsi, ha incontrato i capi politici iraniani e ha pubblicamente rimproverato Tehran per la sua serie di violazioni dei diritti umani.

La Siria alle corde

Morsi spera di portare l’Iran a fare colloqui di pace per la Siria, dove una guerra civile violenta ha continuato a infuriare durante tutto il mese di agosto. Ha proposto un “gruppo di contatto” di quattro parti, formato da Egitto, Turchia, Iran e Arabia Saudita, ma il Washington Post riferisce che almeno alcuni gruppi di ribelli hanno già rifiutato il piano, dato l’inserimento dell’Iran che sta fornendo un appoggio significativo al regime di Assad e al suo quasi unico stato che rimane suo alleato. Morsi ha usato il suo tempo di trasmissione al vertice del Movimento dei paesi non Allineati per denunciare il regime siriano, una mossa che indebolisce il possibile ruolo dell’Egitto come onesto mediatore.

Nel frattempo la guerra continua e chi non combatte continua a soffrire e a morire. Il 15 agosto, la Commissione Internazionale Indipendente di Indagine sulla Siria, dell’ONU ha emesso un rapporto accusando sia il governo che le forze di opposizione di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità. La commissione ha fatto ricadere la colpa soprattutto sul governo, i cui massacri sono continuati e perfino aumentati da quanto il rapporto è stato diffuso. Il 27 agosto a Daraya, una città a sud ovest di Damasco, le forze di governo hanno ucciso tra 200 e 400n civili, per la maggior parte Musulmani Sunniti.

La guerra ha provocato una crisi di rifugiati durante la quale più di 200.000 sono scappati in Siria. Cica 80.000-100.000 sono ora in Turchia che sta ora pensando di chiudere il suo confine con la Siria, dato che i campi stanno straripando. (Altri sono andati in Giordania e in Libano, dove ora alcuni vivono nei campi dei rifugiati palestinesi di quasi 40 anni fa). La guerra siriana sta riaccendendo tensioni etniche e tra sette religiose anche lungo il confine turco. Il sostegno finanziario e logistico della Turchia all’opposizione siriana irrita i Turchi Alauiti nelle città di confine. E il governo di Assad si è assicurato l’appoggio dei Kurdi siriani che, come la loro controparte turca, hanno un odio di vecchia data verso il governo di Ankara.

Per impedire un ulteriore afflusso di profughi, la Turchia ora sostiene la creazione di una zona di sicurezza per i profughi all’interno della Siria – un’opzione che il governo di Assad rifiuta categoricamente e che richiederebbe un intervento militare per istituirla e mantenerla. E’ improbabile anche, che la Russia, il maggior alleato di Assad al Consiglio di sicurezza dell’ONU, appoggerà una proposta del genere quando la Turchia la porterà al Consiglio che è in programma per il 31 agosto.

La guerra civile in Siria sta cercando anche di destabilizzare il Libano, che questo mese ha visto combattimenti nelle strade tra Sanniti e milizie Alauite. L’esercito libanese, una delle poche istituzioni libanesi multi etniche, rischia di essere lacerato da rinnovate lotte settarie, dato che è sollecitato a reprimere scontri violenti come quelli di Tripoli. I LIbanesi che ricordano l’aspra guerra civile durata 10 anni degli anni ’70 e ’80, sperano disperatamente che questo non sia l’inizio di una nuova guerra. Nella precedente guerra, Israele, gli Stati Uniti e la Siria hanno appoggiato svariate fazioni etniche e religiose. Dato che l’Iran appoggia il partito sciita Hezbollah, attualmente in coalizione coi i Maroniti, e maggiore partito di governo, se la Siria trascina il Libano in una guerra civile, potrebbe cero fornire la scint
illa di una conflagrazione in tutta la zona. Aggiungete a questo le possibili ripercussioni in tutta la regione se Israele attacca l’Iran, protettore di Hezbollah.

Tutto si aggiunge a momenti estremamente pericolosi nel mondo arabo e musulmano. E l’Occidente che contribuisce con armi più potenti alla miscela – per non parlare delle minacce di intervento diretto – non fa altro che gettare benzina sul fuoco. Anche se sembra molto esiguo, il sentiero “meno peggiore” sembra essere un accordo negoziato che permetta ad Assad di dimettersi e crei una strada sostenuta da tutte le potenze regionali perché il popolo siriano scelga un nuovo governo democratico.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/behind-the-mask-racism-from-israel-to-the-rnc-by-rebecca-gordon

Originale: Wartimes.org

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2012 – ZNET Italy- Licenza Creative Commons – CC BY -NC-SA 3.0


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