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il Venezuela accusa:guerra mediatica su salute Chavez


helios
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Il Venezuela accusa: guerra mediatica sulla salute di Chavez
Le complicazioni dovute ad una infezione polmonare

VIDEO

Caracas, (TMNews) - Mentre le notizie sulla salute del presidente venezuelano Hugo Chavez sono sempre meno incoraggianti, il suo governo attacca l'opposizione e gli Stati Uniti accusandoli di aver lanciato una campagna mediatica psicologica per destabilizzare il Paese. Il vicepresidente Nicolas Maduro."C'è una minoranza molto velenosa nel seno di questa estrema destra che non ferma gli attacchi contro il comandante Chavez. Così dimostra di possedere un animo miserabile". Sotto accusa il capo dell'opposizione, Ramon Guillermo Aveledo."Il signor Aveledo. Non abbiamo dubbi che ci sia lui dietro a questa campagna di indiscrezioni malsane lanciate su Twitter, Facebook e diversi altri mezzi di comunicazione". Maduro parla di un complotto internazionale. Noi sappiamo che queste manipolazioni partono dagli Stati Uniti".Contemporaneamente sono arrivate notizie ufficiali sulla salute di Chavez da Ernesto Villegas, ministro dell'informazione venezuelano. "Dopo la complicata operazione dell'11 dicembre scorso, il comandante Chavez soffre di complicazioni dovute ad una grave infezione polmonare".(Immagini Afp)

http://www.tmnews.it/web/sezioni/videonews/20130104_video_10182098.shtml


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aristanis
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gli sciacalli stanno brindando, non vedono l'ora di mettere le mani sulle ricchezze del Venezuela


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Anonymous
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Calma,il cosi' definibile gradualismo rivoluzionario presente in Venezuela e SudAmerica in generale non penso venga giu' con Chavez,come Cuba non smetterebbe di essere Cuba senza Fidel.


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Caleb367
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Per favore, non facciamoci infinocchiare dai personalismi da cartone animato tanto cari agli americani. Il Venezuela non è Chavez, non va a gambe all'aria se muore lui come nei film hollywoodiani, dove se muore il cattivo tutto si risolve. Castro e Chavez sono riusciti a mettere su un sistema che possa sopravvivergli, al contrario dei tanti dittatorelli, pardon campioni della democrazia, appoggiati dalla CIA e interessati solo a riempirsi le tasche.


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helios
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....c'è anche Evo Morales in sudamerica impegnato adesso a riprendersi l'elettricità

http://www.squer.it/of/bolivia-evo-morales-si-riprende-lelettricita/

Spesso, quando si affrontano i temi di politica internazionale, ci si dimentica di un polo che, da sempre, è centrale sullo scacchiere internazionale. Considerata a torto l’aia degli Stati Uniti, si ignorano le evoluzioni di cui l’America Latina è fucina instancabile, sia in termini teorici che pratici. Si ignora, soprattutto, la grande battaglia anti-imperialista che da qualche anno vede impegnati in prima linea alcuni dei pilastri economici e geopolitici del continente sudamericano: Argentina, Brasile, Venezuela, Cuba, Bolivia, Colombia. Ugo Chavez, il presidentissimo venezuelano bandiera della lotta alle lobby finanziarie ed economiche americane, non è che la punta dell’iceberg di questo folto gruppo di paesi, che stanno affiancando eccellenti prestazioni economiche (aumento costante del PIL e diminuzione del debito pubblico) a politiche di svincolamento dall’ordine economico globale.

Trainata da un tracotante Brasile, al momento sesta potenza mondiale in termini di PIL, l’America Latina si sta liberando dai vincoli di un vicino troppo potente per non risultare scomodo e ha puntato sull’indipendenza e sull’autonomia economica come prima forma di libertà anche politica. Il Venezuela ha ripreso il possesso delle risorse energetiche, principalmente del greggio di cui è uno dei maggiori esportatori del continente. L’Argentina, dopo un finale di millennio catastrofico, ha ritrovato la via di una ripresa economica: Cristina Fernandez de Kirchner, inoltre, si è resa protagonista prima della privatizzazione della filiale argentina della Repsol, poi di dichiarazioni nazionalistiche sulla questione delle isole Malvinas, oggetto di un lungo contenzioso con la Gran Bretagna.

Ora è il turno di Evo Morales, che, fin dal suo insediamento, ha intrapreso una politica ‘indigenista‘, fondata su un economia solidale e una riscoperta delle tradizioni boliviane. Arrivando a proclamare la nuova Costituzione, nel 2009, in nome di Pachanama, la Madre Terra che rappresenta la fecondità e più in generale la prosperità. La Bolivia ha nazionalizzato le filiali della società elettrica spagnola Iberdrola, che si occupa della distribuzione nelle zone di La Paz e di Oruro: l’accusa per l’azienda è quella di offrire il servizio alla popolazione indigena ad una tariffa tre volte superiore a quella dell’area urbana.”Dobbiamo essere sicuri che la qualità del servizio elettrico sia uniforme nelle aree urbane e in quelle rurali”, ha detto Morales, che ha assicurato che gli azionisti della Iberdrola saranno rimborsati per una cifra che verrà stabilita da una commissione indipendente, che dovrà esprimersi entro 180 giorni.

“Siamo stati obbligati a prendere questa misura è l’unica maniera per far sì che le tariffe del servizio siano giuste e la qualità uniforme in tutto il Paese. Abbiamo trattato per quattro mesi con l’impresa, l’abbiamo pregata di assumere la sua responsabilità sociale come azienda, non l’ha fatto e noi siamo costretti a prendere misure per tutelare il nostro popolo”. Queste sono le parole di un presidente di uno stato nazionale. Uno stato che fa parte di un continente dove forse si stanno ridiscutendo le basi dell’economia capitalista, inserendo nel dibattito concetti come sostenibilità ed eguaglianza, senza rinunciare alla ricchezza che il sistema capitalista può generare.

Di nuovo l’America Latina può darci delle risposte. Se saremo in grado di ascoltarla.

http://www.squer.it/of/bolivia-evo-morales-si-riprende-lelettricita/


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