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IL TRAMONTO DI UN PRESIDENTE

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mystes
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Ho difeso ed elogiato l’ex presidente del Brasile Jair M. Bolsonaro almeno in due occasioni: la prima durante la pandemia per l’equilibrio e la calma mostrati ed in occasione del suo viaggio in Russia e del suo incontro con Putin. Due eventi che a mio vedere hanno segnato il percorso politico di questo Presidente facendolo emergere e distinguere nel panorama geo-politico, come un uomo che non si è piegato ai diktat nefasti della globalizzazione e agli interessi egoistici dei poteri apolidi della finanza internazionale.

A questi due eventi vorrei aggiungere anche la difesa della sovranità dell’Amazzonia, difesa che è servita a spegnere gli appetiti di un tipaccio come Macron e delle ong sparse per il pianeta le quali, con la scusa della difesa dell’ambiente, hanno da tempo messo in campo e mostrato la faccia truce di un nuovo colonialismo.

Ebbene, sono tre episodi politici che farebbero “tremare le vene e i polsi” a chiunque, e che, se da un lato hanno visto aumentare la fame dei poteri forti i quali sono sempre pronti a tutto pur di impedire che qualche uomo di stato o qualche imprenditore sovranista metta il bastone tra le ruote sui loro sporchi affari, dall’altro hanno dato l’opportunità al Brasile di posizionarsi come un nuovo protagonista della politica. Mi spiego meglio.

In occasione della pandemia Bolsonaro non si è sottomesso e non ha obbedito al generale coro mondialista che aveva disposto in primo luogo il totale isolamento delle famiglie e la clausura della popolazione, assumendo una posizione di prudenza, permettendo soprattutto l’uso delle cure domiciliari o alternative e mandando così in bestia i numerosi padrini politici ed economici che avevano fiutato il lucroso affare della vaccinazione obbligatoria. Bolsonaro aveva assecondato l’orientamento del suo ministro della salute favorevole al vaccino contro la Covid “autorizzato dall’organo ministeriale” di controllo, ma decisamente contrario all’uso obbligatorio dello stesso.

Su questa “solitaria e anomala” attitudine di J. Bolsonaro i cospiratori della globalizzazione se la sono legata al dito, dando il via, quasi sempre attraverso interposta persona (soprattutto l’apparato giudiziario e la stampa mainstream) a una serie di attacchi politici contro la persona del Presidente e contro il suo governo con lo scopo evidente di indebolirlo e di farlo giungere indebolito all’elezione presidenziale.

Il secondo avvenimento che deve aver soprattutto preoccupato i giocatori che manovrano sullo scacchiere geopolitico americano, è stato il viaggio di Bolsonaro in Russia, viaggio deciso nell’ambito delle nuova strategia geopolitica di Bolsonaro che si era prefigurata in occasione della guerra della Russia contro l’Ucraina, quando il Brasile, distanziandosi dall’allineamento dei cagnolini fedeli al padrone USA, aveva votato a favore della neutralità. Subito dopo l’abbraccio di prassi, Bolsonaro e Putin, come presidenti amici e nel corso di una serie di colloqui riservati, hanno mostrato l’inizio di una feconda e reciproca collaborazione in tutti i campi dell’economia e degli investimenti. Tutto ciò deve aver fatto suonare qualche campanello d’allarme nella stanza ovale della Casa Bianca dove si osservava il loro antico e come veniva definito “cortile di casa” sganciarsi dalla dipendenza yankee e diventare protagonista. Sarà stato allora che qualche “genio” del “partito democratico” avrà suggerito a Biden: stiamo perdendo la leadersheep carioca ma abbiamo il ricambio, e il ricambio non era altri che il corrotto Lula, segno questo che la sinistra americana è ridotta proprio male.

Alla vigilia della campagna elettorale quando alcuni giudici del Supremo Tribunale del Brasile hanno autorizzato la candidatura di Ignazio Lula da Silva alla Presidenza della Repubblica (col benestare di mamma America dove “vuolsi così colà dove si puote”!) , Bolsonaro non ha avuto la capacità o la forza politica di bloccare tale indicazione, ed è stata questa la classica buccia di banana sulla quale il presidente è scivolato e sulla quale sono sdrucciolati 4 anni di governo che avevano ed hanno rappresentato la rinascita di un paese conosciuto nel mondo intero solo per le mulatte, il carnevale e il gioco del calcio. In questo contesto Bolsonaro ha dimostrato di essere debole e indeciso: avrà avuto anche le sue ragioni, in tal caso avrebbe dovuto sentire il dovere e l’obbligo morale di informare e offrire una chance a chi lo ha sostenuto e che ha avuto fiducia in lui, specialmente in un’epoca come questa dove l’informazione è il veicolo principale delle immagini e delle idee.

E’ inutile adesso recriminare, Bolsonaro sapeva, da almeno un anno, (sicuramente anche prima) che il sistema elettorale brasiliano basato unicamente sul voto elettronico è passibile di frode da parte di chi detiene la chiave del codice segreto del sistema informatico, pertanto avrebbe dovuto mettere tutto il suo peso politico e umano per impedire che questo sistema venisse usato nelle elezioni presidenziali del 30 ottobre. Compiuto comunque il primo errore, Bolsonaro ne ha commesso un secondo: una volta ricevute le prove della frode, non ha fatto nulla per disporre l’annullamento del voto, nonostante il popolo lo esigesse urlando nelle numerose manifestazioni di protesta che si sono svolte in tutto il Brasile per oltre un mese, ignorate sistematicamente dalla grande stampa internazionale, sempre sollecita a rompere i timpani in occasione di manifestazioni in Iran o in Turchia o in Egitto.

Nessuno ha saputo spiegare le ragioni dell’assenteismo di Bolsonaro subito dopo le elezioni, incluso il suo rifiuto di riconoscere la sconfitta elettorale. Se un presidente ancora in carica non ammette di essere stato battuto, è implicito supporre che abbia in mente una qualche reazione. Le prove della frode gli erano state fornite dal capo del partito al quale appartiene. Anche così, Bolsonaro, di solito molto loquace e comunicativo, si è chiuso in un silenzio di tomba, permettendo così al suo avversario di poter ricevere il prossimo 1° gennaio 2023 la carica di Presidente del Brasile.

Fatto sta, e così concludo, che a partire da questa data l’ex condannato a 12 anni di prigione per corruzione, appropriazione indebita, furto aggravato etc. etc. governerà il Brasile dando una immagine di questo grande paese all’estero che farà rimpiangere quella delle mulatte, di Pelé e del samba del carnevale di Rio, mentre a Bolsonaro e al suo partito non resterà da fare altro, magra consolazione, che organizzare un’opposizione democratica al governo Lula, ammesso (e sarà tutto da vedere) che Lula glielo permetta!!!...

 

 

 

 

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Detrollatore II
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Ho gradito anch'io Bolsonaro fino alle elezioni, quando ho saputo che:
- ha messo il segreto di stato sul suo stato di salute, sul bilancio di stato, sui suoi patrimoni ecc
- ha lasciato un buco di bilancio spaventoso (centinaia di miliardi)
- l'accoltellamento che ha subito è stata una montatura
- il popolo brasiliano è facile a suggestionarsi (da qui le adunate oceaniche in suo favore)
Non ne sai nulla di tutto ciò, mystes? 
NB: non sono notizie venute fuori dal mainstream.


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mystes
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Si, ecco come il ministro delle finanze brasiliano ha risposto a tutti i calunniatori di sinistra sullo stato dell'economia del paese:

https://www.youtube.com/shorts/KkZCcRha35A

 


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mystes
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Ho gradito anch'io Bolsonaro fino alle elezioni, quando ho saputo che:
- ha messo il segreto di stato sul suo stato di salute, sul bilancio di stato, sui suoi patrimoni ecc
- ha lasciato un buco di bilancio spaventoso (centinaia di miliardi)
- l'accoltellamento che ha subito è stata una montatura
- il popolo brasiliano è facile a suggestionarsi (da qui le adunate oceaniche in suo favore)
Non ne sai nulla di tutto ciò, mystes? 
NB: non sono notizie venute fuori dal mainstream.

Ha lasciato un superavit di 30 miliardi di reali (moneta brasiliana). Faccia lei il cambio in euro e veda quanto viene.

 


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ekain3
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Anche se non usa il termine, Pepe Escobar vede le attuali proteste brasiliane come una rivoluzione colorata. Spiega come Bolsonaro e l'esercito in Brasile siano entrambi pedine del Deep State statunitense, in atto per proteggere i globalisti clientelari e i grandi proprietari terrieri.

https://www.presstv.ir/Detail/2022/12/10/694224/Future-of-Brazil


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mystes
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Pubblicato da: @ekain3

Anche se non usa il termine, Pepe Escobar vede le attuali proteste brasiliane come una rivoluzione colorata. Spiega come Bolsonaro e l'esercito in Brasile siano entrambi pedine del Deep State statunitense, in atto per proteggere i globalisti clientelari e i grandi proprietari terrieri.

https://www.presstv.ir/Detail/2022/12/10/694224/Future-of-Brazil

Beppe Escobar non è l'oracolo di Delfi  e il Deep State statunitense è il maggior nemico di Bolsonaro. Inoltre nel mio articolo sono stato chiaro sulla posizione di Bolsonaro e del Brasile rispetto al globalismo corrotto e clientelare.

 


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ekain3
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d'accordo, Escobar non è l'oracolo di Delfi, e per fortuna, ma è sempre stato un giornalista indipendente e scomodo, e varrebbe la pena ascoltare quello che dice.  

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ekain3
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Aggiungo, nel suo recente articolo su Asia Time, Escobar parla della situazione in Brasile: non mancano le critiche a Lula, che ha dovuto scegliere una via di troppi compromessi per tornare la potere: 

 

''...Lula, da sempre eccezionale negoziatore, è riuscito a vincere contro il formidabile apparato della macchina statale scatenato da Bolsonaro, che ha visto la distribuzione di miliardi di dollari in compravendita di voti; una valanga di fake news; aperta intimidazione e tentativi di soppressione degli elettori contro i poveri da parte di rabbiosi bolsonaristi; e innumerevoli episodi di violenza politica.

Lula eredita una nazione devastata che, proprio come gli Stati Uniti, è completamente polarizzata. Dal 2003 al 2010 – è salito al potere, per inciso, solo due mesi prima dello “shock and awe” dell'America contro l'Iraq – è stata tutta un'altra storia.

Lula è riuscito a portare sul tavolo prosperità economica, massiccia riduzione della povertà e una serie di politiche sociali. In otto anni ha creato almeno 15 milioni di posti di lavoro.

E ora arriviamo al vero succo. Nientemeno che il Sottosegretario di Stato americano per gli affari politici Victoria Nuland ha visitato il Brasile “ufficiosamente” lo scorso aprile. Ha rifiutato di incontrare Bolsonaro e ha elogiato il sistema elettorale brasiliano ( " uno dei migliori nell'emisfero, in termini di affidabilità, in termini di trasparenza." )

Successivamente, Lula ha promesso all'Ue una sorta di “governance” dell'Amazzonia e ha dovuto condannare pubblicamente la “operazione militare speciale” russa in Ucraina. Tutto ciò dopo che aveva già elogiato Biden, nel 2021, come “un respiro per la democrazia nel mondo”. La "ricompensa" per la performance accumulata era una copertina della rivista Time. 

Tutto quanto sopra può suggerire un governo pseudo-sinistra in arrivo da parte del Partito dei Lavoratori – neoliberismo dal volto umano – infiltrato da ogni sorta di vettori di destra, essenzialmente al servizio degli interessi di Wall Street e del Dipartimento di Stato controllato dai Democratici.

Assi chiave: acquisizione di beni economici chiave da parte dei soliti sospetti globalisti, e quindi nessuno spazio per il Brasile per esercitare una vera sovranità.  

Lula, ovviamente, è troppo intelligente per ridursi al ruolo di semplice ostaggio ma il suo margine di manovra – internamente – è estremamente ridotto. Il bolsonarismo tossico, ora all'opposizione, continuerà a prosperare istituzionalmente travestito da – finto – “antisistema”, soprattutto al Senato.''

 

Ma senti ora cosa scrive Pepe Escobar di Bolsonaro:

''Bolsonaro, un sedicente "mito",  creato e confezionato dai militari, uscito allo scoperto circa un mese dopo la vittoria elettorale di Dilma che l'ha spinta a un secondo mandato alla fine del 2014.

Lo stesso Bolsonaro e innumerevoli sostenitori fanatici hanno flirtato con il nazismo; ha sfacciatamente elogiato noti torturatori durante la dittatura militare brasiliana; e munto serie tendenze fasciste in agguato nella società brasiliana. 

Il bolsonarismo è ancora più insidioso perché si tratta di un movimento inventato dai militari, sottomesso alle élite globaliste neoliberiste hardcore e composto da evangelici e magnati dell'agrobusiness mentre si atteggia a "anti-globalista". Non c'è da stupirsi che il virus abbia contaminato letteralmente metà di una nazione stordita e confusa.''

 

 

Infine, Escobar non dimentica che Lula è stato uno dei fondatori dei BRICS, ai tempi BRIC, (mancava il South Africa).

Sempre Escobar:

''Esternamente, Lula giocherà una partita completamente diversa.   

Lula è uno dei fondatori dei BRICS nel 2006, che si è evoluto dal dialogo Russia-Cina. È immensamente rispettato dai leader del partenariato strategico Russia-Cina, Xi Jinping e Vladimir Putin.

Ha promesso di servire un solo mandato, o fino alla fine del 2026. Ma questo è esattamente il tratto chiave nell'occhio del vulcano, a cavallo del decennio che Putin ha descritto nel suo discorso di Valdai come il più pericoloso e importante dalla seconda guerra mondiale.

La spinta verso un mondo multipolare, istituzionalmente rappresentato da una congregazione di organismi dai BRICS+ l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai all'Unione economica dell'Eurasia, trarrà immensamente vantaggio dall'avere Lula a bordo come probabilmente il leader naturale del Sud del mondo - con un track record di incontro. 

Naturalmente, il suo focus immediato di politica estera sarà il Sud America: ha già annunciato che sarà la destinazione della sua prima visita presidenziale, molto probabilmente l'Argentina, che è destinata ad entrare nei BRICS+.

Poi visiterà Washington. Deve. Tieni i tuoi amici vicini e i tuoi nemici più vicini. L'opinione informata in tutto il Sud del mondo è molto consapevole del fatto che è sotto Obama-Biden che è stata orchestrata l'intera e complessa operazione per rovesciare Dilma ed espellere Lula dalla politica. 

Il Brasile sarà un'anatra zoppa al prossimo G20 di Bali a metà novembre, ma nel 2023 Lula tornerà in affari fianco a fianco con Putin e Xi. E questo vale anche per il prossimo vertice BRICS in Sud Africa, che consoliderà i BRICS+, poiché una serie di nazioni non vede l'ora di aderire, dall'Argentina e l'Arabia Saudita all'Iran e alla Turchia.

E poi c'è il nesso Brasile-Cina. Brasilia è il principale partner commerciale di Pechino in America Latina dal 2009, assorbendo circa la metà degli investimenti della Cina nella regione (e la maggior parte di qualsiasi destinazione di investimento dell'America Latina nel 2021) e posizionandosi saldamente come il quinto più grande esportatore di greggio per il mercato cinese, secondo per il ferro e primo per la soia.

Lula e Xi da giovani. Immagine: Twitter

I precedenti raccontano la storia. Fin dall'inizio, nel 2003, Lula ha scommesso su una partnership strategica con la Cina. Considerava il suo primo viaggio a Pechino nel 2004 la sua massima priorità di politica estera. La buona volontà a Pechino è incrollabile: Lula è considerato un vecchio amico dalla Cina – e quel capitale politico aprirà praticamente ogni porta rossa.

In pratica, ciò significherà che Lula investe il suo considerevole peso globale nel rafforzamento dei BRICS+ (ha già affermato che i BRICS saranno al centro della sua politica estera) e del funzionamento interno della cooperazione geopolitica e geoeconomica Sud-Sud.

Ciò potrebbe anche includere Lula che impegnerà formalmente il Brasile come partner della Belt and Road Initiative (BRI) in un modo che non si opporrà agli Stati Uniti. Lula, dopo tutto, è un maestro di questo mestiere.

Trovare una strada nell'occhio del vulcano, internamente ed esternamente, sarà la sfida politica definitiva per il 'ragazzo' del ritorno (comeback kid). 

Lula è stato cancellato innumerevoli volte, quindi sottovalutarlo è una scommessa sbagliata. Ancor prima di iniziare il suo terzo mandato, ha già compiuto un'impresa importante: emancipare la maggioranza dei brasiliani dalla schiavitù mentale.

Tutti gli occhi saranno puntati su ciò che l'esercito brasiliano - e i suoi gestori stranieri - vogliono davvero. Hanno intrapreso un progetto a lunghissimo termine, controllano la maggior parte delle leve nella struttura del potere e semplicemente non si arrenderanno. E così le probabilità possono essere accumulate contro un vecchio neo-Ulisse dal nord-est del Brasile che raggiunge la sua Itaca ideale,  una terra giusta e sovrana.''

  link: https://asiatimes.com/2022/10/comeback-kid-lula-in-the-eye-of-a-volcano/

 

 

 

 

 

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mystes
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Che strano! In questo lungo e dettagliato panegirico manca il fiore all'occhiello: la condanna di Lula a 12 anni di prigione per reati di corruzione, appropriezazione indebita, e reati vari, condanna confermata dai giudici della Suprema Corte brasiliana (leggi Corte di Cassazione italiana), (in seguito ridotti a otto anni), manca altresì dal fiorito panegirico l' empechement del delfino di Lula la signora Dilma Rousseff rimossa dalla carica di presidente per reati fiscali a seguito di un voto del Congresso brasiliano. In poche parole i cadetti della sinistra brasiliana più che governare, amano rubare e svuotare le casse dello stato o delle società statali (leggi Petrobas, una delle più importanti imprese petrolifere sudamericane) e/o sgovernare. Checchè ne dica il signor Escobar.


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ekain3
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no, non manca, Escobar paragona Lula ad Assange, definisce la condanna di Lula un colpo di stato giudiziario da parte dall'amministrazione Obama/Biden.

E non è certo un panegirico, quello di Escobar, anzi...

''Il vettore assolutamente chiave è che il sistema finanziario internazionale e il "Washington Consensus", che già controllano l'agenda di Bolsonaro, hanno catturato l'amministrazione di Lula ancor prima che inizi.''

 

Questo è il problema.  Lula è vecchio, si è fatto la galera per colpa di Obama e dell'Impero, che rivendica da sempre il controllo dell'America Latina e delle sue risorse.   Al suo posto hanno messo al potere un criminale, come ai tempi delle dittature classiche, che ha astutamente mantenuto anche i rapporti con la Cina.

Ma c'è un ma, nel frattempo il mondo è cambiato, ora stiamo entrando nella Quarta Rivoluzione Industriale.  Nel 2019 l'ONU ha firmato un accordo storico, sebbene non sia mai stato reso pubblico, con il WEF per l'attuazione dell'Agenda 2030, un'Agenda transumanista.   Le democrazie non hanno più voce in capitolo, nemmeno gli stati nazione.  E' un'Agenda globalista. L'OMS sta lavorando con i capitalisti stakeholder di BigPharma per avere mano libera al di sopra degli stati su tutte le decisioni riguardo alle future pandemie e la loro unica terapia saranno i 'vaccini' mRNA al grafene...

Il carbonio che vogliono ridurre siamo anche noi... 

Purtroppo è anche una presa di potere socialista, il WEF ha acquisito i maggiori partiti socialisti del mondo, o almeno ci sta provando con successo. Anche la Cina sta collaborando…

Alla fine a loro non interessa niente di destra sinistra, centro.  Il potere che stanno attuando sarà una tecnocrazia neofeudale. Nessun parlamento, che importanza ha la destra o la sinistra se non c'è un parlamento?

Non è certo socialismo, davvero, è la sua antitesi. Guerra di classe dall'alto, il contrario di quello che avevano in mente gli autori del Manifesto. Ma chi si prende la briga di leggere Marx o Rousseau di questi tempi?  Ormai il fantasma inquietante è una parodia del vero socialismo, messa in scena da un gruppo di oligarchi dal potere sproporzionato che ai tempi di Lenin sarebbero stati i primi ad essere espropriati, insieme allo zar, all'aristocrazia e ai preti. Loro lo sanno e mimano i socialisti per sbarazzarsene una volta per tutte. 

La chiamano Quarta Rivoluzione Industriale, e le rivoluzioni non sono mai state fatte dalla sola plebe, ci vuole anche il contributo di una parte della classe economica dominante, e soprattutto dell'esercito. Per questo le élite ormai assimilano tutto, soprattutto elementi di sinistra, Schwab si fa fotografare con il busto di Lenin. Naturalmente sono solo l'1% dell'umanità e per loro noi siamo bestie, carne da macello. Ma la loro propaganda in qualche modo fa eco a qualche vecchio discorso di sinistra. Male però, ma abbastanza da confondere le idee della gente. Naturalmente solo la lotta di classe può sconfiggerli. Una guerra di classe che insegnerà loro cosa significhi davvero la frase malevola che spesso usano riferendosi a noi: “Non avrai niente e sarai felice”. Facciamoli felici, allora.

 

 

 

 

 

 

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mystes
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definisce la condanna di Lula un colpo di stato giudiziario da parte dall'amministrazione Obama/Biden.

Ho capito siamo alla teoria della cospirazione! Il pregiudicato Lula (tra l'altro amico di Biden e forse anche di Obama) non avrebbe restituito parte della refurtiva se non avesse rubato. Si informi, caro signore, solo i ladri sono abbligati a restituire una buona parte o tutto il malloppo per trattare sconti di pena!


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sarah
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Sì, insomma, anche la lettura di Escobar lascia perplessi in molti punti. Non pensa piuttosto, @mystes, che l'uscita di scena relativamente ordinata di Bolsonaro sia da leggere in una chiave leggermente diversa, forse un po' più semplice? Mi spiego: i risultati elettorali sono opachi e il voto elettronico sembra aver giocato un ruolo fin troppo decisivo nell'esito finale ( pur non conoscendo affatto la realtà del Brasile sembra una situazione simile a quella delle elezioni di medio termine in USA ), i cittadini protestano e chiedono chiarezza quindi sarebbe stato assai facile per Bolsonaro rivendicare la vittoria o se non altro discutere sulla legittimità del voto così espresso. Invece è accaduto ben poco, se non sbaglio. Non mi stupirebbe se lo stesso ex presidente avesse in qualche modo "negoziato" la sua uscita di scena o la sua rinuncia alla corsa per la presidenza. Possono intervenire minacce o anche promesse di scambi di benefici. Non vorrei fare paragoni inopportuni ma non sarebbe la prima volta: quando nel 2011 qui in Italia l'ennesimo colpo di stato light portò al bizzarro "governo na.politano", Berlusc. presidente del consiglio in carica non ebbe quasi nulla da obiettare. Senza entrare nel merito del lungo elenco di cose che rese comunque gradita la "fuga" di B. , resta il fatto che la prassi istituzionale non fu rispettata, anzi ne uscì a pezzi. Poco male, si disse allora ma forse la questione è un po' più complessa. In quel caso ci furono senza dubbio una trattativa e un accordo ma, agli occhi del paese, i vari attori non si comportarono come ci si sarebbe aspettato. Forse sono sempre eroi a metà quelli che ci toccano.


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mystes
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Pubblicato da: @sarah

Sì, insomma, anche la lettura di Escobar lascia perplessi in molti punti. Non pensa piuttosto, @mystes, che l'uscita di scena relativamente ordinata di Bolsonaro sia da leggere in una chiave leggermente diversa, forse un po' più semplice? Mi spiego: i risultati elettorali sono opachi e il voto elettronico sembra aver giocato un ruolo fin troppo decisivo nell'esito finale ( pur non conoscendo affatto la realtà del Brasile sembra una situazione simile a quella delle elezioni di medio termine in USA ), i cittadini protestano e chiedono chiarezza quindi sarebbe stato assai facile per Bolsonaro rivendicare la vittoria o se non altro discutere sulla legittimità del voto così espresso. Invece è accaduto ben poco, se non sbaglio. Non mi stupirebbe se lo stesso ex presidente avesse in qualche modo "negoziato" la sua uscita di scena o la sua rinuncia alla corsa per la presidenza. Possono intervenire minacce o anche promesse di scambi di benefici. Non vorrei fare paragoni inopportuni ma non sarebbe la prima volta: quando nel 2011 qui in Italia l'ennesimo colpo di stato light portò al bizzarro "governo na.politano", Berlusc. presidente del consiglio in carica non ebbe quasi nulla da obiettare. Senza entrare nel merito del lungo elenco di cose che rese comunque gradita la "fuga" di B. , resta il fatto che la prassi istituzionale non fu rispettata, anzi ne uscì a pezzi. Poco male, si disse allora ma forse la questione è un po' più complessa. In quel caso ci furono senza dubbio una trattativa e un accordo ma, agli occhi del paese, i vari attori non si comportarono come ci si sarebbe aspettato. Forse sono sempre eroi a metà quelli che ci toccano.

Sarah, si, è una ipotesi interessante che non si può escludere. Vale la pena di approfondirla e mi riservo quindi di poterle dare una risposta esauriente.

 


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Sono sempre del parere che l'attesa per la moderazione è troppo lunga. E' snervante discutere in questo modo.

@Ekain, gli autori del Manifesto erano dei gran furbetti. Marx era di origine ebrea, cugino dei Rothschild, ma non vorrei farne una guerra in questo 3d. Inoltre, pur preferendo io il nazionalsocialismo al comunismo, lascerei da parte queste preferenze, perché la discussione si allungherebbe oltremodo e sarebbe inutile perché in questo forum è già stato dimostrato tutto quanto, a proposito di revisionismi, sia sul comunismo che sul nazionalsocialismo. Da quanto sei qui Ekain, se posso chiederti?

Quindi che Bolsonaro abbia simpatie nazionalsocialiste è per me molto meno grave che spasimare per il comunismo o il socialismo bolivariano, entrambi delle vere tragedie per i popoli che le hanno subite (a parte i criminali e gli sfaticati, se si parla di socialismo latino americano)

Un ultimo appunto, scusate se scasso, ma vorrei capire perché vi date del Lei, che a me risulta sia completamente fuori luogo in questi forum.

Mancava questo commento, ancora in attesa di moderazione. Gli admin l'avranno dimenticato:

Qui si parla di buco da 300mld di dollari. Non saprei a chi credere. Questo è un ex governatore della banca centrale, malgrado forse abbia fatto il ministro per qualche governo sinistro?

https://www.correiobraziliense.com.br/economia/2022/10/5046605-buraco-esta-mais-proximo-de-rs-400-bi-diz-meirelles-sobre-rombo-fiscal.html
Ma perché mettere il segreto (sigillos) sul suo patrimonio, sulla sua condizione di salute, ecc? 
Perché non ha parlato dopo le elezioni? Perché scappa? Perché hanno montato l'accoltellamento? Perché non denuncia i brogli? Perché sembra isolato da Putin?


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ekain3
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Definire Marx, oggi studiato nelle maggiori università americane e mondiali, un gran furbetto, non vuol dire niente. Come scrisse una volta Engels:  ''Worauf wir nur mit Spinoza antworten können: Ignorantia non est argumentum, die Unwissenheit ist kein Beweisgrund''...

Fu Obama a volere il colpo di stato contro Lula.  Sono completamente d'accordo con Escobar. Così come fu sotto l'amministrazione Obama che la Libia venne praticamente rasa al suolo e Gheddafi trucidato.

Il sistema di credito sociale è stato implementato da anni nelle enormi favelas del Brasile, già sotto  Bolsonaro. Come in India.  I poveri li controllano senza bisogno di terrorizzarli con finte pandemie, basta offrire loro un minimo sostentamento.

Lula da Silva viene da un ambiente povero. Era un dirigente sindacale, si oppose alla dittatura militare dal 1964 al 1985 e fu quindi imprigionato. È stato Presidente del Brasile dal 2003 al 2011 ed è stato rieletto quest'anno.  Dice bene Escobar, quando elenca le riforme a favore delle classi meno abbienti attuate in Brasile in quegli anni.

È stato condannato a nove anni e sei mesi di carcere per corruzione nel 2017. Tuttavia, questa convinzione è molto controversa. A causa di questo verdetto, non ha potuto candidarsi alla presidenza alle elezioni del 2018; era il candidato più promettente per questo. Il giudice Sergio Moro, che lo ha condannato, è diventato ministro della Giustizia sotto il vincitore delle elezioni Bolsonaro.

Noam Chomsky ha definito Lula "uno dei prigionieri politici più importanti del nostro tempo". Anche il portale The Intercept ha creduto a un complotto contro Lula:  sono trapelati i dati del cellulare e i messaggi di Telegram del giudice Moro. The Intercept è stata fondata da Laura Poitras, Glenn Greenwald e Jeremy Scahill. Questi tre hanno dimostrato molte volte di essere interessati alla vera informazione.

Glenn Greenwald non è un comunista, è solo un giornalista scomodo, come Escobar...

Qui il link di alcuni articoli pubblicati su The Intercept sull'argomento:

https://theintercept.com/2020/03/12/united-states-justice-department-brazil-car-wash-lava-jato-international-treaty/: La storia segreta del coinvolgimento degli Stati Uniti nell'operazione scandalosa Lava Jeto in Brasile

 

qui c'è l'archivio: https://theintercept.com/series/secret-brazil-archive/

Glenn Greenwald ha pagato di persona per aver denunciato lo scandalo del coinvolgimento dell'amministrazione Obama nella persecuzione penale di Lula, e ha dovuto lasciare il Brasile.

A proposito, Lula è stato uno dei fondatori del BRICS, non dimenticatelo...

Sulla storia dei mandati vaccinali sono profondamente in disaccordo con Lula, ma è un altro discorso.  Per queste idee sulla pandemia fasulla e sui vaccini ho litigato e perso molti miei amici. 

Come ho già scritto in un mio commento precedente, l'attuazione del Nuovo Ordine Mondiale ha cambiato tutti paradigmi di pensiero precedenti, cogliendoci alla sprovvista.  Ma i criminali restano criminali anche se sono apparentemente contro i mandati, e Bolsonaro resta un criminale.

 

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