Storicamente Ferragosto si presta bene per attuare qualunque porcata il potere intenda: siamo in vacanza, letteralmente assenti sia fisicamente che mentalmente.
Ed infatti giusto ieri ne hanno approfittato dichiarando un'altra emergenza sanitaria da vaiolo ... delle scimmie; che essendo in inglese denominato corrispondentemente monkeypox, viene adesso ribattezzato mpox onde recidere l'associazione diretta con quei primati che ne depotenzierebbe l'identificazione come 'pericolo' per gli umani:
L'Oms, stato di emergenza internazionale per il vaiolo delle scimmie
Ci avevano provato già due anni addietro, sempre d'estate; ma gli era andata male per un aspetto insolito della malattia che non erano riusciti a coprire e che rischiava di ritorceglisi contro: il pericolosissimo focolaio di contagio fuori delle zone endemiche dell'Africa era stato ad Ibiza, in occasione di un raduno gay, ma senza pride, ed i contagiati erano tutti caratterizzati da manifestazioni patologiche, escoriazioni e pustole, alle mucose dello sfintere e della gola ... con ciò esponendo al pubblico come untori gli appartenenti a quella particolare categoria e soprattutto azzerando la paura per un rischio di contagio casuale.
Ci feci un non breve e documentato articolo proprio per Comedonchisciotte (1).
Dopo due anni di incubazione, non del virus ma del (loro) problema di come tornare a terrorizzarci, durante i quali le hanno pensate di tutte: dalla peste suina, all'influenza dei polli, fino ad ipotizzare una malattia incognita x, tornano all'idea originale; d'altronde è ben evidente come il vaiolo abbia ben altra reputazione rispetto ad un coronavirus qualunque, 19 o 24 che sia.
Ed eccoci ad oggi, giorno dopo il Ferragosto, in cui veniamo informati come il vaiolo, fu delle scimmie, sia evaso dal Congo, addirittura sia sfuggito alle scimmie e sia atterrato nientemeno che ... in Svezia! Ma non per contagiare un alce o una lepre artica, bensì un umano, chissà come e dove entrato in contatto col pericoloso patogeno.
Vaiolo delle scimmie, in Svezia la variante Clade1. Primo caso fuori dal continente africano
Ed in questa storia ritroviamo quasi tutti gli ingredienti di successo della tornata precedente: un virus, l'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, la variante pericolosa, il prof. Bassetti; mancano per adesso Burioni e, soprattutto, il Drago.
Anche la ricetta si ripete, con una sapiente miscela di allarme e tranquillità: "la situazione è seria ma non c'è motivo di allarmarsi", "il rischio di infezione è basso", "siamo ben preparati", ...
Ed ancora: "la malattia è più grave", "nessun allarmismo ma guardia alta", i test ci sono", "abbiamo i vaccini in magazzino" (e chi l'avrebbe mai detto?).
Cambia però un aspetto sostanziale della pappardella: "cambia il target" ... ovvero non è più necessario pigliarselo ripetutamente e dolorosamente in quel posto, o in un altro posto, per contagiarsi e svilupparne i sintomi; il modo viene per adesso lasciato alla nostra immaginazione; ma il bersaglio, delle loro mire, siamo adesso tutti noi!
Notiamo per inciso come l'immagine scelta dall'agenzia Ansa per rappresentare il novello spauracchio non corrisponda affatto alla morfologia di quel patogeno ma, ancora una volta, a quella di un coronavirus: squadra che vince non si cambia.
Se l'intenzione è quella di montare la manfrina per la prossima stagione fredda, chissà poi perché non trattandosi di un virus respiratorio, devono accelerare molto la narrazione terroristica: sta dunque a noi vittime predestinate, al nostro impegno, al nostro 'non abbassare la guardia', di sventare la nuova minaccia investendola con un'ondata di pernacchie, risate, sberleffi, insulti, battutacce, contumelie, ... insomma ricoprendola di ridicolo, verso il quale neppure i potenti hanno difesa.
PS: nell'intento di essere costruttivo e collaborativo, e di evitare la solita stantia accusa di complottismo, aggiungo il collegamento ad un modulo precompilato dove il lettore volenteroso potrà dare la sua indicazione su quale possa essere la più promettente pandemia del prossimo futuro, con ciò dando il proprio contributo ad una sua più completa realizzazione (2).