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MANI PULITE E COSCIENZA SPORCA: PARALLELISMI INQUIETANTI


mystes
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In Brasile l’anno chiamata “Lava Jato”, nome che si usa normalmente per designare gli impianti di auto-lavaggio, in Italia “Mani Pulite”: si tratta di una stessa organizzazione criminale, votata al saccheggio del denaro pubblico. In Italia Mani Pulite ha visto il sacrificio di due meravigliosi giudici i quali giudicavano e condannavano mafiosi e politici corrotti; in Brasile, vi sono giudici che si comportano come veri nemici di uno Stato onesto e prosperoso, mandando in libertà criminali e politici corrotti.

Gli annullamenti delle condanne dell'Operazione “Lava Jato” decisi dalla Corte Suprema (STF) brasiliana sono, per l'ex procuratore del Ministero Pubblico Federale (MPF) Carlos Fernando dos Santos Lima, pari al decreto del governo dell'allora primo ministro Silvio Berlusconi, in Italia.

Nel 1994, la decisione del governo italiano ebbe come effetto la liberazione di condannati nell’Operazione Mani Pulite - indagine condotta contro membri della mafia e politici in Italia nel 1990. Il decreto, noto col nome di "Mani Pulite" prevedeva l'arresto e la condanna per la maggior parte dei mafiosi e dei politici per crimini di corruzione. Con la misura politica su ricordata, la maggior parte dei prigionieri dell'Operazione “Mani Pulite” è stata rilasciata, o mandata agli arresti domiciliari, causando un'enorme battuta d'arresto nelle indagini.

Oggi in pensione, il giudice Santos Lima aveva fatto parte della squadra di “Lava Jato” per quattro anni, essendo uno dei principali responsabili per la negoziazione di denunce di imprenditori, uomini d'affari e politici. La rivista “Oeste”, ha tracciato una panoramica del momento attuale dell'operazione che ebbe come magistrati di riferimento il giudice Sergio Moro (in seguito ministro della giustizia nel governo del presidente Jair Bolsonaro) e l’ex procuratore Deltan Dallagnol.

Ecco un lungo estratto dell’intervista al dott. Lima:

  1. I rapporti pubblicati negli ultimi mesi mostrano che molte persone si sono pentite di aver patteggiato certi accordi, poiché gli accusati si stanno liberando delle condanne. Cosa vuol dire assistere allo smantellamento di “Lava Jato”?

Il compito investigativo dell'Operazione “Lava Jato” era quello di rivelare i fatti criminali avvenuti in vari enti pubblici i cui attori principali erano le grandi società di costruzioni civili e partiti politici brasiliani. Sotto questo aspetto, l'operazione “Lava Jato” è stata un successo. Per quanto riguarda le condanne, conoscevamo le difficoltà che avremmo incontrato, poiché la magistratura brasiliana non era formata, preparata e pensata per punire potenti criminali. Tanto che una delle principali articolazioni del Ministero Pubblico Federale (MPF) è stata quella di studiare appositamente 10 misure contro la Corruzione, i cui obiettivi erano ridurre le scappatoie utilizzate dai potenti per sfuggire alla punizione. Purtroppo questi provvedimenti furono distrutti dalla Camera dei Deputati, permettendo di sfruttare il tempo e quelle scappatoie per favorire l'impunità. Quanto agli informatori, non hanno alcun interesse legale al successo o meno del processo. Il loro interesse si limita alla veridicità delle loro versioni e ai benefici concessi.

  1. Considera quello che sta accadendo oggi con “Lava Jato” una battuta d'arresto per il paese?

È un enorme passo indietro, perché le prove non sono state cancellate, nessuno è stato prosciolto, le condanne sono rimaste e i crimini sono evidenti all'opinione pubblica. La sensazione della popolazione è che vale la pena rubare se si hanno amici tra i giudici nei tribunali. La sfiducia della popolazione nella classe politica e nella magistratura deriva proprio da questa certezza che il crimine paga e rimane impunito. Nessuno in coscienza negherà il furto sistematico che si è verificato principalmente nel governo del Partito dei lavoratori, come in quelli dell’opposizione che lo precedettero.

  1. Qual è la sua valutazione di fronte al discorso secondo cui il “danno” causato da “Lava Jato” è stato maggiore delle somme di denaro rubate e recuperate?

È molto interessante attribuire la responsabilità delle conseguenze di un crimine a chi lo rivela. È come incolpare il termometro perché misura la febbre. La verità è che non ci sarebbero danni alla nostra economia se non ci fosse un sistematico saccheggio di miliardi – e ciò che Lava Jato ha rivelato era solo una frazione del tutto. Se volevano un paese migliore, avrebbero dovuto obbedire alle leggi. Non vi è alcuna giustificazione economica o morale che legittima un reato come questo. La corruzione uccide, e se non fosse per l'operazione “Lava Jato”, quei crimini starebbero ancora letteralmente e figurativamente uccidendo i poveri brasiliani a causa della mancanza di ospedali, scuole e sicurezza, ma ucciderebbero soprattutto la democrazia brasiliana, che avrebbe alla guida politica un partito politico finanziato con il denaro rubato. Inoltre i pericoli sono tuttora presenti e la democrazia brasiliana ha ancora bisogno di difendersi non solo dai corrotti, ma anche da coloro che usano trucchi legali per imporre il potere economico come fattore principale per l'eleggibilità di un candidato alle elezioni.

  1. Lei crede in somiglianze tra le operazioni “Lava Jato” in Brasile e “Mani Pulite” in Italia?

Con le dovute differenze, la finalità di entrambi è la stessa. Tuttavia, qui, più del Parlamento, che in Italia è stato decisivo contro l'operazione, la responsabilità del "Salva Ladri" deve essere imputata ai sei giudici della Corte Suprema i quali sono visibilmente collusi con il Partito che li designò durante il governo Lula a ricoprire quella carica.

 

Traduzione dalla rivista OESTE: https://revistaoeste.com/

 

 

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