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In difesa dell'euro (in italiano)

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Capablanca
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@mandal2010. C'è un pezzo di Hyun Song Shin (capo economista alla BIS, Bank of International Settlements) nonchè docente a Princeton, che trovi gratis cercando su "Global Banking Glut and Loan Risk Premium".
Shin (che stando alla BIS non è certo sospettabile di "complottismo") ha ipotizzato, piuttosto convincentemente peraltro, che la creazione dell'EUR sia stata anche alla base degli eccessi del mercato immobiliare USA e della susseguente crisi dei subprime.

Riguardo al filmatino: il "Centre for European Reform" ha fatto chiaro in alcune pubblicazioni, che trovi, che:
1) l'EUR aveva già fallito le aspettative dei suoi architetti PRIMA della crisi del 2009.
2) Che una moneta comune non era per nulla necessaria per attuare una convergenza economica e che anzi è stata "actively harmful". Cioè attivamente dannosa. Circa lo stesso lo trovi su pubblicazioni dell'FMI (Fondo Monetario Internazionale) relative a dei papers che riguardano gli FDI. (Foreign Direct Inflows). Anche l'FMI non è esattamente formato da "rivoluzionari".

Non è che sono gli unici. Qualunque persona competente ha scritto cose analoghe, e d'altronde c'è un'evidenza schiacciante.
Il vero dramma della moneta unica è che era (come minimo) inutile fin dall'inizio e come probabile dannosa.
Anche alla massa non sarebbero cose difficili da spiegare, senza nemmeno bisogno di conoscenze particolari.
Potrei farlo io, con argomentazioni semplici ma inconfutabili, non fosse che so che è tempo perso.

Mincuo ti assicuro che per molti di noi non sarebbe affatto tempo perso.
Se e quando vuoi ti leggerò come sempre molto volentieri


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errore


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Sono cose fatte per gente senza preparazione alcuna. Che poi si divideranno in pro o contro, sempre senza preparazione alcuna. Inoltre una moneta unica non è negativa per il fatto di essere una moneta unica, nè lo è al 100% come tutte le cose complesse. Ma anche lì il teleutente è allevato in maniera religiosa o da tifoso di calcio. Quindi o è tutto buonissimo o è tutto cattivissimo, e dato che è ignorante, basta scegliere qualche argomento sempliciotto e confezionarlo nei modi dovuti per orientarlo.
Già la premessa del video è un argomento messo lì a sproposito e completamente falso. Non sono state affrontate tutte le crisi attraverso l'inflazione e in ogni caso esistono solo due metodi per abbattere i debiti: o tagliarli o inflazionarli. Non ne sono stati inventati altri.
E inoltre inflazionarli è quello che disperatamente le Banche Centrali tentano ora in tutti modi di fare, ma Flavio Bosio forse non se ne è avveduto.
Anche lì è questione che inflazione non vuol dire alta inflazione nè iper-inflazione. L'inflazione serve ad attuare repressione finanziaria.
Solo che coi tassi nominali a zero non funziona. Mentre era funzionata benissimo prima, dove per decenni si sono avuti rendimenti reali negativi in presenza di nominali positivi.
Il problema oggi infatti è la deflazione. Forse Flavio Bosio non se ne è ancora avveduto.
Da ultimo "l'Europa" non ha significato l'EUR e basta ma innanzitutto una disciplina di bilancio e in particolare i parametri di debito/PIL e deficit/PIL.
I quali possono sussistere nell'ambito di differenti valute. Così come una politica di convergenza sui tassi di interesse. Non c'era nessun bisogno dell'EUR. Anche lì al teleutente confondono gli argomenti, sfruttando il fatto che non capisce niente, ma discetta di tutto.
La Gran Bretagna ha adottato le misure di bilancio e partecipa alla EU, ma si è avvalsa a suo tempo della clausola opting-out prevista espressamente dai Trattati di Maastricht e ha mantenuto la Sterlina.
Per "il video" forse gli Inglesi erano stupidi mentre Flavio Bosio forse non si è avveduto che gli Inglesi non hanno adottato a suo tempo l'EUR.
L'Italia per la sua struttura industriale, per le sue deficienze strutturali, e per il tipo e l'importanza dell'export, avrebbe dovuto a maggior ragione tenere la LIT. Così come la Spagna. ERA VITALE. E io (insieme a pochi altri) feci a suo tempo una battaglia per fare ALMENO conoscere la possibilità di avvalersi della clausola opting-out anche per l'Italia. Perchè era chiarissmo il disastro a cui andavamo incontro.
Ma NESSUN GIORNALE e nessun media pubblicò MAI una riga. E gli Italiani non ne sono mai venuti a conoscenza.
Ed oggi basta vedere anche solo i Target 2 per avere un'idea.

Infatti l'Italia ha poi perso circa metà delle sue quote mondiali di export, dall'avvento dell'EUR. E così anche la Francia.
Riguardo ai tassi nominali bassi poi è la struttura sociale e finanziaria diversa dell'Europa rispetto agli USA che conta. Hanno avuto e hanno un effetto complessivo negativo sui consumi, in Europa, data la quota consistente di risparmio delle famiglie. In USA la famiglia invece è indebitata.
In particolare questo è stato esiziale per l'Italia, Paese con altissimo risparmio. Così si è avuto o si sta avendo lo stesso esito del Giappone, altro Paese ad alto risparmio, e immerso in una deflazione da 20 anni nonostante gli sforzi continui e sempre più massicci di inflazionare.
Non solo, ma le crisi del 2008 sono state in buona parte acutizzate e rese drammatiche in alcuni Paesi proprio dall'allocazione dei capitali nell'immobiliare, nella finanza (specie obbligazioni e monetario) dovute alla distorsione dei mercati provocata PROPRIO dai tassi di interesse completamente inadeguati a quelle economie fin dal 1999 e al fatto non secondario che speculare in quelle direzioni non comportava alcun rischio di cambio essendoci appunto l'EUR.
Il caso della Spagna è paradigmatico.
Esistono vari studi in proposito.
Studi, non le pagliacciate propagandistiche mandate su You-Tube per i babbioni di turno.

giustissimo quello che dice mincuo...volevo ringraziarlo davvero di averci provato ...
posso aggiungere che per l'italia l'euro e trattati dei primi '90 che lo precedono hanno un significato politico ben preciso (sapevano che era sbagliato tecnicamente ) il famoso vincolo esterno teorizzato da Carli che voleva mettere un cappio alla politica fiscale e monetaria italiana (cosa gia' iniaziata con i governi tecnici degli anni '90) e creare un ambiente socioeconomico simile
all'ordoliberalismo tedesco inflazione molto bassa concetrazione delle azionde produttive in grandi gruppi (idea di andreatta ripresa poi sostanzialmente da prodi ed epigoni minori) idea questa che non hanno davvero attuata anzi...
Poi la deflazione e bassa crescita è un modo di ridistribuire ricchezza fra debitore a creditore
danneggia le giovani generazioni le mette in difficolta' (e sembra che abbiano deciso di risolvere questa difficolta' con l'immigrazione di massa..)
ma anche il modello a bassa inflazione comporta una redistrubuzione della ricchezza implicito (non a caso questo modello è stato portato avanti dalla sinistra ex comunista che ha appoggiato i governi tecnici dei '90 che ha poi dato vita al pd) E' il modello euro che è stato esiziale per la perdita costante di competitivita' dell'italia dall'inizio degli anni '90 , non era adatto
e' stato una forzatura...poi certo l'export ha tenuto andando ad aggregare i dati (e' sull'enegia che c'è un buco nero solo parzialmente giustificabile con il prezzo del petrolio ) ma ora ti costringono all'austerita' ,quando ci sarebbe bisogno di investimenti in sviluppo di fare politiche energetiche (e sulle reti) innovative ,come sulla casa (e sui metodi costruttivi relativi al risparmio energetico...) [e' solo un frammento e una semplificazione di temi che andrebbero espasi ed approfonditi...]


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sankara
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Mincuo ti assicuro che per molti di noi non sarebbe affatto tempo perso.
Se e quando vuoi ti leggerò come sempre molto volentieri

Concordo per filo e per segno con Capablanca. Sarebbe benvenuto, Mincuo, anche un tuo post "con argomentazioni semplici ed inconfutabili" sulla crisi in arrivo e le recenti decisioni della BCE. In ogni caso sempre grazie per i tuoi interventi


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mandal2010
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Mincuo ti assicuro che per molti di noi non sarebbe affatto tempo perso.
Se e quando vuoi ti leggerò come sempre molto volentieri

Concordo per filo e per segno con Capablanca. Sarebbe benvenuto, Mincuo, anche un tuo post "con argomentazioni semplici ed inconfutabili" sulla crisi in arrivo e le recenti decisioni della BCE. In ogni caso sempre grazie per i tuoi interventi

Mi associo e ringrazio di nuovo per la tua disponibilità.


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mincuo
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Farò magari un post specifico, ma intanto basti qualche osservazione semplice.
Australia e Nuova Zelanda hanno da sempre molte più affinità, per dire, di Olanda e Spagna, o Francia e Grecia, e un interscambio in buona parte tra di loro. Ma hanno due monete diverse da sempre. E fanno parte del Commonwealth dove a sua volta l'Inghilterra, cioè il "titolare della baracca" ne ha una diversa ancora.
Norvegia e Svezia hanno un interscambio molto grosso tra di loro e molte affinità culturali, sociali...ma hanno due monete diverse.
La convergenza dei Paesi Est Europei, tutti con la loro moneta, è avvenuta e sta avvenendo non in grazia dell'EUR, anzi. E mostrerò come invece proprio l'EUR abbia bloccato questa convergenza, segmentato alcune economie e ampliato in taluni casi le divergenze in alcuni Paesi che l'hanno adottato.
I problemi dei cosiddetti PIIGS nascono e poi si aggravano proprio in ragione dell'EUR.
Anche un Paese che PIIG non è, la Francia, ha visto un peggioramento costante e preoccupante di cui una parte non secondaria è da attribuirsi proprio all'EUR

La moneta e i tassi di interesse sono la via immediata e semplice di equilibrio, cioè di adattamento di un'economia nei confronti delle altre e contemporaneamente nei confronti della popolazione al suo interno.

Se si prende ad esempio la Russia recente ha avuto una svalutazione massiccia del rublo, in concomitanza col calo del petrolio, gas e materie prime. Questa svalutazione ha consentito di attutire e ritardare NOTEVOLMENTE gli effetti negativi di questo calo dei prezzi.
In modo molto semplificato ad esempio le imprese petrolifere Russe hanno incassato dollari (meno di metà di prima per via del calo del petrolio) ma che cambiati in un numero ora molto maggiore di rubli (per via della svalutazione contemporanea del rublo) hanno consentito di parare i loro costi, che sono in rubli.
Certo per l'economia intera il calo della materia prima non è positivo, e ha comportato anche inflazione importata (gestita attraverso la politica dei tassi, anche quelli uno strumento essenziale) ma appunto tassi e valuta hanno attutito e gestito PRONTAMENTE questa avversità evitando degli shock. Se avessero avuto l'EUR o fossero stati costretti in un peg rigido con l'EUR sarebbero saltati per aria.


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mincuo , se la imposti cosi' secondo me non serve...nel senso che -per quanto possa essere criticabile -bagnai ha gia' fatto tanta divulgazione sul perchè l'euro fosse tecnicamente sbagliato e che la cosa fosse nota...ci sono i post dei primi anni di goofynomics e vi ha partecipato anche istwine portando contribuiti , nei commenti ci sono un sacco di informazioni (c'eri anche tu!) poi se scriverai io l'apprezzero' ma l'hai gia' detto che non serve...
recentemente hanno scoperto un libro di bini-smaghi (l'euro) edito nel '98!
in cui ripete quasi con le stesse parole usate da bagni 15 anni dopo- il vincolismo legato all'euro ...uno dei migliori discorsi contro l'euro/trattati europei che ne anticipano la sostanza l'ho
sentito fare dalla signora Thatcher (c'è su youtube,poi l'hanno distrutta anche per quello tanto erano forti gli interessi in campo...) le elite italiane l'euro l'hanno voluto perchè gli (ha)fa(tto) comodo e perchè disprezzano profondamente gli italiani e si disinteressano del loro destino...che gli italiani siano stati traditi è un fatto basta sapere che francia e germania le loro banche se le sono tenute strette (e hanno scaricato i problemi sugli altri...) l'unico credeva che l'euro uniformando i tassi avrebbe 'magicamente' equilibrato gli output delle economie dell'area era modigliani (e la malfa raccolse il suo pentimento e l'ammissione di essersi sbagliato prima della scomparsa)

anche se tendono a farle scomparire ci sono ampie testimonianze anche sulla stampa degli anni '90 (sono state scoperte grazie alla collaborazione degli utenti ...) l'euro per l'italia è un progetto politico ...e ha funzionato abbastanza ..creare situazioni di crisi (le crisi servono disse monti..)fare passi in avanti* indesiderati e improponibili in contesto di sovranita' ...
Qui c'è un articolo di alesina che dice circa quello che volevi scrivere tu immagino (c'è un suo paper in inglese reperibile del '97/97 euro is a gamble etc molto bello)
Alberto Alesina
I quattro grandi bluff dell’Unione monetaria

1997.
Quattro grandi inganni dell’euro

Tutti gli opinion polls [sondaggi] rivelano che gli italiani sono i più entusiasti sostenitori dell’Unione monetaria europea.
Dopo la crisi del settembre 1992 quando la lira e la sterlina uscirono dal Sistema monetario europeo, le prospettive della moneta unica erano così incerte che nessuno, al di fuori dei ben retribuiti eurocrati di Bruxelles, se ne interessò più molto.
Da qualche mese a questa parte, invece, la discussione ha preso una svolta ben diversa: dato che la moneta unica si farà senz’altro, si dice, il problema è di non restar fuori, e quindi si deve raggiungere il 3 per cento del rapporto deficit/PIL, e non il 3,5%.
(Come se questa differenza avesse alcun significato economico o persino contabile).

In questa orgia di numeri su migliaia di miliardi volanti da un capitolo all’altro del bilancio e da una Finanziaria all’altra e discussioni sulla terza cifra decimale del rapporto deficit/PIL, si è persa l’occasione di una pacata discussione sui costi dell’Unione monetaria, al di là di una vaga retorica europeista.

Secondo i sostenitori dell’Unione monetaria, questi sono i suoi principali vantaggi:

1) L’Unione monetaria è necessaria per mantenere un mercato comune europeo.
Non è vero. Ciò che crea un mercato comune è l’assenza di barriere doganali esplicite o nascoste, la libera circolazione di beni, servizi e capitali, l’assenza di regolamentazioni pubbliche intrusive (comprese quelle originanti a Bruxelles) e la flessibilità del mercato del lavoro.
In un sistema di libero commercio internazionale il "mercato" di ogni Paese è il resto del mondo.
Nel 1946 c’erano 74 Paesi nel mondo, oggi ce ne sono 192: più della metà di questi ha una popolazione inferiore ai 6 milioni di abitanti.
Nello stesso mezzo secolo il volume del commercio internazionale è esploso, ed oggi, con 192 Paesi indipendenti si parla di economia globale come mai prima d’ora.
Molti dei Paesi che sono cresciuti più in fretta negli ultimi tre decenni sono molto piccoli, come ad esempio Singapore.

2) I cambi flessibili creano rischi per gli operatori ed ostacolano il commercio internazionale.
Non esiste alcuna evidenza che la flessibilità dei tassi di cambio riduca la crescita del commercio internazionale.
Dal 1953 al 1973 nel periodo dei cambi fissi di Bretton Woods il volume del commercio internazionale è cresciuto a tassi pari a circa la metà degli stessi tassi di crescita del ventennio seguente, cioè in un periodo di cambi molto più flessibili.
Il rischio di cambio si può facilmente ridurre o eliminare con operazioni di hedging [copertura].
Le cifre su quanto un turista perde cambiando monete europee ai botteghini degli aeroporti, costi spesso menzionati dagli europeisti più entusiasti, non hanno alcun significato macroeconomico.
In ogni caso, la mancanza di flessibilità dei tassi di cambio ha anche dei costi: elimina un canale di stabilizzazione a shock nazionali.
Il Financial Times continua a ripetere che il Regno Unito fa bene a rimanere fuori dall’unione monetaria (per qualche anno almeno) perché quel Paese ha un ciclo sfasato rispetto al resto dell’Europa.
Ma cicli sfasati rimarranno anche dopo l’Unione monetaria e non solo per il Regno Unito.
Se un Paese nell’Unione monetaria subisce uno choc di domanda negativo, qualcosa deve essere mobile e flessibile: o i salari monetari, o la forza lavoro o i tassi di cambio.
Dato che i salari monetari sono rigidi al ribasso, la mobilità del lavoro in Europa è bassissima, l’Unione monetaria che fissa i tassi di cambio rende l’aggiustamento agli choc molto difficile e renderà la disoccupazione ancora più permanente.
Certo una soluzione sarebbe rendere il mercato del lavoro meno rigido, ma la sinistra europea (compresa quella italiana oggi così favorevole all’Unione monetaria) si è sempre opposta a qualunque politica di flessibilità del mercato del lavoro. 1
Negli Stati Uniti, una Unione monetaria di dimensioni simili all’Europa, choc regionali asimmetrici sono corretti da una forte mobilità geografica della forza lavoro e dalla flessibilità dei salari reali e nominali.
In più, il sistema fiscale provvede notevoli sistemi compensativi: per ogni dollaro di riduzione del reddito disponibile in uno stato americano, tra i 30 e 40 centesimi sono recuperati da compensazioni fiscali.
Sarebbero disposti, diciamo, i cittadini danesi a compensare in questa misura, uno choc che colpisce, per esempio, l’Italia del Sud?
Molto probabilmente no, quindi neanche il sistema fiscale europeo correggerebbe questi choc asimmetrici.

3) L’Unione monetaria ha facilitato la riduzione dell’inflazione e dei deficit pubblici.
Negli anni Novanta l’inflazione è scesa in tutto il mondo, con o senza Unione monetaria.
Non è affatto chiaro che l’inflazione sia scesa più rapidamente nei Paesi aderenti al Sistema monetario europeo che negli altri Paesi OCSE.
Dopo i grandi deficit della fine anni Settanta e primi Ottanta, numerosi aggiustamenti fiscali sono avvenuti dentro e fuori l’Unione monetaria.
E’ vero che il deficit italiano sarebbe più alto senza la spada di Damocle della regola del 3%.
E allora?
Sostenere che uno dei principali benefici della più importante riforma del sistema monetario internazionale dopo Bretton Woods è che l’Italia avrà un deficit del 3% del PIL invece che del 5% del PIL nel 1998 fa sorridere, soprattutto al di là delle Alpi.
Un nuovo sistema di cambio che dovrebbe durare per decenni va giudicato per i suoi meriti intrinseci e globali.

4) L’Unione monetaria è solo un passo verso la vera meta che è una forma di unione politica.
Questo è forse l’argomento più convincente, se si pensa c
he l’Unione politica riduca il pericolo di conflitti intraeuropei, che, storicamente, sono stati catastrofici.
La realtà però è l’opposto.
Con ogni probabilità i contrasti tra Paesi europei aumenteranno al crescere della tendenza a coordinare politiche monetarie, fiscali, di welfare eccetera.
Costringere Paesi con culture e tradizioni diverse ad uniformare politiche di vario genere, soprattutto quando la necessità economica del coordinamento è alquanto dubbia, è un’operazione inutile e potenzialmente molto pericolosa.
Infatti l’animosità tra Paesi europei non è stata mai così alta in tempi recenti come negli ultimi mesi, all’avvicinarsi dell’Unione monetaria.
Lo stesso conflitto franco-tedesco sulla nomina del primo governatore della Banca Centrale Europea è un sintomo chiaro.
Delle due l’una: o questo conflitto rivela forti differenze di filosofia sulla politica monetaria, oppure rivela forti tendenze nazionalistiche, soprattutto da parte della Francia che non ha ancora capito di non essere più una grande potenza.
In entrambi i casi, questo conflitto non rivela niente di buono sulla futura politica monetaria comune.
Infine, per ciò che concerne l’Italia, l’entusiasmo per partecipare all’Unione è descritto, anche in ambienti governativi, come un modo per difenderci da noi stessi, cioè un modo per trasferire potere politico a Bruxelles e Francoforte e toglierlo a Roma.
Probabilmente questo è un ottimo motivo per aderire all’Unione, ma, diciamocelo: che tristezza.
(Eccetto per gli eurocrati).


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mincuo
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mincuo , se la imposti cosi' secondo me non serve...nel senso che -per quanto possa essere criticabile -bagnai ha gia' fatto tanta divulgazione sul perchè l'euro fosse tecnicamente sbagliato e che la cosa fosse nota...ci sono i post dei primi anni di goofynomics e vi ha partecipato anche istwine portando contribuiti , nei commenti ci sono un sacco di informazioni (c'eri anche tu!) poi se scriverai io l'apprezzero' ma l'hai gia' detto che non serve...

Io ho fatto solo un commentino usando argomenti semplici e dicendo che forse avrei fatto dei post a riguardo.

Il punto è R. che per impostare "bene" bisogna partire da alcune questioni che sono di difficile comprensione. Io giusto avevo preso spunto da un evento che riguarda i REPO per provare perlomeno a iniziare.
La gente, compresi gli "economisti", se eccettui qualcuno come Zoltan Pozsar, che non sta certo sui blog e non conosce nessuno, e pochi altri che si contano sulle dita di una mano, non hanno la minima idea di come funzioni.
Quando parlano di "stampare denaro" ad esempio non sanno quel che dicono. Non si stampa nulla nei QE e non circuita nulla nell'economia ma tra BC e Primary Dealers. Gli stessi "dollari" non sono solo i "dollari banconote" ma i rapporti attività-passività, più i derivati.
Tutte queste cose hanno avuto attinenza con l'idea di fare l'EUR, al di là delle cose evidenti e apparenti che hai scritto sopra a riguardo.
E hanno a che vedere con la spinta ulteriore data alla globalizzazione.

Ma penso che rinuncio.....ho già visto che è meglio.....


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mincuo aggiungere qualcosa e' gesto di generosità e di carita',che sia spiegare come funziona il Qe
sia spiegare la crisi dei target2 o neglio come mai i target2 sono diventati un problema
con l' evolvere dell' eurozona...
o spiegare perche' alcuni stati possono " stampare" e la loro moneta e' di riserva
altri no...quello che accennavo era che nel famoso blog c' e' una bella bibliografia
sul problema dell' euro delle unioni monetarie ...oltre che le opinioni e analisi personali..
ci scrivevano diverse persone e nei commenti c' erano spesso degli ottimi approfondimenti...
poi l' euro e' una scelta e una questione politica , connesso a come una classe dirigente a politica ha deciso di approcciare la nuova globalizzazione : a maggior gloria dei pochi
e a danno di quasi tutti gli altri...
( e di privarsi di ulteriore sovranità' già' limitata se e' vero che il governatore Fazio era contrario al progetto e lo assecondo' solo per lealtà' istituzionale)
non vi e' dubbio che se in Italia politica e intellettualita' (!!!^^) conoscessero i temi
e gli argomenti che proponi , se ne potesse discutere almeno ,ci sarebbe paese piu' civile..invece si fa di nascosto - se e quando- e a cittadini si lasciano discorsi tipo
la riforma delle pensioni fornero ha curato il debito pubblico e risanato i conti pubblici ( o il deficit ,una cosa cosi') oppure cose tipo abbiamo bisogno un flusso cospicuo di immigrati ( anche analfabeti vanno benissimo) perche'essi ci pagheranno le pensioni !
discorsi fatti da massime cariche istituzionali politici esperti , economisti vari .../


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mincuo
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Guarda se fossero tutti come te, nonostante la fatica (e la fatica soprattutto è quella di rendere non tecnico e comprensibile quello che necessita invece conoscenze precedenti e linguaggio tecnico) sarebbe anche possibile.
Così come anche un approfondimento storico. Che alle volte è più semplice di quanto si creda, se non si è stati rimbecilliti da propaganda e psuedo-storia.
Il monetario viene in buona sostanza dai pawn shops, cioè i banchi dei pegni, antichissimi, ma le cui documentazioni estese vengono dalla Cina del 650 D.C. mentre le sue diverse configurazioni, regole, prassi ecc... occupano vari libri del Talmud. (Bellissimo tra parentesi in quelle descrizioni).
La sua logica è quella di non dover fissare un prezzo equo di vendita, cioè è relativamente price - insensitive, ma di fungere da collaterale, contro un prestito temporaneo.
Lo shadow-banking odierno o i REPO o il mercato dell'Eurodollaro non sono altro che i pawn-shops (un po' più complicati) dell'epoca che analogamente furono una delle basi dello sviluppo commerciale e industriale. E a quella crescita sono anche correlati positivamente. Per quello oggi, contrariamente a quel che magari viene ripetuto da qualche lettore, la global liquidity si è progressivamente ristretta, e in alcuni casi ci sono squeezes, altro che "siamo inondati".

P.S.
Non è che si tratta che io faccio dei "doni" o che mi faccio bello.
A che pro?

Io ho una mia etica e un piccolo contributo, FUORI dal mio mondo, ho inteso, arrivato a una certa età, di volerlo dare. Sapendo a cosa andavo incontro e nonostante quanti, sempre nel mio mondo, mi abbiano preso e continuino oggi a prendermi in giro per questo sforzo, dimostrandomi, [e a ragione], quanto sia inutile.

Mi dispiace per R. e alcuni altri, che ringrazio, però ho meno disposizione d'animo....

Magari farò qualche nota...ma un lavoro più completo od organico non lo faccio di sicuro....


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Capablanca
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Magari farò qualche nota...ma un lavoro più completo od organico non lo faccio di sicuro....

Per quanto mi riguarda non posso che dire: peccato davvero...


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mincuo
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Finisco solo con la storia dei banchi dei pegni velocemente.
Il mutuatario portava al banco dei pegni il bene contro il quale veniva fatto il prestito, bene che il banco tratteneva in custodia per un periodo variabile (e rinnovabile) secondo gli accordi, all'interno dei quali il mutuatario poteva rientrare del bene in cambio del rimborso del prestito.
Questa fu una soluzione a un problema molto complesso perchè evitava di stabilire il prezzo esatto di un bene, che soddisfacesse le parti, a fronte di una necessità di liquidità, come nel caso di una vendita.
Questo concetto è basilare per capire la funzione bilaterale del debito nel sistema finanziario.
Un mancato rimborso comportava potenzialmente un rischio per il banco che doveva poi liquidare il bene, soggetto a oscillazioni di prezzo, e d'altro canto il prestito doveva, in concorrenza con altri pawn shops, essere sempre più commisurato allo stesso bene.
Chi rimborsava il prestito però correva a sua volta il rischio che non ci fosse più il bene a disposizione, e fosse stato venduto dal banco.
I REPO, che svolgono un ruolo primario nel sistema bancario e parabancario, sono parenti stretti dei banchi dei pegni. In un REPO l'acquirente del bene (creditore) sopporta il rischio che il venditore (mutuatario) non abbia poi i soldi per riacquistare l'attività ceduta in REPO, e proprio come il banco dei pegni, dovrà poi vendere l'attività sul mercato. Il venditore si assume invece il rischio che l'acquirente del bene possa aver a sua volta reipotecato la garanzia fornita e non sia in grado di fornirgliela a scadenza dietro rimborso del prestito. Nella fattispecie non ci sono stati mai problemi, o sono stati rarissimi, ma “nell'insieme” probabilmente (eufemismo per "quasi certamente") ci sono. Cioè “nell'insieme” le reipotecazioni sono superiori ai titoli e la cosa funziona solo perchè non sono di fronte rimborsi “nell'insieme”.
Ma già scadenze tecniche dove i rimborsi sono massicci mostrano delle difficoltà il che lascia presumere che le reipotecazioni siano non lievi come entità, almeno all'interno di determinati Istituti.
Questo comporta poi un problema di credibilità, come fu nel 2008, in cui le banche non si fidavano più a prestarsi i soldi.
Questo era già un problema nei tempi antichi. Un problema essenzialmente etico.
Per questo ad esempio i Cinesi, titolari dei banchi dei pegni, erano monaci Buddisti, o in altre culture, inizialmente almeno, erano analogamente uomini religiosi, la cui moralità era percepita come più solida. Questo dell'etica è un problema odierno, frutto in buona parte del trionfo del materialismo e della sconfitta dell'idealismo, non tanto o non solo della deregulation.
La “banca” e lo shadow banking hanno sostituito il monaco Buddista, ma la loro etica è calata costantemente. E non c'entra “il profitto”, in quanto tale, perchè quello c'è sempre stato e non è altro che una misurazione del rischio e del tempo, cioè il compenso dato a chi attende di riavere la disponibilità del denaro (che ha prestato) compenso pagato da chi ha ricevuto la possibilità di utilizzare subito del denaro (chi lo riceve) e di restituirlo solo in futuro. Non ci fosse il famigerato “profitto” non ci sarebbe motivo “normale” cioè commerciale per il quale esisterebbero dei prestiti (salvo motivi affettivi, parentela, amicizia ecc..).
E senza mobilizzazione di prestiti non ci sarebbe nessuna intrapresa.
Il denaro la precede e poi la sostiene nei costi fino a che l'intrapresa porta i suoi frutti, che seguono sempre un'intrapresa, mai la precedono.

N.B.
Nel mercato odierno il REPO funziona nei due sensi e a seconda del lato in cui li si guarda si parla di REPO e INVERSE-REPO cioè oltre al lato di chi necessita liquidità c'è il lato di chi parcheggia la liquidità a un tasso vicino al free-risk in quanto ha a garanzia un titolo. Quanto più di rating alto è il titolo tanto minore (o quasi nullo) il rischio e tanto minore è la remunerazione.
Questa è poi, la minore, la base reale dei tassi.
Le due facce operative sono essenzialmente le banche e gli asset-manager (hedge funds, dealer-brokers, money market mutual funds ecc... ) che gestiscono risparmio. Solo i 10 principali [Black Rock, The Vanguard Group, State Street Global Advisors, Fidelity Investments ecc..] sono dell'ordine di 20.000 mld.
Le Banche Centrali, che sono una specie di NONNO "che può tutto" nell'immaginario collettivo, sono abbastanza dei comprimari in un certo senso. Con però la capacità "politica" di indirizzo che poi si risolve in ultima analisi nel fatto che la gente (tutta, imprenditori, commercianti, dipendenti, famiglie ecc..) si fidi di quel che dicono.


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Mincuo capisco benissimo che hai la tua etica ,quindi non ho certo inteso che facessi doni o altro ,
non sono uso all' ironia o ai lazzi ( e quando ci provo esce poco comprensibile)..o certi modi aspri che magari sono più tipici nel veneto
che sia inutile non saprei ,questo e' forum veramente eterogeneo ...se sono anni che la politica e' svilita l' informazione e i media promuovono il debasemet come dici tu..
i peggio farabutti promossi a santi e chi ci ha provato declassato a peggio farabutto
poi tornando alla discorso moneta/euro lo puoi vedere da tanti punti di vista diversi
come continuazione del vincolismo dello SME ( i discorsi di spaventa del '78. )
come stratagemma per arrivare al qe europeo ..e ci si e' arrivati..ma ora emergono tutti i rapporti dei forza fra chi sostiene il proprio sistema bancario e chi e' solo un cialtrone talmente sprezzante dei suo concittadini da fargli pagare i conti degli altri...
sperando che ...lasciamo perdere...
se posso : se taggassi* o creassidei thread( o un blog) con contenuto riconoscibile quando vuoi approndire un argomento renderebbe la cosa più sensata in senso divulgativo cosi' lasci dei diamanti grezzi che e' quasi impossibile recuperare via web
tipo l' analisi su Marx/hesse Roth vari e' originale , leggendola ho fatto delle connessioni
su alcune cose che conoscevo..poi l' euro e altre cose non e' che non ci fosse consapevolezza anche senza avete la tua particolare erudizione conoscenza e livello* di operatore finanziario..per questo sono disgustato in generale ,chi tiene gente nell' incosapevolezza propala schifose falsita' ( sperando /credendo pagheranno gli altri)poi crea e si merita un altra argentina* un altro venezuela*
se i tuoi conoscenti invece che ridere provassero a creare un poco di consapevolezza
( non necessariamente su internet o su internet aperto ) si potrebbero creare premesse diverse..ma siamo nell' epoca del disprezzo e disarticolazione totale ,
quella cosa di Ciampi e la svalutazione della lira ( che avevo capito per via indiretta re attraverso persone in qualche modo collegate al fatto ) a cui hai aggiunto particolari che non potevo conoscere , a me continua a disgustare per tutte le conseguenze&corollari che se ne possono trarre e anche per il fatto che nessuno a nessun livello ha neppure mai provato ad approfondire ( a parte un articolo di borghi sul il giornale uno dei pochissimi onesti)
PS: della dinamica della crisi dei target2 in linea generale sono a conoscenza ma ci sono
dei particolari in cui i dati dell' italia ..non della Spagna scorporiamo..mi fanno venire dei dubbi...che non si spiegano solo con triangolazioni*)


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sankara
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 546
 

Il monetario viene in buona sostanza dai pawn shops, cioè i banchi dei pegni, antichissimi, ma le cui documentazioni estese vengono dalla Cina del 650 D.C. mentre le sue diverse configurazioni, regole, prassi ecc... occupano vari libri del Talmud. (Bellissimo tra parentesi in quelle descrizioni).
La sua logica è quella di non dover fissare un prezzo equo di vendita, cioè è relativamente price - insensitive, ma di fungere da collaterale, contro un prestito temporaneo.
Lo shadow-banking odierno o i REPO o il mercato dell'Eurodollaro non sono altro che i pawn-shops (un po' più complicati) dell'epoca che analogamente furono una delle basi dello sviluppo commerciale e industriale.

Mincuo, considerazioni come quelle di sopra, per me, sono più illuminanti della miriade di scritti di sedicente "controinformazione" secondo cui ad esempio i derivati risulterebbero essere un'invenzione moderna. Lo pensavo anch'io, ed è grazie ai tuoi dettagliati post passati che ho potuto scoprire come risalissero addirittura ai babilonesi. Come dice bene R, certi tuoi scritti sono veri diamanti grezzi

...ma un lavoro più completo od organico non lo faccio di sicuro....

Considerato il giorno, spero che questo sia un pesce di aprile :D..scherzi a parte, sempre grazie mille per le tue fatiche intellettuali!


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

Grazie. magari proseguo almeno questa parte. Oggi i tassi sul mercato monetario sono NEGATIVI. E anche sul mercato finanziario, nei paesi Developed. (Giappone, USA, Europa...).
Ad esempio Europa (monetario):
EONIA ON -0.347
EUR 1W Euribor (360 Day) -0.353
EUR 1M Euribor (360 Day) -0.334
EUR 2M Euribor (360 Day) -0.279
EUR 3M Euribor (360 Day) -0.244
EUR 6M Euribor (360 Day) -0.132
EUR 9M Euribor (360 Day) -0.069
EUR 1Y Euribor (360 Day) -0.005

E finanziario, ad esempio Francia

FRA BENCHMARK 2A -0.401
FRA BENCHMARK 3A -0.339
FRA BENCHMARK 4A -0.250
FRA BENCHMARK 5A -0.179
FRA BENCHMARK 6A -0.080

FRA BENCHMARK 7A 0.046
FRA BENCHMARK 8A 0.161
FRA BENCHMARK 9A 0.321
FRA BENCHMARK 10A 0.417
FRA BENCHMARK 12A 0.607
FRA BENCHMARK 15A 0.904
FRA BENCHMARK 20A 1.049
FRA BENCHMARK 30A 1.351
FRA BENCHMARK 50A 1.557

Questa è una distorsione dei mercati e ha conseguenze notevoli il fatto che i tassi siano negativi. Non buone. Magari le illustrerò meglio, ma una di questo è collegata al discorso precedente che rovescia i termini usuali di un REPO. Prova a pensarci.
L'altra è collegata e riguarda la quantità di leverage necessaria per ottenere una remunerazione, anche nel lungo termine dove sono leggermente positivi, e anche l'assunzione di rischio, cioè il volgersi a Titoli meno sicuri (che danno maggiori remunerazioni) o a Paesi meno sicuri. Come si fece, ma come oggi non si fa, dato anche il calo dei prezzi delle materie prime, calo che quei Paesi ha messo finanziariamente in difficoltà.

Sono argomenti un pochino complicati ma spero di aver perlomeno fornito una piccola traccia al posto del solito quaquaquraqua.


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