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In atto il cambio della politica estera della Turchia


oldhunter
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IL CAMBIO IN POLITICA ESTERA DELLA TURCHIA È ORMAI IN ATTO

Redazionale

27 luglio 2016

La Turchia sta cambiando la direzione in cui si muove la sua politica estera. Invece di affacciarsi ad Ovest, verso la NATO e verso il sogno impossibile di un ingresso nell’Unione Europea, si è rivolta ad Est, verso una cooperazione più stretta con Russia, Cina ed Iran. E’ sua intenzione anche sviluppare le relazioni con gli stati dell’Asia Centrale: Turkmenistan, Kazhakistan, Uzbekistan e Azerbaijan.

Per coprire la mossa, che era incominciata prima del recente tentativo di colpo di stato, il governo turco ha bisogno di qualche scusa plausibile. La parte “colpevole”, che dovrebbe giustificare il cambiamento, non dovrebbe essere la stessa [al governo], ma piuttosto i suoi “partners occidentali”.

Che poi il golpe sia probabilmente correlato alle attività clandestine del Movimento Gulenista in Turchia è un regalo bene accetto. La Turchia è convinta che, in qualche modo, nel colpo di stato ci sia lo zampino degli Stati Uniti, o che, come minimo, essi ne fossero già a conoscenza, ma non abbiano avvisato Ankara. Che il golpe abbia una correlazione con gli Stati Uniti non è solo una teoria cospirativa senza fondamento. Le aerocisterne che avevano rifornito gli F-16 che avevano bombardato il parlamento durante il colpo di stato erano decollate dalla base aerea NATO di Incirlik, dove si trova il comando statunitense per le operazioni in Siria. Tre dei cinque reggimenti coinvolti nel colpo di stato ad Istanbul fanno parte dei Corpi a Dispiegamento Rapido della NATO. Uno dei capi del golpe è il comandante della Seconda Armata turca, che coordina con gli Stati Uniti le azioni militari contro la Siria (e l’Isis).

Un altro segno della colpevolezza statunitense, almeno dal punto di vista turco, è l’ipocrita prima dichiarazione rilasciata dal Segretario di Stato Kerry mentre il golpe era ancora in atto. Dal mio live blogging del colpo di stato, prima che si capisse che era destinato al fallimento:

Giornalista alla conferenza stampa Lavrov & Kerry, attualmente in corso, “Francia e Belgio hanno detto ai loro cittadini in Turchia di rimanere a casa”. Lavrov: “Anche i cittadini russi dovrebbero farlo”.

2:11 PM – 15 Jul 2016 Talking Points Memo @TPM

#ULTIMISSIMA John Kerry, con il colpo di stato apparentemente in atto, spera nella stabilità in Turchia. http://bit.ly/29WqHS6

“Stabilità” – Questo è un modo di parlare a favore del golpe….

Kerry ha parlato in diplomatese a sostegno del golpe in atto. Chiedere “stabilità” invece di “democrazia” o “rispetto per il legittimo governo” era assai improbabile potesse scoraggiare i cospiratori. Ciò che aveva voluto annunciare era si “stabilità”, ma sotto il loro controllo.

Oggi il Washington Post ha pubblicato un editoriale che sembra chiedere un nuovo golpe in Turchia. Suggerisce come evitare gli errori di quello fallito. I Turchi lo vedranno come un complotto degli Stati Uniti ancora in atto:

In Turchia i golpisti non hanno atteso elezioni controverse o ondate di malcontento popolare. Forse degli organizzatore più pazienti e con più senso strategico avrebbero ottenuto risultati migliori.

Il capo religioso e predicatore sufita turco Fethullah Gulen risiede in Pennsylvania, da dove controlla la sua rete mondiale di scuole private. Si dice che Gulen sia a libro paga della CIA. Due ex alti papaveri della CIA avevano parlato a suo favore quando, negli anni ’90, aveva richiesto la residenza negli Stati Uniti.

La Turchia ora chiede l’estradizione di Gulen. Le prove della sua colpevolezza, offerte dalla Turchia, consistono sopratutto nelle confessioni degli ufficiali coinvolti. Queste sono state ottenute con modalità in qualche modo coercitive. E’ improbabile che siano sufficienti a convincere i vari gruppi di interesse negli Stati Uniti ad acconsentire all’estradizione di Gulen.

Ma questo si sposa bene con i piani turchi. Se gli Stati Uniti non dovessero avallare la richiesta, la Turchia avrebbe una buona ragione per raffreddare le proprie relazioni con gli Stati Uniti e con la NATO. Il Ministro degli Esteri turco ha appena richiesto una rapida estradizione di Gulen. Dando prova di unità nazionale, il leader del partito di opposizione, il CHP, ha richiesto la stessa cosa. Perciò questa non è solo una qualche pagliacciata del matto Erdogan, ma una vera e propria richiesta del popolo turco.Gli Stati Uniti cercheranno di tirare la cosa per le lunghe, ma dal momento che, anche il partito di opposizione appoggia la domanda, spazio di manovra ce n’è veramente poco.

La mia previsione è che gli Stati Uniti rifiuteranno ogni tipo di estradizione e che la Turchia userà questo come pretesto per giustificare relazioni meno amichevoli.

Dall’altro lato di questa giravolta in politica estera ci sono Russia ed Iran. Entrambe si sono espresse, rapidamente e con durezza, contro il golpe. La Turchia ha esplicitamente ringraziato il Presidente russo Putin per il suo incondizionato sostegno contro il colpo di stato. (Voci non confermate asseriscono che la Russia avesse messo in guardia il governo turco alcune ore prima che il golpe avesse inizio). Il Presidente turco Erdogan incontrerà personalmente Putin il 5 agosto. La Turchia vuole “portare le relazioni con la Russia a nuovi livelli”.

L’ambasciatore turco a Teheran ha plaudito al sostegno iraniano contro il colpo di stato.

Come precondizioni per il miglioramento delle relazioni, la Russia (e l’Iran) ha richiesto che la Turchia interrompa gli aiuti ai ribelli jihadisti in Siria. Secondo l’Economist, la Turchia ha acconsentito:

Mentre il Sig. Erdogan si concentra sui nemici interni, ha anche cercato di chiudere il più boccaporti possibile, sigillando il valico di confine di Bab al-Hawa, in pratica la principale via di rifornimento del territorio in mano all’opposizione siriana sunnita.


Alcuni ribelli sostengono che, a seguito del contro-golpe, il Sig. Erdogan potrebbe anche proiettare all’esterno il suo trionfalismo sunnita e andare al loro salvataggio. Ma, fra i leaders esiliati a Gaziantep e fra gli Americani che coordinano il loro backup logistico, il morale è basso. “I giochi (per i ribelli siriani) sono già finiti”, dice uno di loro.

C’è anche questo, dal Financial Times:

La settimana scorsa i ribelli siriani hanno affermato di aver notato un cambiamento nel comportamento di Ankara […] La Turchia rimaneva inattiva mentre i ribelli combattevano […] Normalmente, i Turchi sarebbero arrivati in massa a controllare, si sarebbero incontrati con i comandanti e si sarebbero assicurati che ciascuno facesse il suo lavoro.

Uno scontro con gli Stati Uniti su Gulen, migliori relazioni con Russia ed Iran e sostegno ridotto ai “ribelli” siriani, il cambio di politica estera della Turchia è in pieno svolgimento.

Al-Qaeda in Siria, conosciuta con il nome di Jabhat al-Nusra, temeva una stretta nella cooperazione fra Russia e Stati Uniti e [la ripresa di] una intensa campagna di bombardamenti contro di lei (come richiesto da due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite). Per evitare danni, al-Qaeda sta cercando di ingannare il pubblico.

Jabhat al-Nusra si auto-rinominerà in Jabhat Fath al Sham e rinnegherà pubblicamente ogni collegamento (ma non i suoi obbiettivi) con il gruppo principale di al-Qaeda. Jabhat al-Nusra dispone di circa 5.000 combattenti, un terzo dei quali stranieri. La formazione spera che questa mossa sia sufficiente per non essere più considerati dall’ONU e dagli USA come una “organizzazione terroristica”, ed e
ssere invece riconosciuti come “ribelli moderati”. Questi ultimi ricadono nei termini del cessate il fuoco concordato fra Russia e Stati Uniti. Gli stati del Golfo che sponsorizzano Jabhat stanno spingendo da un po’ di tempo questa mossa. Ci si chiede che promesse abbiano fatto gli Stati Uniti per promuovere l’iniziativa.

L’amministrazione Obama accetterà e difenderà un cambio di nome solo di facciata? Chiederà alla Russia di sospendere gli attacchi contro una al-Qaeda dal travestimento nuovo? Secondo me sarebbe estremamente imbarazzante. Ma, se gli Stati Uniti difendono persino il loro sostegno a “ribelli moderati” che decapitano i bambini malati, potrebbero benissimo sostenere apertamente una sola al-Qaeda rinominata.

Link all fonte italiana: http://sakeritalia.it/turchia/il-cambio-in-politica-estera-della-turchia-e-ormai-in-atto/

Fonte originaria: http://www.moonofalabama.org/2016/07/turkeys-foreign-policy-change-is-well-underway.html

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