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Salviamo il lavoro


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http://www.liberatv.ch/cms/articolo/12832/giu-le-mani-dal-lavoro-firma-subito-la-petizione-di-liberatvch/index.html

"Giù le mani dal lavoro": firma subito la petizione di Liberatv.ch (opg)

di Andrea Leoni

LUGANO - Dopo la pubblicazione del Manifesto sul lavoro in Ticino abbiamo deciso di lanciare una petizione on line indirizzata all’Autorità politica. Vi invitiamo a firmarla e a diffonderla ad amici e conoscenti, anche attraverso i social network. Ogni firma è importante per dare un segnale forte e dire che così non va. Firmate e fate firmare: in fondo al testo della petizione trovate il modulo per aderire subito. Grazie della partecipazione!
Marco Bazzi e Andrea Leoni

Lodevole Consiglio di Stato,

Lodevole Ufficio presidenziale del Gran Consiglio,

il mercato del lavoro in Ticino vive un momento di crisi senza precedenti. I dati forniti dagli studi denunciano, senza più incertezze, un degrado grave e costante. Un fenomeno che sta avanzando nei settori strategici della nostra economia e sta creando pericolosi squilibri sociali ed economici.

Da mesi assistiamo in silenzio allo scandalo della sostituzione di lavoratori residenti con lavoratori frontalieri per meri fini speculativi. È il frutto velenoso del dumping salariale che sta intossicando la nostra società e mina le fondamenta del nostro benessere e del nostro convivere civile.

Siamo arrivati al punto di leggere annunci di lavoro dove un requisito richiesto è essere frontaliere.

Non c’è più un minuto da perdere: è giunto il tempo di agire.

Da quando abbiamo lanciato il nostro Manifesto a difesa del lavoro in Ticino (leggi qui: http://www.liberatv.ch/cms/articolo/12618/frontalieri-e-salari-“cinesi”-e-arrivato-il-momento-di-ribellarsi/index.htm), abbiamo ricevuto testimonianze di autentica disperazione: adulti che hanno perso ogni speranza e giovani che non l’hanno mai avuta.

Sotto la cenere del Paese cova un disagio esplosivo e distruttivo: un grido di dolore. La responsabilità civile ci impone di dargli voce e di incanalarlo nella giusta direzione democratica. Lo dobbiamo fare subito, prima che si inneschino derive politiche e sociali il cui solo pensiero ci spaventa.

Le idee sul tavolo sono molte e provengono da ogni area politica. Crediamo fermamente che la politica debba lasciare spazio al libero mercato e non debba intralciare la libera iniziativa in campo economico. E che, anzi, la debba favorire. Ma crediamo pure fermamente che la politica non possa permettere che il libero mercato distrugga le fondamenta sociali ed economiche di una comunità. Così come siamo convinti che il contributo dei frontalieri è decisivo e indispensabile in diversi settori del nostro tessuto produttivo e sociale. Il loro lavoro contribuisce al nostro benessere.

Voi, eletti nelle istituzioni della Repubblica del Canton Ticino siete chiamati a fare gli interessi del popolo ticinese. È dunque con piena fiducia e sostegno che vi rivolgiamo questo appello.

- Vi invitiamo innanzitutto a fare pressione sul Governo federale affinché a fine aprile faccia scattare la clausola di salvaguardia che permette di contingentare il numero dei cittadini europei che lavorano in Svizzera. Si tratta di una misura prevista dagli accordi bilaterali che può essere introdotta qualora venga superata una soglia prestabilita. Soglia che è stata superata. Anche se questa misura non andrà a incidere sul numero di frontalieri si tratta di un primo segnale politico importante sia verso Bruxelles, sia verso il Paese e le regioni, come il Ticino, che più soffrono dei problemi occupazionali.

- Vi esortiamo a investire ogni energia e con la massima urgenza in questa emergenza economica e sociale, sfruttando tutti i possibili spazi di autonomia e di indipendenza, e rivendicandoli con forza ove non vi fossero.

- Vi chiediamo, a brevissimo termine, un piano di misure e di interventi concreti e urgenti a salvaguardia dell’occupazione e dell’economia ticinese: per i lavoratori e per quelle aziende che, con fatica e responsabilità sociale, creano benessere in Ticino. Comprese misure e interventi che frenino e scoraggino chi, irresponsabilmente, abusa della libera circolazione per meri scopi di lucro.

- Vi incoraggiamo, sempre in ambito di libera circolazione delle persone, ad adottare senza remore provvedimenti concreti a difesa del nostro mercato del lavoro. Comprese misure di disobbedienza civile e istituzionale, sia verso la Confederazione sia verso l’Europa.

D’altra parte abbiamo già visto molte Regioni e Nazioni soprassedere, aggirare o addirittura violare, vincoli interni e internazionali per difendere i propri interessi. E anche alcuni Cantoni svizzeri stanno giustamente attuando soluzioni di “rottura”.

L’emergenza che stiamo vivendo, e che va peggiorando di giorno in giorno, richiede coraggio nell’attuare scelte forti e adeguate al momento.

Noi cittadini firmatari di questo appello ci impegniamo sin d’ora a sostenervi e a fare la nostra parte. Non è il tempo di dividerci ma di unirci. Di riscoprire e ricostruire un senso di comunità. E di partecipare, ognuno secondo il suo ruolo e le sue sensibilità, a questa fase decisiva della nostra Storia che segnerà in maniera indelebile il nostro futuro e quello dei nostri figli.

Dipende da noi, facciamolo subito!


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