di Mauro Del Corno | 14 NOVEMBRE 2022
Qualcuno fa paragoni con Lehman Brothers, qualcun altro preferisce Enron. La prima fallita nel 2008, vittima illustre della generalizzata sbornia finanziaria alimentata dai mutui subprime e dallo smodato ricorso agli investimenti a debito, la seconda in bancarotta nel 2001, esempio più deleterio di “finanza creativa” e vera e propria fucina di frodi contabili. In ogni caso c’è poco da stare allegri. Il crac di Ftx, una delle principali piattaforme per lo scambio di valute digitali al mondo, sta assumendo risvolti sempre più torbidi. Rappresenta una sorta di momento della verità per tutto l’universo delle criptovalute. Venerdì scorso la società creata da Sam Bankman Fried (a quanto pare fuggito in Argentina o alle Bahamas) ha dichiarato bancarotta dopo aver evidenziato un buco di bilancio di 8 miliardi di dollari e non essere riuscita a trovare un “cavaliere bianco” disposta a salvarla. Ci ha provato, per qualche ora, l’arci-rivale Binance, il più grande operatore al mondo nel settore. Dopo aver guardato meglio i bilanci Binance è scappata a gambe levate. Come vedremo anche questa aspirante salvatrice ha qualche magagna. La Casa Bianca ha fatto sapere di stare monitorando il tracollo di Ftx, e ritiene che la sua bancarotta confermi la necessità di regole più stringenti per il settore. Nello stesso senso si è espressa la segretaria al Tesoro, ed ex governatrice della Federal Reserve, Janet Yellen che ha anche rimarcato come la vicenda mostri la debolezza dell’intero mondo delle valute digitali.
Nei mesi scorsi, un po’ improvvidamente, Sam Bankman Fried era stato paragonato a John Pierpont Morgan che nel 1907 coordinò un intervento dei principali banchieri statunitensi per risollevare il mercato azionario quando la Federal Reserve ancora non esisteva. L’accostamento al capostipite della dinastia Morgan era stato suggerito dagli interventi di Sam Bankman Fried in soccorso di operatori di criptovalute in gravissima difficoltà a causa dei crolli dell’ultimo anno. Si possono avere tutte le legittime riserve del mondo nei confronti della finanza tradizionale ma, dopo un oltre un secolo la banca fondata da JP Morgan è viva e vegeta, rimane il più grande istituto di credito statunitense. Ftx ha finito miseramente la sua avventura dopo nemmeno 3 anni di vita con un crollo consumatosi nel giro di una settimana.
In queste condizioni la gerarchia che esiste tra i vari prodotti finanziari (il denaro è denaro, le altre sono tutte promesse di pagare del denaro) tende ad farsi più lasca e ad appiattirsi. Poi quando le cose cambiano come sta accadendo ora con la stretta monetaria avviata dalle banche centrali, la stessa gerarchia torna a imporsi con vigore. Ogni tanto suggestioni anarchiche non sono estranee a nessuno ma purtroppo anche le monete virtuali si sono scoperte soggette a leggi reali. E come dimostrano gli scandali che si susseguono il governo di nessuno tende facilmente a scivolare nel governo del più forte.
In questi mesi bitcoin e soci hanno dimostrato di essere in balia delle decisioni delle banche centrali tanto quanto gli altri mercati. Ultima delle beffe sarebbe un intervento della Federal Reserve per mettere una pezza alla crisi. Lo scorso maggio il sistema era stato scosso dalla bandiera bianca alzata dalle cosiddette “stablecoin”, monete digitali costruite in teorie per assicurare una stabilità del loro valore nel cambio con il dollaro che non sono però riuscite a mantenere la promessa. Le criptovalute hanno dimostrato di non essere investimenti alternativi al mercato azionario, di cui in questo ultimo anno non hanno fatto altro che amplificare i cali e condividere i guadagni muovendosi esattamente in base alle stesse logiche. Non sono mai riuscite ad affermarsi come strumento di scambio poiché le loro violente oscillazioni di valore rendono impossibile gestire seriamente acquisti e vendite di beni. Per lo stesso motivo non sono utilizzabili come riserve di valore. L’esperimento di stati come El Salvador che hanno adottato il bitcoin come moneta legale accanto a quella ufficiale non hanno dato indicazioni favorevoli. Il paese è stato soccorso dalla Cina per arginare la violenta crisi economica. L’architettura su cui si reggono le monete digitali, la blockchain, è stata copiata ed utilizzata per alcuni tipi di transazione ma, almeno sinora, le criptovalute non sono mai andate oltre il ruolo di giocattolo speculativo. O si cambia o ci si accontenta di questo.