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Tonfo della sterlina sul dollaro


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Cambio ai minimi da dieci mesi

Dopo Atene suona la campana per Londra. In uno scenario globale che resta radicalmente diverso rispetto a quello greco, la Gran Bretagna teme che la speculazione stia per lanciare un attacco a fondo contro la sua divisa. La sterlina è scivolata sotto 1,5 contro il dollaro ( http://www.money24.ilsole24ore.com/valute/pagine/dettagliocambidollaro/dettagliocambidollaro.php?QUOTE=%21GBPUS.FX&Browser=&Profile=m24user ) raggiungendo un minimo di 1,4780 (un calo di quasi il 3%), il minimo degli ultimi dieci mesi e perdendo punti importanti anche contro l'euro scambiato ora oltre 0,90 pence. A sua volta la divisa europea ha perso terreno su quella americana, finendo sotto quota 1,35. La sensazione di un rimbalzo economico più consistente dall'altro lato dell'Atlantico, sulla scia dei dati del settore manifatturiero, è uno dei motivi dell'andamento della divisa Usa che però guadagna più per le incertezze di pound ed euro che di luce propria.

Il caso inglese è cronaca di oggi. E le notizie che rimbalzano dagli Usa non fanno pensare a una crisi destinata a risolversi nel volgere di qualche giorno. i dati del Chicago mercantile Exchange, termometro per capire l'andamento degli hedge fund, mostrano il netto incremento di posizioni short (vendite allo scoperto) in sterline, pari a 6,1 miliardi di dollari nella settimana al 23 febbraio con un aumento di più del 10% dei contratti di questo genere rispetto alla settimana precedente. La speculazione costruisce nuove posizioni, dunque, ma agisce sulla scorta di elementi reali. La caduta del pound va, infatti, declinata con due fenomeni: incertezza politica e approccio soft della banca centrale in un contesto di indebitamento globale che zavorra Londra. L'esposizione totale calcolata sommando debito pubblico e privato, di famiglie, cioè, ed imprese finanziarie e non, è un multiplo del prodotto interno lordo. Londra, inoltre, s'avvia a chiudere l'anno fiscale con un deficit poco al di sotto del 13% del Pil.

A spaventare più che il quadro finanziario globale è la dinamica di uscita da un'emergenza che Londra non conosce da molti anni. La questione è eminentemente politica, legata alla caotica e mutevole prospettiva elettorale. Non è un caso che la caduta della sterlina sia arrivata poche ore dopo l'annuncio di YouGov ( http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2010/02/gran-gretagna-laburisti-brown.shtml?uuid=14bfac6e-2489-11df-8906-310c0aabc48b ) , uno dei più affidabili istituti di statistica e ricerca politica del paese, che denunciava una forte ripresa di consenso popolare per il Labour party. Se gli inglesi votassero oggi il 35% darebbe il proprio consenso a Gordon Brown e il 37 ai conservatori di David Cameron ( http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2010/02/Cameron-Tory-elezioni-sondaggio.shtml?uuid=371a2426-248c-11df-8906-310c0aabc48b ) . Un margine che consegnerebbe la vittoria, in termini di seggi, a Brown anche se non abbastanza per garantirgli di sostenere da solo l'esecutivo. L'emergere con sempre maggiore probabilità di un parlamento senza maggioranza assoluta e quindi esposto ai venti di una coalizione con i liberaldemocratici, implica una prospettiva di riforma economica più vaga. Prevarrà l'approccio statalista e incline alla spesa pubblica del Labour di Brown oppure quello più liberista del conservatorismo paternalista di David Cameron? E quindi quale sarà la ricetta? Tagli alla spesa con il rischio di soffocare un incipiente ripresa oppure una borsa più generosa con il conseguente peggioramento dei conti pubblici? Domande a cui i mercati rispondono in un solo modo: vendite sulla sterlina.
E non solo per ragioni politiche. C'è incertezza anche sull'atteggiamento della Banca d'Inghilterra, che ha sospeso il suo programma di quantitative easing (aumento della moneta in circolazione) dopo aver immesso 200 miliardi sul mercato, aggiungendo però che non è una decisione definitiva. Una posizione attendista che i mercati non apprezzano. Aggravato inoltre da un'incognita: l'aumento dell'inflazione, che in Gran Bretagna resta più elevata che negli altri paesi.

Leonardo Maisano
Fonte: www.ilsole24ore.com
Link: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2010/03/sterlina-dollaro-cambio.shtml?uuid=5b128d90-25cd-11df-a13d-158f9b56f08f&DocRulesView=Libero
2.03.2010


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mazzi
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E grazie al cazzo, dopo aver immesso 200 miliardi di moneta sul mercato che altro c'e' da aspettarsi se non l'inflazione e il calo del valore della sterlina? E' ovvio che in questo momento l'imperativo e' liberarsene.


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amensa
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vi suggerisco la lettura di :
Quel che ancora nessuno ci ha detto sui CDS
forse si chiariranno un po i movimenti speculativi.
faccio presente che nel pieno della "crisi greca" ho scritto che la prossima avrebbe investito la gran bretania. Forse sto diventando chiaroveggente.


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Nyarlathotep
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Post: 108
 

E grazie al cazzo, dopo aver immesso 200 miliardi di moneta sul mercato che altro c'e' da aspettarsi se non l'inflazione e il calo del valore della sterlina? E' ovvio che in questo momento l'imperativo e' liberarsene.

Ti quoto l'opinione di una persona, vorrei sapere cosa ne pensate

"un madornale errore, voluto o meno, quello di considerare l’inflazione dovuta ad un eccesso di moneta mentre è solo speculazione di chi aumenta i prezzi. I soldi sono come l’acqua con cui si innaffia l’orto, se le piantine non crescono perché ne vogliono di più, non è colpa dell’acqua ma delle piantine che sono esigenti approfittando dell’abbondanza."


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mazzi
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No, non sono d'accordo.

Lo stampare denaro crea inflazione, questo e' un classico che qualsiasi professore di economia ti puo' confermare.

Vero e' che i prezzi possono aumentare anche per speculazione, ma si tratta sempre di settori ben definiti del mercato, non di un aumento piu' o meno omogeneo di tutto.

Fatto sta che una situazione inflattiva combinata con una crisi economica non aiuta certo a risolvere la crisi. O almeno, puo' sorreggerla per un certo tempo in quanto chi ha qualche soldo lo spende per non vederlo eroso dall'inflazione, e poi?... Se le basi dell'economia sono tarate, per qualsivoglia ragione, tutto ritorno come prima in breve tempo.


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Anonymous
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no è che il il debito pubblico UK è al 170% mentre i numeri la danno al 50% circa..
il motivo che non sono stati conteggiati i salvataggi enormi delle banche i quali siccome si considera che verranno restituiti non vengono conteggiati..
cosa del tutto arbitraria e truffaldina..
senza contare le enormi immissioni a sostegno del mercato anche quelli non conteggiati nel debito pubblico che quindi passa dal 50% al 170%
si ricorda che al 130% sei già di fatto fallito anche se hai un deficit non altissimo.. quindi attualmente l'UK viene tenuta artificialmente su grazie ai conti truccati di cui sono maestri grazie al fatto che sono loro a dare i rating degli stati delle banche delle multinazionali...e quindi si danno ancora tripla A come stato e anche il rating delle banche fallite di fatto o fallite e salvate sono tutti alti ma finti!
Gli speculatori lo sanno e quindi premono contro la sterlina..
ed in genere quando premono contro la sterlina poi tocca a noi ricordate Soros?

d'altronde la BCE ha emesso 2.5trilioni di euro per i salvataggi delle banche(che poi partecipano con la BCE) senza darne grosse notizie come invece avvenuto con la FED ora quei trilioni debbono rientrare ovvio quindi
che gli stati che hanno debiti con le banche debbono rientrare...

gli UK non fanno parte della bce ma quando si emette tutta quella quantità di moneta ovvio che essa si svaluti in modo che a pagare siano soprattutto le masse popolari visto che i grossi investitori e detentori di sterlina prima di farla crollare l'hanno convertita in altro magari in dollaro o paniere di monete..

ciao


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