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Nicht in unserem Namen, non in mio nome


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Nicht in unserem Namen, non in mio nome, scrivono un sacco di autorità tedesche, anche Dc

Contro una nuova guerra fredda

Putin è aggressivo ma fu certamente provocato dagli Usa
 
In Italia, a difendere ad alta voce Putin sembra che ci sia il solo Matteo Salvini, ma spera in un generoso regalo dello zar alla sua Lega. In Germania, sessanta personalità, politici, attori, scrittori, registi, hanno firmato un appello per non isolare la Russia: «Wieder Krieg in Europa? Nicht in unserem Namen», di nuovo guerra in Europa? Non a nostro nome.

Chi osa andare controcorrente, e cerca di vedere la crisi provocata dall'Ucraina, anche dal punto di vista dell'altra parte, è subito accusato di essere un nostalgico comunista, o un paladino di un personaggio come Putin, o si essere stato «comprato dai soldi di Mosca», come appunto Salvini o Madame Le Pen, in Francia.Ma si può denunciare la scelta sbagliata degli Usa, senza per questo sostenere Putin. L'Europa è già ripiombata in piena guerra fredda, e si deve impedire che la situazione precipiti ancora. I nomi dei firmatari dovrebbero essere al di sopra di ogni sospetto. Al primo posto troviamo Roman Herzog, presidente della Repubblica dal 1994 al 1999. Fu eletto con i voti della Cdu, anche di Frau Angela che oggi, venendo meno al suo stile prudente, è scatenata nel condannare Putin. Accusare Herzog di essere filo comunista è ridicolo.Poi, per chi ama il cinema, troviamo il regista Wim Wenders, o l'attore Mario Adorf, o Klaus Maria Brandauer, e Hanna Schygulla.

Tra le personalità politiche, Lothar de Maizière, l'ultimo premier della scomparsa Ddr, ma era cristianodemocratico, e la Merkel fu la sua assistente, quando pochi conoscevano il nome della futura Cancelliera. Seguito da Eberhard Diepgen, sindaco cristianodemocratico di Berlino, fino all''89, l'anno della caduta del «muro», e ancora dopo nel 1991. Sempre la Merkel fu tra coloro che proposero il suo nome come candidato alla presidenza della Repubblica. Ancora un comunista in incognito?Schierata contro la Merkel, la vecchia guardia dei socialdemocratici, suoi alleati nella Grosse Koalition, dagli ex Cancellieri Helmut Schmidt e Gerhard Schröder, a Otto Schily, ex ministro degli Interni, a Egon Bahr, che fu il collaboratore più stretto di Willy Brandt nella Ostpolitik, la politica di apertura all'Est. E la coalizione si è divisa sulla politica verso Mosca: il ministro degli esteri, il socialdemocratico Fran-Walter Steinmeier, per evitare il peggio, ripete poco credibile che «non c'è alcun dissidio tra lui e la Merkel, ma solo un'esperienza differente».

Questo è il punto. Probabilmente nella Cancelliera è scattata la sindrome di ex suddita del regime comunista della Ddr, e si è irritata che Putin, con cui ha avuto lunghi incontri a quattr'occhi, non abbia voluto seguire i suoi consigli. Domenica, in una lunga intervista alla «Welt am Sonntag», ha denunciato che Mosca sta destabilizzando l'Europa Orientale. Dovrebbe essere evidente che è avvenuto esattamente il contrario, come riconosce parzialmente perfino il vecchio Henri Kissinger: pensare di far entrare l'Ucraina nella Ue, a cui segue da sempre l'ingresso nella Nato, è una provocazione inaccettabile nei confronti della Russia. L'Alleanza progettava di installare postazioni missilistiche in Crimea, dove si trova l'unica base navale russa nel Mar Nero.

Il miliardario George Soros si è apertamente vantato di aver finanziato i disordini a Kiev nel febbraio scorso, e i servizi di informazione tedeschi avrebbero le prove che a sparare sulla folla a Maidan furono agenti al soldo della Cia. Anche la maggioranza dei tedeschi è convinta che Putin non abbia poi tutti i torti. Per la Merkel, tra i problemi dell'Unione Europea e la Russia, un brutto momento. Lunedì, vinta dallo stress, ha dovuto interrompere la registrazione di un'intervista televisiva. Oggi sarà confermata a stragrande maggioranza alla presidenza della Cdu, i democristiani tedeschi, ma anche all'interno del suo partito aumentano i critici e gli oppositori.

Roberto Giardina
Fonte: www.italiaoggi.it
Link: http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1945425&codiciTestate=1
9.12.2014


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