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Proroga dello stato di emergenza e club politici di vittoriana memoria

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sarah
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Il momento è di nuovo pregnante, non c'è spazio per l'abitudine alla smisurata aberrazione socio-politica in atto in questo paese. Sì, perché si avvicina il momento del "necessario" rinnovo dello stato di emergenza che, a quanto detto, nemmeno con le più ardue forzature costituzionali, può prolungarsi oltre i 24 mesi. 

E' vero, abbiamo sperimentato che non è necessario cambiare le leggi per diventare un regime di "democratura" o peggio che le leggi stesse, sotto gli effetti del pesante doping della propaganda e della censura ( tutto perfettamente legale ), permettono di agire in modo diametralmente opposto ai loro scopi originari.

Devo muovermi da una premessa, ovvero il commento mediatico alle parole di chi, dal mondo politico, inizia a fare sortite chiare sul tema visto l'avvicinarsi della data "fatidica" di dicembre-gennaio. So che è un esercizio che sfida anche gli stomaci forti. Mi limito ad una frase a caso, indicativa di molte altre: " ..sull'estensione dell'uso del GP fino alla prossima estate sembrano esserci pochi dubbi, visto che lo strumento funziona.." " Funziona" lo dite voi, funziona per cosa ? Funziona per chi? Funziona su che basi? 

Ecco, si può dire che il miracolo sta proprio qua: il discorso illogico che sopravvive a se stesso perché il suo più grande vulnus, ovvero l'assoluta incoerenza e mancanza di logica interna, sembra essere invece l'elemento che lo tiene in vita, virtualmente in eterno. Deve esserci un motivo che si è già ricercato ovunque con spiegazioni valide ma che lasciano ancora spazi vuoti. Io non ho alcuna presunzione di ulteriore "lettura fra le righe" ma mi sono interessata a due articoli comparsi su una testata online che leggo spesso ( l'antidiplomatico ). Il primo era una premessa generale ( pubblicata credo un paio di mesi fa ) e il secondo, recentissimo, propone la lettura di un libro che indaga sulla questione. La questione è il legame di alcune figure politiche chiave di questo esecutivo con la Società Fabiana. Negli studi fatti a scuola devo aver frainteso: la credevo estinta da decenni invece esiste tuttora. Non solo, ma tra i suoi membri vi è un nome chiave nell'attuale scenario: il min. della sanit@.

Suggestiva è l'analisi dell'autore: la Società nasce nel 1884 in Inghilterra e deve il suo nome a Quinto Fabio Massimo detto il Temporeggiatore, famoso per aver riportato un'importante vittoria nella Seconda Guerra Punica. Ne hanno fatto parte personalità notevoli, tra cui lo scrittore Bernard Shaw, e persino George Orwell vi si avvicinò. Poi c'è il nostro piccolo uomo. Toh..

E' calzante il richiamo alla tecnica militare del logoramento di Quinto Fabio che si tradurrebbe nella tecnica politica della Società di paziente attesa del momento opportuno per realizzare i propri scopi. Ma quali sono i loro scopi e perché il legame con l'attualità ? I Saggi della Società furono pubblicati in Italia nel 1990 da una casa editrice vicina al Partito Comunista e i fatti politici dell'epoca riportano ad un tema ricorrente: il frequente ricorso alle figure "tecniche" nei ministeri, l'aumento di volume dell'apparato amministrativo, la crescita della pressione fiscale. Un pragmatismo di basso profilo ideologico mal digerito da sempre, ad esempio, dagli ambienti cattolici ( non di recente scuola bergogliana ) e liberali. Dal lato della politica estera, si è percorsa la via dello svuotamento della sovranità nazionale. 

E' dunque giunto il momento di realizzare i loro scopi in modo compiuto, rendendo per esempio la coercizione sociale e le leggi emergenziali una cifra stabile? L'Italia sarà davvero capofila in Europa in questo? Mi chiedo come questa Società abbia affinato ed aggiornato i suoi orizzonti nel tempo, soprattutto dopo la caduta dell'Unione Sovietica. Pare proprio che dopo questa data, le utopie ( o meglio distopie ) socialiste così concepite si siano espresse in determinati partiti che potrebbero proprio ora ritenere inevitabile il compimento dei loro progetti. 

Mi soffermo su un ultimo aspetto: in fondo questi club politici che concentrano in sé molto più potere dei singoli parlamenti, corti di giustizia e partiti, non sono che una parte del tutto, una "fazione". Che ne è delle altre con il loro carico di pregi e difetti? Finisce tutto così?

Lungi da me il tentativo di costruire discorsi dietrologici strampalati, frutto magari di conoscenze poco approfondite, ma rifletto con quello che ho per conservare dignità e integrità umana e grata per questo spazio virtuale che mi consente di farlo.

Buona serata

 

 


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Hospiton
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Sulla Fabian Society - argomento interessantissimo - segnalo questo video

https://www.youtube.com/watch?v=wOBNwsaeb6w

Non l'ho ancora guardato - la puntata è di ieri - ma ho apprezzato parecchi contributi andati in onda su "Facciamo finta che", penso che anche questo meriti una visione.


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Primadellesabbie
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@hospiton

Negli anni '60 veniva attribuito a questa organizzazione il merito di aver risparmiato al Regno Unito l'esperienza del comunismo.

Non meraviglia che il reazionario, guerrafondaio Blair, asservito ai Bush, si spacci per fabiano, dove si trovava non aveva alternativa per utilizzare i voti laburisti, e nemmeno che D'Alema, non sapendo che pesci pigliare e immerso nel provincialismo culturale, dopo lo smantellamento del PC, abbia preso per modello Blair, il problema semmai è che si sia costituito un seguito.

Le cose vanno esaminate nel loro contesto.

...e spunta l'ennesimo tentativo di recuperare Salvini, a conferma che anche dall'altra parte non si intenda esprimere il meglio di noi, che poi sarebbe l'unico modo di venirne fuori, se ce ne fosse uno.


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oxalidaceae
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@hospiton

Grazie mille, il video ha meritato la visione (alcune parti sono "torbide" e le ha già sottolineate Primadellesabbie) ma molto c'è da salvare ed è interessante l'ultima parte. Parole semplici, che innestano un ragionamento, parole che arrivano comprensibili alle personcine dotate di piccoli cervellini come quello che mi trovo purtroppo ad avere anche io in dotazione.

Quindi, caro Hospiton, ne consegue che, i video di queso tipo, si dovrebbero con urgenza e massivamente diffondere, ma non solamente fra di "noi" (che già li stiamo superando), ma soprattutto fuori di "qui", e possibilmente con l'accorgimento di proporli con finto distacco o finto disinteresse (solitamente funziona), verso chi ancora deve iniziare a calarli sti benedetti veli che obnubilano la vista e le menti.

Però una curiosità ce l'ho, e vorrei chiedere: ma qualcuno di noi, “qui dentro”, oggi, senza aver ancora unito i puntini per bene come ha fatto il video, ha ancora in testa che libri come “1984” siano frutto di un Orwell chiaroveggente o indovino?

Mah! parliamo di Julian Huxley? Julianuccio, il primo direttore dell'UNESCO e inventore del termine 'transumanesimo', ha definito a suo tempo Karluccio Marx il "vero Giovanni Battista della moderna scienza sociale" (uhm...lo chiamiamo Karluccio, o lo chiamiamo Moses Levy Mordecai? ma no, meglio di no, sennò ci tocca parlare di di B’nai B’rith , di audaci falsari e via dicendo, con le barbose cose da complottari e andiamo fuori del seminato).

Quindi dicevo, Julian Huxley in seguito nel 1931 visitò l'URSS e definì l'operato di Karluccio "un esperimento scientifico e l'unico mai realizzato in un tale campo e su tale scala".

Che c'entra Julian Huxley? Huxley era un socialista fabiano (il ceppo britannico del marxismo shhh). Il fabianismo come detto dal video, adotta un approccio graduale e lento all'attuazione del socialismo mondiale, piuttosto che uno rivoluzionario (con i simboli del lupo travestito da agnello e della tartaruga, e il video, ancora, ce ne ricorda i significati).

Pero Julian nostro aveva anche un fratello, mannaggia! il famoso autore Aldous Huxley. Il giovane Aldous era strettamente legato alla banda delle Nazioni Unite, e oltre ad essere stato uno degli insegnanti di Orwell, ha trovato il tempo, tra i suoi vari lavori, per scrivere pure la prefazione al libro di Israel Ehrenberg sul negazionismo razziale ("The Fallacy of Race: Man's Most Dangerous Myth"). Aldous (fabianissimo pure lui) ha affermato che l'obiettivo dei globalisti è trasformare il mondo in un "campo di concentramento indolore" in cui "metodi farmacologici" faranno "amare la loro servitù" alle persone.

Vuoi vedere che poco poco, neanche Aldous era lo scrittore veggente che si faceva di mescalina che ci hanno fatto credere che fosse?

Continuiamo ad unire i puntini vah! e chissà in quale costellazione ci porteranno infine.

Continuiamo a farlo anche nel suolo italico e soprattutto a fare nomi e cognomi, come pure i collegamenti a quella “London School of Economics and Political Science" (the LSE).

Il video ci parla dei nostri eroici unti dal Signore nazionali usciti da quella albionica scuola: Prodi, Cottarelli, Speranza... ma gli sguatteri come Padellaro, Travaglio et similia, legati sempre alla London School li vogliamo buttare, non nominare, e continuare a leggere?

Un ciao e un grazie a te, a Prima, e a Sarah.


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AlbertoConti
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Gira e rigira si torna sempre alla perfida albione, fucina di tutte le distopie che incombono sull'evoluzione dell'umanità.

Vista la costanza e la superiorità di mezzi impiegati per perseguire questi scopi, che dai secoli passati ci conduce fino a quell'abominio della commissione europea, mi domando e vi domando se e quali legami ci possano essere tra la massoneria e questi fabiani, che in fondo sembrano del tutto sovrapponibili nel pensiero, nei metodi, nei risultati.


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Hospiton
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@oxalidaceae

Mi fa piacere abbia apprezzato il video, quello di Lamberti è un canale da tener d'occhio. Per quanto riguarda il video in oggetto ne ho visionato solo una parte e terminerò di guardarlo appena possibile, le tue osservazioni e quelle di Primadellesabbie fanno intuire quali possibili punti deboli (o semplicemente da contestualizzare in maniera più precisa) abbia l'esposizione di Rossi.

In quanto al resto, citi nomi e fatti che meriterebbero trattazioni enciclopediche! Mi limito a dire che da parecchio reputo Orwell e Huxley tutt'altro che "semplici" veggenti, il sospetto che avessero accesso a fonti di prim'ordine lo ebbi già prima di venir a conoscenza dei loro legami con la Fabian Society, le successive scoperte non fecero che confermare tale sensazione. Inoltre non dimentichiamo i lavori di Wells, anch'egli legato a circoli fabiani.

A proposito di London School of Economics (tra i fondatori vi fu Shaw), da lì è passato uno degli intellettuali più quotati dell'ultimo decennio, l'economista francese Thomas Piketty, che ha già sfornato diversi saggi di spessore, tra cui il discusso "Il capitale nel XXI secolo". Mi chiedo se anche lui faccia parte dell'universo fabiano e, eventualmente, con quali intenzioni...

Hai pienamente ragione sul fatto che tutto ciò si debba pian piano veicolare al dì fuori di spazi come CDC, un lavoro paziente e spesso frustrante, dato che la ricettività è piuttosto scarsa. Bisogna insistere, non c'è altra soluzione. Ciao e a presto!


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Primadellesabbie
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@albertoconti

Raggiunta la centralità, una volta ridimensionata la Spagna, tutto ha cominciato a ruotare a partire dall'Inghilterra che si è tempestivamente dotata anche di istituzioni culturali concepite per imporre un modello culturale, oltre che per la ricerca (Oxford, a differenza di università più antiche, è stata pensata e fondata con l'obiettivo di formare la classe dirigente...e funziona ancora) e che, da allora, ha costantemente alzato l'asticella.

Desta meraviglia che ci si accorga solo ora che il mondo moderno è stato inventato a Londra in un tumultuoso convergere di personalità e di iniziative scientifiche, artistiche e culturali che qualcuno volgeva al sodo, come era stata immediatamente volta al sodo la vittoria sulla flotta spagnola.

Domandiamoci perché nessuno ha prodotto un modello industriale diverso, o con un diverso rapporto con la società (non ho mai approfondito il confronto con il modello tedesco di inizio '900, che sarebbe interessante studiare), che potesse costituire un'alternativa a quello inglese, e perché tutti si sono adeguati e uniformati in ogni dettaglio.

La massoneria non fa eccezione, la hanno reinventata loro, e nonostante i tradizionalisti, Guenon compreso che ha puntualmente motivato, non abbiano accettato, la nuova linea si è diffusa e imposta (anche grazie e per tramite della crescente potenza della colonia di oltreoceano?).


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Primadellesabbie
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@hospiton

Prova a tenere presente, ascoltando, che il lupo sia il capitalismo e l'agnello che lo mimetizza sia il nascente socialismo da rimettere in riga.

Così, per giocare.


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Hospiton
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@primadellesabbie

Tu ritieni che la Fabian S. sia stata creata sin dal principio con lo scopo di disinnescare il pericolo Socialista (la fondazione nel 1884 potrebbe far pensare qualcosa del genere)? O che sia stata inquinata nel tempo?

Ho visto l'intero video, per quanto riguarda Salvini l'opinione di Rossi è simile a quella che ho maturato anch'io già nel marzo 2020: in Italia l'affaire covid doveva esser gestito da forze assolutamente non accostabili al Fascismo, in modo da poterci segregare in casa senza generare timori autoritari. Perciò fuori Salvini (l'unico, assieme alla Meloni, che il popolino accosta al pericolo totalitario, grazie ad una propaganda martellante) e dentro i campioni della democrazia del PD.

Poi durante la "pandemia" Salvini non ha mai fatto reale opposizione, per me non ha alcuna credibilità, se Rossi intendeva restituirgliela facendo presente il suo siluramento programmato in vista del covid bé, usa un'arma spuntata. Un altro burattino, è bastato uno scandaletto ad orologeria come quello della tangente russa per farlo fuori, roba del genere ne potrebbero tirar fuori una ogni cinque minuti...


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Primadellesabbie
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@hospiton

Il pericolo rappresentato da una possibile compattezza o addirittura solidarietà della forza lavoro, era ben presente, sebbene lontano, in una situazione in cui questa era indispensabile, come allora era, abbondante e disponibile ad esporsi a qualunque pericolo o rischio (la "piccola fiammiferaia" che una volta accecata dai vapori della produzione era riciclata come venditrice del prodotto, o i bambini minatori che venivano regolarmente ubriacati fino all'alcolismo per farli rimanere bassi di statura, il cimitero dei giovani affilatori a Sheffield che morivano regolarmente per la rottura improvvisa della grande mola che girava sotto di loro, sono pochi esempi molto noti di metodi considerati comunemente praticabili).

L'eccitazione innescata dai successi della rivoluzione industriale, che avveniva lì sul posto, sotto gli occhi di tutti, anche se ne godevano in pochi, deve aver determinato un clima difficilmente immaginabile in quel mondo, uguagliato forse solo dall'attesa scaturita poi, negli ambienti artistici e intellettuali, dalla rivoluzione russa.

In un clima del genere disinnescare il nascente socialismo che, bisogna ricordare, partiva dai tentativi di organizzare qualche forma di solidarietà tra disgraziati, vicini di casa, ecc., disinnescare tutto questo e attribuirsi il diritto di sistemare in qualche modo gli equilibri, non era certo considerata un'iniziativa malvagia, probabilmente neanche dalla maggior parte delle vittime.

 

 


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Hospiton
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@primadellesabbie

Non conosco granché la storia del socialismo inglese e dei movimenti operai britannici del periodo 1850-1930, sono più ferrato sugli eventi che riguardarono gli USA (Haywood, Debs ecc.). Da quel poco che so sulla situazione inglese non ricordo in effetti di aver letto articoli o saggi che parlassero di moti, organizzazioni anti-governative, movimenti popolari a sostegno del nascente socialismo e così via...notavo come la mentalità imperante, anche tra le "vittime" delle varie rivoluzioni industriali, fosse quella che hai descritto, con poche eccezioni: luddismo ad inizio XIX secolo, cartismo, episodi di breve durata e scarsissimi nell'epoca vittoriana, al contrario ricca di provvedimenti legislativi come il Factory Act e il Workshop Act che oggi farebbero rabbrividire. Evidentemente la condizione di subalternità era da molti vista come un qualcosa di ineluttabile*, e forse la propaganda della seconda metà del secolo (mito del progresso, dell'Impero, positivismo ecc) giocò un ruolo importante anche presso le classi proletarie. Inoltre le immense colonie consentivano di "smistare" un po' di malcontento tra Sudafrica, Australia, India...

*ricordo un romanzo di Bacchelli, "Il diavolo al Pontelungo", che racconta un tentativo d'insurrezione nella Bologna di fine '800 capeggiato da Bakunin e Cafiero. Per quanto la narrazione sia ricca di sfumature ironiche, Bacchelli rende con efficacia la drammatica inerzia della massa, l'indifferenza o addirittura il disprezzo verso chi, dal basso, tentava di mutare le cose.


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Primadellesabbie
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Postato da: @hospiton

Inoltre le immense colonie consentivano di "smistare" un po' di malcontento

I funzionari di basso rango che si recavano nelle colonie venivano retribuiti in modo che si 'sistemavano' e in genere si portavano la moglie, i figli invece venivano affidati alle border schools, sorte allo scopo, dove passavano l'infanzia e la prima giovinezza, da queste istituzioni è uscito un modello di cittadino con mille esperienze negative, dal bulling che non solo veniva tollerato ma giustificato se non addirittura incoraggiato (l'ho sentito con le mie orecchie, qualche anno fa dal preside di una di queste scuole molto nota), alla solitudine, al classismo, alla mancanza definitiva del rapporto familiare e la conseguente incapacità di crearne uno o tramandarlo (dalla descrizione fattami da uno di loro, mio coetaneo), che ancora oggi caratterizza, in parte, la società britannica.

C'è sempre chi paga il prezzo.

E poi si trova chi dice "gli inglesi" o "gli italiani" come fossero scatole di biscotti.


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Hospiton
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@primadellesabbie

Oltre ai funzionari pensavo anche alle migliaia di galeotti, avventurieri e personaggi poco malleabili finiti in Australia e un po' ovunque. Meglio spedirli a Durban o Auckland che ammassarli nei già affollati slums di Manchester e Liverpool! Non so se pure questo abbia contribuito alla tenuta dell'ordine interno, o se ci sia stato qualcosa di più profondo a livello di mentalità (sempre con riferimento all'Era Vittoriana e dintorni).


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Primadellesabbie
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@hospiton

Ancora oggi, quando un tribunale decide che un giovane debba essere inviato a un riformatorio, gli viene offerta l'alternativa di arruolarsi nell'esercito.

E poi ti domandi come fanno ad avere un esercito efficiente.


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FrankDax
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@oxalidaceae

Buongiorno , al riguardo di Eric Arthur Blair (George Orwell) e Aldous  Huxley , sarei più sulla linea della finta "chiaroveggenza" , inoltre è interessante quante sfumature e spunti di riflessione si possono trarre rileggendoli in tempi attuali , rispetto , a considerazioni fatte mentre li leggevo nella mia adolescenza . Farei comunque un distinguo fra i due.... , Orwell , mi da l'idea che ci volesse metterci in guardia ,  ed avvertire che certi piani sono in atto , mentre in Huxley , sento un compiacimento , come volesse glorificarsi di far parte del piano del "nuovo" cambiamento . Forse è solo una mia impressione , ma avrei piacere di sentire il parere di altri lettori di CDC .


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