Il 24 ottobre, la Commissione europea ha adottato il Regolamento 2024/2773, secondo il quale intende assicurarsi il controllo dell’industria della difesa ucraina con un prestito di 35 miliardi di euro a Kiev, da rimborsare con i proventi dei beni russi congelati nell’UE. I prestiti saranno concessi all’Ucraina solo se saranno soddisfatte tutte le condizioni che la Commissione UE ha stabilito in un memorandum d’intesa con Kiev, ancora in fase di preparazione.
Il memorandum d’intesa
Il prestito è formalmente concesso all’Ucraina per la ricostruzione del Paese, ma la parte interessante è nelle clausole scritte in piccolo. L’articolo 12 del Regolamento UE 2024/2773 afferma che:
“Le condizioni politiche del Memorandum d’intesa comprendono anche l’impegno a promuovere la cooperazione con l’Unione per la riabilitazione, la ricostruzione e l’ammodernamento dell’industria della difesa ucraina, in linea con gli obiettivi dei programmi dell’Unione per la riabilitazione, la ricostruzione e l’ammodernamento della base industriale e tecnologica di difesa dell’Ucraina e di altri programmi pertinenti dell’Unione”.
Ciò significa che la condizione più importante per Kiev per ricevere il prestito di 35 miliardi di euro dall’UE è che l’Ucraina si impegni a concedere all’UE il diritto di ricostruire l’industria della difesa ucraina dopo la fine del conflitto e, soprattutto, di assumere il controllo dell’industria della difesa ucraina.
L’UE vuole assicurarsi questo diritto per un massimo di 45 anni, poiché l’articolo 10 del regolamento UE stabilisce che la durata dei prestiti può arrivare fino a 45 anni. Poiché l’Ucraina è di fatto in bancarotta, il rimborso anticipato dei prestiti è escluso e la durata dei prestiti è quindi fissata a 45 anni.
L’assunzione di fatto del controllo dell’industria della difesa ucraina da parte dell’UE è l’unica condizione del futuro memorandum che viene menzionata nell’articolo 12 del regolamento UE. Tuttavia, ciò non significa che la Commissione UE non possa includere ulteriori requisiti per l’Ucraina nel memorandum, poiché tutto ciò che si sapeva in precedenza del memorandum previsto era che avrebbe incluso l’impegno a continuare le riforme democratiche, a garantire lo stato di diritto in Ucraina e a proteggere i diritti umani, compresi i diritti delle minoranze.
Alla luce della situazione in Ucraina, dove l’opposizione è stata messa al bando con l’approvazione e il sostegno dell’Occidente, la corruzione prospera e le minoranze vengono represse in modo massiccio, queste sono ovviamente solo parole vuote – e ora è anche chiaro da cosa volevano distrarre, ovvero dai piani effettivi dell’UE di acquisire almeno l’industria della difesa ucraina.
Tuttavia, il memorandum finale potrebbe contenere ulteriori sorprese, ed è per questo che sarà interessante vedere il testo finale….
Il fatto che l’UE voglia assumere il controllo dell’industria della difesa ucraina, che tra l’altro finora è stata in gran parte di proprietà dello Stato, non significa altro che le aziende occidentali della difesa devono assumere il controllo dell’industria della difesa ucraina, che finora è stata di proprietà dello Stato. E questo regalo alle aziende occidentali sarà finanziato con i beni russi congelati nell’UE….
Naturalmente, non ho trovato la notizia del regolamento UE 2024/2773 nei media occidentali, ma in un rapporto dell’agenzia di stampa russa TASS, che inizialmente volevo pubblicare come notizia flash. Tuttavia, poiché il contenuto del rapporto sembrava fin troppo sfacciato, ho voluto verificare personalmente le informazioni prima di pubblicarle. ARTICOLO COMPLETO IN TEDESCO https://apolut.net/kiew-uebergibt-der-eu-seine-ruestungsindustrie-von-thomas-roeper/
29 Ottobre 2024 Un commento di Thomas Röper
Notizia importante: in questo modo si bypasserebbe l’adesione esplicita dell’ Ucraina alla Nato mentre nel contempo la si riarmerebbe ancora una volta in funzione antirussa ( ma anche altre ipotesi non sono da escludere ).
Non è detto poi che un eventuale attacco a questo complesso militar-industriale, formalmente Ue ma di fatto Nato, non possa far emergere un intervento diretto degli occidentali ‘aggirando’ l’ art. 5: sarebbe un intervento in sostanza per ‘proteggere’ siti che, forse, potrebbero essere anche considerati extraterritoriali rispetto a Kiev e di diretta, anche se limitata nel tempo, proprietà ‘occidentale'.
Il ‘casus belli’ servito su di un piatto d’argento.
Nessuno può a questo punto sfuggire alla conclusione che l’ occidente vuole la guerra alla Russia con ogni mezzo ed ogni sotterfugio.
Tutto sommato c’è ancora da chiedersi il ‘perchè' vero di questa aggressività, ‘perchè' finora nascosto da complicati ritorni storici oppure da proiezioni di interessi strettamente economici.
Rimango dell’ idea che la sua origine stia nel desiderio di unificare il mondo occidentale ‘bianco' ‘collassando’ tutti i suoi popoli in un ‘continuum’ politico e militare egemone sul resto del mondo: solo la Russia fra i popoli indoeuropei resiste, insieme all’ Iran, anch’esso di origine indoeuropea.
Il resto del mondo però l’ ha capito rapidamente e l’ ha rigettato unendosi a Kazan…mentre i decisori occidentalisti, a guida semita ( ! ) procedono velocità folle su questo binario morto.
E’ evidente la natura estranea ai veri interessi europei di questa aggressività, come i soggetti 'motori’ della direzione sovraordinata al Piano, che è una direzione ‘politica’ di una origine tutta ancora da decifrare nei dettagli ma che qui su CDC abbiamo più volte indicato.