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La dittatura dell'imballo


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Si chiama Chris Jeavans, è una giornalista della Bbc e si è lanciata in una missione impossibile: per un mese senza plastica. Niente buste della spesa, niente piatti e bicchieri. E questo è abbastanza facile. Niente bottiglie d'acqua, caffé nei bicchieroni e sandwich take away. E questo, per una giovane signora inglese, anche se eco-chic, è più difficile. Se poi si tratta di rinunciare al vassoietto di pollo in agrodolce, allo spuntino allo yogurth, o di lavare montagne di pannolini di stoffa per il bebè, il mese si preannuncia durissimo. Anche perché tutta la plastica che non riuscirà ad evitare se la accumulerà, a futura memoria, in casa.
L'Inghilterra, complice la passione agrosostenibile del principe Carlo, è uno tra i Paesi europei più lanciati nelle pratiche bio e eque: nei supermercati più patinati, ad esempio, ci sono piani interi di verdure, frutta e prodotti alimentari amici dell'ambiente. Il tutto, però, è addobbato, impacchettato, servito e osteso in abbondante plastica e incartaggi coloratissimi e difficilmente smaltibili. E' per questo che l'indomita Chris ha messo su questo tentativo e aperto con il primo agosto un intensissimo dibattito con i lettori del suo blog sulla sua esperienza di neo austerity.

Il suo non è il primo esperimento di privazione o accelerazione consapevole e pubblica di beni di consumo: dal filmaker che si è messo all'ingrasso di macpanini per vedere che effetto fa, alla giornalista che ha smesso di lavarsi, all'altra che ha smesso di fare shopping per lanciarsi nella produzione, riciclo, riuso. Chris, però, racconta che cosa le succede in tempo reale e si possono condividere ostacoli e stupori. Ha scoperto, ad esempio, che è molto difficile Oltremanica trovare delle fragole o dei lamponi "nudi" e sottrarsi alla dittatura del vassoietto. Ha anche ricevuto una lavata di testa via internet da parte di Dick Searle, capo della UK Packaging Federation che l'ha ammonita di poter abbandonare come acquirente i prodotti plasticosi, ma che anche le merci che troverà sfuse sono arrivate molto spesso sui banchi del mercato in cassette o pacchetti. Una cosa sorprendente scoperta ieri è che per evitare di comprare altra plastica Chris ha anche smesso di buttare via tanto cibo. L'equazione "altri alimenti=altri vassoietti" l'ha indotta a ricucinare mezza cipolla, mezzo pollo, e mezza melanzana in un curry spericolato e a portarsi pranzo e drink nella gavetta. Oppure a trovare su internet un "omino del latte" che, come quando era bambina, glielo consegnerà ogni giorno in una bottiglia di vetro. Pratica vintage visto che l'80% del latte in Inghilterra oggi si compra nella plastica. Nemmeno le sagre sono più quelle di una volta: Chris ha mangiato una panino nella salsiccia in pura carta, ma la tazza di carta del caffé era isolata da un anello anti-scottature di poletilene. Un altro trofeo da stoccare in casa, per ricordare che solo il 38% della plastica quotidiana viene recuperato.

Monica Di Sisto
Fonte: http://www.liberazione.it/
06/08/2008


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