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TI - export con l'Italia in crisi


vic
 vic
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http://www.ticinonews.ch/ticino/419436/export-con-l-italia-in-crisi-si-va-verso-nuovi-mercati

Export con l'Italia in crisi, si va verso nuovi mercati
Il commercio verso l'Italia diminuito di più di un terzo. Ma si puntano i mercati emergenti

Redazione - 31 ottobre 2017

Una discesa inesorabile, che dal 2008 al 2016 ha fatto perdere più di un terzo di cifra d’affari. Stiamo parlando del commercio estero verso l’Italia che in soli otto anni, ha drasticamente frenato, assestandosi a quota 12.5 miliardi di franchi ovvero cifra d’affari registrata nel lontano 2002. Diversi i motivi alla base di questo drastico calo. Dall’impatto non indifferente del franco svizzero che si è rivalutato, alla crisi italiana. Nel dettaglio i due fenomeni hanno inciso soprattutto sulla richiesta di beni elettronici e meccanici, mentre il settore del lusso ha retto ai contraccolpi.

Come conferma Marco Passalia, responsabile del settore export della Camera di Commercio del Canton Ticino, sono cambiate le dinamiche del mercato, soprattutto per quanto riguarda il terziario. Cambiamenti che hanno ridotto sensibilmente gli scambi con l'Italia. Un fenomeno che anche se preoccupante, non mette a rischio i posti di lavoro in Svizzera e in Ticino spiega Passalia, dato che da tempo Confederazione e Cantone per sopperire a cali di questo genere si stanno indirizzando versi nuovi mercati emergenti, come ad esempio la Cina.


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esca
 esca
Noble Member
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Il discorso segue una logica: il settore di mezzo, quello rappresentato dalla maggioranza della popolazione si sta impoverendo, essendone stata ridotta la possibilita' di spendere, sia riducendo i salari (per chi un lavoro ce l'ha), sia con aumenti che hanno riguardato un po' tutto, dai beni ai servizi (le bollette per le utenze domestiche negli ultimi periodi sono lievitate a parita' di consumi!). Si tende a centellinare il denaro a disposizione contraendo cosi' gli acquisti, il che non sarebbe male se questo si ritorcesse contro i consumismi, ben altra cosa dall'acquisto dettato da reali necessita' quotidiane --》compri beni se li hai terminati, o rotti, e non riesci ad arrangiarli.
Naturalmente il discorso non si pone per quella fascia di superbenestanti che continuano a far girare il mercato del lusso. Per carita', i ricchi ci son sempre stati e non tutti sono arricchiti ingiustamente, o disonesti.

Ma....la crisi creata in Italia e negli altri PIGS aveva questa finalita', prevista con preoccupazione da prima del 2008 da analisti lungimiranti ma derisi.
Il problema non e' nel mercato del lusso, ma nella sproporzionata disparita' che il sistema economico- finanziario corrotto ha creato tra minoranze sempre piu' fiorenti e la maggioranza spesso costretta a farsi i conti in tasca ogni giorno anche per gli acquisti piu' banali.


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