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Migrazione e media


cubainforma
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La migrazione come `valvola di sicurezza': di Cuba o del Messico? del socialismo... o del capitalismo?

cubainformazione.it

Del milione e duecentomila persone nate a Cuba che ora vivono negli USA, ogni anno 400mila visitano l'isola. Essi sono i presunti "rifugiati", "esiliati", "esuli", "scappati" che trascorrono le loro vacanze nel paese in cui -ci dice la stampa- li si "perseguita".

Poche settimane fa, l'ora ex presidente Barack Obama poneva fine alla cosiddetta "politica dei piedi asciutti-piedi bagnati" che ha facilitato questa mostruosità. Ma abbiamo letto una qualche denuncia di questa farsa nei principali media europei, per esempio?

Niente affatto. Inoltre, ciò che ci dice la stampa corporativa, ora, è che chi si beneficiava di detta politica di accoglienza automatica e privilegiata dell'emigrazione cubana era ... il governo dell'Avana.

Questo avrebbe contato, così, su una "valvola di sicurezza" per i suoi problemi interni. Conclusione: a Cuba non ci sono state rivolte perché i suoi ipotetici istigatori se ne andavano in zattera negli USA.

Argomento fallace per occultare che i cosiddetti "boat people" sono stati un semplice pezzo nella scacchiera politica e della propaganda USA, sostenuta da questi stessi media internazionali.

Il messaggio continua ad essere lo stesso: il socialismo è un fallimento e costringe la gente dell'isola a fuggire dalla necessità e scarsità. La domanda sembra ovvia:da quale "socialismo fallito" sono fuggite tanti milioni di persone nate in Messico, El Salvador o Giamaica che oggi risiedono negli USA?

Forse saranno la "valvola di sicurezza" per i problemi interni del capitalismo latinoamericano?


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